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    Predefinito Analisi di un film Hollywood. Hollywood e la Cia

    da Zabrinsky point

    Hollywood e la Cia. Propaganda e disinformazione

    Hollywood dipende dalla grande e semi segreta Agenzia federale USIA (United
    States Information Agency, 30.000 dipendenti), operativa dal '53 per lo
    scopo dichiarato di creare nel pubblico internazionale una certa voluta
    e falsa immagine degli Stati Uniti. In poche parole l?USIA è il Ministero
    della Propaganda americano. Ecco un'attenta lettura del film "Attacco al
    Potere" che svela tutti gli elementi di propaganda intenzionale fatti inserire
    dall?USIA

    di John Kleeves - Information Guerrilla

    ?ATTACCO AL POTERE ? E WILLIS - MITRIONE

    The Siege (Attacco al potere)
    regia di Edward Zwick
    prodotto nel 1998 da E. Zwick e L. Obst per 20th Century Fox
    con Denzel Washington, Bruce Willis, Annette Bening



    UNA AGENZIA FEDERALE CHIAMATA HOLLYWOOD


    Solita premessa. Hollywood dipende dalla grande e semi segreta Agenzia federale
    USIA (United States Information Agency, 30.000 dipendenti), operativa sin
    dal 1° Agosto 1953 per lo scopo dichiarato, e cioè scritto nel suo atto
    costitutivo, di creare nel pubblico internazionale una certa voluta e falsa
    immagine degli Stati Uniti. In poche parole l?USIA è il Ministero della
    Propaganda americano. La necessità era - ed è - di occultare la reale natura
    dell?entità americana per poter condurre impunemente una politica estera
    micidiale: gli USA infatti non sono una democrazia, ma una dittatura dell?imprenditoriato
    che ha per obiettivo lo sfruttamento materiale ed umano
    dell?intero mondo. Hollywood, come del resto le altre entità aziendali americane
    del settore dei media (reti TV, case editrici e discografiche, eccetera),
    deve essere sia autoremunerativa che soddisfare le esigenze dell?USIA. Come
    minimo, nessun film deve contraddire la versione della medesima sulla realtà
    americana, versione consolidata in ciò che si chiama Retorica di Stato Americana
    (USA opulenti, democratici, libertari, buoni, eccetera; in breve gli USA
    della Retorica di Stato Americana sono esattamente quelli che voi vi figurate
    in mente). L?USIA può anche arrivare a far produrre dei film ex novo, perché
    ha bisogno di un contenitore per certi temi speciali che le premono, ma
    in genere approfitta delle occasioni che si presentano per far inserire
    i suoi messaggi di valenza propagandistica, o politica o culturale. I soggetti
    importanti di Hollywood, i VIP, collaborano alla sistemazione perché necessario
    per rimanere a galla, dopo che era stato necessario per emergere. I grandi
    attori e i grandi registi di Hollywood sono così dei Divi di Stato e dei
    Registi di Stato, perfettamente equiparabili a dei funzionari governativi,
    a dei G-men di rango abbastanza alto. Io dunque esamino i film di Hollywood
    per segnalare al pubblico gli elementi di propaganda intenzionale fatti
    inserire dall?USIA.



    LA TRAMA


    Attacco al potere, visto il soggetto, è uno di quei film in cui l?USIA interviene
    maggiormente, se non è proprio lei a idearli dall?inizio. La trama si svolge
    nei nostri anni a Brooklin, una frazione della città di New York che conta
    sui due milioni di abitanti. Dalle foto incorniciate appese in uffici pubblici
    si vede che il presidente in carica è Bill Clinton. Ad un certo momento
    si attivano in successione quattro cellule di terroristi arabi, che compiono
    attentati suicidi: è sequestrato e fatto saltare un
    autobus carico di passeggeri; è fatto saltare un teatro pieno di gente;
    un furgone-bomba irrompe ed esplode in un grande edificio. I morti a questo
    punto sono 900. Le indagini sono condotte sin dall?inizio dall?FBI (la polizia
    municipale di New York non compare), nella persona del funzionario Anthony
    Hubbard (Denzel Washington), che già era il ?capo degli agenti speciali
    dell?FBI? del distretto di Brooklin. Partecipa anche, ma a titolo personale,
    l?agente della CIA Sharon Bridget (Annette Bening). Dopo il terzo attentato
    il Presidente (cioè Clinton) proclama la legge marziale a
    Brooklin. Arrivano così i soldati, comandati dal generale De Veraux (Bruce
    Willis), che compiono rastrellamenti di arabi e ne chiudono migliaia in
    campi sportivi dotati all?istante di recinzioni e catenacci. De Veraux tortura
    ed uccide personalmente un arabo, ma sono Hubbard e la Bridget a risolvere
    la situazione individuando la quarta ed ultima cellula terrorista, che era
    costituita dal solo giovane Shamir, che sino allora aveva finto di essere
    un confidente della polizia, un collaborazionista; nel conflitto a
    fuoco sia Shamir che la Bridget muoiono. Il film termina con Hubbard che
    arresta De Veraux per l?omicidio dell?arabo.



