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    Predefinito 11 settembre 2001 COLPO DI STATO IN USA

    capitolo sei : LE COSIDDETTE INDAGINI

    Fbi e Cia negano con forza fin dal principio di aver avuto il minimo sentore di quel che si preparava l'11 settembre. Nessun informatore aveva detto niente, nessun indizio, nessun sospetto. Le due più celebri e costose agenzie americane brancolavano nel buio. E' quindi una bella impresa per il Federal Bureau of Investigation, partito da quell'asserito zero assoluto, appurare in pochi giorni: l'identità di tutti e sedici i terroristi dirottatori, il loro passato, i loro spostamenti in USA, le scuole di volo presso cui s'erano addestrati. Foto segnaletiche, biografie, resoconti tempestivi vengono forniti generosamente ai media. I problemi cominciano quando i giornalisti si precipitano a vedere le scuole di volo, in Florida, dove secondo la polizia i terroristi sarebbero diventati provetti piloti. Il padrone della Huffman Aviation di Venice (Florida) mostra volentieri i suoi piccoli aerei-scuola nell'hangar. Ma alla domanda: l'addestramento che date qui è utile per pilotare grossi aerei commerciali? Risponde gioviale: ma no, si tratta di "sistemi completamente differenti".

    Gli addestratori se li ricordano, quegli arabi. Mohamed Atta e Marwanal AI-Shehhi, che l'FBI indica come i piloti che hanno dirottato il Volo 11? "Né l'uno né l'altro sono stati capaci di superare la prova di primo livello" (Washington Post, 19 settembre). E Nawaq Alhazmi e Kahil Al-Midhar, gli accertati dirottatori del Volo 175? "Il loro inglese era pessimo, e le loro conoscenze meccaniche anche peggio ... per me, a malapena potevano guidare un'auto", rispondono gli istruttori del Sorbis Flyng Club: "Sull'aereo, erano Stanlio e Ollio" (Washington Post, 24 settembre).

    L'addestratore Marcel Bemard, istruttore del Bowies Maryland Airport, si ricorda bene anche di Hani Hanjour, quello che secondo l'FBI pilotò l'aereo sul Pentagono compiendo la straodinaria acrobazia. "L'abbiamo fatto volare sul Cessna 172, io al suo fianco", racconta il maestro di volo: "tre volte. Lui aveva intenzione di affittare un aereo qui. Ma dopo tre volte, non me la sono sentita difarlo volare da solo". "E sì che dal suo libretto risultava che aveva 600 ore di volo. C'era da stupirsi, con quella esperienza, che non sapesse pilotare meglio" (The Prince George Journal, Maryland, 18 settembre).

    Ad un'attività gli aspiranti piloti suicidi sembrano essersi applicati con tenacia: nel lasciarsi dietro tracce vistose, nel dare nell'occhio, nel farsi ricordare. Tutti i giornali hanno raccontato come questi musulmani integralisti, e imminenti martiri di Allah, abbiano trascorso la loro ultima notte a bere alcolici in un locale di spogliarelli, insomma a commettere un doppio sacrilegio.

    "Hanno speso 200-300 dollari a testa in ballerine e drink", racconta il padrone dello strip-bar a decine di giornalisti. "Parlavano di come è orrenda l'America, dicevano: aspettate domani, l'America sarà nel sangue". Come non bastasse, "hanno pagato con le carte di credito" le consumazioni. Il padrone del locale ha infatti consegnato prontamente all'FBI "le ricevute delle carte di credito, fotocopie delle patenti di guida, un biglietto da visita" (i morituri hanno distribuito persino biglietti da visita) "e, stupefacente, una copia del Corano che uno degli uomini aveva lasciato nel bar". Chi vuole avere un resoconto completo dell'ultima notte dei suicidi, lo cerchi nel sito whatreallyhappened.com.

    L'Associated Press (13 settembre) è invece la fonte di quel che Mohamed Atta e i suoi tre complici nel dirottamento del Volo 11 hanno fatto il mattino dell'11 settembre. Arrivano all'aeroporto Logan di Boston a bordo di un'auto noleggiata (perché non un taxi? Il viaggio, dopotutto, era di sola andata); nel parcheggio, hanno un piccolo incidente con un'altra auto; litigano, gridano. Cosi, dopo la tragedia, un testimone si ricorderà di quel litigio di quattro uomini dalla faccia da arabi, e prontamente condurrà gli agenti all'auto che hanno lasciato nel parcheggio dell'aeroporto. I terroristi hanno lasciato in macchina un Corano (in una valigetta) e "manuali di volo in arabo" (un rapido ripasso, prima dell'impresa; e su un'edizione rara, visto che i manuali di volo sono di solito in inglese), nonché un manoscritto in arabo vergato, secondo gli inquirenti, da Atta. Un grafomane, perché l'FBI trova un secondo manoscritto di Atta nella stessa auto, dentro una valigia. Copia dello stesso manoscritto, che evidentemente uno dei dirottatori s'era portato dietro, è stata trovata - così assicura l'FBI - anche fra i detriti del Volo 93. Un ritrovamento miracoloso, visto che i cronisti accorsi sul luogo dell'impatto nella campagne della Pennsylvania attestano che i pezzi più grossi dell'aereo sfasciato, pezzi metallici, "erano grandi come una guida telefonica". Questi documenti indistruttibili, che insieme configurano un testamento spirituale, sono così strani, che il Washington Post del 28 settembre affida la loro interpretazione al migliore dei suoi giornalisti investigativi, Bob Woodward (l'uomo che incastrò Nixon, l'eroe dello scandalo Watergate).

    Bob riferisce i pareri di diversi docenti di cultura islamica. "A parte la sezione dove si parla di salire sull'aereo, il resto è quello che si può trovare in certi manuali di devozione medievali", assicura John Voll,della Georgetown University. Per Richard Martin, docente di studi islamici alla Emory University, il testo "si riferisce alla purificazione che il martirio porta". Tuttavia, gli arabisti non possono fare a meno di segnalare alcune "incongruenze". Per esempio, l'incipit del testamento di Atta, che recita: "In nome di Dio, di me stesso e della mia famiglia", è una formula inaudita nell'Islam, per non dire sacrilega (i musulmani pregano "in nome di Dio clemente e misericordioso", non nel proprio nome; ancor meno nel nome dei parenti: e l'invocazione a Dio è invariabilmente seguita dal nome del profeta, Maometto).

    Inoltre, l'invito di Atta ai suoi complici di essere "ottimisti", nonché l'uso di altre espressioni moderne ("cento per cento" e così via) non è, annota Woodward, qualcosa che "si trova nei vecchi libri di preghiere". Così, è incongrua la richiesta di perdono a Dio, da parte di un martire di Allah. "La traduzione fornita dall'FBI [che non ha diffuso l'originale arabo] suggerisce una visione quasi cristiana nei dirottatori: chiedono perdono dei peccati, dicono che la paura della morte è naturale, che il credente è sempre tormentato da dubbi - - - ", si meraviglia su The Independent (29 settembre) Robert Fisk, giornalista esperto del Medio Oriente. Secondo Fisk, gli autori dei manoscritti "sembrano sorprendentemente a digiuno della loro religione". Gli investigatori si trovano in mano una strana scelta di reperti: la reiterata confessione scritta di Atta, ma non - poniamo - le scatole nere degli aerei. Ogni aereo ne ha due: il registratore dei dati di volo (FDR), e il registratore di voci nella cabina di pilotaggio (CVR). Sono apparecchi progettati per "sopravvivere" agli incidenti più disastrosi. Né le scatole nere degli aerei lanciati sulle torri, né di quello lanciato sul Pentagono sono stati trovati. Si sono rintracciate solo le scatole nere del volo caduto in Pennsylvania: ma, secondo gli inquirenti, una è "inutilizzabile", e l'altra "blank" (non ha registrato nulla). Insomma: otto scatole nere, e nessuna intatta e utile alle indagini.

    Una sfortuna, e un caso eccezionalmente raro negli annali degli incidenti aerei.


    In compenso, il 16 settembre, la CNN annuncia: "A New York, a diversi isolati di stanza dalle rovine del World Trade Center, è stato scoperto il passaporto che le autorità dicono appartenuto ad uno dei dirottatori. Lo ha reso noto il commissario di polizia Bernard Kerik. LFBI ha perciò ampliato l'area di ricerca ben oltre l'immediato luogo dell'impatto".



    Le scatole nere di metallo non si sono salvate. Ma un passaporto, che un dirottatore portava con sé (a,quale scopo? Era un volo interno), gli è schizzato di tasca negli attimi roventi in cui il Boeing s'infilava nella torre tutto distruggendo, ha superato la prova del fuoco - una temperatura di almeno mille gradi, come ci è stato spiegato - e la caduta da mezzo chilometro fra tonnellate di macerie che hanno ridotto ogni altra cosa a un tritume irriconoscibile; ed è planato, intatto, "a diversi isolati di distanza". Le scatole nere, così necessarie per capire che cosa sia veramente successo a bordo negli ultimi minuti, sono scomparse o rotte; documenti di carta, utili solo a ben identificare i terroristi, sono miracolosamente intatti.

    Ma poi l'FBI ha davvero identificato i terroristi? Dei sedici nomi subito diramati dopo la tragedia, due sono poi risultati di persone che vivono ancora da qualche parte in Medio Oriente, e uno di un defunto due anni prima.

