Ralph “Ed” Eberhardt
Comandante al NORAD il 9/11 a Cheyenne Mountains, centro di controllo generale. Organizza la difesa aerea del giorno e impartisce gli ordini sulle intercettazioni.
Capo di tutti progetti di “guerra spaziale” di Rumsfeld.
Promosso Comandante generale del “Northern Command” nell’Ottobre 2002.
Richard Myers
Capo dello staff generale del Comandante delle Forze Armate il 9/11. Diretto superiore di Eberhardt.
Promosso due giorni dopo Comandante generale di tutte le Forze Armate Statunitensi.
Frank Carlucci
Oggi presidente onorario del gruppo Carlyle ma fino l’anno scorso stratega di ogni manovra. Carriera Cia fino a diventarne vice direttore, proprio come Bush padre. Reagan lo vuole consigliere alla sicurezza dove ritrova un vecchio compagno di battaglia: Donald Rumsfeld. Carlucci ha un pedigree diplomatico che riporta al curriculum di John Negroponte, prossimo ambasciatore americano a Baghdad. Nel ‘61 era i numero due in Congo quando la Cia organizza l’assassinio di Lumumba. Con inchieste e reportages filmati, negli anni Ottanta la stampa americana lo accusa di traffico d'armi, complotti, massacri e il famoso caso di spionaggio della Wackenuts (società che protegge oleodotti con vigilantes militarizzati ), pasticcio talmente imbarazzante da costringerlo per qualche tempo in ombra. Torna come inevitabile coprotagonista, assieme a Negroponte e Oliver North, nell’affare “Irangate”: bisognava mandar via i sandinisti dal governo del Nicaragua. Nessun tribunale ha mai aperto un’inchiesta su accuse pubbliche tanto pesanti, e Carlucci non si è mai offeso e non ha mai smentito o querelato. Sempre silenzio. Dalla sua poltrona di direttore allarga i panorami della Carlyle. Compra la Bdm, prima società a fornire al Pentagono piccoli eserciti privati. Anche la Halliburton di Cheney, oggi vice presidente di Bush, sta sviluppando il ramo. La Carlyle non smette di espandersi: anche catene di alberghi forse perché un’antica strategia Nato ne prevede la trasformazione in caserme in caso di necessità. I Jolly Hotel sono stati programmati con la stessa idea. Si interessa soprattutto industrie dalla tecnologia militare sofisticata: Fiat Avio in Italia, fornitrice di Arianespace, quindi Carlyle può sedere al tavolo di comando del consiglio missilistico europeo. Rastrella le azioni di Aerospace e comincia a fabbricare i bombardieri B-1 e B-2, oggi al lavoro in Iraq. Si infila nel sistema di ricerche e sviluppo militare britannico diventando azionista della Qinetic . E già che c’è compra partecipazione alle France Telecome il vecchio Figaro. Per rispetto alla forma non può mescolare eserciti privati e tecnologie degli armamenti: sotto la presidenza di questo Bush è ormai l’undicesima fornitrice del Pentagono. Vende Vineille (gas asfissiante), fama terribile. Ma a quale compratore non è chiaro. Se le finanze vanno a gonfie vele, la Carlyleha passato un momento difficile attorno all’11 settembre. Mentre Bush figlio si scatenava contro Bin Laden, al Ritz Carlton di Washington i cinquecento padroni della Carlyle si riunivano nel tradizionale convegno di ogni semestre. Frank Carlucci dirigeva gli interventi e Bush padre aveva parlato per primo. Ma il meeting viene improvvisamente interrotto. Carlucci si accorge che un socio importante, dal nome insopportabile, è iscritto fra gli oratori: Shafiq Bin Laden. Rappresenta i capitali della famiglia, famiglia del mostro del quale è fratellastro. Troppo imbarazzante alla vigilia della guerra all’Afghanistan. E un mese dopo la Carlyle annuncia d’essersi liberata della quota di Shafiq Bin Laden.
Douglas J. Feith
Sottosegretario al Pentagono. Feith seleziona i membri del Defense Policy Board e fa parte del consiglio d'amministrazione del JINSA. In qualita' di avvocato, ha rappresentato la Northrop Grumman. Feith e' un infervorato difensore di Israele e un entusiasta sostenitore di Chalabi.
