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    Predefinito Panorama attacca la controinformazione

    Questo è l'articolo di Panorama contro la controinformazione legata a suo parere al terrorismo!
    Solo dei scribacchini pennivendoli al soldo dei governanti di turno possono pensare di arrestare la voce della verità ma si sbagliano di grosso.
    Ora e sempre Resistenza!



    Autunni caldi, scontri di piazza, molotov: le parole d'ordine che viaggiano su Internet stanno scaldando i cuori dei cyber rivoluzionari. Anche se, per ora, ai sampietrini preferiscono email e arringhe dai siti dell'antagonismo duro. Sono stati chiari i servizi segreti nella loro 49/ma relazione semestrale sulla politica informativa e della sicurezza appena inviata al Parlamento: «Le potenzialità informatiche hanno impresso un'accelerazione all'attività dei settori estremisti, che utilizzano il web sia per la pianificazione e il coordinamento delle proteste, sia per l'attuazione di azioni di mobilitazione telematica».
    Poi aggiungono che sulla scia della rivendicazione online dell'omicidio Biagi «si è registrato il proliferare di siti ed email inneggianti alle Br e a teorie rivoluzionarie». Siti che testimoniano «la capacità del circuito Internet di convogliare consensi, inducendo pericolose spinte emulative negli ambienti più motivati». Un allarme inquietante che non sorprende chi ricorda che lo scorso 16 maggio, dopo una lunga sorveglianza, sono stati chiusi due dei siti più famosi dell'estremismo di sinistra: brigaterosse.it e A morte lo Stato. All'interno di quest'ultimo veniva spiegato come confezionare molotov, bombe carta e anche piccoli ordigni a orologeria.

    Indirizzi eversivi come quello di matrice anarchica della sezione italiana di ainfos.ca, capace di ospitare forum e mailing list in cui non mancano sorprese come la pubblicazione del numero di telefono del carabiniere che a Genova ha ucciso Carlo Giuliani. L'intervento più commentato è quello dell'irlandese Roy Cunningham, un ex esponente del blocco nero che ha abbracciato la causa rivoluzionaria. Su uno degli ultimi numeri dell'Irish anarchist journal, da lui fondato, un anonimo lettore italiano avverte: «Il primo round, a Genova, lo abbiamo vinto noi. Ora basta, però, con le vetrine, le auto e le fermate del bus. Passiamo a colpire direttamente cose e persone collegate al Sim». Dove Sim sta per Sistema imperialista delle multinazionali, uno degli acronimi cari alle vecchie Br. Che sulla Rete si muovono con disinvoltura. Lanciando le loro campagne d'arruolamento.


    Le rivendicazioni via email degli omicidi D'Antona e Biagi» dice Marco Strano, criminologo della Polizia delle comunicazioni, autore del libro Cyberterrorismo (edizioni Jackson, 13 euro), «confermano la dimensione informatica delle nuove Brigate rosse». Internet, secondo gli investigatori, ha persino modificato la struttura dell'organizzazione, rendendola più leggera: la leadership non deve più preoccuparsi di filtrare i rapporti con i «soldati», il computer è la barriera che separa i diversi livelli. «Uno strumento che facilita i rapporti tra gruppi armati di nazioni diverse, che internazionalizza la lotta» aggiunge Strano.

    I brigatisti, per comunicare, usano spesso siti insospettabili, come quelli pornografici, assai trafficati, in cui è facile confondersi. Pagine fioriscono spesso in spazi gratuiti e vivono anche solo per pochi giorni, il tempo necessario per organizzare una campagna. «Drop-zone» stile 007, dove far cadere un bigliettino digitale che qualcun altro è pronto a raccogliere. O magari annunci vocali in Mp3 programmati solo per orecchie selezionate.
    A volte creano pagine non raggiungibili da altri siti o motori di ricerca, magari con indirizzi solo numerici. Luoghi virtuali visitabili solo su appuntamento. «Utilizzano anche la tecnica steganografica, dove il testo viene nascosto in file d'immagine» conclude Strano. Magari sotto il corpo di qualche pin-up.