    In realtà, l'identità dei colpevoli non sembra affatto così sicura. Almeno sette passeggeri hanno telefonato dai quattro aerei dirottati: in nessuna di quelle chiamate disperate si accenna alla faccia araba o mediorientale dei dirottatori. Eppure tra coloro che hanno telefonato negli ultimi minuti di vita c'era Barbara Olsen, nota giornalista nonché moglie del "Solicitor Generar' (avvocato dello Stato) degli Usa: è credibile che abbia trascurato quel particolare?

    Può essere credibile, si capisce: l'angoscia, il terrore. Del resto, i terroristi possono essersi mossi sotto falsa identità. I passaporti, le patenti di guida e i biglietti da visita che si sono lasciati dietro, vistosa traccia, possono essere tutti falsi. Anzi, è quasi certo. Ne esiste un indizio indiretto ma pesante. Apprendiamo da Go Memphis del 14 febbraio 2002 (è un giornale locale) che in quella città è stato aperto un processo contro Katherine Smith, anni 49, esaminatrice di una scuola guida, accusata di aver fornito "patenti di guida del Tennessee usando false informazioni a uomini di origine medio-orientale abitanti a New York". Purtroppo, il processo non ha avuto luogo: la signora Smith è morta domenica, il giorno prima della sua convocazione in tribunale per l'audizione.

    La sua Acura Legend del '92 è stata vista, alle ore 12.45, deviare mentre percorreva a bassa velocità (20 miglia all'ora) la strada federale 72 e finire contro un palo della luce. Sei testimoni asseriscono al processo che "l'intemo dell'auto era in fiamme quando urtò contro il palo". La poliziotto Suzanne Nash dell'FBI, interrogata dal giudice Brennan, testimonia: "Il serbatoio dell'auto pieno di benzina era intatto". il fuoco s'era sviluppato solo dentro l'abitacolo: "E' stata trovata benzina sui vestiti di Katherine Smith".

    L'agente Nash è recisa: "No, non è stato un incidente. E' stato un incendio doloso (arson)". "C'era una sostanza accelerante all'interno dell'auto", (un accelerante del fuoco, par di capire).

    Insomma, Katherine Smith è stata deliberatamente resa "blank" un giorno prima che parlasse al suo processo sui documenti falsi. Il giornale di Memphis cita un avvocato, Karen Cicala: "Karen Smith evidentemente viveva una doppia vita, forse di più". Frase sibillina. Karen Smith forniva documenti falsi; non per fare soldi, visto che guidava un'auto vecchia di dieci anni. Forse, per compiere un dovere patriottico.

    Fossimo in Italia, si parlerebbe di "servizi deviati" e delle loro opere tenebrose. In America, dopo l'11 settembre, simili dubbi non sono concessi dal corale, duro conformismo patriottico. La grande stampa si attiene alla versione ufficiale, riporta i dati sulle indagini in corso (sempre meno col passare del tempo) dalle fonti autorizzate. Le smagliature, se ci sono, sono occasionali.

    Così il 15 settembre Newsweek, uno dei settimanali più ufficiosi degli Usa, accenna di sfuggita al fatto che cinque dei sospetti terroristi "got some training at American military bases". Dunque non hanno ricevuto l'addestramento solo nelle scuole per dilettanti della Florida, ma in basi militari americane? Ma è solo un blip. Una debole traccia sul radar. Subito scomparsa.
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

  2. #2
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    capitolo otto: QUELLE SPIE ISRAELIANE.



    Quei cinque uomini che l'11 settembre, piazzati sul tetto di un edificio ad Hoboken, New Jersey, osservavano le due torri del World Trade Center in fiamme al di là del fiume Hudson, dovevano avere un atteggiamento sospetto. "Si congratulavano" e "saltavano su e giù". Qualcuno telefonò alla polizia locale, che li fermò e identificò.

    Si trattava di Paul Kurtzberg, Oded Ellner, Omer Gavriel Marmari, Sivan Kurzberg e Yaron Shmuel. Tutti cittadini israeliani. Tutti con il visto d'entrata in Usa largamente scaduto. Tutti lavoravano per un'azienda di traslochi del posto. Almeno alcuni di loro, agenti del Mossad o dell'apparato d'intelligence dell'esercito d'Israele.

    I cinque sono stati espulsi dopo interrogatorio. Il New York Times del 21 novembre, nel dare brevemente la notizia dell'espulsione, ha scritto che l'interrogatorio di Paul Kurtzberg (l'individuo che sembrava il capo del gruppo) era durato sette ore. Ai fermati era stato chiesto di sottoporsi al poligraph, la "macchina della verità": un test a cui per legge ogni imputato può rifiutarsi, anche perché non ha valore legale di prova. Kurtzberg si rifiutò adducendo il rischio di "dire troppo sul suo ruolo nell'armata israeliana". Il New York Times notava che altri due israeliani, detenuti in quel momento a Cleveland, erano appena stati dimessi dalla Israeli Defence Forces, l'esercito israeliano.

    La realtà è che gli israeliani arrestati in collegamento con l'attentato dell'11 settembre, hanno raggiunto, nelle prime settimane di indagini, il ragguardevole numero di 60 o più. Sparsi in vari luoghi di custodia a New York, Cleveland, Kansas City, Saint Louis, Houston, San Diego. Nell'immensa caccia scatenata alla reti terroristiche di AI-Qaida negli Stati Uniti, insieme a centinaia di sospetti islamici, l'Fbi s'è trovata nelle reti anche pesci ebraici.

    Questi pesci formavano a loro volta una "rete". Una rete parallela e fino ad allora sconosciuta alle autorità americane. Non si sa se questa rete sia stata stesa nell'imminenza dell'attentato aereo alle Twin Towers. Ma "se non ci sono prove che gli israeliani siano coinvolti nell'attacco dell'11 settembre, gli inquirenti sospettano che costoro possano aver raccolto informazioni sull'attacco prima che avvenisse, e non le abbiano comunicate [alle autorità Usa]". Queste parole sono di Carl Camerson, giornalista della Fox News Channel ("Suspected Israeli Spies held by US", telegiornale del 12 dicembre 2001), il solo media che abbia cercato di condurre un'indagine sul caso, nel silenzio di tutta l'altra grande stampa americana. Indagine difficile. Una alta fonte investigativa che Carmerson ha interrogato ha ammesso che fra gli arrestati ebraici e l'attentato islamico esistono "collegamenti" (tie-ins), ma ha rifiutato di fornire altre precisazioni. "Gli indizi sono coperti da segreto. Sembra tuttavia, a quanto ha appurato il giornalista, che la Cia o l'Fbi abbiano messo sotto controllo un appartamento abitato da arabi sospetti in California, scoprendo che l'alloggio era già pieno di "cimici" per intercettazioni: piazzate, pare, da "un gruppo di israeliani notato per l'ultima volta in North Carolina". Da qui, gli investigatori americani avrebbero puntato la loro attenzione su "israeliani che, presentandosi come studenti d'arte della Università di Gerusalemme o dell'Accademia Bezazel, hanno ripetutamente cercato contatti con funzionari del governo Usa, con la scusa di vendere oggetti artistici e artigianali".

    Costoro hanno "preso di mira e penetrato basi militari, la DEA (Drug Enforcement Administration), l'FBI, decine di luoghi governativi e anche uffici segreti e abitazioni private riservate di agenti investigativi e di intelligence".

    Un'altra indagine ha condotto all'arresto di "decine" di israeliani che "avevano negozietti in vari centri commerciali americani, dove vendevano giocattoli chiamati Puzzlecar e Zoomcopter.- attività difacciata secondo gli inquirenti".


    Il 13 dicembre, Carl Camerson forniva altre notizie nel telegiornale della Fox delle sei pomeridiane. Stavolta, oggetto del servizio erano i contatti che "decine" di arrestati israeliani avevano con l'AMDOCS: una ditta privata di telecomunicazioni, con sede in Israele, che negli Stati Uniti gestisce "la guida telefonica, la registrazione delle chiamate e la fatturazione" per le "25 maggiori compagnie telefoniche Usa". Un mestiere molto utile per raccogliere informazioni: chi deve contabilizzare le bollette telefoniche degli utenti, sa come minimo chi ha telefonato a chi, e per quanto tempo. Come scrive Camerson, il suo business dà alla Amdocs "accesso immediato ad ogni telefono nel Paese", oltreché ai record delle chiamate in partenza e in arrivo da ogni apparecchio.

    Camerson ha ricordato che nel 1997 la AMDOCS "fu accusata di aver registrato le telefonate fra il Presidente Clinton e Monica Lewinski (la ditta aveva un contratto per fornire servizi telefonici a una parte della Casa Bianca)" , e che "è stata inquisita a pi@ riprese dall'Fbi per sospetti collegamenti con la mafia ebraica".Come si ricorderà, la moglie di Clinton, Hillary, benché addolorata delle vergognose rivelazioni sulla relazione dei marito con Monica, accusò pubblicamente "un complotto di estrema destra" che cercava di condizionare col ricatto la politica del presidente.

    Nel 1999 la National Security Agency emise un rapporto top secret avvertendo che tutte le registrazioni telefoniche stavano cadendo nelle mani di "un governo straniero". Tuttavia, la ditta israeliana continua a svolgere indisturbata il suo delicato lavoro.


