Ebbene sì, il Coff non poteva rifiutare di vendersi anche sotto forma di un’altra figura politicamente corretta e che fa tanto tendenza: l’ecologista. Sabato scorso, 24 agosto, infatti, sulla prima pagina di Repubblica faceva bella mostra un editoriale, “La terza via per lo sviluppo sostenibile”, firmato Ermete Realacci e Sergio Cofferati. Il bello, o lo squallido – dipende dai punti di vista – è che Cofferati non ha scritto che poche righe di quell’articolo, aggiungendo ad un testo del presidente di Legambiente poche righe che sembrano essere state messe senza che abbiano un legame ben chiaro col tema trattato: «l’Italia è divenuta il centro di mobilitazioni tra loro molto diverse, ma con un tratto simbolico comune, la volontà di affermare i diritti e bisogni collettivi contro privilegi e discriminazioni». Insomma un richiamo alla mobilitazione generale, un gran mega minestrone per scendere in piazza, tutti insieme.
Peccato che si sia dimenticato in fretta di come alla guida della Cgil, e dei chimici in particolare, le sue posizioni erano sistematicamente antitetiche a quelle degli ambientalisti. Stiamo parlando degli anni ’90 quando il signor Cofferati difendeva a spada tratta i poli superinquinanti di Gela o di Marghera.