    IL TERRORISMO ARABO SECONDO L?USIA


    1) Il film tratta di terrorismo arabo. Già questo, considerato l?intero
    contesto hollywoodiano, è propaganda. Infatti Hollywood affronta l?argomento
    ?terrorismo? in modo selettivo: sempre tratta il terrorismo altrui e mai
    quello americano. Storia e attualità offrono una profusione incredibile
    di atti terroristici made in USA. Solo quelli nei confronti di Cuba dovrebbero
    bastare: esplosione nel 1960 del mercantile francese Le Coubre ancorato
    all?Avana; invio nell?isola dal 1961 al 1963 di almeno sei team di killer
    professionisti presi in prestito da Cosa Nostra per uccidere Castro;
    attacchi di aerei privi di insegne a pescherecci e manifatture cubane protratti
    per tutti i Sessanta e i Settanta, e cioè per vent?anni di seguito; contaminazione
    col Photoxin dei sacchi di iuta usati per imballare lo zucchero cubano,
    per sabotarne l?esportazione; invio nel 1969 e nel 1970 di aerei che sparsero
    cristalli per provocare siccità in zone fertili e piogge torrenziali in
    lande desertiche; diffusione nel 1961 di un?epidemia negli allevamenti di
    tacchini dell?isola; diffusione nel 1971 di un?altra
    epidemia negli allevamenti di maiali; diffusione nel 1981 di una influenza
    perniciosa che colpì 300.000 persone, delle quali 158 morirono (101 bambini);
    sabotaggio con bomba del 7 ottobre 1973 del DC8 della Cubana Airlines in
    volo da Barbados all?Avana con 73 persone a bordo, tutte morte; attentati
    dinamitardi agli alberghi cubani nel 1997 per danneggiare il turismo, in
    uno dei quali trovò la morte il turista italiano Fabio di Celmo. E potremmo
    portare migliaia di altri casi simili accertati che hanno riguardato e riguardano
    i quattro angoli del mondo: gli Air Commandos e i Navy Seals sono corpi
    speciali dedicati statutariamente ad attentati terroristici, per non parlare
    dei circa 80.000 agenti di campo della CIA, e tutta questa gente è sempre
    in missione, a fare o preparare qualche cosa contro qualcuno.
    Orbene, mai Hollywood ha preso spunto da uno di quei fatti per fare un film.
    Lo avesse fatto direi che sarebbero normali anche film sul terrorismo arabo,
    o nord irlandese, o che altro. Ma non lo ha fatto ed allora tutti i film
    di Hollywood sul terrorismo altrui sono automaticamente propaganda, realizzati
    come sono non per trattare storie di terrorismo in sé ma per colpire selettivamente
    qualcuno.
    2) In ogni caso terrorismo arabo, e rivolto contro gli Stati Uniti. Come
    tratta Hollywood il fenomeno? Per valutare ciò dobbiamo sapere come stanno
    le cose. Le cose stanno come nessun telegiornale qua in Europa Occidentale
    dice ma come ognuno dentro di sé realizza: gli Stati Uniti opprimono obiettivamente
    gli arabi in generale e i palestinesi in particolare, e questi e quelli
    operano le ritorsioni che possono. Non ci sono dubbi sull?oppressione. Gli
    USA sostengono regimi arabi invisi alle popolazioni come in Egitto, Giordania,
    Arabia Saudita, eccetera, perché gli permettono un conveniente uso del petrolio
    mediorientale, e tormentano regimi popolari come in Libia, Iran e Iraq perché
    non glielo permettono. L?Iran si è liberato solo nel 1979 della tremenda
    dittatura esercitata dagli USA tramite lo Scià, mentre gli stessi USA nel
    1991 hanno guidato una coalizione che ha provocato 300.000 morti in Iraq.
    E 300.000 morti non sono una cosa da nulla. Come non lo erano stati del
    resto i 290 passeggeri dell?aereo di linea iraniano abbattuto intenzionalmente
    (a scopo intimidatorio) nel 1988 dall?incrociatore americano Vincennes.
    Inoltre c?è naturalmente la questione di Israele, che solo gli Stati Uniti
    tengono in vita, partecipando ogni tanto ai massacri: nel 1982 i cannoni
    da 400 mm della corazzata New Jersey aprirono il fuoco sui campi profughi
    palestinesi in Libano facendo migliaia di morti, le solite donne, i soliti
    bambini, eccetera. Neanche queste sono
    cose da nulla. I terroristi arabi che colpiscono gli Stati Uniti pensano
    dunque di avere motivi validi e concreti per le loro azioni. Non ho detto
    che li hanno; ho detto che sono convinti di averli. Il che solo concorda
    con la natura umana: nessuno si dedica a tali cose senza essere convinto
    di avere motivi validi e concreti.
    Il governo statunitense sa benissimo tutto ciò, così come lo sa l?intero
    establishment dominante nel paese. Sono anzi i primi a saperlo. Ma non va
    detto. L?USIA ha così preparato la sua versione sull?argomento ? Terrorismo
    arabo anti-americano e anti-israeliano ?. E? una versione semplice: i terroristi
    arabi sono giusto dei pazzi fanatici religiosi, che si danno da fare non
    per vendicare - sia pure dal loro punto di vista - concreti morti e concreto
    sangue ma solo perché odiano la civiltà Occidentale. La odiano perché percepiscono
    che tale civiltà, data la sua forza oggettiva, è destinata a disgregare
    il loro fasullo mondo islamico fatto di curiosi muezzin, di donne velate,
    di paradisi dove schiere di vergini urie attendono i giusti. In poche parole
    odiano il Progresso. Questi terroristi se la prendono specialmente con l?America
    non perché questa abbia fatto loro torti particolari, ma perché l?America
    è il simbolo dell?Occidente, la sua punta di diamante. Se la prendono anche
    con Israele non perché li ha spodestati dalla loro terra, torturati a migliaia
    e assassinati a decine di migliaia, ma perché è una testa di ponte dell?Occidente
    nel loro mondo. Si può
    verificare che tale versione è stata imposta in tutti i film di Hollywood
