Riporto da un testo che trovo molto calzante a quei che furono i fatti che portarono alla fine del Paganesimo sostituito maldestramente dal cristianesimo istituzionale del "nuovo Impero" decadente.
LEGISLAZIONE CONTRO IL PAGANESIMO
E CRISTIANIZZAZIONE DEI TEMPLI
(sec. IV-VI)
E. Testa
<<Verso la fine del IV sec., i “cristianissimi imperatori” sia d’Oriente che
d’Occidente accettano nella politica religiosa la “laicizzazione dello stato”,
rompendo i vecchi vincoli che lo legavano al paganesimo, interdicendone il
culto sia pubblico che privato, togliendo al sacerdozio gli antichi privilegi,
chiudendo i templi, eliminando le statue degli dei. Purtroppo, monaci fanatici
e vescovi locali, coadiuvati da vari governatori, applicarono le leggi
imperiali con durezza inaudita, distruggendo templi e statue, nonostante il
loro valore artistico, pensandoli piuttosto ricettacoli di demoni. Solo nel V
sec., mutata la mentalità iconoclasta, con qualche ritocco architettonico,
s’incominciò ad adattarli alla religione cristiana vincente, conniventi la classe
colta, i vescovi illuminati e i papi, specialmente da papa Sisto III (a.435)
fino a Gregorio Magno, che diede direttive precise sul problema.
La laicizzazione dello stato sotto i “cristianissimi imperatori”
La parentesi di Giuliano l’Apostata fece rifiorire presso le classi nobili e gli
abitanti delle campagne il culto pagano, specialmente verso il dissoluto
Ercole 1 e verso Mitra2. Questo fatto preoccupò Graziano e Teodosio che
vollero intervenire in materia religiosa. Ma Teodosio si accontentò di rinnovare
le proibizioni costantiniane dei sacrifici cruenti notturni e delle pratiche
divinatorie, e aggiunse soltanto due editti contro gli apostati dal
cristianesimo, privandoli del diritto di testare e di ereditare (2 marzo 381 e
20 maggio 383); Graziano, invece, guidato da Ambrogio, soppresse il titolo
di Pontifex maximus, detenuti dall’imperatore, laicizzando la porpora; fece
rimuovere dall’aula del Senato la statua della Dea Victoria, dinanzi a cui i
senatori pagani al loro entrare bruciavano alcuni grani d’incenso; privò delle
sovvenzioni e delle immunità di cui godevano tutti i collegi di sacerdoti
e di vestali e ne confiscò le proprietà, rendendo loro difficile il vivere. Vana
fu l’opposizione del Senato Romano, che si fece sentire dopo la tragica
morte di Graziano, sia presso il giovane successore Valentiniano II, che
presso Teodosio. Ambrogio difese con successo i nuovi principi che dovevano
reggere la politica religiosa dei “cristianissimi imperatori”.........>>