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    S.e.r. Cardinale Antonino Saverio De Luca

    Antonino Saverio De Luca, nacque a Bronte da Vincenzo e Francesca Saitta, ultimo di dieci figli, il 28 Ottobre 1805 . Fu battezzato nello stesso giorno da don Saverio Raimondo nella chiesa della SS. Trinità. Cardinale, fratello dell’economista Placido, fu Nunzio apostolico di papa Gregorio XVI e di Pio IX presso la Corte di Baviera e poi a Vienna, nonché apprezzato autore di opere storiche e di teologia.
    Si formò negli ambienti ecclesiastici della Sicilia tra Bronte, Monreale e Palermo, distinguendosi particolarmente nell’apprendimento delle lingue classiche e moderne e nello studio delle scienze. Iniziò gli studi a Bronte nel Real Collegio Capizzi, per proseguirli nel 1816 a Monreale, dove, cosa insolita a quei tempi, imparò, oltre al greco ed al latino, anche le lingue inglese, francese e tedesca. Preparava inconsciamente, quasi presagendo, la sua futura carriera di diplomatico pontificio.
    Ancora ventenne, fu giudicato il migliore nel latino, nel greco, nell’italiano e nella storia sacra e siciliana fra tredici giovani siciliani vincendo, fra l'ammirazione di tutti, mille scudi in un prestigioso concorso.
    Nel 1827, a ventidue anni, lasciata la Sicilia si trasferì a Napoli e due anni dopo (dicembre del 1829) a Roma dove, dopo un iniziale periodo di stenti, riuscì a pubblicare i suoi primi saggi teologici ed i primi articoli. Per le sue doti e la profonda preparazione scolastica fu ben accolto negli ambienti vaticani ed ebbe i primi prestigiosi incarichi (già nel 1833 era segretario del cardinale inglese Weld). All’età di trenta anni, fonda a Roma nel 1835 la prestigiosa rivista bimestrale "Annali delle scienze religiose", che curò e diresse personalmente nel primo decennio.
    Scrive di lui Benedetto Radice che per emergere "in quel mare magnum della città universale aveva dovuto servirsi più di remi che delle vele, per poter affermare con legittimo orgoglio: che la maggior gloria di un uomo è quella di dovere tutto a sè stesso quel poco che egli è". ("Due glorie siciliane - I fratelli De Luca", Bronte, Stabilimento Tipografico Sociale, 1926)
    ll 10 febbraio del 1839, all'età di trentaquattro anni, riceve l’ordinazione sacerdotale dal patriarca di Antiochia Antonio Piatti nella sua cappella privata di Roma. Nello stesso anno figura tra i dottori onorari di teologia nell’Università di Lovanio.
    Innumerevoli, delicati ed importanti i riconoscimenti e gli incarichi che ebbe il De Luca. Fu un uomo di chiesa eclettico, coltissimo e strenuo difensore del potere temporale del Papa. Fondatore di comunità religiose, membro di Commissioni regie, aggregato a numerose Accademie (Tiberina, Arcadia con il nome di Polinesto Chersoneso, Archeologica), direttore di periodici, "Professore Coadiutore di fisica sagra nell’Archiginnasio Romano", Vescovo di Aversa, arcivescovo di Tarso, ma soprattutto fu un valente ed abile diplomatico.
    Nel 1840, nominato censore dell’Accademia di religione cattolica, rettore del Collegio Irlandese di Roma e corrispondente per gli studi storici del ministero della P. I. di Francia, l’Università cattolica di Lovanio (Belgio) gli conferì la laurea in Teologia ad honorem insieme al Lacordaire.
    Papa Gregorio XVI lo nominò Consultore delle Congregazioni di Propaganda e dell’Indice, professore dell’Università di Roma, direttore della tipografia poliglotta di Propaganda Fide e, appena sei anni dopo l'ordinazione sacerdotale, l’8 dicembre 1845, su suggerimento anche di Ferdinando II, Vescovo di Aversa ed assistente al soglio pontificio.
    Durante questo periodo ritornò a Bronte. Consacrò l'altare della cappella del Real Collegio Capizzi, dove da bambino era stato chierichetto, e per fare un omaggio alla zia abbadessa del monastero di Santa Scolastica, anche la chiesa di S. Silvestro annessa al monastero il 31 ottobre 1851.
