Caro dottor Dell’Utri,
nel suo intervento a Gubbio, nel corso dei lavori della “scuola” di formazione di Forza Italia, ha centrato in pieno il problema: “fino ad oggi si è perso del tempo”, non si è dato quell’offerta di aggregazione per una domanda presente e molto ampia, desiderosa di acquisire quei punti di riferimento che sono fondamentali in ogni forma di partecipazione politica diretta. Troppo spesso si è stati lasciati all’iniziativa individuale dei singoli in ambito locale ed ancor più spesso questa si è rivelata inadeguata, deludente, inconcludente. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Dico queste cose con un profondo senso di rammarico, perché ogni giorno che passa si rafforza in me la sensazione sgradevole che stiamo buttando al vento una occasione straordinaria di coagulare attorno alla figura del nostro leader, Silvio Berlusconi, una base “liberale” degna di questo nome e dello stesso Berlusconi (che fin troppo è riuscito a fare grazie alla sua enorme immagine e capacità senza il sostegno significativo del partito, ovvero di noi tutti), “uomini liberi” slegati da un modo becero e provinciale di far politica, legato a favori, correnti, gruppi di potere interni.
Così non possiamo andare avanti perché difficilmente arriveremo da qualche parte. Del resto la scuola di Gubbio nasce dalla consapevolezza dello stato attuale delle cose e dalla volontà di porvi un rimedio il più presto possibile, favorendo una "maggiore partecipazione" e creando un collegamento tra le strutture del partito. Ma per tramutare questi buoni propositi da parole a fatti ce ne passa perché nel controllo locale di Forza Italia si è creato un circolo vizioso che ha portato all’instaurazione di tanti piccoli “viceré” con il monopolio assoluto su tutte le operazioni del partito nella regione di riferimento: non passa un candidato, un responsabile cittadino, circoscrizionale, se non vi è il lasciapassare di questi “accentratori” dell’azione politica locale. Questo non è solo sbagliato ma ci ha esposto fino ad oggi anche a sonore sconfitte. E’ il caso della Campania, regione che conosco bene dove ho potuto tastare in prima persona la fallimentare gestione del partito da parte di pochi “leader” che lo hanno scambiato per una propria proprietà. Un partito vuoto, una candidatura debole alle amministrative, un muro di gomma sul quale ci si è infranti sistematicamente quando nei momenti caldi nei quali era richiesto il nostro più assoluto sostegno al partito, ai suoi valori, ai suoi programmi, siamo ignobilmente mancati segnalandoci per il nostro imbarazzante silenzio. Non siamo stati in grado di produrre alcuna iniziativa contro il delirio dei sindacati che hanno sommerso la città di manifesti carichi di menzogne e ipocrisia, non un solo manifesto che potesse controbattere i deliri cofferatiani.
Il nuovo corso è un impegno sacrosanto ma se realmente si vuole imprimere una sferzata alla gestione di Forza Italia il passaggio obbligato è l’individuazione delle persone capaci a condurre questo processo. Non si può continuare ad ignorare la formazione, la discussione interna, la realizzazione di progetti seri e concreti, per prediligere unicamente i giochetti di potere per “piccoli” politici che sanno parlare solo di numero di tessere, cariche fasulle e controllo di aree. In tanti anni in Forza Italia non ho trovato UN dibattito formativo nelle riunioni del gruppo giovani di Napoli e questo l’ho denunciato in un recente articolo pubblicato sul sito www.legnostorto.com e ripreso nella rubrica delle lettere del Corriere della Sera, producendo il richiamo becero di qualche “sottotenente” con scarso senso di autocritica. Autocritica che invece è giunta dall’alto, in questa straordinaria occasione promossa a Gubbio, ma che non deve restare uno dei tanti isolati tentativi compiuti grazie alla buona volontà di qualche singolo.
Cercate le persone per un partito nuovo? Non è un problema, ci sono centinaia di uomini, donne, giovani liberali, con il profondo senso della famiglia e della giustizia (tema caro a molte più persone di quanto possa sembrare) che si sono raccolte in questi anni su internet creando tante web community, nelle quali si discute, ci si impegna, ci si sforza di sostenere Berlusconi ed il suo Governo. Persone che non hanno cariche e che probabilmente nemmeno le vogliono, ma che reclamano a gran voce un partito che li ascolti e li meriti.
Caro onorevole, abbiamo perso del tempo, facciamo in modo di non perderne altro.
Paolo Carotenuto (Napoli)