Robert Mueller
Avvocato, direttore dell’Fbi: superpoliziotto d’America. Nominato dal presidente americano George W. Bush in luogo di Louis Freeh al vertice della Polizia federale degli Stati Uniti. Freeh era stato insediato da Bill Clinton nel 1993 e aveva messo il suo mandato a disposizione del nuovo presidente. Mueller è un veterano del Dipartimento della Giustizia, finora avvocato federale a San Francisco. Nel ringraziare Bush per la fiducia dimostratagli, disse di guardare con fiducia alla conferma della sua nomina da parte del Senato. nel suo curriculum, ci sono incarichi che gli vennero conferiti dal padre dell’attuale presidente, George Bush.
Khalid Bin Mahfuz
Yemenita, Cognato di Bin Laden, (sua moglie è la sorella di Usama), affarista saudita, al 125 posto tra gli uomini più ricchi del mondo, Era proprietario della National Commerce Bank dell'Arabia Saudita, la più grande banca privata del mondo posseduta da un privato. Ma soprattutto era il banchiere della famigia reale saudita. Un vero astronauta della globalizzazione finanziaria, al centro del flusso dei dollari che arrivavano nel Golfo in cambio del petrolio e che tornavano in occidente - negli Stati uniti soprattutto - sotto forma di investimenti. Tra l'86 e il '90 azionista di riferimento, col 20%, della Bcci, negli Usa. Era nel board della banca insieme a Gaith Pharaon, al pakistano Abedi, allo sceicco del Bahrein, Khalifa; aveva come proprio referente nel mondo finanziario americano Jack Stephens, uno del "club dei 100" (quelli che avevano contribuito all'elezione di Bush padre alla presidenza con 100.000 dollari a testa, cfr. New York Times, 6 dic. '91). Anni d'oro, in cui la banca riciclava denaro per i cartelli della droga colombiani, per il traffico d'eroina prodotta in Afghanistan e gestito direttamente dalla Cia per finanziare Contras e mujaeddin anti-sovietici senza passare sotto il controllo del Congresso americano. Una di queste schegge, al contrario, lo ha portato ad essere una delle principali fonti di finanziamento di Blessed Relief e altre Ong musulmane, accusate di "girare" denaro direttamente a Osama bin Laden. Nel consiglio d'amministrazione di Blessed Relief, per sfortuna, siede suo figlio Abdul Rahman, sospettato d'aver partecipato a un fallito attentato al presidente egiziano Mubarak. Nel '78 il suo socio, Salem bin Laden, aveva assunto come prestanome per il mercato statunitense James Bath, uno degli amici intimi di Bush junior e agente della Cia con lo specifico compito di "stabilire un legame più efficace con l'Arabia saudita". Agli ordini di George Bush padre, nominato due anni prima direttore dell'"agenzia". Bin Laden e bin Mahfouz, secondo le accuse mosse loro in un secondo tempo, cercavano invece gli investimenti giusti per "condizionare la politica americana". Nell'87 dà mandato al suo rappresentante ufficiale negli Usa, Abdullah Taha Bakhsh, di acquistare il 17% della Harken Energy, di cui George W. Bush è azionista, consulente, amministratore. Un'azienda petrolifera piccola, con un disperato bisogno di soldi e commesse. Bin Mahfouz porta gli uni (anche Jack Stephens contribuisce con 25 milioni di dollari) e le altre. Qualche tempo dopo lo sceicco Khalifa - altro consigliere della Bcci - in qualità di ministro del Bahrein affida proprio alla Harken il compito di effettuare trivellazioni nel proprio mare. Una "fortuna eccezionale", che spinge il valore della Harken a oscillare tra 4 e 5 dollari per azione. Ma proprio a quel punto qualcosa si rompe. Il 20 giugno del '90 George W. vende la sua partecipazione nella Harken a 4 dollari per azione, mettendosi in tasca quasi un milione di dollari. Otto giorni dopo vengono pubblicati i risultati economici del secondo trimestre: la Harken dichiara perdite per 23 milioni di dollari e il valore delle azioni cade a 1. L'uscita di Bush dalla società è stata di un tempismo davvero eccezionale. Frutto di un fiuto innato per gli affari o di un insider trading da paura? La Sec (la Consob americana) apre un'inchiesta (Micah Morison, Wall Street Journal, 27-9-'99). Il sospetto economico è che, da consigliere, conoscesse benissimo la situazione fallimentare della società e abbia, fuggendo, "fregato" i soci e il mercato. Quello politico è che, da figlio del presidente, fosse informato dell'ormai imminente invasione del Kuwait e della conseguente crisi del mercato petrolifero. Bush fu naturalmente assolto, nonostante i malumori del Wall street journal per la palese violazione delle regole di mercato. Il buon bin Mahfouz, negli stessi giorni, vedeva crollare la Bcci sotto i colpi dello scandalo (oltre 10 miliardi di dollari di perdite). I Bush - presidente e figlio - scomparvero, mentre lui pagava danni e multe, chiudeva le attività negli Stati uniti e se ne tornava a casa. Con una cittadinanza irlandese e, probabilmente, qualche dente avvelenato. Come molti, negli ultimi tempi, in Arabia saudita.