    che hanno trattato il soggetto del terrorismo arabo, e ricordo in particolare
    Delta Force (1986) di Menahem Golan, con Chuck Norris; Wanted, vivo o morto
    (1987) di Cary Sherman; Frantic (1988) di Roman Polansky con Harrison Ford;
    Navy Seals: pagati per morire (1990) di Lewis Teague con Charlie Sheen;
    True Lies (1994) di James Cameron con Arnold Schwarzenegger. La versione
    è stata IMPOSTA: i registi, gli sceneggiatori e i produttori di Hollywood
    sanno benissimo come stanno le cose, proprio come lo sa il più sprovveduto
    di noi, ma appunto c?è la supervisione e la censura finale dell?USIA.
    Non ci sono dubbi che la versione sia stata imposta anche per Attacco al
    potere. Per tutto il film i giovani arabi sospettati e spiati dagli investigatori
    dell?FBI sono presentati come esagitati carichi di un odio che non si sa
    da dove provenga. Dobbiamo essere vigili e notare anche quello che non c?è
    ma che logicamente avrebbe potuto e dovuto esserci: un bel monologo di uno
    di quei terroristi, magari diretto alla sua ragazza come si fa normalmente
    nei film, dove spiega la sua versione della storia, le sue motivazioni.
    MANCA. Solo nel finale Shamir dice qualcosa in merito all?agente della CIA
    Bridget che si accinge ad uccidere. E cosa dice? Solo
    questo (è un monologo di 8 secondi): qualche farfugliamento isterico, sconclusionato,
    e poi chiara la frase che preme al regista e a chi dietro di lui, e cioè
    l?accusa all?America di ?voler insegnare al mondo come vivere?. Questo sarebbe
    il motivo di tutto, l?unica colpa dell?America: essere troppo grande, troppo
    forte, troppo attraente. Essere il Progresso. Il regista ci mostra come
    Shamir prima di accingersi a compiere il suo attentato suicida e sanguinosissimo
    (ed inoltre perverso: vuole fare una strage nella folla che protesta contro
    gli internamenti per farne ricadere la colpa sul governo) pratichi abluzioni
    rituali islamiche e indossi un sudario: chiara indicazione per il pubblico
    della natura religiosa-culturale delle sue motivazioni. Il particolare del
    sudario è macabro, inserito per colpire il subconscio del pubblico e caricare
    di negatività questi attentatori.
    3) Gli arabi sono presentati come una razza inferiore. Ciò perché sia così
    sono ritenuti dagli americani, e sia perché utile per togliere valore a
    qualunque loro rivendicazione. Sono presentati esattamente come gli indiani
    nei famigerati western di Hollywood: cenciosi, velleitari e fanatici, portatori
    di una cultura in estinzione perché non all?altezza. Sono anche sporchissimi,
    evidentemente abituati a vivere sotto le tende: l?appartamento in cui sono
    sorpresi dall?FBI i tre membri della cellula N°3 non potrebbe essere più
    lercio. Si è trattato di una indicazione precisa data allo scenografo, per
    convogliare il messaggio per via subliminale. Per contro la regia ci fa
    sapere che i tre della cellula passavano il tempo a guardare la televisione,
    mangiare pizza e bere drinks: inveiscono contro l?America ma i suoi agi
    piacciono anche a loro. Come gli indiani, che ululavano ma ricercavano i
    buoni utensili e il buon whisky.
    4) Si è detto che il generale De Veraux tortura e uccide un arabo. Lo fa
    in un gabinetto, dove l?uomo è sistemato nudo su una sedia. La scelta del
    gabinetto - precisamente un orinatoio - non è casuale ed ha valenza subliminale:
    quello è il posto per tale gente. Fatto il lavoro De Veraux esce e si toglie
    i guanti: guanti di gomma, sanitari. Vedremo che c?è molto ma molto d?altro
    su questo episodio.
    5) Assai curato il personaggio di Faruk Haddad, detto Frank, il vice di
    Hubbard all?FBI. E? un arabo americano inserito nella vicenda ostensibilmente
    perché conosce arabi e lingua, ma in realtà per fargli ricoprire il ruolo
    dell?arabo buono, esattamente così come nei western c?era sempre l?indiano
    buono, quello voglioso di integrazione e collaborazionista (indiano buono
    che poi, la Storia insegna, ha fatto la stessa fine degli altri; in effetti,
    non erano indiani ?buoni?, erano indiani deficienti).
    Durante i rastrellamenti dell?esercito anche suo figlio viene internato,
    lui ha un momento di ripensamento (l?America lo ha tradito) e lascia l?FBI
    dopo quindici anni di servizio. Ma l?America gli piace troppo: può dare
    dei dispiaceri, creare delle incomprensioni, ma è sempre la società migliore
    e più avanzata del mondo. Così riprende il distintivo che gli porge Hubbard
    e torna con entusiasmo a combattere per il Bene. La regia ci suggerisce
    anche cosa piaccia in particolare a Frank dell?America: il fantastico sviluppo
    tecnologico (Frank adora i marchingegni elettronici e invidia il rilevatore
    a microonde in dotazione all?esercito; al contrario degli arabi cattivi
    e testoni lui il Progresso lo capisce, e quindi lo apprezza).
    6) Si parla nel film di un certo sceicco Ahmed Bin Talem, famigerato sponsor
    del terrorismo. Evidentemente voleva ricordare lo sceicco Osama Bin Laden,
    ora famosissimo perché accusato dagli USA dell?attentato dell?11 settembre
    2001 e già allora indicato dalla CIA come principale mandante degli attacchi
    terroristici antiamericani, e cioè come Mostro Internazionale N°1. Citare
    Ahmed Bin Talem era un elemento di propaganda perché così il film non solo
    sosteneva intenzionalmente le accuse della CIA, già una presa di posizione,
    ma anche voleva fare ciò senza parere, in modo nascosto, subliminale (il
    nome Bin Talem invece di Bin Laden).