    L'eterogeneità del cyberspazio, sempre più simile al bar di Guerre stellari, attraversato da milioni di navigatori non politicizzati, ha modificato persino le tecniche per fare proselitismo dei neobrigatisti: sono stati banditi gli slogan più truculenti, tipici degli anni di piombo, con l'obiettivo di realizzare l'auspicata saldatura con le frange estreme dei no global e degli anarco-insurrezionalisti, come i Black bloc. Una congiunzione che non sembra lontana, a voler credere a Charles W. Johnson, ascoltato ideologo del blocco nero: «L'ultimo anno, dopo i fatti di Genova, è stato un momento di pausa, di riflessione» spiega dal suo sito. «Ma adesso è il momento di riprenderci le strade, a partire dall'Italia».
    Così, in vista di quello che si preannuncia come un autunno caldo, il passaparola non conosce soste. «Chat, forum e newsgroup hanno preso il posto dei classici volantini» assicurano alla Polizia postale, che con la Guardia di finanza è impegnata da tempo nel monitoraggio di queste realtà.


    Le comunicazioni più innocue viaggiano su indirizzi noti e già da tempo monitorati dalle forze dell'ordine, come italy.indymedia.org, informationguerrilla.org e infoshop.org (la bibbia online dei Black bloc), mentre convocazioni e inviti all'azione transitano su siti come controappunto.org. L'home page è sormontata da una bandiera statunitense in fiamme e tra i link presenti meritano attenzione quelli delle associazioni antimperialiste Glry (predica «il sabotaggio, la diserzione e la rivoluzione») e Vis-à-vis, che invita esplicitamente la «classe salariata a prendere le armi per radicalizzare lo scontro nei confronti del capitale». Stessi toni su guerrasociale.org.

    Visitato soprattutto dagli investigatori che indagano sugli ultimi omicidi brigatisti il sito dei Comitati di appoggio alla resistenza per il comunismo (carc.it) del fuggitivo Luigi Maj, collegato ad altri indirizzi border line, come quelli dei Comitati proletari per il comunismo e dell'Associazione di solidarietà proletaria.
    Ci sono persino risoluzioni strategiche nel sito dell'Associazione per la liberazione degli operai (asloperaicontro.org): ha appena pubblicato la numero 76 che «condanna l'operato antiproletario di Cisl e Uil in merito alla firma del Patto per il lavoro».

    Le campagne di adesione tra i più giovani sono portate avanti da bollettini telematici come voceoperaia.it, erede dei ciclostilati dell'Autonomia anni 70. Il gruppo Direzione 17, che cura la testata, spiega nella home page: il movimento no global «porta con sé la possibilità che la nuova generazione di anticapitalisti non solo si radicalizzi, ma compia un salto politico di tipo rivoluzionario». Sul sito anarco-comunista spunk.org spiegano dove porti questo slancio: «Colpire un simbolo del capitale, che può essere una banca, l'edificio di una corporation o persino (...) un individuo».

  2. #2
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    Hai detto bene, sono solo dei pennivendoli.
    Panorama non è nuovo a servizi del genere, poche settimane fa ne aveva pubblicato uno sulle associazioni islamiche in Italia e su come secondo la rivista userebbero internet per reclutare terroristi!
    È sempre la stessa solfa, evidentemete ai lettori di questa rivista gradiscono molto queste storie strampalate, le quali fanno pure comodo a chi vuole invocare la censura per limitare la libertà di parola nei riguardi di quelli che continuano a pensare con la propria testa.

  3. #3
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    Condivido.Solita roba da pennivendoli...

  4. #4
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    Predefinito "Ahl-Al-Bayt" replica a Panorama

    La notte e il pozzo

    In riferimento all’articolo “Jihad italiana” apparso sul settimanale “Panorama” venerdì 11 luglio c.a.


    Ci risiamo. Per l’ennesima volta la nostra rivista e la nostra comunità sono state oggetto di un attacco giornalistico tanto furibondo quanto dissennato: ancora una volta possiamo compiacerci di essere stati l’oggetto delle rudi “cortesie” non di fantasiosi gruppuscoli di ipocriti deviati variamente abbigliati, o da liberal-progressisti democratizzatori a corto di fede e di dizionari, o da iperivoluzionari spacconi a corto di senno e di pantofole, come è peraltro già avvenuto ripetutamente in passato; per l’ennesima volta abbiamo avuto l’“onore” di essere il bersaglio delle deliranti calunnie della “grande stampa”, il che a nostro avviso ribadisce la funzione positiva, nel paese, della nostra minuscola rivista e della nostra piccola realtà umana, la sua efficacia di spina nel fianco della bestia mostruosa del mondialismo americano-sionista.