Hasan M. Binladen
Fratellastro di Usama e direttore di Iridium Satellite LLC fino al 2001, compagnia di telefonia satellitare che ha inviato nello spazio 66 satelliti a bassa orbita per comunicazioni satellitari ed utilizzo militare Nel 1990 il progetto viene presentato: 77 satelliti in grappoli in sette orbite planetarie su un totale di undici. Da qui il nome, Iridium: un atomo formato da 77 protoni attorno a cui girano 77 elettroni, anche se con il primo taglio al budget il sistema si riduce a 72 satelliti e con l'abbandono dell'orbita polare ne rimangono 66. Nel 1995 il sistema Iridium, ottiene il via libera della commissione federale americana per le comunicazioni (Federal Comunications Commission). La maggior parte dei satelliti Iridium vengono lanciati dalla Boeing. Iridium Llc è gestito da un consorzio internazionale di cui fanno parte aziende di telecomunicazioni e grandi industrie (per l'Italia la Stet). Al consorzio partecipa Iridium Italia, controllata da Telecom Italia, Tim e Telespazio. Nel gruppo degli investitori c'è la Iridium Middle East Corporation, formata da Mawarid e da Saudi Binladin Group uno dei gruppi industriali più importanti dell'Arabia Saudita. Ognuna delle aziende che partecipa non solo possiede una parte dell'Iridium, ma costruisce e possiede i gateway terrestri che connettono la costellazione satellitare con il network dei telefoni, ed è il distributore locale del servizio satellitare nei mercati al momento dell'entrata nel consorzio.
Iridium si basa sull'impiego di piccoli satelliti (solo 689 chilogrammi) che sono posti su orbite basse (780 km). Nel novembre 1998, dopo 11 anni di lavoro, Iridium da ufficialmente il via alla sua attività operativa e commerciale. Costato cinque miliardi di dollari, al cambio dell'epoca circa 8.150 miliardi di lire, il nuovo servizio ha una dimensione globale: lo stesso telefono può cioé essere utilizzato in qualsiasi parte del mondo per chiamare ovunque si trovi il destinatario della telefonata. L'Iridium raggiunge un picco massimo di clientela di 55mila utenti. Ma le sue tariffe e il costo del piccolo cellulare risultano troppo alti per avere larga diffusione. E' l'agosto '99 e l'agenzia di telefonia satellitare, dopo essere stata colpita da pesanti difficoltà finanziarie, dichiara bancarotta, sospende il servizio e si prospetta addirittura l'idea di far precipitare i satelliti sulla terra. Dopo il fallimento (Agosto 2001)un gruppo di investitori (Globalstar) rileva la società per soli 25 milioni di dollari. Hasan bin Laden non è più tra i partners. Il presidente della nuova compagnia, Dan Colussy, un veterano dell'industria dell'aviazione, fa sapere che Iridium Satellite mantiene investitori e sostenitori per servire le regioni dell'America Latina, Medio Oriente, Africa e sud-est asiatico.
Mahmood Ahmed
Capo dei Servizi Segreti Pakistani fino al Settembre 2001.
Dimessosi dopo la rivelazione di aver finanziato Atta con 100.000 Dollari.