    ALTRA PROPAGANDA


    7) Il paese sembra impreparato agli attentati terroristici. Questi non mobilitano
    una burocrazia poliziesca precisa, che sembra non esistere: le indagini
    rimangono nelle mani del funzionario FBI del quartiere; non arrivano personaggi
    con tutti i tipi di divisa e di qualifica, ognuno dei quali sappia perfettamente
    cosa fare. Evidentemente è impreparato perché tali attentati qui sono rari,
    trattandosi di un Paese così in armonia con se stesso e col mondo. Invece
    questo non è il Paese dell?armonia: ogni anno si verificano mediamente 150
    attentati terroristici, solo i più clamorosi dei
    quali giungono ad avere un?eco all?estero (come gli attentati alle Twin
    Towers di New York del 1993, di Oklahoma City del 1995 che provocò 169 morti,
    di Atlanta durante le Olimpiadi del 1996, per non parlare di quello epocale
    dell?11 settembre 2001 che ha raso al suolo le medesime Twin Towers facendo
    2.700 morti; Theodore Kaczinski, Unabomber, prima di essere arrestato nel
    1996 aveva compiuto 16 attentati), ed una burocrazia poliziesca precisa
    in merito non solo esiste ma è anche elefantiaca. Altro che funzionario
    di quartiere dell?FBI.
    8) Agli Stati Uniti fa comodo fare credere che i loro Presidenti comandano.
    Così allontanano la cognizione del loro vero sistema politico, che è una
    dittatura dell?imprenditoriato esercitata collegialmente tramite il Congresso,
    e possono eventualmente incolpare un singolo uomo per i misfatti di una
    categoria. E? così una legge dell?USIA per Hollywood che i Presidenti siano
    presentati come ammantati di potenza suprema. Attacco al potere non è eccezione,
    e l?unica entità pubblica che interviene al di sopra del funzionario Hubbard
    saltando ogni grado intermedio che come appena detto sembra non esistere
    è il Presidente, che ordina la legge marziale per Brooklin.
    9) C?è un omaggio subliminale al becero senatore Jesse Helms, noto per la
    sua spietatezza all?interno contro i dissidenti politici, che fa finta di
    credere ?comunisti? o ?nazisti?, e all?estero contro i paesi che non chinano
    il collo, che fa finta di credere ?nazisti? o ?comunisti?: c?è una riunione
    di alti papaveri ed un senatore, che prende la parola e gode di qualche
    inquadratura, è impersonato da un attore che somiglia a Helms. Vecchio trucco:
    in Furore John Ford aveva fatto impersonare il direttore di
    un ostello per poveri a una comparsa che somigliava al presidente Delano
    Roosevelt.
    10) Gli Stati Uniti vogliono propagandare un?immagine di società multirazziale
    in armonia, dove tutti hanno pari opportunità e partecipano con pari entusiasmo
    alla vita civile, orgogliosi di far parte di una tale Great Society. E?
    ciò che ci si aspetta da un paese multirazziale e democratico. Balle naturalmente.
    Stiamo parlando di una Nazione che è stata schiavista sino al 1865 (sino
    a ieri, cioè); che ha dato nominalmente diritto di voto a tutti solo nel
    1964 (un?ora fa, praticamente); che in
    questo preciso istante esclude ogni minoranza riconoscibile da qualunque
    posizione di potere effettivo, sia politico che economico; ed il cui gruppo
    etnico dominante WASP ( White Anglo Saxon Protestant ) si crede il popolo
    eletto. Così, come nei film di guerra di Hollywood i reparti presentano
    una composizione che riflette rigorosamente la percentuale nella popolazione
    (tot anglosassoni, tot caucasici, tot neri, e se c?è posto un ispanico,
    un giallo, un ebreo, quant?altro), allo stesso modo si presenta in Attacco
    al potere la sezione dell?FBI di Brooklin comandata da Hubbard, arricchita
    per l?occasione dall?arabo Faruk-Frank. (Il film La sottile linea rossa
    fa
    eccezione, perché i soldati sono tutti bianchi; ma c?è un motivo, per il
    quale rimando alla mia analisi del film pubblicata anche su questo stesso
    giornale).
    Si fa di più in questo film: l?attore Denzel Washington è infatti un nero.
    E? lui, un nero, il protagonista del film; la parte di Bruce Willis è del
    tutto secondaria. Come ognuno sa è una rarità per Hollywood concedere la
    parte di protagonista a un nero. Perché non rende al botteghino. Le cose
    sono andate presumibilmente nel seguente modo. Si tratta di un film altamente
    politico, la cui stesura è caduta quindi completamente nelle mani dell?USIA,
    se come già detto non è stata lei ad avviarlo. Questa voleva presentare
    il Paese nel modo più innocuo possibile, vittima innocente di un malvagio
    e ingiustificato terrorismo arabo. Cosa di meglio che affidare la parte
    del capo investigatore americano a un nero? E? come dire: I neri stessi
    ci amano al punto di combattere in nostra difesa, tanto li rispettiamo e
    siamo delicati con loro; che motivi possono mai avere gli arabi per odiarci?
    La scelta avrebbe però comportato sacrifici al botteghino per la 20th Century
    Fox e allora il Divo di Stato Bruce Willis
    accettò una particina per fornire un nome nei manifesti. O più probabilmente
    dovette accettare, perché si trattava di una comparsata davvero poco attraente:
    come vedremo De Veraux-Willis è utilizzato per riabilitare un mostro.
    11) Hubbard trova modo in un rapido scambio di battute di dirci cosa è l?FBI:
    lo scopo dell?FBI, dice, è ?opporsi al crimine?. Non è vero. L?FBI - Federal
    Bureau of Investigations - è la polizia politica americana e il suo scopo
    è di controllare e reprimere il dissenso politico interno. Fu l?FBI a condurre
    tutte le grandi repressioni sociali americane del Novecento: la Red Scare
    del 1920-22; la neutralizzazione del movimento sindacale del 1945-47; l?Era
    McCarthy del 1950-60; la soppressione del movimento per i diritti civili
    dei neri e delle Pantere Nere del 1964-72.
    12) L?FBI represse il movimento delle Pantere Nere nel seguente modo: suoi
    anonimi agenti tendevano agguati in strada ai leader del movimento e li
    uccidevano. Gli agguati dell?FBI avvenivano spesso all?uscita di bar, di
    notte. Con questo sistema furono eliminate alcune decine di persone. Bobby
    Seale, scampato ai sicari dell?FBI ma tenuto in carcere sino al 1997 con
    pretesti, appena uscito ha rilasciato una intervista, diffusa anche da Rete
    2, dove ha confermato quelle procedure. Ebbene il film contiene una scena
    designata specificatamente a riabilitare l?operato dell?FBI del periodo:
    la cattura da parte della squadra di Hubbard di un sospetto terrorista,
    che
    avviene all?uscita di un bar, di notte. La scena ricorda gli agguati omicidi
    di allora ma li colloca adesso in un contesto positivo. Ciò ha valenza subliminale:
    il subconscio dello spettatore conclude che anche gli agguati di allora
    erano a fin di bene.
    13) Diversi elementi di propaganda riguardano la CIA. C?è un suo agente
    nel film, ed è una donna, e di aspetto dolce e fragile; morendo cerca di
    recitare il Padre Nostro, aiutata da Hubbard. Ci sono agenti della CIA donne
    e con un dolce aspetto, ma visto il tipo di film si è certamente trattato
    di una scelta precisa, allo scopo di porre in buona luce l?Agenzia. Invece
    il fatto che la medesima reciti il Padre Nostro è una invenzione propagandistica
    completa: gli agenti della CIA - specie quelli operativi
    sul campo - non sono tipi da preghiere, per quanto delicato sia il loro
    aspetto; sono dei mercenari, dei veri assassini di professione, e senza
    dubbio ciò vale anche per gli agenti donna. Quindi Hubbard - da funzionario
    dell?FBI ligio alla legge come sono
    certamente tutti i funzionari dell?FBI, non è vero? - vuole arrestarla perché
    per legge la CIA non può operare sul territorio nazionale statunitense.
    E? vero che così è per legge, ma è altrettanto vero che all?atto pratico
    la legge è ignorata, come tutti sanno negli Stati Uniti, compreso Edward
    Zwick. Potrei fare decine di esempi a supporto, non ultimo l?assassinio
    dell?ex ambasciatore cileno Orlando Letelier compiuto nel 1973 a Washington
    - la capitale, sita ben all?interno del territorio degli StatiUniti - da
    un team di agenti della CIA guidato dal funzionario della stessa Orlando
    Bosch (un collega della nostra dolce Sharon Bridget).