    Qualcuno ancora narra che non venne trattato bene, tanto che quando andò via, arrivato allo "scialandro", scese dalla carrozza e battendo le scarpe a ritmo martellante per scuotere la polvere, disse: «Gens iniqua, gens rea, non videbunt ossa mea».
    In Aversa rimase otto anni. Vi svolse un’intensa attività pastorale: fonda un secondo seminario e un convitto, istituisce conferenze settimanali di teologia morale nella cattedrale e in altri luoghi della diocesi, appronta un regolamento per i cimiteri ed una minuziosa registrazione, frutto di una visita da lui fatta nel 1848 nella diocesi, di tutte le istituzioni ecclesiastiche, delle loro origini e condizioni. Una preziosa raccolta di documenti ed iscrizioni (tre volumi manoscritti esistenti presso l’Archivio storico diocesano) ricchissima di notizie - finanche su costruzioni, suppellettili, stati di anime ecc. - che ha fatto la fortuna storiografica di Gaetano Parente, costituendo una delle maggiori fonti cui lo storico di Aversa attinse per la compilazione dei suoi volumi.
    Promosso arcivescovo di Tarso, il 22 dicembre 1853, il De Luca lascia Aversa. La sua competenza in materia giuridica e le sue capacità diplomatiche e di negoziazione sono premiate con l'avvio di una prestigiosa attività diplomatica.
    Dal 1853 al 1863 Pio IX gli affidò delicati incarichi presso le Corti imperiali di Monaco di Baviera (dal dicembre del 1853, per due anni) e di Vienna (9 settembre 1856, dove fu nominato Nunzio Apostolico), e importanti missioni in Ungheria e Romania.
    A Monaco e Vienna il Cardinale, abile negoziatore dallo spirito moderato proprio degli uomini di cultura, cura la stesura e porta a compimento concordati tra i due regni e la Santa Sede e riceve prestigiose onorificenze.
    A Vienna rimase per sette anni, fino a quando nel Concistorio del 16 Marzo 1863 fu nominato cardinale e rientrò a Roma.
    Scrive Benedetto Radice che "Pio IX volle premiare l'operosità diplomatica, la dottrina del Nunzio De Luca e la sua fede nei destini del Papato, innalzandolo al cardinalato". Gli mandò lo zucchetto rosso a Vienna, ove il De Luca rimase come Pronunzio fino all'arrivo del suo successore.
    Fu oltremodo caro al Metternich, all'imperatore Francesco Giuseppe che nel 13 maggio, con solenne cerimonia volle mettere sul capo del Nunzio la berretta cardinalizia e gli conferì la Gran Croce di Santo Stefano d'Ungheria, onorificenza solita darsi a sovrani, a principi reali e ai primi ministri.
    Lasciata la nunziatura e rientrato a Roma ebbe ulteriori prove di stima e compiti onorevoli e delicati nella Corte pontificia: il 28 dicembre 1864 fu nominato prefetto della Congregazione dell’Indice e, da papa Leone XIII, vice Cancelliere di S. R. C.. L’anno dopo venne cointeressato alla fondazione dell’Accademia di S. Tommaso e nel 1880 fu insieme con altri due cardinali incaricato di preparare l’opera omnia del Dottore Angelico., Al concilio Vaticano I (1869-1870), fu uno dei cardinali incaricati di alternarsi alla presidenza dell’assemblea conciliare. Nel conclave successivo alla morte di Pio IX (1878) fu considerato un Papa mancato.
    Fra le sue molte opere restarono famosi gli "Annali delle scienze religiose" (una rivista religiosa internazionale dedicata ai cultori delle scienze religiose), che fondò a Roma nel 1835 e che diresse, collaborandovi, per oltre dieci anni.
    Studioso insigne pubblicò numerose opere di cultura religiosa e storica mentre lasciò inedita la sua opera principale "Vicende politiche e religiose della Irlanda dal 1536 al 1829".
    Antonino Saverio De Luca morì a Roma il 28 Dicembre del 1883, nel suo appartamento al palazzo della Cancelleria vaticana.
    E’ sepolto a Roma nella Chiesa di San Lorenzo in Damaso, dove, accanto alla tomba di Pellegrino Rossi, il Cardinale, ancora vivente, spendendo venticinquemila lire, si fece innalzare un fastoso mausoleo.