    Poco c’è da discutere sulle ridicole accuse del Signor (si fa per dire, ce lo perdonino i veri signori) Pino Buongiorno, che si sarà così di nuovo guadagnato un bel pezzo di pane da chi lo tiene al guinzaglio e lo fa abbaiare a comando. Il consiglio che gli diamo, come ad uno dei tanti ultimi venuti della pletora degli improvvisati zelatori della lotta al cosiddetto “terrorismo internazionale”, spuntati come funghi, come per incanto, all’indomani degli oscuri eventi dell’11 Settembre (eventi ancora del tutto da chiarire), è di rileggersi le cronache dei loro stessi giornali: vi scoprirà forse - chissà, anche i miracoli sono possibili - a dispetto di tutta l’ignoranza, la stupidità, la malafede e la presunzione di certi ambienti, chi è che ha alimentato ed alimenta nel mondo la pratica e l’ideologia del terrore; scoprirà che Bin Laden e i cosiddetti “talebani” sono stati creati a bella posta dagli americani, e usati all’occorrenza ora come fidi alleati, ora come mostri da combattere senza quartiere, secondo un vecchio copione oramai consunto (leggi Saddam, Milosevic e soci), per tentare di corrompere e indebolire l’Islam e di distruggere la realtà dei seguaci della Famiglia del Profeta (s) in tutti i territori da essi controllati o sui quali potessero esercitare una qualche influenza; si ricorderà forse di Mazar el Sharif, una delle tanti stragi di Sciiti compiute dai cosiddetti “talebani” e salafiti in Afganistan e Pakistan; si ricorderà che in quell’occasione il regime U.S.A., lo stesso che oggi li accusa di collusione con i “talebani”, diffidò l’Iran islamico dall’intervenire contro i responsabili del massacro; si accorgerà che l’Iran islamico è stato una delle principali vittime, e non certo l’ispiratore o il protagonista, di azioni di terrore, e che l’organizzazione terroristica antiislamica ed antiiraniana dei cosiddetti “mujahidin-e khalq” comunemente noti come “munafiqin” (ipocriti), responsabili di innumerevoli stragi e omicidi, è stata pubblicamente appoggiata, finanziata e armata dal regime U.S.A. e dai suoi manutengoli; forse arriverà finalmente a capire che i palestinesi sono vittime del terrorismo, e non terroristi, e che essi si battono per la loro libertà e per la loro stessa sopravvivenza fisica; arriverà forse a rendersi conto di un dato di fatto lampante come il sole, che cioè il terrorismo è non soltanto la prassi, ma la sostanza stessa del mondialismo americanocentrico, e innanzitutto del suo cuore di tenebra, del sionismo che ha fatto scempio della Palestina, da Dar al Yassin, a Sabra e Chatila, a Qana, a Jenin, e che il sionismo è un mostro immondo che si nutre del sangue delle sue stragi, per poi ritorcere le accuse contro le sue stesse vittime, in una sarabanda di menzogne, calunnie e sciocchezze, qualificando come invasati e pazzi sanguinari tutti coloro che si rifiutano di fare da carne da macello alle brame omocide del sedicente “popolo eletto”; gli torneranno alla mente tutte le malefatte del regime U.S.A.: stragi, genocidi, guerre d’aggressione, colpi di stato, corruzione, criminalità organizzata, traffico di droga, quest’ultimo usato da servizi segreti non certo “deviati”, ma che sono l’espressione e copia conforme del regime che li esprime, per colpire i propri avversari (secondo una prassi che fu già propria al colonialismo inglese) e per dare copertura finanziaria ad azioni invariabilmente sporche.

