I Carabinieri avevano osato ipotizzare che la coca fosse stata portata addirittura al vice-ministro delle Finanze Miccichè.
Ma nella Repubblica delle Banane anno 2002 sappiamo tutti che qualsiasi pollista è intoccabile.
Tremonti si è incazzato con i Carabinieri perchè hanno osato guardare dentro i palazzi del ministero delle Finanze, e con i finanzieri perchè non si sono accorti che i carabinieri li filmavano.
Un paio di telefonate incazzose e via, la Procura di Roma toglie l'inchiesta dai Carabinieri che passa alla Guardia Di Finanza, cioè ai dipendenti dello stesso vice-ministro. Si presume ora che se non vogliono la carriera stroncata saranno più attenti, con le ipotesi.
Ah: l'inchiesta deve ripartire da zero.
Ah: Procura di Roma = Augusta Iannini = moglie di Bruno Vespa.
COCA & MARTELLO – TREMONTI SI ARRABBIA: TOLTA L’INCHIESTA AI CARABINIERI, DENTRO LA FINANZA (PUNTO E A CAPO PER MICCICHE’…)
Mario Menghetti per Il Messaggero, cronaca di Roma
Il cambio è avvenuto. E l’inchiesta sul presunto giro di cocaina nel mondo dei vip della capitale è passata dalle mani dei Carabinieri a quelle della Guardia di Finanza. Soprattutto per quanto riguarda gli accertamenti su cosa accadde la sera del 10 aprile scorso al ministero dell’Economia, sera finita al centro dell’indagine condotta da pm romani, Carlo Lasperanza e Giancarlo Capaldo. Più esattamente fra le 20,25 e le 20,57, quando Alessandro Martello, uno degli undici arrestati e ancora ai “domiciliari" nella sua casa di Palermo, entrò nel palazzo di via XX settembre con 20 grammi di cocaina in tasca. Per portarla «verosimilmente al viceministro Gianfranco Miccichè», come conclude l’informativa dei carabinieri della polizia giudiziaria.
Informativa, che almeno per quanto riguarda quella sera, diventerà presto carta straccia. I finanzieri, che hanno ricevuto la delega in questi giorni direttamente dalla Procura di Roma, dovranno ripartire da zero. Così come avrebbe richiesto anche il ministero dell’Economia in persona, Giulio Tremonti, visibilmente preoccupato alcuni giorni fa dalla ridda di voci che si stavano accavallando su quella serata. In particolare sulla presenza di una supertestimone che avrebbe visto tutti gli spostamenti di Martello all’interno del palazzo. E così ha preso il telefono in mano e ha prima “bacchettato" l’Arma per aver sconfinato nei controlli al ministero, controlli che spettano alla Finanza e che comunque non avevano portato ancora a nulla di certo, quindi ha chiamato in linea il capo di stato maggiore degli stessi finanzieri per rimproverargli la disattenzione dei suoi uomini posti al controllo del ministero: non si erano accorti degli strani e continui andirivieni di Martello, non si erano accorti che i carabinieri filmavano e controllavano i cancelli del palazzo di via XX settembre da almeno cinque mesi. Non è escluso che il ministro abbia fatto anche una terza chiamata, questa volta alla Procura di Roma. Per rendersi conto di persona sullo stato delle indagini che stanno coinvolgendo pesantemente il suo ministero.
Sta di fatto, comunque, che qualche giorno dopo questa sua discesa in campo, l’inchiesta è stata tolta all’Arma e consegnata alla Finanza. Che fra una decina di giorni darà il via ai nuovi interrogatori. Prima di tutto la supertestimone, probabilmente una delle segretarie di Miccicchè. Sapere cioè dalla donna se quella sera vide Martello entrare nell’ufficio del viceministro (che ha dichiarato di non averlo incontrato). In più se fu proprio lei ad andare a prendere alla porta lo stesso Martello. Che non entrò al ministero con il “pass", a quell’ora non funziona più. Sembra invece che chiamò qualcuno della segreteria per farsi venire a prendere e farsi portare dentro. Da chi? Forse dalla stessa supertestimone? Alla Finanza il compito di accertarlo. Anche sentendo tutti le altre persone quelle sera presenti negli uffici e al cancello del palazzo di via XX settembre.
Intanto la Procura di Roma ha dato parere negativo alla richiesta di scarcerazione per Stefano Alviani, il gestore di un noto ristorante romano fra gli undici arrestati. Mentre si aggrava la posizione di F.A., il poliziotto autista del servizio scorte della Camera dei Deputati: gli sarebbe stato comunicato verbalmente un avviso di garanzia.
Dagospia.com 22 Agosto 2002