    Ricordo solo che le Pentagon Papers nel 1972 rivelarono che la CIA stava
    spiando negli Stati Uniti circa 200.000 cittadini, mentre circa 400 suoi
    agenti erano infiltrati nei media nazionali. Oggi come oggi non ci sono
    Pentagon Papers che facciano rivelazioni ma non è impensabile immaginare
    che i cittadini spiati siano 400.000 e gli infiltrati nei media 800. E nel
    film Hubbard vuole arrestare la Bridget. Questa è ancora più grossa di quella
    dell?agente CIA che recita il Pater Noster.
    14) Un grande cavallo di battaglia della propaganda di Stato americana è
    il seguente: i misfatti ed efferatezze varie compiute dagli Stati Uniti
    all?estero sono sempre dovuti all?eccesso di zelo personale di singoli militari,
    agenti o funzionari, o alla loro sempre personale crudeltà o corruzione.
    Mai, come ovviamente invece è, i medesimi misfatti ed efferatezze sono il
    risultato di una volontà cosciente del governo americano. Così quando il
    funzionario della CIA Dan Mitrione alla fine dei Sessanta organizzava gli
    Squadroni della Morte in Uruguay e istruiva i poliziotti locali nelle tecniche
    di tortura tenendo corsi di addestramento nella cantina della sua villetta
    di Montevideo dove martoriava personalmente sino alla morte delle persone
    innocenti, ebbene tutto ciò lui non lo faceva eseguendo gli ordini del superiore
    e del superiore del superiore e così via sino al Congresso; no, per carità,
    lui lo faceva per eccesso di zelo personale anticomunista,
    unito forse a un certo sadismo congenito ( altrettanto sadicamente Mutrione
    fu poi rapito e giustiziato dai Tupamaros ). Così per i 16.500 oppositori
    politici sud vietnamiti torturati e uccisi dalla CIA con la collaborazione
    della polizia locale nell?ambito del programma Phenix voluto da John F.
    Kennedy: eccesso di zelo dei funzionari CIA sul posto. Quando le Pentagon
    Papers rivelarono che erano aerei della CIA e del Pentagono che esportavano
    alle Hawaii l?eroina del Triangolo d?Oro, eroina che poi da là andava in
    tutto il mondo coi proventi di ritorno che finivano in banche della Florida,
    la commissione d?inchiesta senatoriale concluse: alcuni funzionari della
    CIA e alcuni generali del Pentagono corrotti. Al solito si potrebbero fare
    decine e decine di esempi.
    Il generale De Veraux-Bruce Willis è appunto uno di questi personaggi cari
    alla propaganda dell?USIA. Un funzionario statale - nel caso un generale
    operativo dell?esercito - troppo compreso del proprio ruolo, che per eccesso
    di zelo nel difendere quella cosa grande, buona, irripetibile che è la sua
    Patria, l?America, travalica gli ordini (sempre troppo moderati, inadeguati
    a quel mondo cattivo che c?è là fuori) sino a infrangere la legge, sino
    a compiere crimini aborriti dalla sua stessa America. Ecco - ci dice il
    film - sono tipi del genere che hanno creato gli Squadroni della Morte in
    America Latina; che hanno fatto mitragliare da elicotteri i raccoglitori
    di banane guatemaltechi in sciopero contro la United Fruits; che hanno fatto
    torturare a morte 16.500 oppositori politici sud vietnamiti; che hanno eseguito
    la strage di My Lai; che hanno fatto bombardare ospedali in Corea, Vietnam
    e Iraq; che hanno fatto 4 milioni di morti in Corea e 6 milioni di orti
    in Vietnam; che hanno fatto bombardare i campi di palestinesi in Libano;
    che hanno... che hanno... che hanno. Chi ha fatto tutto ciò è sempre stato
    il governo americano, sapendo ciò che faceva, ed il regista del
    nostro film in merito non fa che fare propaganda, quella che gli impone
    lo
    stessissimo governo. La scena finale riassume la versione dell?USIA: Hubbard
    rinfaccia a De Veraux il suo comportamento illegale e lo sfida ad ordinare
    ai suoi soldati di ucciderlo; De Veraux, pure perverso, non vuole spingersi
    a tanto (Hubbard in quel momento rappresenta la Vera America, che lui rispetta)
    e si fa arrestare per l?omicidio dell?arabo.



    CHI SI RIVEDE, DAN MITRIONE



    15) Ed ecco la parte per cui dovremo sempre ricordare Bruce Willis, se non
    come attore almeno come uomo. L?episodio in cui De Veraux tortura l?arabo
    nel gabinetto vuole premeditatamente rievocare le torture eseguite da Dan
    Mitrione nella sua cantina di Montevideo, che lui aveva fatto attrezzare
    come un orinatoio - con rubinetti, scarichi a terra e piastrelle alle pareti
    - per gli schizzi di sangue delle vittime e le altre perdite corporali.


    E? lui il mostro che Willis riabilita. La già buona ( e non casualmente
    ) somiglianza fisica di Willis con il fu Mitrione, un uomo di 50 anni di
    origini italiane, stempiato, è esaltata aumentando con ritocchi la sporgenza
    del naso dell?attore. Al tempo sui giornali comparvero foto di Mitrione
    in divisa ( prima di entrare nella CIA era stato il capo della polizia municipale
    di Richmond, Indiana ), e anche De Veraux è in divisa. Il messaggio subliminale
    per il pubblico è che Dan Mitrione era giusto un elemento come De Veraux
    e che le sue vittime erano dopotutto dei terroristi.
    Invece Mitrione obbediva agli ordini dei superiori nel quadro del Public
    Safety Program varato dal Congresso per l?America Latina e le sue vittime
    erano accattoni e accattone fatti rapire a caso nelle strade di Montevideo.
    L?episodio costituisce dunque una riabilitazione surrettizia di Dan Mitrione,
    la cui vicenda al tempo fece molto e negativo clamore per gli USA.
    Una operazione analoga a quanto fatto nel film Forrest Gump con l?attrice
    scomparsa Jean Seberg, anche se in scala assai ridotta e all?incontrario:
    Mitrione è riabilitato mentre la Seberg è diffamata. Bravo Willis. Il pubblico
    italiano potrà dire di non aver mai sentito nominare Dan Mitrione. Ma Hollywood-USIA
    non produce solo per l?Italia; produce per il mondo e ci sono paesi dove
    l?episodio ha lasciato lunghi strascichi nella memoria. Negli stessi USA
    ad esempio, dove ai funerali di Mitrione a Richmond parteciparono Frank
    Sinatra e Jerry Lewis, o in Francia, che produsse un
    film sulla vicenda: Etat de siege ( L?amerikano, 1973 ) di Costantin Costa
    Gavras, con Yves Montand e Renato Salvatori.



    ANCORA PROPAGANDA



    16) Invece il fatto che De Veraux fa rastrellare gli arabi di Brooklin e
    li fa rinchiudere in campi sportivi attrezzati con recinzioni vuole rievocare
    il colpo di Stato in Cile del 1973, quando come tutti ricordano i sospetti
    oppositori furono rinchiusi negli stadi a decine di migliaia. E? una riabilitazione
    perché suggerisce che anche in quell?occasione ci fosse qualche valido motivo.
    Non c?erano invece validi motivi: occorreva solo ribaltare un governo Allende
    che rendeva difficile alle Multinazionali
    statunitensi lo sfruttamento del Paese. Si sa tutto sulla vicenda: il colpo
    del ?73 in Cile fu richiesto da 10 Multinazionali statunitensi operanti
    in loco, che poi

    contribuirono con fondi; fu deciso dal Congresso; fu approvato da Nixon;
    fu diretto da Kissinger; e fu fatto eseguire al generale Augusto Pinochet.