    In un seguente reportage, Carl Camerson ha parlato delle indagini riguardanti la Comverse Infosys: la sussidiaria americana di una ditta israeliana hi-tech (un'altra), specializzata in "apparecchiatura da intercettazione telefonica per gli organi d'ordine pubblico". Dal '94, in Usa, è la Comverse che tecnicamente compie le intercettazioni telefoniche ordinate dalla giustizia americana. Gestisce i computer e il software che controllano i commutatori telefonici del Paese, coglie le telefonate "sospette" sulla base di parole-chiave, e allerta gli organi di polizia autorizzati alle intercettazioni.

    Un lavoro delicato, che consente l'accesso a informazioni su indagini in corso, coperte dal segreto istruttorio. Affidato a una ditta straniera che - notava la Fox ha intime relazioni con il Ministero dell'Industria israeliano (in passato guidato da Sharon), al punto che detto Ministero "copre il 50% dei costi di ricerca e sviluppo della Comverse".


    E' la direzione centrale dell'Fbi a Quantico, Virginia, ad avere sottoscritto i contratti che affidano il lavoro d'intercettazione alla Comverse: una bella prova di fiducia.

    E ciò nonostante molti funzionari ed agenti abbiano avanzato più di un dubbio. Ma, come parecchi di quegli agenti hanno confidato a Camerson, "provare a perseguire, o anche solo a sollevare la questione, dello spionaggio che Israele conduce attraverso Comverse significa distruggersi la carriera".

    Parecchi altri agenti e funzionari di organi di polizia, nota ancora Camerson, "dimessi dal servizio a quanto pare in circostanze equivoche, sotto inchiesta amministrativa", oggi lavorano per la ditta israeliana.

    Le rivelazioni del giornalista suscitano una tempesta di proteste e smentite ufficiali; le comunità ebraiche scrivono ai giornali; alcuni lettori spiegano che i fermati possono essere musulmani, palestinesi, con passaporto israeliano; l'ambasciata israeliana bolla il tutto come "bubbole che non meritano risposta", e così il ministero degli Esteri di Tel Aviv. Ci sono anche delle pressioni: la trascrizione dei servizi di Camerson viene tolta dal sito Intemet della Fox.

    In America non se ne parla più. Ma la notizia non vuol morire: e riappare in Francia.
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

  3. #3
    Totila
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    Poi ci sarebbe il mistero dell'aereo fantasma schiantatosi sul Pentagono...

  4. #4
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    Predefinito E quello ...

    schiantatosi contro il "Pirellone"?

    Non bisogna pensare o illudersi che non vi sia assolutamente nessun nesso fra le due vicende.

    Ma questo chiariremo un'altra volta ...

    H.V.B.
    Hans Von Buleghinen

  5. #5
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    L'inganno politico: l'anello mancante del'11 settembre
    di Michel Chossudovsky

    Il tema della previa conoscenza incentrato sugli "errori dell'FBI" è un ovvia cortina fumogena. Mentre del ruolo delle amministrazioni USA (fin dai tempi di Carter) a sostegno della "Base Militante Islamica" non se ne parla.
    Le prove confermano che al Qaeda è sostenuta dai servizi segreti militari del Pakistan, lo Inter-Services Intelligence (ISI). E' ampiamente documentato che l'ISI deve la propria esistenza alla CIA.
    I dirottatori suicidi erano gli strumenti di un'operazione di intelligence accuratamente pianificata.
    L'argomento della previa conoscenza è una diversione: "Una diversione è una fallacia con la quale un fatto irrilevante viene presentato allo scopo di deviare l'attenzione dal tema principale".

    Il 16 maggio il New York Post pubblicò quella che appariva una bomba: "Bush sapeva . . ." Sperando in un vantaggio politico, i Democratici saltarono sul carro, premendo sulla Casa Bianca perché desse spiegazione di due "documenti top secret" disponibili per il Presidente Bush prima dell'11 settembre, riguardanti la "previa conoscenza" degli attacchi di al Qaeda. Nel frattempo i media USA avevano già coniato una serie di nuovi ritornelli: "Si, vi sono stati avvertimenti" ed "indizi" di possibili attacchi terroristici, ma "non vi era modo che il Presidente Bush avesse potuto sapere" ciò che stava per accadere. I Democratici furono d'accordo nel "tenere il gatto nella borsa" dicendo: "Osama è in guerra con gli USA" e che l'FBI e la CIA sapevano che qualcosa stava bollendo in pentola ma "fallirono nel collegare i punti". Nelle parole del capo della minoranza alla Camera, Richard Gephardt:

    "Questo non è addossare colpe. . . . Noi abbiamo sostenuto e sosterremo il Presidente nella guerra al terrorismo. Ma dobbiamo fare di più per prevenire gli attacchi terroristici".1

    Il riflettore dei media sulla "previa conoscenza" ed i cosiddetti "errori dell'FBI" sono serviti a distrarre l'attenzione del pubblico dal più vasto tema dell'inganno politico. Non è stata spesa una parola riguardo al ruolo della CIA, che, attraverso tutto il periodo post guerra fredda, ha aiutato ed assistito la al Qaeda di Osama bin Laden, come parte delle proprie operazioni segrete. Naturalmente sapevano! Il tema della previa conoscenza è una diversione. Le "Brigate Islamiche" sono una creatura della CIA. Nel comune gergo CIA, al Qaeda è classificata come una "attività di intelligence". Il sostegno alle organizzazioni terroriste è una parte integrale della politica estera USA. Al Qaeda continua fino ad oggi (2002) a partecipare alle operazioni segrete della CIA in diverse parti del mondo.2 Questi "collegamenti CIA-Osama" non appartengono al passato, come suggerito dai media ufficiali. Il Congresso USA ha documentato in dettaglio i collegamenti di al Qaeda alle agenzie del governo USA durante la guerra civile in Bosnia-Herzegovina, come anche in Kosovo.3

    Più recentemente in Macedonia, appena pochi mesi prima dell'11 settembre, consiglieri militari USA si mescolavano ai mercenari mujahideen finanziati da al Qaeda. Entrambe i gruppi combattevano sotto gli auspici dell'Esercito di Liberazione del Kosovo (KLA), nelle stesse formazioni paramilitari terroriste.4 La CIA tiene d'occhio le sue "attività di intelligence". E' ampiamente documentato che i nascondigli di Osama bin Laden sono sempre state note.5 Al Qaeda è infiltrata dalla CIA.6

    In altre parole, non vi è stato nessun "fallimento dell'intelligence"! Nella natura di un'operazione di intelligence ben guidata, l'"attività di intelligence" opera (consapevolmente o inconsapevolmente) con un certo grado di autonomia, in relazione ai suoi sponsor del governo USA, ma come risultato agisce sistematicamente nell'interesse dello Zio Sam. Mentre singoli agenti dell'FBI spesso non sono a conoscenza del ruolo della CIA, la relazione tra CIA e al Qaeda è nota agli alti livelli dell'FBI. I membri dell'amministrazione Bush e del Congresso USA sono pienamente a conoscenza di questi collegamenti.

    Il tema della previa conoscenza incentrato sugli "errori dell'FBI" è un ovvia cortina fumogena. Mentre gli informatori servono per sopravvalutare le debolezze dell'FBI, del ruolo di successive amministrazioni USA (fin dai tempi della presidenza di Jimmy Carter) a sostegno della "Base Militante Islamica" semplicemente non se ne parla.

    La campagna di paura e disinformazione

    L'amministrazione Bush -- attraverso l'iniziativa personale del Vicepresidente Dick Cheney — ha scelto non solo di precludere la possibilità di una pubblica inchiesta, ma ha anche dato il via alla campagna di paura e disinformazione:

    "Penso che le prospettive di attacchi futuri negli USA siano quasi una certezza. . . . Potrebbe accadere domani, potrebbe accadere la prossima settimana, potrebbe accadere il prossimo anno, ma continueranno a provarci. E noi dobbiamo essere preparati".7

    Quello che realmente Cheney ci sta dicendo è che la nostra "attività di intelligence", quella che abbiamo creato, colpirà ancora. Ora, se questa "creatura della CIA" stava progettando nuovi attacchi terroristici, vi aspettereste che la CIA sia la prima a saperlo. Con tutta probabilità la CIA controlla anche i cosiddetti "avvertimenti" su "futuri attacchi terroristici" sul suolo americano che arrivano da altre fonti della CIA.

    Un'operazione di intelligence accuratamente pianificata
    I terroristi dell'11/9 non hanno agito secondo una loro decisione. I dirottatori suicidi erano gli strumenti di un'operazione di intelligence accuratamente pianificata. Le prove confermano che al Qaeda è sostenuta dai servizi segreti militari del Pakistan, lo Inter-services Intelligence (ISI). E' ampiamente documentato che l'ISI deve la propria esistenza alla CIA:

    "Con sostegno della CIA e l'invio di un massiccio ammontare di aiuti militari USA, l'ISI si è sviluppato [sin dai primi anni '80] in una struttura parallela che esercita un potere enorme su tutti gli aspetti del governo.... L'ISI ha uno staff composto di ufficiali militari e dell'intelligence, burocrati, agenti sotto copertura ed informatori stimato in 150.000 unità".8

    L'ISI collabora attivamente con la CIA. Continua a recitare il ruolo di "tramite" in numerose operazioni di intelligence per conto della CIA. L'ISI sostiene direttamente e finanzia diverse organizzazioni terroriste, inclusa al Qaeda.

