…elettorale per la Giustizia.
Giuseppe Gargani, il responsabile di FI per i problemi della giustizia, si fece sentire prima dell’estate in occasione della macabra messa in scena dall’opposizione intorno alla proroga dell’articolo 41bis; a un certo punto sembrò che comissari di maggioranza e di opposizione, compreso il presidentev della Commissione, avessero scelto di iscrivere nel Codice e perfino nella Costituzione il “carcere duro” come definitivo. Gargani protestò vivacemente in nome dei valori di civiltà giuridica e rivendicati per poi essere inseriti nel programma elettorale dal movimento politico cha lui è stato chiamato a rappresentare. Il presidente della Commissione, che è senatore di FI, intervistato sui malumori evidenziati sull’argomento da altri esponenti del suo stesso movimento testualmente dichiarava: “Sono casi isolati”.
Non pare proprio, dopo aver letto le recenti dichiarazioni sull’attuazione immediata e completa del programma di Forza Italia in materia, che anche in questo caso il responsabile per la giustizia è un “isolato”.
Si parla del programma che è praticamente quello presentato agli elettori e da questi approvato, e che sembra essere stato messo in “isolamento”, come i mafiosi del 41bis. “Abbiamo perso un anno”, dichiara lo stesso Gargani. L’ex presidente Francesco Cossiga, al solito usando il suo tono provocatore, quel programma l’aveva fatto suo tanto da averlo presentato, testualmente e punto per punto, in Parlamento. Secondo Cossiga (è un suo chiodo fisso), il programma di riforma della giustizia è stato accantonato nella “illusione” di trovare un accordo con i magistrati, e tale illusione è stata coltivata nel premier per opera soprattutto del presidente della Repubblica Ciampi e del suo ascoltato segretario generale Gaetano Gifuni. Mentre seguitano ad illudere Berlusconi frenandolo nell’attuazione del programma (magari facendogli sperare in un intervento della Cassazione in suo favore) in realtà “sono decisamente contro l’attuale maggioranza e il suo leader, e sono pronti anche ad avvalersi delle scorrettezze della magistratura militante pur di abbatterli quanto prima possibile”.
Gargani non dice cose diverse, pur non nominando mai Ciampi e Gifuni e non parla della Cassazione e dei processi di Berlusconi. “Abbiamo perso un anno per cercare di discutere, ragionare, convincere i magistrati e l’opposizione. Ci hanno risposto picche e adesso siamo determinati ad andare avanti anche da soli, anche a colpi di maggioranza”. Anche perché portare avanti pezzettino alla volta la riforma è terribilmente difficile. E conclude:”La situazione è ormai irrecuperabile. Dobbiamo intervenire radicalmente per estirpare quelle metastasi che hanno infettato tutto il corpo giudiziario”. E ci spiega come è che si sono decisi: “In questi giorni di vacanze ci siamo visti, abbiamo ragionato insieme al presidente Berlusconi e siamo arrivati alla conclusione che non può più esistere, in un paese democratico come il nostro, il tasso di politicità così forte nella magistratura.
Si era veramente illuso Berlusconi e ora si è veramente convinto che bisogna passare dall’episodico ad una strategia completa? Che prima delle leggi e delle leggine bisogna incidere sulla struttura e organizzazione della magistratura?
Che prima ancora della separazione delle carriere, o delle funzioni, occorre cancellare la vergogna di quella legge Breganze che permette al più incapace e al più ignorante dei magistrati di scalare senza limiti e senza filtri il vertice della carriera?
Questo si chiede Lino Jannuzzi nell’articolo apparso su Panorama di questa settimana e dal quale ho liberamente tratto.
E aggiunge: che prima di ogni cosa, per ristabilire l’equilibrio dei poteri e mettere un filtro ai poteri di ingerenza della magistratura, serve ripristinare l’immunità dei parlamentari nell’unico Parlamento che non ne gode in Europa?
Oltre tutto, di fronte ad un progetto completo ed organico della giustizia ai magistrati e alla opposizione sarebbe più difficile fare polemica e demagogia e girotondi: la vera illusione è stata questa, credere che fosse più facile procedere per gradi, per piccoli passi, a pezzi e bocconi, che fosse più facile fare una legge che sposta un processo che non varare la separazione delle carriere. Fermo restando che una legge sul legittimo sospetto ce l’ha tutta l’Europa e che la rivendica la Corte di giustizia di Strasburgo fin dal 1984, sono vent’anni che sentenzia sul diritto-dovere dell’imputato di avere un giudice sereno ed imparziale, che è anche un diritto e dovere di tutta la magistratura, a tutela della sua imparzialità e della sua vera indipendenza.
Se Gargani è andato in vacanza in Sardegna per spiegare tutto questo a Berlusconi, e Berlusconi se ne è definitivamente convinto, alla battaglia d’autunno ne vedremo delle belle, altro che girotondi.
Saluti
ps: nel frattempo sale da sinistra l’urlo dei Piedi Rossi, Cofferati con lo sciopero generale (che fantasia) e i verdi (Cento) che dichiara:”La decisione di insistere sulla legge Cirami come la priorità della maggioranza nel mese di settembre è una vera e propria dichiarazione di guerra”.
Per i sinistri italiani democrazia significa che le leggi le devono fare solo loro, anche se sono stati messi dall’elettorato all’opposizione.
E per questo che gli italiani non li sopportano più.
Li giudicano stupidi e arroganti.