    Anche questo episodio rivela dunque dei collegamenti con Etat de siege,
    un film dedicato al sovvertimento violento statunitense dell?America Latina.
    In effetti questo film è stato un riferimento importante per i congegnatori
    di Attacco al potere: volevano anche riabilitare - dato che vi era l?occasione
    - i misfatti compiuti dagli Stati Uniti in America Latina ed un sistema
    ottimo era di richiamare surrettiziamente un film critico ma famoso sull?argomento
    e quindi di ribaltarne altrettanto surrettiziamente le tesi.
    E? un po? complicato, ma tutta la propaganda americana è complicata, sofisticata,
    basata com?è su una scienza psicologica avanzatissima, e se ci si vuole
    difendere occorre essere all?altezza. Per quegli stessi congegnatori il
    collegamento con Etat de siege è stato così importante da condizionare il
    titolo stesso dell?opera, che in originale è The Siege, una parola che compare
    uguale, anche come pronuncia, nel titolo del film di Costa Gavras. Per il
    pubblico italiano l?aggancio è venuto a mancare, o per questioni di lingua
    o perché qui L?amerikano non ha lasciato tracce (per forza : in questo Bel
    Paese tutto libertà e senza censura il film è stato ritirato subito dopo
    l?uscita nel 1973).
    17) De Veraux è dunque un generale dell?esercito e l?USIA non manca l?occasione
    di fargli dire qualche utile falsità in proposito. Gliene fa dire due. De
    Veraux dice testualmente che l?Army è ?la più temibile macchina bellica
    della storia del mondo?. Le forze armate di terra americane sono ben lungi
    da questo livello. Anzi, sono e sono sempre state di una debolezza stupefacente.
    Marina e Aviazione sono fortissime, ma l?Army è così. Per la dimostrazione
    di questa affermazione rimando al mio Sacrifici Umani del 1993 (Edizioni
    Il Cerchio), dove è anche contenuta la spiegazione del fenomeno.
    Qui mi devo limitare a fare osservare che gli Stati Uniti hanno sempre perso
    o non vinto tutte le guerre che potevano risolversi solo con le forze di
    terra (Corea, Vietnam, anche Guerra del Golfo del 1991), pur avendo sempre
    goduto di una ampia superiorità sia numerica che naturalmente di mezzi (in
    Vietnam 51 divisioni contro 10 divisioni nord vietnamite e 120.000 guerriglieri).
    I vertici militari e politici americani lo sanno benissimo (sono i primi
    a saperlo) ma non vogliono certo che il mondo se ne accorga: nei conflitti
    evitano con varie scuse gli scontri di terra e fanno polverone con l?aviazione,
    e per il resto ci pensa l?USIA con la propaganda, tramite
    soprattutto Hollywood.
    La seconda falsità è la seguente. Sempre De Veraux dice che l?Army non è
    adatta per gli interventi di polizia, benché sia stata costretta a farne
    qualcuno ?all?estero?, ?ad Haiti e in Somalia?. E? una falsità doppia.
    Dal 1945 ad oggi gli Stati Uniti hanno compiuto circa 500 interventi armati
    all?estero, 218 documentati uno per uno dal 1945 al 1975 ; altro che ?qualche
    intervento?. Quindi questi interventi non sono certo a scopi di polizia:
    sono nell?ambito della politica neo coloniale statunitense nel mondo a favore
    delle loro Multinazionali.
    18) Il pericoloso generale americano si chiama De Veraux. Non si chiama
    Jones, Brown o Smith; si chiama De Veraux. Non è per caso e vuole suggerire
    per via subliminale che i funzionari americani che travalicando gli ordini
    fanno del male all?estero non sono veri americani; non sono WASP anglosassoni
    ma di altre etnie, del caso francese. Anche Mitrione, ammicca infatti la
    regia, non era un WASP, perché di origini italiane. I WASP sono buoni.





    ATTACCO ALLA VERITA?


    Così, passo dopo passo, inquadratura dopo inquadratura e senza che noi ce
    ne
    accorgiamo minimamente, il film ci propina un numero insospettabile di menzogne.
    E cioè:
    - che il terrorismo arabo antiamericano è un fatto religioso-culturale;
    - che gli USA non hanno fatto torti agli arabi;
    - che gli arabi sono una razza inferiore;
    - che gli USA non sono abituati al terrorismo interno;
    - che gli USA sono una democrazia;
    - che il Presidente ha grande potere;
    - che l?FBI è una normale polizia civile;
    - che la CIA non opera nel territorio nazionale;
    - che gli agenti della CIA sono persone brave e anche religiose;
    - che il sen. Jesse Helms è un benintenzionato;
    - che negli USA c?è una perfetta integrazione e armonia razziale;
    - che le nefandezze americane nel mondo sono dovute a iniziative di singoli;
    - che Dan Mitrione era giusto uno di questi singoli;
    - che questi singoli non sono normalmente dei WASP;
    - che il colpo di Stato in Cile aveva validi motivi;
    - che le forze di terra americane sono forti;
    - che gli interventi armati americani all?estero sono pochi;
    - che gli stessi sono motivati da esigenze di ? polizia internazionale ?.



    Già notevole ma non basta. Come tutti i film di propaganda, oltre ai singoli
    e isolabili elementi di falsità appena visti, Attacco al potere contiene
    infatti anche dei messaggi subliminali di sintesi, ottenuti convogliando
    tramite tanti particolari e dialoghi opportunamente strutturati e connessi
    delle impressioni generali agli spettatori. Nel caso i messaggi sono i
    seguenti:
    a) che l?America è oltremodo preoccupata e impreparata di fronte agli attacchi
    terroristici ( che trova del tutto immotivati ) e può reagire dissennatamente
    ricorrendo alle Forze Armate e a elementi come De Veraux, che poi fanno
    sfracelli e colpiscono anche gli innocenti, in patria e può capitare anche
    all?estero.
    b) che gli arabi americani si devono guardare dal coprire i terroristi arabi
    perché il governo potrebbe perdere la testa a tal punto da considerare nei
    loro confronti gli stessi provvedimenti presi a suo tempo con i giapponesi
    americani (internamento coatto). Non sarebbero quindi dei provvedimenti
    tipici di uno stato totalitario, ma dettati solo da isteria e inesperienza.
    Sono delle minacce al mondo, e agli arabi americani, convogliate tramite
    Hollywood.