    La raccolta completa degli "Annali delle scienze religiose", fondata nel 1835 dal card. De Luca.
    La rivista internazionale, bimestrale dedicata ai cultori delle scienze religiose, fu diretta per oltre dieci anni dal De Luca. La raccolta completa, che era di proprietà dello stesso cardinale, è conservata nella biblioteca del Collegio Capizzi.
    L’impegno e l’intensa attività pastorale di vescovo di Aversa (dal 1845) costrinsero il cardinale ad interrompere la produzione di saggi e anche l’attività pubblicistica per gli "Annali di scienze religiose", che furono affidati alla direzione di G. Arrighi fino al 1854, anno in cui la pubblicazione cessò.


    “La puerizia; l'adolescenza, la più florida gioventù di lui furono contrassegnate da grandi raggi di luce, luce di probità e di sapienza. Ne gioì Bronte, ne furono maravigliati Monreale e Palermo, se ne fece attenta Roma. Poliglotta, apologista, polemico, sagacissimo e prudente estimatore del vero e del bello estetico, storico, filosofico, sacro e profano, trasse a sè gli sguardi di tutte le nazioni di Europa, guadagnossi la stima del gran Pontefice Gregorio XVI, del santo e Magno Pio IX, e del redivivo Leone Magno, guadagnossi l'affetto delle nazioni e delle corti di Monaco e di Vienna; l'affetto di tutta Roma con fatti splendidissimi di probità e di sapienza; e tanti, che si potrà dire non essere egli morto, sempre vivo bensì, e glorioso sempre nella mente e sulla lingua di tutti: O Bronte, o cara patria mia, e che dunque hai tu perduto del tuo gran Cardinale De-Luca?”
    (Gesualdo De Luca, "Elogio funebre dell'eminentissimo e reverendissimo signore Antonino Saverio De-Luca, Cardinale della S. R. Chiesa", Milano, Tipografia San Giuseppe, 1884)

    http://www.bronteinsieme.it/3pe/pers1a.html

  2. #52
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    Predefinito S.E.R.Cardinale Giulio Maria della Somaglia (1744-1830)