    L'anello mancante
    Alla fine di settembre l'FBI ha confermato, in un intervista con ABC News (passata praticamente inosservata) che il capobanda dell'11/9, Mohammed Atta, era stato finanziato da fonti non nominate in Pakistan:

    "Riguardo all'11 settembre le autorità federali hanno riferito alla ABC News che ora hanno la pista seguita da più di 100.000 dollari provenienti da banche in Pakistan fino a due banche in Florida, in conti detenuti dal sospetto capobanda dei dirottatori, Mohammed Atta. Anche . . . il "Time Magazine" riporta che qualcosa di quel denaro arrivò nei giorni immediatamente precedenti l'attacco e può essere rintracciato direttamente fino a gente collegata a Osama bin Laden. Tutto questo è parte di quello che è stato fino ad ora un riuscito sforzo dell'FBI per individuare l'alto comando dei dirottatori, i cassieri, i pianificatori e la mente".9

    L'FBI aveva informazioni sulla pista del denaro. Sapevano esattamente chi finanziava i terroristi. Meno di due settimane più tardi, le scoperte dell'FBI vennero confermate dall'Agenzia France Presse (AFP) e dal Times of India, che citava un rapporto ufficiale dell'intelligence indiano (che era stato inviato a Washington). Secondo questi due servizi, il denaro utilizzato per finanziare gli attacchi dell'11/9 si sostiene essere stato "trasferito al dirottatore del WTC Mohammed Atta dal Pakistan, da Ahmad Umar Sheikh, dietro richiesta del Generale [capo dell'ISI] Mahmoud [Ahmad]".10 Secondo l'AFP (citando una fonte dell'intelligence):

    "La prova che abbiamo fornito agli USA ha un'ampiezza ed una profondità molto più vaste di un semplice pezzo di carta che collega un generale fellone a qualche atto di terrorismo isolato".11

    Il capo delle spie pakistane visita Washington
    Ora quello che è accaduto è che proprio il Generale Mahmoud Ahmad, il presunto "cassiere" dietro l'11/9, era negli USA quando si sono verificati gli attacchi. Arrivò il 4 settembre, una settimana prima dell'11/9, per quella che è stata descritta come una visita di routine per consultazioni con le controparti USA. Secondo il giornalista pakistano Amir Mateen (in un profetico articolo pubblicato il 10 settembre):

    "La presenza a Washington, durata una settimana, del capo dell'ISI Ten.Gen. Mahmoud ha scatenato speculazioni sull'agenda dei suoi misteriosi incontri al Pentagono ed al Consiglio per la Sicurezza Nazionale. Ufficialmente egli è in una visita di routine in ritorno di quella fatta in precedenza a Islamabad dal Direttore della CIA George Tenet. Fonti ufficiali confermano che ha incontrato Tenet questa settimana. Ha anche tenuto lunghi negoziati con non specificati funzionari della Casa Bianca e del Pentagono. Ma l'incontro più importante è stato quello con Marc Grossman, Sottosegretario di Stato USA agli Affari Politici. Si può tranquillamente supporre che le discussioni sono state centrate sull'Afghanistan . . . e Osama bin Laden. Quello che ha aggiunto interesse alla visita è la storia di tali visite. L'ultima volta che Ziauddin Butt, il predecessore di Mahmoud, è stato qui, durante il governo di Nawaz Sharif, la politica interna è diventata turbolenta in pochi giorni".12

    Nawaz Sharif venne rovesciato dal Generale Pervez Musharaf. Il Generale Mahmoud Ahmad, che divenne capo dell'ISI, giocò un ruolo chiave nel colpo di stato militare.

    La conferenza stampa di Condoleeza Rice
    Durante la conferenza stampa di Condoleeza Rice del 16 maggio (che ebbe luogo appena poche ore dopo la pubblicazione del titolo "Bush sapeva" sul The New York Post), un giornalista indiano accreditato fece una domanda sul ruolo del Generale Mahmoud Ahmad:

    Q: Dr. Rice?

    Ms RICE: Si?

    Q: Siete a conoscenza dei rapporti che rivelano che il capo dell'ISI era a Washington l'11 settembre, e che il 10 settembre 100.000 vennero trasferiti dal Pakistan a questi gruppi qui, in questa area? E perchè era qui? Si doveva incontrare con Lei o con qualcuno dell'amministrazione?

    Ms RICE: Non ho visto quel rapporto, e non era certamente qui per incontrarsi con me.13

    Sebbene non vi sia alcuna conferma ufficiale che il Generale Mahmoud Ahmad abbia incontrato la Dr. Rice, questa deve avere avuto piena conoscenza del trasferimento di 100.000 a Mohammed Atta, che è stato confermato dall'FBI. Perduta nello sbarramento dei rapporti dei media sulla 'previa conoscenza', questa informazione cruciale sul ruolo dell'ISI nell'11/9 coinvolge membri chiave dell'amministrazione Bush, compresi: il Direttore della CIA George Tenet, il Vicesegretario di Stato Richard Armitage, il Sottosegretario Marc Grossman, come anche il Sen. Sam Biden, Presidente del potente Comitato del Senato per gli Affari Esteri (che ha incontrato il Generale Ahmad il 13 settembre).14

    Non solo l'amministrazione Bush ha fornito un trattamento di riguardo al supposto "cassiere" dietro gli attacchi dell'11/9, ma ha anche richiesto la sua 'cooperazione' nella "guerra al terrorismo". I termini precisi di tale 'cooperazione' sono stati concordati tra il Generale Mahmoud Ahmad, in rappresentanza del governo pakistano ed il Vicesegretario di Stato Richard Armitage durante incontri al Dipartimento di Stato il 12 ed il 13 settembre. In altre parole, immediatamente dopo l'11/9 l'amministrazione ha deciso di richiedere la 'cooperazione' dell'ISI pakistano per "prendere Osama", nonostante il fatto (documentato dall'FBI) che l'ISI finanziava ed assisteva i terroristi dell'11/9. Contraddittorio? Si potrebbe dire che è come "chiedere al diavolo di prendere Dracula".

    La dichiarazione della Dr. Rice riguardo al capo dell'ISI alla sua conferenza stampa del 16 maggio è ovviamente una copertura. Mentre il Generale Ahmad discuteva con i funzionari USA alla CIA ed al Pentagono viene asserito che egli fosse anche (attraverso un terzo) in contatto con i terroristi dell'11 settembre. Ciò che questo suggerisce è che personaggi chiave all'interno dell'apparato militare e di intelligence USA sapevano di questi contatti dell'ISI con il "capo" dei terroristi dell'11 settembre, Mohammed Atta, e non agirono. Ma questa conclusione è, nei fatti, ironica. Tutto indica che il Direttore della CIA George Tenet ed il capo dell'ISI Generale Mahmoud Ahmad abbiano istituito una stretta collaborazione. Il Generale Mahmoud era arrivato una settimana prima dell'11 settembre per consultazioni con George Tenet. Ricordatevi che George Tenet della CIA ha anche una stretta relazione personale con il Presidente Bush. Prima dell'11 settembre Tenet incontrava per circa mezz'ora il Presidente quasi ogni mattina alle 8.00 in punto.15 Un documento, noto come il Briefing Giornaliero del Presidente, ovvero il PDB, "viene preparato a Langley dalla direzione analisi della CIA, ed una bozza va a casa con Tenet ogni notte. Tenet la corregge personalmente e la consegna verbalmente durante il suo incontro mattutino con Bush".16 Questa pratica di "rapporto verbale di intelligence" non ha precedenti. Il predecessori di Bush alla Casa Bianca ricevevano un rapporto scritto:

    "Con Bush, cui piacevano i rapporti verbali e la presenza del direttore della CIA, si è sviluppata una forte relazione. Tenet poteva essere diretto, perfino irriverente e crudo".17

    La decisione della guerra
    E' stato un 'fallimento dell'intelligence' dare un trattamento con tappeto rosso al 'cassiere' dietro i terroristi del 9/11, o è stata semplicemente una 'routine'? Il Direttore della CIA George Tenet ha avuto un ruolo chiave nel guadagnare l'approvazione del Comandante in capo per il lancio della "guerra al terrorismo" durante gli incontri del Consiglio per la Sicurezza Nazionale e del cosiddetto "Gabinetto di guerra" dell'11, 12 e 13 settembre.

    Sequenza atti di George W. Bush -- 11 settembre (dalle 9.45 dopo gli attacchi al WTC-Pentagono fino a mezzanotte)

    9:45 circa: la carovana di Bush lascia la scuola elementare Booker di Sarasota, Florida.

    9.55: il President Bush si imbarca sull' "Air Force One" diretto a Washington.18 In seguito a quello che era un "falso rapporto" che l'Air Force One sarebbe stato attaccato, il Vicepresidente Dick Cheney ha insistito per telefono con Bush (10.32) di non atterrare a Washington. Dopo questa conversazione l'aeroplano venne deviato (10.41) (su ordini provenienti da Washington) verso la base aerea di Barksdale in Louisiana. Un paio d'ore più tardi (13.30) dopo una breve apparizione in TV, il Presidente venne trasportato alla base aerea di Offut Nebraska al Quartier Generale del Comando Strategico USA.