    DOPO L?11 SETTEMBRE 2001


    Tranne qualche aggiustamento per la sincronizzazione, l?analisi precedente
    risale al 1998, quando la scrissi per l?uscita del film in Italia. Ora siamo
    alla fine del 2001 e non possiamo non notare come quelle minacce dei messaggi
    di sintesi si siano realizzate nella vera pratica. C?è stato l?attacco alle
    Twin Towers e gli USA hanno reagito ricorrendo veramente alle Forze Armate
    e facendo veramente sfracelli all?estero: hanno addirittura portato la guerra
    ad un Paese, l?Afghanistan, e sembra ne preparino altre contro la Somalia,
    il Sudan, l?Iraq, chissà quanti altri. Gli arabi americani non sono stati
    dimenticati: in base all?USA Patriot Act introdotto dal governo americano
    il 13 novembre 2001 già 5.000 di loro sono stati convocati, questionati
    e debitamente intimoriti dalla polizia, mentre 1.200 sono stati arrestati
    arbitrariamente; tutta la comunità sa di essere una sorvegliata speciale,
    un altro passo e c?è il campo di concentramento, magari in Alaska dato che
    l?America non ha una Siberia. La precisione con cui il film ha anticipato
    una tale reazione in una tale evenienza ? una reazione non scontata, non
    ovvia - lascia dei sospetti: captava forse
    questo film gli echi di strategie politiche che filtravano dalle stanze
    del potere, di scenari che si stavano preparando, compresi magari gli attentati?
    Non lo sappiamo; è un?altro dei tanti dubbi lasciati dall?attentato dell?11
    settembre

  2. #2
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    Non ho visto il film, ma dalla trama che hai postato mi sembra tutt'altro che un film di propaganda filo-yankee e anti-araba.

    Il colpevole infatti era una singola persona, possiamo dire un "cane sciolto". Il generale dell'esercito sbaglia a torturare e uccidere l'arabo, che quindi passa per "buono". Un VERO film anti-arabo avrebbe fatto ricadere la colpa degli attentati sulla comunita' araba, magari organizzata e manovrata da qualche stato-canaglia.

    Il mio giudizio politico su questo film e' l'opposto del tuo (immagino che tu la pensi come l'autore dell'articolo). Dice che le repressioni attuate dall'esercito sono sbagliate (addirittura le punisce con l'arresto del generale) e che la comunita' araba e' ingiustamente accusata dei crimini commessi da un singolo pazzo.

    Dopo tutto si sa benissimo che Hoolywood, lungi dall'essere una "filiale" della CIA (anzi, di quell'altra organizzazione di cui non ricordo la sigla) come dice questo articolo, e' un covo di sinistrume che ha sempre propagandato a favore dei democratici e non certo dei repubblicani "duri e puri"

    "Attacco al potere" e' un film che sicuramente non mi piacera' e che non vedro' mai.

  3. #3
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    La dietrologia sul contenuto propagandistico dei film Americani non mi convince tanto...
    Quella è una delle industrie principali degli USA e il suo obbiettivo è esclusivamente 'vendere'.
    Se al pubblico piacerà Assalto al Potere faranno la versione 2,3 se no al successivo film cambieranno schema.
    Poi certo tutto deve essere politically correct ecc. ecc. e anche 'allineato' ma solo perche se no non si fa botteghino.

    Altrimenti Man in Black sarebbe un inno alla xenofobia no?

  4. #4
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    Originally posted by Il Condor
    Non ho visto il film, ma dalla trama che hai postato mi sembra tutt'altro che un film di propaganda filo-yankee e anti-araba.

    Il colpevole infatti era una singola persona, possiamo dire un "cane sciolto". Il generale dell'esercito sbaglia a torturare e uccidere l'arabo, che quindi passa per "buono". Un VERO film anti-arabo avrebbe fatto ricadere la colpa degli attentati sulla comunita' araba, magari organizzata e manovrata da qualche stato-canaglia.

    Il mio giudizio politico su questo film e' l'opposto del tuo (immagino che tu la pensi come l'autore dell'articolo). Dice che le repressioni attuate dall'esercito sono sbagliate (addirittura le punisce con l'arresto del generale) e che la comunita' araba e' ingiustamente accusata dei crimini commessi da un singolo pazzo.

    Dopo tutto si sa benissimo che Hoolywood, lungi dall'essere una "filiale" della CIA (anzi, di quell'altra organizzazione di cui non ricordo la sigla) come dice questo articolo, e' un covo di sinistrume che ha sempre propagandato a favore dei democratici e non certo dei repubblicani "duri e puri"

    "Attacco al potere" e' un film che sicuramente non mi piacera' e che non vedro' mai.
    quando l'ho visto mesi fa, ho fatto delle considerazioni simili all'articolo. Per la sua verosimiglianza.

    Nessun propagandista abile avrebbe accusato gli arabi in maniera diretta, porterebbe il pubblico dall'altra parte. Più sottile invece ammettere l'idea di un controllo per motivi "superiori" (di sicurezza nazionale, direbbero negli USA).

    Ma la forza della propaganda è quella di far apparire gli USA come invincibili, temibili, per cui non esista maniera per toccarli.

    Cosa che l'11 settembre ha spaventato molto gli americani. La reazione sarà dunque un maggior controllo della società, visto che il modello di vita americano non è minacciato da entità esterne, ma dalla capacità culturale di un popolo libero internamente.

  5. #5
    God, Gold & Guns
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    Originally posted by yurj


    quando l'ho visto mesi fa, ho fatto delle considerazioni simili all'articolo. Per la sua verosimiglianza.

    Nessun propagandista abile avrebbe accusato gli arabi in maniera diretta, porterebbe il pubblico dall'altra parte. Più sottile invece ammettere l'idea di un controllo per motivi "superiori" (di sicurezza nazionale, direbbero negli USA).

    Ma la forza della propaganda è quella di far apparire gli USA come invincibili, temibili, per cui non esista maniera per toccarli.

    Cosa che l'11 settembre ha spaventato molto gli americani. La reazione sarà dunque un maggior controllo della società, visto che il modello di vita americano non è minacciato da entità esterne, ma dalla capacità culturale di un popolo libero internamente.
    Gli States hanno fatto degli ottimi film di "propaganda" anti-comunista (tipo alcuni Rambo e alcuni Rocky), e non per questo hanno portato il pubblico dall'altra parte.

    Sono propenso a pensarla come pcosta. I film, come tutti i lavori, si fanno per guadagnare.

  6. #6
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    Originally posted by Il Condor


    Gli States hanno fatto degli ottimi film di "propaganda" anti-comunista (tipo alcuni Rambo e alcuni Rocky), e non per questo hanno portato il pubblico dall'altra parte.