    Nacque a Piacenza il 29 luglio 1744 da nobile famiglia piacentina. Fu battezzato dal card. Alberoni, di cui porta il nome Giulio. Studiò al Nazzareno di Roma. Fu dottore in lettere e in diritto pubblico. Clemente XIV (1769-74) nel suo primo anno di pontificato lo annoverò fra i suoi camerieri segreti e, nel 1773, suo prelato domestico. Nel 1774 ebbe il Segretariato per le Indulgenze e Sacre Reliquie. Pio VI (1775-99) lo nominò Segretario della Congregazione dei Riti, nel 1787 Segretario della Congregazione dei vescovi, l'anno seguente patriarca in partibus di Antiochia e, nel 1795, cardinale dell'ordine dei preti con il titolo di Santa Sabina, che egli poi lasciò per quello di S. Maria sopra Minerva. Fu nominato Vicario di Roma, Prefetto della residenza dei vescovi, del collegio e seminario romano, arciprete di S. Giovanni in Laterano, Segretario del S. Uffizio. Nel febbraio 1798, mentre l'esercito francese marciava verso Roma con il generale Berthier, fu inviato da Pio VI a saggiare gli umori del generale. Comprese che era inutile ogni trattato e al ritorno avvertì i colleghi Braschi e Albani del pericolo di essere arrestati. I due si posero in salvo. Fu arrestato lui e messo in carcere al monastero delle Convertite, poi fu cacciato da Roma. Subito dopo l'elezione di Pio VII (1800-23) il Papa lo inviò a Roma come suo legato a latere con altri due cardinali per prendere il governo della città e lo fece Prefetto della Congregazione dei Riti. Fu chiamato a Parigi da Napoleone ed esiliato a Meziers e poi a Charleville, in quanto definito cardinale «nero», perché si era rifiutato di assistere alle sue seconde nozze. Nel 1814, recuperata la libertà e la porpora, fece ritorno a Roma ed ebbe la nomina di Segretario della Congregazione del S. Uffizio, arciprete di S. Giovanni in Laterano e, il 25 settembre 1814, cardinale vescovo di Frascati. Nel 1816, con corona d'oro e gemme, nella cattedrale di Frascati incoronò l'immagine della Beata Vergine Addolorata. Nel 1817 fece la visita pastorale della diocesi. Nella relazione è posto in evidenza che anticamente i confini erano molto più estesi di quelli attuali. Dichiara la sua soddisfazione per la tenuta delle varie chiese, per l'arredamento e le suppellettili. Constata che benché le rendite del seminario siano in aumento ci sono, però, difficoltà per risolvere i vari problemi. Ha cercato di dare un nuovo assetto alla parte economica ed educativa. Il seminario è frequentato da 49 alunni. E' soddisfatto degli ordini religiosi e rileva che per tutta la diocesi c'è un unico ospedale la cui amministrazione è condotta dalla confraternita del Gonfalone. Il Monte di Pietà eretto dai suoi predecessori e quello retto dai Benefattori sono ambedue a zero e il cardinale ne sollecita il ripristino. Rileva che a Monteporzio, alle due precedenti confraternite, se ne è aggiunta una terza, quella di S. Antonio. Per Montecompatri osserva che la chiesa parrocchiale ha necessità di riparazioni, come la parrocchiale di Rocca Priora, che però è priva di fondi. A Rocca di Papa constata che la parrocchiale è chiusa perché in pessimo stato. A termine della sua visita il cardinale chiede che i parroci osservino l'obbligo della residenza, tengano in ordine i libri parrocchiali, assistano i moribondi, amministrino i Sacramenti, spieghino il vangelo e insegnino il catechismo. In generale loda le popolazioni perché conducono vita esemplare e danno buon esempio. Lamenta l'eccezione di alcuni che, dediti all'alcool, bestemmiano e rubano. Fu Vice cancelliere di Santa Romana Chiesa. Nel 1818 optò per la Chiesa di Porto. Nel 1820 passò a quella di Ostia e Velletri, in quanto decano del Sacro Collegio. Dal 1818 al 1828, nonostante la sua età, fu Segretario di Stato di Leone XII (1823-29). Morì a Roma il 2 aprile 1830. Nel 1825, con i sovrani di alcune potenze straniere tentò di convincere il Papa a non fare il Giubileo, in quanto tra i pellegrini si temeva l'infiltrazione di rivoluzionari. Per tale ragione fu perquisito ogni pellegrino.


  3. #53
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    Predefinito S.E.R. Cardinale Domenico Serafini O.S.B.

    Nato a Roma il 3 agosto 1852.
    Benedettino professo dal 1874, dottore in filosofia e teologia alla Gregoriana
    Ordinato sacerdote nel 1877 a Subiaco, membro di quella comunità monastica fino a diventarne Priore nel 1891. Procuratore Generale dell'ordine benedettino a Roma e poi Superiore generale nel 1896 della Congregazione Benedettina Cassinese della Prima Osservanza nel 1896.
    Arcivescovo di Spoleto nel 1900, consacrato vescovo dal Cardinale Serafino Vannutelli, Arcivescovo di Frascati, il 6 maggio dello stesso anno.
    Delegato apostolico in Messico nel 1904. Assessore della Suprema Congregazione del Santo Uffizio dal 30 novembre 1911. Vescovo titolare di Seleucia Piera il 2 marzo 1912.
    Creato cardinale prete nel concistoro del 25 maggio 1914, del titolo di Santa Cecilia, il 28 maggio 1914. Partecipa al conclave del 1914 con ruolo attivo. Prefetto della Sacra Congregazione del Religiosi il 27 gennaio 1916. Pro-prefetto della Congregazione per la Propagazione della Fede il 26 febbraio 1916. Prefetto della stessa dal 24 March 1916. Preside del Pontificio Seminario dei Ss. Pietro e Paolo per le Missioni estere. Muore a Roma il 5 marzo 1918.


  4. #54
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    Predefinito S.e.r. Cardinale Gennaro Portanova

    Citazione Originariamente Scritto da guelfo nero
    NATO A NAPOLI L8 OTTOBRE 1845, MORTO A ROMA IL 25 APRILE 1908.