    15.30: Venne convocato un incontro chiave del Consiglio per la Sicurezza Nazionale (NSC), con membri dell'NSC che comunicavano con il Presidente da Washington in video riservato.19 Nel corso di tale videoconferenza dell'NSC, il Direttore della CIA George Tenet comunicò al Presidente delle informazioni non confermate. Tenet dichiarò che "era quasi certo che dietro gli attentati vi fossero bin Laden e la sua rete...."20

    Il Presidente rispose a queste dichiarazioni, abbastanza spontaneamente e senza cuffie, con poca o nessuna discussione e con apparente incomprensione delle loro implicazioni. Nel corso di questa videoconferenza (che durò meno di un'ora), venne dato mandato all'NSC dal Comandante in capo di prepararsi per la "guerra al terrorismo". Proprio come proiezione del momento, la "luce verde" venne data per videoconferenza dal Nebraska. Nelle parole del Presidente Bush: "Troveremo quella gente. Pagheranno. Non voglio che abbiate alcun dubbio su questo".21

    16.36: (Un'ora e sei minuti più tardi . . .) l'Air Force One partì per Washington. Nuovamente alla Casa Bianca, quella sera stessa (21.00) ebbe luogo un secondo meeting con l'NSC al completo, assieme al Segretario di Stato Colin Powell che era tornato a Washington dal Perù. La riunione dell'NSC (che durò mezz'ora) venne seguita dal primo incontro del cosiddetto "gabinetto di guerra". Quest'ultimo era formato da un più piccolo gruppo di alti ufficiali e di importanti consiglieri.

    21.30: Al gabinetto di guerra: "La discussione verteva sul fatto se al Qaeda di bin Laden ed i Talebani fossero la stessa cosa. Tenet disse che lo erano".22 Alla fine di quella storica riunione del gabinetto di guerra (23.00) l'amministrazione Bush aveva deciso di imbarcarsi in un'avventura militare che ora minaccia il futuro collettivo dell'umanità e la nostra civiltà.

    Bush sapeva?
    Bush, con la minima comprensione che ha dei temi di politica estera, conosce tutti i dettagli riguardanti il Generale Mahmoud e la "ISI connection"? Tenet e Cheney hanno distorto i fatti, così da ottenere il "pollice alto" del Comandante in capo per un'operazione militare che era già in cantiere? Con amara ironia, un incontro tra il Vicesegretario di Stato Richard Armitage ed il Generale Mahmoud, il "cassiere" dell'11/9, venne programmato per discutere la loro strategia per il mattino seguente al Dipartimento di Stato.


    --------------------------------------------------------------------------------

    Note
    1. Citato dall'AFP, 18 maggio 2002.

    2. Vi sono numerosi documenti che provano oltre ogni dubbio i collegamenti tra al Qaeda e successive amministrazioni USA. V. See Centre for Research on Globalisation, Foreknowledge of 9-11: Serie di articoli chiave e documenti, http://globalresearch.ca/articles/CRG204A.html maggio 2002, sezione 3.

    3. Congresso USA, I trasferimenti di armi iraniane approvati da Clinton aiutarono a far diventare la Bosnia una base islamica militante, Comitato del Partito Repubblicano, Ralazione stampa del Congresso, Congresso, 16 gennaio 1997, http://globalresearch.ca/articles/DCH109A.html . V. pure Michel Chossudovsky, ‘Osamagate', Centre for Research on Globalisation, http://www.globalresearch.ca/articles/CHO110A.html , 9 ottobre 2001.

    4. V. Centre for Research on Globalisation, Foreknowledge of 9-11: Serie di articoli chiave e documenti, op. cit. sezione 3. V. gli articoli di Isabel Vincent, George Szamuely, Scott Taylor, Marina Domazetovska, Michel Chossudovsky, Umberto Pascali, Lara Marlowe e dei quotidiani macedoni.

    5. V. I nascondigli di Bin Laden prima dell'11/9, CBS Evening News con Dan Rather; CBS, 28 gennaio 2002, Centre for Research on Globalisation (CRG) http://www.globalresearch.ca/articles/CBS203A.html Alexandra Richard, La CIA incontrò bin Laden mentre era all'Ospedale Americano di Dubai lo scorso luglio, Le Figaro. http://www.globalresearch.ca/articles/RIC111B.html

    6. The Boston Globe, 5 giugno 2002.

    7. Fox News, 18 maggio 2002.

    8. Ahmed Rashid, I Talebani: Esportare l'etremismo, Foreign Affairs, novembre-dicembre 1999. V. pure Michel Chossudovsky, Chi è Osama bin Laden, Global Outlook, No. 1, 2002.

    9. Dichiarazione di Brian Ross che riferisce su informazioni comunicategli dall'FBI, ABC News, This Week, 30 settembre 2001. 10. The Times of India, Delhi, 9 ottobre 2001. 11. AFP, 10 ottobre 2001.

    12. Amir Mateen, A Washington continua il negoziato del capo dell'ISI, News Pakistan, 10 settembre 2001. 13. Federal News Services, 16 maggio 2002. 14. New York Times, 14 settembre 2002,"Secondo Biden, [Ahmad] ha promesso la cooperazione del Pakistan".

    15. The Commercial Appeal, Memphis, 17 maggio 2002.

    16. Washington Post, 17 maggio 2002.

    17. Washington Post 29 gennaio 2002. 18. Washington Post, 27 gennaio 2002.

    19. Ibid.

    20. Ibid.

    21. Ibid.

    22. Ibid.

    Copyright .© Michel Chossudovsky and Global Outlook 2002 .

    Reprinted for fair use only

    Fonte: http://freebooter.da.ru
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    Quello che la CIA non vuole si sappia

    pubblicato su Indymedia - 5 Aprile 2002


    [Nota editoriale: appena prima di pubblicare questo articolo il sito web di FTW è stato attaccato per la seconda volta in un mese. Questo attacco – compiuto con metodi sofisticati – era probabilmente teso ad impedirci di pubblicare la seguente intervista. Come temporanea misura di emergenza si prega di inviare la corrispondenza e-mail di emergenza a mikeruppert@earthlink.net.. FTW tornerà in funzione in maniera più sicura nel prossimo futuro. – MCR]

    4 Aprile 2002, 1:00 PM PST (FTW) – Se dovesse essere esplorato in tutti i suoi angoli oscuri, il caso di Delmart Edward Joseph “Mike” Vreeland sarebbe degno di finire in un libro che rivaleggerebbe con Guerra e Pace. E’ un caso che ha causato zelanti attacchi sia a FTW che a me personalmente, ed è un caso che ha dato molto fastidio a parecchi ufficiali a Washington. Questi attacchi sono un’indicazione della minaccia che Vreeland costituisce per la credibilità del governo USA. C’è una domanda importante da porsi. Come poteva quest’uomo descrivere nei dettagli gli eventi di 11/9 mentre era rinchiuso in una prigione, un mese prima che gli attacchi avvenissero?

    E’ di poca importanza per una casalinga del Kansas se Mike Vreeland possiede una fedina penale poco chiara – per una serie di piccoli reati tra cui frode- ma può essere una questione della massima importanza per la stessa casalinga se quest’uomo avesse avuto accurate informazioni sugli attacchi, avesse tentato di avvisare sia il governo USA che quello Canadese, e fosse stato ignorato. Se un pazzo corre da voi e vi dice che una casa sta andando a fuoco con dei bambini chiusi dentro, e voi sentite odore di fumo, chi dei due è pazzo se voi decidete di non investigare?

    La Marina USA afferma che Vreeland, arrestato in Canada il 4 dicembre 2000, e al momento in lotta contro un ordine di estradizione USA, venne rifiutato per insufficienza nelle prestazioni fornite dopo appena quattro mesi di servizio nel 1986. Ma una serie di prove, molte delle quali archiviate come atti processuali e non messe in discussione da parte delle autorità Canadesi o USA, stabiliscono chiaramente come Vreeland fosse esattamente ciò che diceva di essere –una spia.

    In tre storie precedenti, FTW ha descritto come la sua documentazione militare, riconosciuta in eccesso di 1200 pagine, sia stata manomessa. Abbiamo descritto come, al microfono in una seduta aperta, il suo avvocato ottenne conferma diretta dal Pentagono che lui fosse un militare della Marina. Riportammo inoltre che, al 14 di marzo, tutte le accuse contro Vreeland da parte canadese vennero annullate. Venne rilasciato su cauzione e garantito un temporaneo status di rifugiato dal governo Canadese sino a quando la sua contesa col governo Usa riguardo l’estradizione non si fosse risolta.

    Una cosa che le autorità canadesi non hanno mai messo in discussione è che Vreeland scrisse il suo sinistro e frettoloso monito un mese prima di settembre, e che l’avvertimento venne sigillato dai suoi custodi, fuori dalla sua portata, sino al 14 settembre, tre giorni dopo l’attacco.

    Se dovesse perdere la sua battaglia contro l’estradizione, sia Vreeland che i suoi avvocati sono convinti che verrebbe ucciso nel giro di pochi giorni dal suo ritorno su suolo USA.

    Mike Vreeland non è un santo. Gli agenti segreti non sono fatti così, e i governi non reclutano o visionano candidati in base a criteri quali santità. Per sua stessa ammissione in documenti dei tribunali canadesi e in diverse conversazioni con FTW, Vreeland ha affermato di aver compiuto azioni deprecabili. E’ stato in libertà vigilata per piccoli reati, e si è comportato nel modo in cui agenti segreti si comportano nel mondo reale – non a Hollywood.