    Sono propenso a pensarla come pcosta. I film, come tutti i lavori, si fanno per guadagnare.
    Visto il livello culturale medio di chi va a vedere quei film, ci si può permettere di condire la propaganda di effetti speciali

    P.S. Rambo era un raduce dimenticato dalla società americana e Rocky un proletario...

  7. #7
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    Adesso si capisce come yurj possa a volte perdersi in affermazioni che hanno più l'aspetto dell'ossessione che della concreta analisi della realtà.
    Si abbevera presso questi pseudointellettuali (e i suoi traduttori dall'italiano stentato) e fa delle loro analisi il punto di partenza delle sue opinioni.
    L'unica cosa certa ceh emerge dallo scritto di questo Kleeves è che costui soffre di una psicopatologia persecutoria nei confronti degli USA da cui deriverebbero tutti i mali del mondo (ma allora di chi è il merito dei beni del mondo?).
    Questo tizio arriva a attribuire agli Usa persino la responsabilità di una influenza. Pazzesco!! (L'alrtoieri un anziano cubano dell'Avana è inciampato su uno scalino sconnesso fratturanosi un femore. Sicuramente è stato un agente della Cia a spostare lo scalino affinchè qualcuno vi inciampasse.)
    Il suo modo poi di analizzare il film in questa ottica è solo una conseguenza della sua ossessione. Per chi ha visto e seguito con attenzione il film è sin troppo facile scoprire le falle nel ragionamento del nostro fiero paladino rosso.
    A parte le imprecisioni nell'attribuire chissà quale volontà deviazionistica nell'attribuzione del caso all'FBI e non alla polizia di New York, quando anche i bambini sanno che negli Usa il terrorismo è considerato un reato federale e quindi di spettanza dell'Fbi per legge, il Nostro si dimentica di segnalare che il film più che una invettiva antiaraba è invece una esaltazione della civiltà americana multietnica e miltirazziale che si schiera dalla parte delle minoranze americane contro i tentativi xenofobi di pochi esaltati (Bruce Willis).
    Il fil contiene a chiare lettere anche una pesantissima accusa nei confronti dei servizi segreti (CIA) che spesso per convenienze contingenti finanziano e sostengono gli stessi terroristi. Esattamente quanto è poi emerso da più fonti riguardo Bin Laden.
    Alcune chicche poi sono imperdibili: dall'invidia tcnologica dell'agente Fbi Araboamericano, che in realtà è solamente una constatazione di come la Cia sia enormemente più "ricca" dell'Fbi e disponga di mezzi migliori.
    Le chicche sullla zozzeria del covo terroristico e sul sudario sono poi imperdibili.
    Meglio di Zelig! Il dramma è che qualcuno ci crede!

  8. #8
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    CHE OGNI GOVERNO CHE SI RISPETTI abbia sempre promosso sil consenso fra le masse e la proprio linea politica con articoli, romanzi, films, documentari e sceneggiati è cosa risaputa........sempre finanziandone la realizzazione, e privilegiandone la diffusione, la lettura e la visione con tutti i mezzi disponibili ....... e le agenzie dagli stessi governi promosse........ non vedo perchè gli USA dovrebbero fare altrimenti.....
    gli stessi tanti entusiasti dell'america che anche su questo forum esistono, dimostra anche la sottigliezza e l'efficienza della propaganda usa , i quali di tutti i suoi misfatti vanno fieri.
    su questo forum è meglio non rispondere ai fessi!
    voi nazifascisti di oggi e i vostri servi siete solo gli ayatollah E I TALEBANI dell'occidente..

  9. #9
    Hanno assassinato Calipari
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    pth: concordo che molti scritti possono apparire frutto di puro antiamericanismo. Ma è sorprendente quanti "antiamericani" ci siano negli States...

    E i 2 miliardi di dollari che il Pentagono stanzia all'anno per "finanziamento di riviste e film", dove vanno a finire ?

    Ribaltiamo il discorso:

    Il filoamericano ("ci hanno liberato" "prosperità, pace, opportunità") prima nega, poi dice "E' normale, è giusto che uno stato intervenga nella cinematografia per difendere i propri interessi". Arriva perfino a dire che gli USA hanno candidamente finanziato i terroristi, cosa che i media americani si rifiutano di diffondere e documentare, senza chiedere mai la testa e il processo verso chi l'ha fatto. Stranezze ?

    Quindi un minimo di rispetto delle opinioni altrui ci vuole.

    Ad esempio, in Italia esiste una sezione "segreta" ed illegale che scheda i cittadini. Qualcuno (filoamericano? ) ha detto che trova normale che un corpo dello Stato lo faccia, non è poi cosiì scandaloso.

    Esiste un documento ufficiale del SISDE che prescrive azioni da compiere in seguito al rapimento Moro... giorni prima del rapimento stesso.

    Riassumendo: anche io sono contro la paranoia alla X-Files, altrimenti ci infiliamo anche la massoneria (nota che mai nessuno cita un solo appartenente...) e gli UFO. Quello che a me importa è essere libero e non incarcerato per le mie opinioni.

  10. #10
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    Predefinito i buoni e i cattivi

    Neppure io ho visto ill film in questione, è senza dubbio vero però che il cinema holliwodiano sia sempre stato impregnato di propganda. L`americano buono, onesto altruista e civile, sempre pronto a morire per salvare i " buoni" dai cattivi , che di volta in volta sono stati: gli indiani, poi i giapponesi, poi i comunisti e adesso gli arabi. Insomma, ricordo perfettamente che quando ero una bimbettta ero letteralmente terrorizzata dagli indiani, vedendoli come bestie senza cuore sempre pronti a sterminare la brava famigliola di coloni, e aspettavo con ansia il suono della famosa trombetta ( ricordate no "ARRIVANO I NOSTRI!!!!). In seguito ricordo che il commento fra aimici, dopo la visione di certi films, era: la solita americanata. Per capire: la stessa americanata, stavolta però reale, che abbiamo visto l`11 settembre in quell`abbraccio televisivo di bush al pompiere visibilmente e giustamente commosso. Altra piccola considerazione è che così assurdo che l`America si autocandidi al ruolo di " GIUSTIZIERE" DEL MONDO, quando la realtà è che ad oggi i primi e credo anche unici ad aver usato armi di distruzione di massa nucleari su civili inermi sono stati proprio loro, solo volessimo ricordare ogni tanto Hiroshima e Nagasaky, argomento peraltro abbastanza trascurato dal cinema americano privilegiando l`attaco a tradimento dei giapponesi a Pearl Harbour.

 

 
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