    Avremmo voluto all’inizio concepire questo nostro intervento come una parodia dell’amenità del Buongiorno (o piuttosto Malanotte di manzoniana memoria, nome ben più atto ad esprimere la torbida confusione delle sue idee, ricorrendo alla figura retorica dell’antitesi: “nomen numen”, dicevano saggiamente gli antichi!): ravvisando in realtà “Panorama” e soci quali cellule legate ad “al Qaida”, dedite alla copertura ed all’organizzazione del terrorismo internazionale e del traffico di droga, in collegamento e dietro ispirazione delle ambasciate U.S.A. e sionista: ma il tono parodistico avrebbe potuto essere facilmente frainteso, dando un’aria di innocente e scherzosa invenzione a quella che in fondo è una triste e tragica realtà sotto gli occhi di tutti, o piuttosto, di chi non si ostini a chiudere gli occhi ed a farsi uccellare dalle roboanti frasi fatte della propaganda americana e sionista.

    Ma lasciamo da parte il Buongiorno-Malanotte, e veniamo alle squinternate elucubrazioni pseudoteologiche del buon Baget Bozzo (o piuttosto Pozzo, d’ignoranza e malafede, e non certo di scienza), prendendole quel che sono e valgono: per delle barzellette buone per una pausa d’ilarità in tempi nei quali c’è ben poco da ridere. E non è certo niente altro che una barzelletta parlare dei “cattivi musulmani”, che risponderebbero, ahi noi, con la “violenza” alla presunta “tolleranza universale” del mondo cristiano e (si badi bene!) laico, asserzione tanto sciocca quanto effimera, subito contraddetta dall’assurda pretesa che i Musulmani (ma perché sempre e solo loro?) rinunzino in ogni caso ad avvalersi di atti di pretesa “violenza” (o piuttosto di sacrosanta giustizia), anche contro i misfatti dei loro carnefici americani e sionisti. Lo ripetiamo: perché sempre e solo i Musulmani? Chissà. Ma quando si decideranno costoro a chiedere ai superstiti dei campi di concentramento nazisti di amare di tutto cuore Hitler ed Himmler? Nel frattempo noi dobbiamo sorbirci tutto l’amore “cristiano” per Bush (che rinunziamo a qualificare per non incorrere nel reato di vilipendio di capo di stato estero, anche se vilipendio non sarebbe, ma pura e semplice verità) e del criminale di guerra, assassino, genocida e torturatore Sharon (che possiamo definire per quel che è in quanto capo di governo e non di stato), camuffati all’occorrenza da rispettabili statisti se non addirittura da benefattori dell’umanità (sionista e w.a.s.p.?). Ma insomma, quand’è che Baget Bozzo-Pozzo amerà di tutto cuore i militanti Hezbollah e della Jihad Islamica e i musulmani tutti?

    Rivolgiamo anche al povero Baget Bozzo un invito, nella speranza che il corto circuito mentale provocatogli dalle sue sommarie letture islamiche (o piuttosto antiislamiche) non gli abbia completamente fuso il cervello: invece di andarsene per l’Italia in combutta con la subumanità ignorante e xenofoba della Lega a sbraitare contro l’Islam, si rilegga da cima a fondo tutta la Bibbia, soffermandosi particolarmente sul “Nuovo testamento”, senza ostinarsi a fare un uso distorto e fuorviante dell’abusato precetto di porgere l’altra guancia. Noi, per parte nostra, siamo fermamente convinti, e ci assumiamo al cospetto dell’Onnipotente tutta le responsabilità di questa nostra asserzione, che se Gesù (su di lui la pace) il Profeta, il Messia, Parola e Spirito di Dio, fosse tra noi, userebbe con persone come Baget Bozzo e Buongiorno, ed a maggior ragione con i loro capi o ispiratori, strumenti ben altrimenti convincenti, efficaci e coercitivi, che non la semplice sferza di cui fece buon uso contro i mercanti nel Tempio.

    “E quanto ai miscredenti, è indifferente che tu li ammonisca o non li ammonisca: non crederanno – Iddio ha sigillato i loro cuori e i loro uditi, e sulle loro viste è calata una cortina: avranno un castigo immenso.” (Corano, 2: 6 – 7).



    Comunità Islamica "Ahl-Al-Bayt" - Il Puro Islam




    Considerando la malafade e l'infima qualità della rivista Panorama (che non perde occasione per pubblicare le pazzie della Fallaci) sono stati anche troppo buoni. Solidarietà a tutte le vittime dei pennivendoli!

 

 

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