    STUDIò PRESSO I GESUITI DELLA SUA CITTà E AL LICEO ARCIVESCOVILE DI NAPOLI, DOVE FU PROFESSORE DI TEOLOGIA DAL 1877 AL 1883. IN QUELL'ANNO FU CONSACRATO VESCOVO TITOLARE DI ROSEA E DIVENNE ANCHE VESCOVO COADIUTORE DI ISCHIA.
    DUE ANNI PIù TARDI ALLA MORTE DEL VESCOVO DI ISCHIA, GLI SUCCESSE SULLA CATTEDRA EPISCOPALE. NEL 1888 FU TRASFERITO ALLA SEDE METROPOLITANA DI REGGIO CALABRIA, CHE RESSE FINO ALLA MORTE. FU ANCHE AMMINISTRATORE APOSTOLICO DELLE DIOCESI DI BOVA (1889-1895) E DI OPPIDO (1898-99). NEL 1899 FU CREATO DA PAPA LEONE XIII CARDINALE PRETE DI SAN CLEMENTE IN ROMA. SCRISSE MOLTI SAGGI ANTIEVOLUZIONISTI, DI CUI I PIù NOTI SONO: "Errori E deliri del Darwinismo" (Napoli, 1872); Gli Evoluzionisti e la loro morale (Roma, 1881); Evoluzione e miracolo (Napoli, 1882) e La Filosofia speculativa compendiata (1883).

    GUELFO NERO

  5. #55
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    Predefinito S.e r. Cardinale Clemente Micara (1879-1965)

    Citazione Originariamente Scritto da guelfo nero



    SUA EMINENZA REVERENDISSIMA IL CARDINALE CLEMENTE MICARA (UNO DEI PIù DISTINTI CARDINALI CREATI DA S.S. PIO XII), VESCOVO DI VELLETRI, ESPRESSE IN UNA LETTERA DEL 26 FEBBRAIO 1960 ALLA SEGRETERIA DI STATO LE SUE ASPETTATIVE PER IL VATICANO II.