    Ho studiato, ho interagito e parlato con agenti segreti per più di 25 anni. E’ per questa ragione che evito alcune delle domande poste da dilettanti e giornalisti neofiti che seguono tutti i fili delle storie sino a portarle a lande desolate dalle quali nessun giornalista professionista può emergere in maniera credibile. Sì, l’ho sentito parlare del cosiddetto ‘mercurio rosso’, bombe atomiche grandi quanto mazze da baseball, e sistemi di armamento da Guerre Stellari. Sì, l’ho sentito parlare di un sacco di cose, e credo che ciò che mi ha detto sia vero per quanto concerne la sua conoscenza degli eventi e i documenti che ha portato con sé da Mosca nel dicembre 2000.

    Per sua stessa ammissione, Vreeland, ora 35enne, era un ufficiale di basso livello e un agente sul campo. Mai nella storia delle covert operations un governo ha fornito agli agenti sul campo una completa conoscenza strategica, perché questa conoscenza, posseduta da coloro che redigono il piano viene compartimentata e rinchiusa. Forse l’80% di tutto il lavoro di intelligence è disinformazione, e i governi sanno che i loro ufficiali sul campo rischiano la cattura, l’interrogatorio, e la tortura. Spesso gli stessi ufficiali sul campo sono disinformati, di modo ché, se parlano, diffondono comunque bugie, utili per il più ampio fine strategico. Spesso portano con sé documenti deliberatamente inaccurati e la loro cattura è organizzata per fornire a quei documenti credibilità.

    Per il governo USA Vreeland è totalmente dispensabile. E coloro che vanno in giro con le informazioni che egli ha fornito passerebbero, essi stessi, come folli in un gioco folle.

    Ma una domanda resta. Ed è una domanda alla quale gli eventi e il tempo hanno fatto giustizia. Lui sapeva qualcosa di terribilmente accurato riguardo gli attacchi dell’11/9 prima che questi avvenissero. E se lui sapeva qualcosa, basato su documenti fornitigli da ufficiali Russi indicanti conoscenze degli USA, e se il governo USA si è dato un gran da fare per discreditarlo, piuttosto che ‘scongelarlo’ – allora vi è molta carne al fuoco per giornalisti, il governo Americano, e tutta l’umanità.

    Gli ho posto 35 domande, e ora potrete leggere le risposte di Mike Vreeland. Le prime 32 domande vennero sottoposte sia a Vreeland che in visione al suo avvocato Paul Slansky. Le restanti tre domande vennero poste dopo il primo attacco al sito di FTW, che noi crediamo essere stato perpetrato dalla CIA. Questo rende la pubblicazione di questo articolo una questione urgente e un grido di allarme per la sopravvivenza della libertà di stampa in America:

    1. per quale organo del governo USA lavoravi? Era la CIA?

    Lavoravo per I servizi di intelligence della Marina. Ciò su cui la CIA ci indirizza a lavorare è affar loro, così per noi non c’è modo di sapere se stiamo lavorando per loro o no.

    2. era il tuo incarico direttamente connesso con terrorismo e petrolio?

    Si, con entrambe le questioni, in parte.

    3. perché ti trovavi in Russia e a Mosca sul finire del 2000?

    Venni inviato laggiù dal governo USA e dall’ONI [Ufficio di Intelligence Navale]. Ricevetti i miei ordini tra il 4 e il 7 settembre 2000.

    Marc Bastien partì per la Russia il 7 settembre 2000. avevo ordini di incontrarlo. Bastien avrebbe lavorato all’ambasciata canadese riguardo diagrammi e progetti per un sistema di difesa. Il governo USA esercitava una influenza diretta sulla sua missione. Il nome del sistema di difesa è SSST [Stealth Satellite System Terminator]. Vi sono cinque diverse modalità di attacco e difesa del sistema.

    L’unica parte della quale io abbia pubblicamente parlato è un pezzo riguardante dei satelliti, attualmente in orbita, che non sono di proprietà del governo USA. Su consiglio dell’avvocato non posso discutere gli altri componenti.

    Questo componente è un sistema satellitare. Dentro il sistema vi sono molti missili spazio/orbitali EMP (Electromagnetic Pulse) che non sono diretti a terra. Sono diretti ai satelliti di tutti gli altri. Distruggerebbero le comunicazioni in tutto il mondo. I satelliti di alcune nazioni, che sono protetti col titanio, sono al riparo da queste armi. Le nazioni protette sono Russia e Cina, ma i satelliti americani sono vulnerabili a Putin ha detto a Bush che il sistema di difesa missilistico non funziona, e Bush lo sa.

    La ragione per cui sono andato in Russia è che avevo necessità di incontrare Bastien e un altro individuo del Ministro della Difesa Russo di nome Oleg, per portare via i disegni dall’ufficio Ricerca & Sviluppo del ministero. Questo venne fatto. Copiammo l’intero libro. Poi prendemmo certi documenti, e alterammo seriamente i disegni di difesa di modo ché il programma non funzionasse. Loro lo sanno ora.

    Inoltre dovevo prendere documenti da un altro agente e riportarli indietro.

    4. Quando comunicasti alle autorità canadesi che Bastien era stato ucciso?

    Non gli ho mai detto che era stato ucciso. Scrissi una lettera a Bastien intorno al giugno 2000 dal carcere. La inviai al CSIS (Servizio di Sicurezza e Intelligence Canadese) a Ottawa, al direttore come documento confidenziale. Avevo ristrutturato il diagramma rimettendolo nella sua condizione originaria. Ma non dissi mai a nessuno come costruirlo e accenderlo. Il CSIS sapeva già che Bastien era morto. Morì 6 giorni dopo il mio arresto il 6 di dicembre. Venni rilasciato il 9, lui venne ucciso il 12.

    Il CSIS inviò il RCMP (Royal Canadian Mounted Police) (sergente Mabe e caporale Kispol) a visitarmi in prigione l’8 agosto 2001, …e mi avvisarono che era morto. Non dissero che era stato ucciso. Mi dissero che era morto. Gli dissi che se Bastien era morto, allora era omicidio, e che avrebbero dovuto procurarsi un rapporto tossicologico. E gli avrei detto come era stato compiuto, e da chi.

    5. Quando ammisero che Bastien era stato assassinato?

    Ammisero che avevo ragione a metà gennaio.

    6. Quando ricevesti le prime notizie dell’attacco che sarebbe avvenuto l’11 settembre?

    Nelle prime settimane del dicembre 2000.

    7. Come apprendesti dei dettagli?

    Un documento era scritto in inglese da un agente USA, che prese una copia di un documento che era stato mandato a Putin da K. Hussein, il figlio di Saddam Hussein. Questo è ciò che la traduzione del documento indica. Gli iracheni sapevano dal giugno 2000 che sarei arrivato. Io non ricevetti i miei ordini prima dell’agosto. La lettera diceva che Bastien e Vreeland sarebbero stati trattati ‘in una maniera appropriata a noi’. La lettera affermava esplicitamente a pagina 2, ‘i nostri Ufficiali americani lo garantiscono’.

    8. Chi mise le informazioni riguardanti l’attacco nella borsa, e quale avrebbe potuto essere il loro motivo per fare ciò?

    Non sono autorizzato a rispondere a questa domanda. Metterebbe a repentaglio la vita di agenti in servizio, e violerebbe la Legge sulla Sicurezza Nazionale del 1947.

    9. Dopo aver appreso dei dettagli dell’incombente attacco contro il WTC e il Pentagono quanto a lungo attendesti prima di tentare di notificare le autorità canadesi e americane con l’informazione?

    Il 6 dicembre del 2000 dissi faccia a faccia alle autorità canadesi che avevo bisogno di contattare le autorità militari canadesi immediatamente. Lo scrissi. Lei (l’ufficiale canadese) stava cincischiando, così scrissi che ero una spia russa e un esperto di sistemi missilistici, e che volevo parlargli immediatamente. Gli dissi che ero russo perché pensai che avrebbe attratto la loro attenzione. Il nome con il quale ero registrato presso loro era Mikhail Cristianov (Michael Christian), perché avevo una carta d’identità con quel nome.

    10. Quale fu la loro reazione?

    I canadesi diventarono blu, andarono via, e non li ho mai più rivisti.

    11. Come ti fece sentire?

    Ero arrabbiato. E’ nel video (si riferisce a una normale CCTV camera)

    12. La risposta americana e canadese ti portò a qualche conclusione? E se si quale?

    Ho pensato che avevo a che fare con degli idioti che non avevano la più pallida idea di ciò che stava per accadere. Mi è stato detto che c’erano alcuni ufficiali che volevano che l’attacco avvenisse. Nessuno ebbe mai nessuna intenzione di costruire il sistema dietro il quale stavo io perché avrebbe reso il budget di difesa obsoleto. Una cosa che avvenne dopo l’11 settembre fu che il budget del Pentagono crebbe alle stelle.

    13. Il tuo avviso scritto contiene la frase ‘lasciatene accadere uno, fermate gli altri’. Chi doveva lasciarne accadere uno? Chi doveva fermare gli altri?

    Non posso commentare su suggerimento dell’avvocato.