A Colazione con Peter Goss (Attuale capo della CIA) il giorno 11 Settembre a Washington.
Goss, quando gli è stato chiesto di spiegare i motivi dell’incontro, ha affermato che non era in corso una discussione su bin Laden o sul terrorismo, con il gen. Mahmood Ahmed, bensì sulle relazioni tra India e Pakistan.
Peter Goss
Goss, un membro del Congresso repubblicano ed ex funzionario CIA, è stato alla guida della Commissione per l’Intelligence per i passati sette anni. Il presidente Bush ha annunciato la sua nomina a capo della CIA dopo il dimissionamento di Tenet.
Goss ha passato otto anni lavorando per la CIA segretamente, in un periodo nel quale l’agenzia appoggiava apertamente regimi militari in tutto il mondo. Parlava bene il francese e lo spagnolo e fu inizialmente assegnato a Miami, poi nei caraibi. Ha operato ad Haiti e nella Repubblica Dominicana – la prima a essere guidata da un regime sostenuto dagli Usa, quello di Francois (Papa Doc) Duvalier, il secondo dopo Rafael Trujillo, il cui assassinio portò all’invasione Usa nel 1965.
Successivamente, nel corso della sua carriera all’interno della Cia, Goss si spostò a Londra svolgendo incarichi segreti in Europa. Le notizie sui media Usa suggeriscono che si stesse occupando degli interessi della Cia in Grecia, quando i colonelli greci fecero un colpo di stato, nel 1967, stabilendo un regime brutale. Goss, che aveva studiato greco a Yale, parlava correttamente anche questa lingua.
Goss lasciò la CIA nel 1971, dopo una debilitante infezione che lo rese incapace di continuare a svolgere mansioni clandestine oltreoceano. Si sistemò nel sud ovest della Florida, aprendo un giornale locale insieme ad alcuni ex colleghi della CIA, e presto divenne un plurimilionario. Si diede alla carriera politica, tra i repubblicani, guadagnando una posizione di rilievo.
Nel 1988 fu eletto al Congresso Usa. Nel 1997 fu scelto per guidare la Commissione per l’Intelligence, istituita a metà degli anni ’71, quando vi furono le rivelazioni che la CIA stava spiando i cittadini Usa.
Come guida della Commissione, Goss si guadagnò il rispetto e l’ammirazione della comunità dell’intelligence, per i suoi sforzi per proteggerli da qualunque interferenza del Congresso al loro lavoro.
E’ stato anche uno dei principali responsabili delle indagini del Congresso sugli attacchi dell’11 settembre. Durante queste indagini, Goss mise sotto inchiesta il suo stesso gruppo, dopo una fuga di notizie dall’interno della sua commissione, notizie che erano state loro date dall’amministrazione Bush.
Le conclusioni dell’indagine sono state rifiutate dalle famiglie delle vittime degli attacchi dell’11 settembre, che hanno fatto pressione perché vi fosse un’inchiesta da parte di indipendenti, nel 2002.
Goss si è opposto a questa inchiesta indipendente, fino a che l’amministrazione Bush non ha concordato per accettarla. Ha cooperato peraltro nella scelta dei suoi componenti.
Buzzy Krongard.
Nel febbraio del 1998 A.B. Buzzy Krongard, ex CEO di DeutscheBank-Alex Brown - la più antica compagnia USA di operazioni bancarie di investimento - e vice presidente della Banker's Trust (abbreviamo in BT), lasciò la BT e la comunità degli investimenti bancari per lavorare per la CIA a tempo pieno. Krongard aveva organizzato la fusione del valore di 2,5 miliardi di dollari tra la Banker's Trust e la Deutsche Bank poco prima di passare dalla parte dell'intelligence. Buzzy, i suoi amici lo chiamano così, aveva servito come consulente per una serie di direttori della CIA. Ha lasciato la sua posizione bancaria per diventare consigliere del direttore della CIA - George J. Tenet - appena 11 mesi prima della condanna finale a 19,1 milioni di dollari di multa contro la BT, che era già una filiale della Deutsche Bank (abbreviamo in DB). La DB in Italia, come già detto, gestisce la raccolta fondi e gli investimenti attraverso la DeAM che ha sede a Milano.