    SCRIVEVA COSì: "IL SOMMO PONTEFICE PIO XII DI VENERATA MEMORIA NELLA SUA IMMORTALE ENCICLICA "HUMANI GENERIS" HA SEGNALATO I GRAVI ERRORI CHE SERPEGGIANO "TRA ALCUNI NOSTRI FIGLI CHE SONO INGANNATI DA UN INCAUSTO ZELO PER LE ANIME E DA UN "SCIENZA" DI FALSO NOME" (VEDI ACTA APOSTOLICAE SEDIS, VOL. 42, P. 571).
    "(VANNO CONDANNATI) COSì NEL CAMPO FILOSOFICO:
    -L'EVOLUZIONISMO, SPECIALMENTE QUALE LO INSEGNA THEILLARD DE CHARDIN;
    -l'esistenzialismo, non solo quello ateo, ma anche quello detto "cristiano" che non risulta conciliabile con la filosofia perenne (sana n.d.r.);
    -il materialismo marxista e la sua impossibile coesistenza e collaborazione col cattolicesimo, anche sul campo assistenziale e caritative;
    -il progressismo detto "cattolico" di alcuni cattolici a tendenze filomarxiste;
    -il liberalismo e il capitalismo esagerato, che impedisce la integra applicazione della dottrina sociale cattolica e favorisce la reazione comunista;
    Nel campo ecclesiologico:
    -Rapporti tra Chiesa e Stato: Tendenze laiciste che spingono eccessivamente la separazione dei due poteri, nè parlano abbastanza di subordinazione e di collaborazione dell'autorità civile alla religiosa nei problemi di ordine misto;
    -Rapporti tra clero e laicato; tendenze autonomiste eccessive del laicato rispetto al clero, con pretesa critica anche pubblica e del clero rispetto alla Gerarchia. Pretesa indipendenza dei laici nella soluzione delle questioni sociali, politiche ed anche morali, sia individuali che famigliari, senza la sottomissione ad una positiva direzione da parte della Chiesa docente (Maritain e "l'Esprit"[empia rivista francese degli anni '50])
    Nel campo teologico dommatico:
    -Idee non chiare e talvolta errate sul Corpo Mistico. Si distingue ancora da taluni tra "anima" e "corpo" della Chiesa, quasi fosse possibile e sufficiente alla salvezza appartenere esclusivamente all' "anima", senza appartenere, almeno virtualiter, cioè con desiderio, ALMENO implicito, al "corpo" della Chiesa e quindi con l'obbligo di far parte anche esternamente della Chiesa Cattolica Romana, non appena riconosciuta come l'unica Chiesa di Cristo (vedasi Enciclica "Mystici Corporis" di S.S. Pio XII)
    -Eccessiva stima delle attività esterne d'apostolato (troppo sport organizzato da sacerdoti) in confronto con la pratica dei Sacramenti, la cui frequenza è da raccomandarsi particolarmente ai giovani e a quanti sono impegnati nelle attivitò esteriori; della preghiera e della cultura religiosa; della pratica delle virtù cristiane, non esclusive quelle più umili ed APPARENTEMENTE passive: umiltà, purezza, pazienza.
    Conseguenti pericoli (da condannare) dell'attivismo e del naturalismo...
    Nel campo morale e sociale
    Opportunità di richiamare l'attenzione e di confermare, completandoli, gli insegnamenti di PIo XII su vari problemi morali, sociali e politici...
    Necessità di un'estreme sorveglianza e di maggiore utilizzazione delle scoperte moderme: radio, cinematografo, televisione (INTERNET N.D.R.) per la divulgazione e la DIFESA della verità cattolica.
    [...] Necessità di richiamare il clero, specialmente quello addetto al ministero, agli obblighi della degna celebrazione della S. Messa; preparazione e azione di grazie; confessione settimanale, meditazione giornaliera, Santo Rosario, studio sacro (vedasi Enciclica Haerent Animo di San Pio X, Ad catholici sacerdotii di Pio XI, l'Esortazione Menti nostrae di Pio XII)
    Opportunità di richiamare il clero secolare e regolare alla retta concezione dell'obbedienza soprannaturale, contro lo spirito di aperta cririca della Gerarchia; contro la mancanza di fede nell'assistenza dello Spirito Santo, di cui è assicurata la Gerarchia [quella vera N.D.R], non soltanto nell'esercizio del potere d'ordine (amministrazione dei Sacramenti) ma anche dei poteri di magistero e di governo, in tutte le questioni, direttamente attinenti, alla fede e alla morale.
    Ciò per evitare gli errori del razionalismo, dello pseudo-naturalismo o falso misticismo. con appello a speciali carismi o missioni, non CONTROLLABILI dalla Suprema Potestà o dai Vescovi.
    [...]
    Opportunità di vigilare affinchè l'insegnamento ecclesiastico, specialmente nelle Università Pontificie e nelle Facoltà [cattoliche] sia impartito con maggiore attenzione all'insegnamento del Magistero vivo della Chiesa, regola prossima ed universale di verità, anche per quanto riguarda l'interpretazione delle fonti della Rivelazione: Sacra Scrittura e tradizione orale; dottrina dei Padri e dei Teologi; luoghi ausiliari: storia e filosofia.
    Tale maggiore attenzione dovrebbe far evitare lo scolasticismo, ossia l'indugio in questioni non più vive e attuali [UN ESEMPIO PER TUTTI: IERI L'OBSOLETA E SUPERATA FILOSOFIA DI DUNS SCOTO, OGGI LO SCIOCCHEZZAIO ROSMINIANO E DI TUTTO L"IDEALISMO CRISTIANO"] e il razionalismo ossia la fiducia eccessiva nei mezzi di ricerca accademici (vedasi Discorso di PIo XII ai Professori e agli alunni
    dell'Università Gregoriana nel 1953 e Discorso ai Professori e agli alunni del Pontificio Ateneo Angelicum nel 1958)
    [...] Tra le principali difficoltà per un ritorno dei dissidenti alla Chiesa di Roma si possono annoverare:
    -Ignoranza della vera dottrina della Chiesa Cattolica sulle questioni dogmatiche e sul primato di PIETRO e dei suoi Successori;
    -Timore che, unendosi a Roma, gli orientali perdano la giusta autonomia e le loro buone tradizioni [dato che alla cattive dovranno rinunciare n.d.r.]
    -Spirito di falso irenismo ecumenico, esistente tra i promotori del movimento e gli "ortodossi".
    Si fanno persuasione di avere la vera fede cristiana, pur non riconoscendo il magistero della Chiesa. credono di essere membri di una stessa "chiesa cattolica", comprendenti tutte le confessioni "cristiane", di far parte di un unico "corpo mistico" di cui Cristo sia il solo Capo, universale ed indivisbile, con esclusione di un capo visibile ed unico e di un solo Pastore supremo (vedi condanna di questa teoria nella "Mystici Corporis" di Pio XII)
    -Dimenticanza che la proposizione del Magistero Infallibile, essendo conditio sine qua non e la regola prossima della fede cattolica, è necessaria per tutti, affinchè si abbia la certezza soprannaturale di possedere tutta la verità [cattolicesimo integrale n.d.r.] rivelata da Gesù Cristo, senza errori o deficienze.
    Non é vero ed è contro le divine promesse di Gesù Cristo che "tutte le confessioni possiedono le verità indispensabili alla salvezza e che tutte hanno errori".
    L'unica Chiesa in possesso di tutta la verità senza errori cioè l'unica Chiesa di Cristo (e l'unica di cui sia possibile accertarlo con segni esterni ed interni) è la Chiesa Cattolica".
    Così chiudeva l'Eminentissimo Micara, vescovo di Velletri.
    Così chiudo anch'io.
    Guelfo nero