    14. Quella frase implica che gli USA o qualche altro servizio di intelligence aveva raggiunto completa penetrazione nelle cellule terroriste?

    Su questo non c’è dubbio. A volte certi governi costituiscono, creano networks come Al’Qaeda, che era il reale governo in Afghanistan. Queste entità creano problemi specifici alle direzioni del governo che le ha create.

    15. Sai chi ha raggiunto completa penetrazione?

    Non posso commentare su questo.

    16. E’ possibile che le cellule terroristiche fossero ‘gestite’ senza sapere da chi?

    Assolutamente.

    17. La scusa più comune che la gente usa per screditarti è che hai precedenti arresti per frode

    e ci sono diversi pezzi giornalistici che ti mettono in relazione a presente attività criminali. Come lo spieghi?

    Le accuse della American Express sono stronzate, e la Amex ha dichiarato su nastro che le specifiche accuse in questione erano approvate. Ammettono che non c’è stata nessuna frode su quella carta. Quella carta è stata emessa a nome di Lt. Delmart Michael Vreeland. La gente alla Amex ha ammesso che la carta era una carta per la Marina Militare USA. Della gente mi ha accusato di furto di identità. Se qualcuno controllasse nei dipartimenti di polizia degli USA, constaterebbe che non vi è un singolo rapporto di polizia in tutti gli USA che asserisca che io mi sono appropriato di qualche identità. Non vi è una singola vittima identificata, da nessuna parte. Tre giudici in Canada mi hanno negato la possibilità di avere accesso a queste supposte imputazioni.

    Le storie di stampa che sono circolate sul mio passato sono false. I pezzi delle storie che insinuano frodi e furti di carte d’identità sono bugie. Ho minacciato di denunciare questi giornali, e le storie sono state ritratte. Lavoro con ONI. Certi ufficiali del governo – politici, papaveri, e alti gradi militari – possiedono l’immunità derivante dall’11° emendamento e non possono essere denunciati

    Un’altra agenzia governativa deve investigare attività connesse col contrabbando di armi, il crimine organizzato e il traffico di stupefacenti. Usano il proprio potere per infrangere la legge, e noi non siamo autorizzati ad investigare su di loro. Perciò alcuni settori del governo USA costituirono un’entità denominata UID (Divisione Investigativa e di Intelligence Non-Ufficiale). Venne costituita dall’Ammiraglio Jeremy Michael Borda, che apparentemente ha commesso suicidio. Borda costituì quest’unità prima di diventare CNO (Capo Operazioni Navali). Non era un cattivo ragazzo.

    Gli agenti dell’intelligence sono talvolta posti in posizioni per le quali gli viene affidato l’incarico di infiltrare organizzazioni specifiche che sono potenti abbastanza da poter verificare il retroterra di un nuovo arrivato. Pag. 335 della Carta Applicativa nelle Corti Canadesi mostra una copia degli ordini dal Commando Sud. Questi ordini sono datati 18 aprile 2000, e riguardano un’operazione anti-droga che stavamo approntando. Approssimativamente alla stessa ora i media rilasciarono ovunque servizi che affermavano che io ero un criminale ricercato. Questo era un mezzo per fornirmi copertura e credibilità con le persone presso le quali mi stavo infiltrando.

    18. Quante volte sei stato arrestato per reati penali?

    Forse tre. Alcune di queste le ho commesse, come una Guida in Stato d’Ebbrezza a New York. Ero stato all’ONU, e avevo sicuramente bevuto.

    19. Quante volte sei stato condannato?

    Non sono mai stato legalmente condannato per nessun reato grave da nessuna parte. La guida in stato d’ebbrezza è ancora pendente, e io ho ammesso davanti alla corte di averlo commesso.

    20. Il mandato dal Michigan per frode con la carta di credito si basa sull’uso della tua stessa carta di credito. Come lo spieghi.

    E’ una montatura.

    21. La tua carta di credito era autorizzata dalla Marina o da qualunque altro organo del governo?

    Sì.

    22. E’ possibile che il governo o qualcuno dei suoi servizi di intelligence abbiano ‘inserito’ le accuse tramite servizi locali e statali?

    Sì.

    23. Tu eri in custodia a New York alla data in cui il presunto reato del Michigan sarebbe avvenuto. Qual’era l’accusa, e quale fu la disposizione di quel caso?

    Quella era l’accusa per la guida in stato d’ebbrezza.

    24. Tra i tuoi compiti presso la Marina, vi era anche lavorare con famiglie del crimine organizzato?

    Sì.

    25. Vi era alcuna famiglia del crimine organizzato in Michigan?

    Sì.

    26. Per quale ragione stavi lavorando col crimine organizzato?

    Avevo ordine di fare così per il 90% del tempo. Il crimine organizzato fornisce le armi e la droga alla gente sulla quale investighiamo.

    27. Hai paura di venire ucciso se dovessi essere estradato negli USA? Perché?

    Sì. Perché ho parlato.

    28. Puoi spiegare perché I tribunali canadesi non autorizzano I tuoi avvocati a presentare prove che verifichino la tua posizione nella marina USA?

    Sì. I canadesi sono totalmente sottomessi agli interessi di intelligence degli USA. Hanno paura dello Zio Sam. Proverebbe inoltre che il CSIS ha insabbiato la morte di Marc Bastien, e che vi è stato l’insabbiamento riguardante un membro di una grande organizzazione dedita allo spaccio che aveva pianificato degli assassini contro personaggi di spicco canadesi. Infatti, un tizio venne trovato morto in un tino pieno d’acido. Era un killer.

    29. Cosa vuoi?

    Voglio indietro la mia uniforme, la mia paga di $4.210.90 al mese e il mio onore. Voglio il Presidente Bush di fornirmi un perdono completo e l’amnistia del governo USA. Me lo devono. Voglio che Bush in persona sappia tutto ciò che so io, e quali minacce incombono sugli USA. Non succederà mai, sto quindi cercando di ottenere status di rifugiato permanente in Canada e la protezione delle Nazioni Unite.

    30. Cosa credi che succederà adesso per il tuo caso?

    Non lo so. Il mio avvocato è in corte cercando di ottenere una proroga della decisione sulla mia estradizione, perché il governo canadese non mi consentirà di chiamare a testimonio personale di alto livello del Pentagono o di altri posti.

    31. E’ la guerra al terrorismo qualcosa di diverso da ciò che viene detto alla gente in tutto il mondo?

    Quale guerra al terrorismo?

    32. Quale credi che sarà la prossima cosa a succedere nella guerra al terrorismo?

    Alla Fine qualcuno dovrà dire la verità. Una volta che questa gente sarà trattata secondo la legge, non ci sarà più falso terrore diffuso attraverso il globo.

    33. Hai recentemente avuto a che fare con un giornalista americano di nome Rick Wiles. Qual è la tua opinione di Wiles e qual è stata la tua esperienza?

    La mia opinione di Wiles è che è uno psicopatico, che stamperebbe qualunque cosa gli porti un po’ di soldi. La mia esperienza con lui è stata che io ho avuto con lui delle conversazioni private che lui ha registrato, senza dirmi che le avrebbe messe sull’internet e vendute in giro per il mondo. Poi quando l’ho contattato per dirgli di non farlo, lui disse che le avrebbe ritirate. Invece di ritirarle ha piazzato un avviso pubblicitario più grande. Ha fatto un avviso più grande!

    Secondo me non è né una persona onorabile né professionale. Ha piazzato la mia storia a fianco a quella di uno che ha parlato con gli alieni 25 anni fa. Già, ecco dove voglio che la mia storia stia, proprio a fianco a qualche stupido che parla agli alieni. Che idiota!

    Quindi, ora sta vendendo questa finta intervista esclusiva con me per $20 e sta facendo i soldi. Non ha mai avuto il mio permesso per farlo.

    34. Hai recentemente avuto a che fare con un giornalista americano di nome J.R. Nyquist. Qual è la tua opinione di Nyquist e qual è stata la tua esperienza?

    Non farmi neanche iniziare. La mia opinione: penso possa lavorare per il governo. Non sapevo che stesse scrivendo un pezzo su di me. Mi ha fatto delle domande. Ho fornito delle risposte. L’ho registrato, e poi è partito per la tangente a proposito di fesserie psicologiche, e io non ho neppure letto tutto il pezzo perché ero troppo arrabbiato.

    E’ venuto fuori con i Russi, e sono tutte stronzate. Mi ha mandato questo fax a proposito di te dicendo che Ruppert non era mia amico. Diceva che i russi mi avevano messo in trappola. La verità è, il governo americano mi sta mettendo in trappola. Quel tipo è uno stronzo.

    35. sono tutte queste affermazioni utilizzabili per l’intervista?

    Sì!

