L'accusa: aver violato la legge per la redistribuzione delle terre ai neri
S.D.H.
HARARE
Primi arresti per i farmers bianchi dello Zimbabwe che rifiutano di lasciare le loro fattorie, espropriate del governo di Robert Mugabe per girarle ai neri senza terra. Ieri sei agricoltori bianchi sono comparsi davanti a un giudice della città di Gwanda, nel sud-est del paese, nella provincia del Matabeleland, sotto l'accusa di non avere rispettato il Land acquistion act, che prevede l'espropriazione e il termine ultimo per fare i bagagli, che era giovedì 8 agosto. Il giudice Kasitomo ha aggiornato la seduta al 6 settembre per dare tempo alla difesa preparare il processo. I sei sono stati lasciati in libertà dietro una cauzione di 90 dollari. Altri dieci farmers sono stati arrestati ieri. Il protavoce del gruppo di pressione degli agrari bianchi, il Justice for Agricolture, ha detto che almeno un'altra cinquantina di loro sono sotto tiro nelle prossime ore.

Dopo il discorso di lunedì, in cui Mugabe ha detto che la legge e l'ultimatum restavano in pieno vigore, ieri polizia, war veterans neri e ufficiali governativi hanno cominciato a muoversi. Casi di rimozione per le spicce di coloni bianchi vengono segnalati in diverse zone dello Zimbabwe, anche se nessuna delle due parti sembra voler portare lo scontro alle estreme conseguenze. Anzi il ministro dell'agricoltura e delle terre, Joseph Made, ha detto che ci sono sospetti secondo cui gli sloggiamenti violenti siano una messinscena orchestrata dagli stessi farmer più radicali per suscitare reazioni da parte dell'opinione pubblica internazionale in loro favore. Il ministro dell'amministrazione locale, che è anche responsabile per l'espropriazione delle terre, Ignatius Chombo, ha dal canto suo detto che il governo «sta considerando tutte le opzioni per garantire che la redistribuzione delle terre non sia mandata all'aria da qualche farmer particolarmente ostinato».Dei 4500 coloni bianchi che detengono finora fra il 45 e il 70% delle terre migliori, 2900 sono stati colpiti dall'ordine di esproprio. Ma solo poco più di mille sono pronti a lasciare, o forse anche meno. In molti sperano che i negoziati con il governo consenta di trovare una soluzione meno drastica. Mugabe, nel suo discorso di lunedì, aveva lasciato uno spiraglio, pur riconfermando l'intenzione e i tempi del «resettlement»: i farmers bianchi «leali cittadini» dello Zimbabwe potranno continuare a lavorare la terra, aveva detto. Ma molti di loro sanno che se ne dovranno andare, o comunque dovranno lasciare le loro terre. Le mete preferite, al momento, sembrano i paesi confinanti, come il Mozambico, dove alcuni si sono già trasferiti. O lo Zambia, il Botswana, il Malawi, o il più lontano Uganda.