  6. #56
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    S.E.R Cardinale Elzéar-Alexandre TASCHEREAU (1820-1898)
    Primo cardinale canadese, creato da Papa Leone XIII nel 1886






  7. #57
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    S.E.R. Cardinale Agostino RICHELMY (1850-1923)

    Nato a Torino il 29 Novembre 1850. Cresimato il 13 agosto 1857. Dottore in teologia il 18 maggio 1876. Ordinato sacerdote a Torino il 25 Aprile 1873. Professore del seminario diocesano, esaminatore prosinodale, canonico del capitolo della Cattedrale.
    Eletto vescovo di Ivrea, il 7 giugno 1886. Consacrato il 28 Ottobre dello stesso anno a Torino dal Cardinal Gaetano Alimonda. Promosso alla sede metropolitana di Torino, il 18 settembre 1897.
    Creato cardinale Prete nel concistoro del 19 Giugno 1899, riceve la berretta e il titolo di Sant'Eusebio il 22 giugno. Participa al conclave del 1903. Opta per il titolo di Santa Maria in Via, il 27 Novembre 1911. Participa ai conclavi del 1914e del 1922. Muore a Toirno il 10 agosto del 1923. Nel 1927 il suo corpo è traferito alla Consolata, in un sarcofago di marmo rosa.


  8. #58
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    Citazione Originariamente Scritto da guelfo nero
    NIPOTE DEL CARDINALE FILIPPO SEGA, FU UN FEDELE, SCRUPOLOSO, ATTENTO E ACUTO ESECUTORE DELLE DECISIONI PONTIFICIE, OPERò CON FERMEZZA CONTRO GLI UGONOTTI IN FRANCIA IN FAVORE DELLA SANTA LEGA CATTOLICA.
    FU COLLABORATORE ZELANTE DI PAPA CLEMENTE VIII E DI PAPA LEONE XI, FU ELETTO CARDINALE DEL TITOLO DI SAN PIETRO IN VINCOLI NEL 1604.
    PUR ESSENDO STATO SOLO PER UN ANNO PRINCIPE DELLA CHIESA, PUò ESSERE GIUSTAMENTE ANNOVERATO TRA LE GLORIE DEL CARDINALATO.
    IL SUO RITRATTO, ESEGUITO DAL DOMENICHINO, MOSTRA IL SUO CARATTERE DURO E PRONTO A TUTTO PER DIFENDERE LA CAUSA DEL PAPA E DELLA CHIESA CATTOLICA.




    Guelfo nero

  9. #59
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  10. #60
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    Ringrazio l'amico Lupicida per il giusto suggerimento.

    Guelfo nero

 

 
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