    Come risultato dei più recenti attacchi, le vendite di FTW e il suo flusso di cassa sono stati interrotti mentre stiamo spendendo le migliaia di dollari necessari per aggiornare la nostra security e i servizi web. I supporters di FTW che vogliono fare una donazione possono farlo chiamando lo 818-788-8791.
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

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    Predefinito PentagonoIl gioco dei sette errori

    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

  8. #8
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    Predefinito

    Gli attentati dell'11 settembre erano già stati pianificati 2 anni fa

    Tratto da Il tempo di Domenica 3 Febbraio 2002

    Un tenente della marina Usa, ora in carcere in Canada, aveva ottenuto
    informazioni top-secret in Russia

    11 settembre, la spia che sapeva troppo Indicò in anticipo i
    bersagli. «Il piano: consentire un attentato, impedire gli altri»

    di STEFANO MANNUCCI

    «VOSTRO onore, mi permette di chiamare il Pentagono?». Il 10 gennaio
    scorso, con una trovata degna di Perry Mason, l'avvocato Paul Slansky
    è riuscito a dimostrare che il suo cliente, Delmart Vreeland, non è
    un pazzo, come sostengono i governi di Stati Uniti e Canada.
    Attraverso il "viva voce", tutti i presenti nell'aula giudiziaria di
    Toronto hanno ascoltato ciò che diceva, da Washington, l'ignaro
    centralinista del Dipartimento della Difesa: «Il tenente Vreeland è
    identificato dalla sigla 0-3, questo è il suo diretto, questo il
    numero della sua stanza». Non è vero, dunque, come hanno tentato di
    dimostrare gli alti comandi militari, che l'uomo sia stato congedato
    per scarso rendimento nell'86. Ha ragione Vreeland: è tuttora un
    ufficiale della marina americana, da anni impegnato in missioni di
    intelligence. E ora, in carcere dal dicembre 2000 per reati connessi
    a frodi con le carte di credito, teme per la sua vita, sopratutto se
    si dovesse decidere l'estradizione negli Usa. In molti potrebbero
    avere interesse a tappare la bocca alla spia che sapeva troppo.
    I guai di Vreeland iniziano quando, nell'autunno di due anni fa,
    viene inviato in trasferta a Mosca con due compiti: investigare su un
    traffico intercontinentale di droga e acquisire documenti russi e
    cinesi che provino l'intenzione dei due Paesi di contrastare il
    progetto statunitense per lo scudo spaziale. Tra i suoi interlocutori
    all'ombra del Cremlino c'è un sedicente "analista di sistemi
    informatici", il 35enne Marc Bastien, dipendente dell'ambasciata
    canadese e agente del Csis, il servizio segreto di Ottawa. Il tenente
    Vreeland entra in possesso di una carta che forse non avrebbe voluto
    mai vedere: i russi scrivono che sono stati decisi attentati
    devastanti su una serie di obiettivi che comprendono il World Trade
    Center, il Pentagono, la Casa Bianca, le Sears Towers di Chicago, il
    Parlamento canadese, sedi di banche a Toronto, Ottawa e Montreal,
    centrali idroelettriche. L'informazione suggerisce che Osama Bin
    Laden ne è solo l'esecutore materiale, agli ordini di qualcuno più in
    alto, e il messaggio finale è di quelli che gelano il
    sangue: «Consentire solo un attacco. Impedire gli altri».
    A quel punto Vreeland tenta di avvertire i suoi superiori, e di
    segnalare la faccenda al Csis e alle Guardie a Cavallo della sede
    diplomatica canadese. Anche Bastien capisce che per lui le cose si
    mettono male: «Non mi fido di nessuno, qui a Mosca», confida. Nel
    frattempo, il tenente di marina lascia la Russia e viene arrestato
    non appena il suo aereo atterra a Toronto. Sul suo capo pende un
    mandato di cattura internazionale emesso dallo Stato del Michigan:
    l'accusa è di aver falsificato e utilizzato carte di credito a suo
    nome. È il 6 dicembre 2000. Sei giorni più tardi, Bastien viene
    trovato morto nel suo appartamento moscovita, «per cause naturali»,
    dichiarano i medici. Ma sei mesi dopo, i risultati sulla salma
    tornata in patria dimostrano che Bastien era stato con ogni
    probabilità avvelenato. Qualcuno, forse una donna, aveva versato nel
    suo drink dosi massicce di un antidepressivo.
    In carcere, Vreeland tenta in ogni modo di far filtrare la "soffiata"
    sugli imminenti attentati. Ma non ha successo. Gli 007 statunitensi e
    canadesi continuano a ripetere che si tratta delle bugie di un
    ciarlatano, di un truffatore incallito. Così, l'11 o il 12 agosto
    2001 (l'unica incertezza è sulla data esatta) l'ufficiale scrive
    tutto ciò che sa e lo chiude in una busta, consegnandola alla
    direzione del penitenziario. La lettera viene riaperta il 14
    settembre, quando troppe cose sono già accadute: scattano
    immediatamente gli allarmi in Nord America, a protezione dei bersagli
    segnalati.
    Il processo contro di lui, che vede agli atti l'affidavit con la
    missiva top-secret, è ancora in corso: la marina militare di
    Washington ha inviato alla Corte 1200 pagine di documenti in
    cui "risulterebbe" che Vreeland è stato congedato sedici anni fa. «È
    una prova della loro malafede - ripete un altro degli avvocati
    difensori, Rocco Galati - Tutto questo materiale è stato manomesso in
    modo persino grossolano: non sono riusciti a cancellare i dati di
    alcune visite mediche sostenute dal mio assistito nel 1990». Anche
    dopo la telefonata al Pentagono, l'accusa continua a seguire la pista
    del "pazzo", dell'"impostore", e i legali temono che qualcuno possa
    tentare di ucciderlo anche in cella, figurarsi una volta estradato
    negli Usa. I segnali non mancano, del resto, neppure per Slansky e
    Galati: con gatti impiccati alla veranda di casa, o auto danneggiate
    in apparenti atti di vandalismo.

    Altri siti internet con articoli dove viene smentita la
    versione ufficiale:
    http://www.nexusitalia.com/settimana.htm
    http://www.nexusitalia.com/commenti.htm
    http://www.disinformazione.it/11settembre2001.htm
    http://www.disinformazione.it/quesitiattacchil.htm

    Con tutti questi documenti, fatti e testimonianze, si può ormai
    dimostrare che la versione ufficiale sugli attentati dell'11
    settembre non è attendibile, e ho inoltrato il presente articolo per
    farla conoscere a quante più persone possibile.
    Il problema è che l'opinione pubblica, continua a rimanere all'oscuro
    di questi fatti e segue ciecamente la versione ufficiale che a
    portato alla guerra in Afghanistan, il cui regime dei Talebani era
    stato istaurato dal Pakistan, USA e Arabia Saudita. Ora con la scusa
    della lotta al terrorismo, si può fare la guerra anche al'Iran, Iraq,
    Somalia, Corea. E necessario portare ha conoscenza dell'opinione
    pubblica di tutte le circostanze che smentiscono la versione
    ufficiale, affinché essa non sia disposta a seguire, tutto ciò che i
    governi propongono con la scusa di fare la guerra al terrorismo.
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

  9. #9
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    Predefinito Che dire?

    Originally posted by Der Wehrwolf
    Gli attentati dell'11 settembre erano già stati pianificati 2 anni fa

    Tratto da Il tempo di Domenica 3 Febbraio 2002

    Un tenente della marina Usa, ora in carcere in Canada, aveva ottenuto
    informazioni top-secret in Russia

    11 settembre, la spia che sapeva troppo Indicò in anticipo i
    bersagli. «Il piano: consentire un attentato, impedire gli altri»

    di STEFANO MANNUCCI

    «VOSTRO onore, mi permette di chiamare il Pentagono?». Il 10 gennaio
    scorso, con una trovata degna di Perry Mason, l'avvocato Paul Slansky
    è riuscito a dimostrare che il suo cliente, Delmart Vreeland, non è
    un pazzo, come sostengono i governi di Stati Uniti e Canada.
    Attraverso il "viva voce", tutti i presenti nell'aula giudiziaria di
    Toronto hanno ascoltato ciò che diceva, da Washington, l'ignaro
    centralinista del Dipartimento della Difesa: «Il tenente Vreeland è
    identificato dalla sigla 0-3, questo è il suo diretto, questo il
    numero della sua stanza». Non è vero, dunque, come hanno tentato di
    dimostrare gli alti comandi militari, che l'uomo sia stato congedato
    per scarso rendimento nell'86. Ha ragione Vreeland: è tuttora un
    ufficiale della marina americana, da anni impegnato in missioni di
    intelligence. ... omissis ...
    Che dire?

    In estrema sintesi, c'è un solo possibile giudizio su tutti coloro che, da vicino o da lontano, sono stati gli artefici o i complici degli orrendi crimini concretatisi con l'annientamento delle torri gemelle, l'11 settembre scorso:

    PAZZI SATANICI

    ossia fedelissimi figli prediletti di JehovvaMavallah.

    E non tutti, anzi pochi, parlavano inglese!

    Hans Von Buleghinen
    Hans Von Buleghinen

  10. #10
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    Predefinito Re: Che dire?

    Originally posted by Johnny Buleghin


    Che dire?

    In estrema sintesi, c'è un solo possibile giudizio su tutti coloro che, da vicino o da lontano, sono stati gli artefici o i complici degli orrendi crimini concretatisi con l'annientamento delle torri gemelle, l'11 settembre scorso:

    PAZZI SATANICI

    ossia fedelissimi figli prediletti di JehovvaMavallah.

    E non tutti, anzi pochi, parlavano inglese!

    Hans Von Buleghinen
    Haahhh...

    Hans, ci sei cascato in pieno!

    Pochi parlavano arabo.

    Quasi tutti parlavano israelamerikano.

    Di quali stati?

    Te lo dirò un'altra volta, gonzo.

    J.B.
    Hans Von Buleghinen

 

 
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