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    Predefinito su Tolkien, di F. Cardini

    Trasmettiamo ai nostri lettori uno scritto -ripreso dalla rete- di F. Cardini,
    e aggiungiamo una breve nota ad uno dei libri citati nell'articolo.


    DI FRANCO CARDINI
    La versione filmica de Il Signore degli Anelli è molto meno infedele al testo e allo spirito della grande saga tolkieniana di quanto si sarebbe potuto temere: rallegriamocene. Ma con prudenza: ché un conto sono le intenzioni del regista e del soggettista, un altro gli esiti che un qualunque film tratto da un’opera letteraria possono produrre negli spettatori. Le orde di uomini, donne, giovani e giovanissimi e bambini che in queste settimane hanno preso d’assalto le sale di proiezione di tutto l’Occidente sono solo in modestissima misura costituite di persone che hanno sul serio letto l’opera maggiore di Tolkien; fra essi, una minoranza infima è in grado di contestualizzarla all’interno degli altri libri tolkieniani che è necessario conoscere per entrare nello spirito di essa, vale a dire quanto meno Lo Hobbit e Il Silmarillion; e sono ben pochi, tra questi ultimi, quelli in grado di padroneggiare la problematica complessa che a queste opere presiede, il rapporto fra la fede cattolica di questo grande studioso inglese, nato da una madre presto convertitasi al cattolicesimo, e il suo impegno di filologo e di medievista e la sua fantasia mitopoietica.

    Siamo perseguitati da parecchi decenni da una storia di genere kitsch che ci arriva dagli Stati Uniti d’America: improbabili e di solito abbastanza ributtanti mostracci e mostriciattoli, accompagnati dagli effetti speciali alla Steven Spielberg, si sono impadroniti del cinema imponendo un genere sado-maso-horror spesso accompagnato alla ricostruzione fantastica di saghe epiche ambientate in «universi paralleli». A questa già dubbia miscela si è aggiunto un ritorno alla fantasia magica, com’è attestato dal successo dei libri e del film dedicati ad Harry Potter. Ora, che cosa potranno capire i nuovi fans di Tolkien, quelli che ai suoi libri giungono dopo averne vista la versione cinematografica, e che, digiuni di autentici miti e di archetipi ben compresi, poco o niente sanno di saghe, di letteratura cavalleresca, e magari hanno attinto le «leggende del graal» attraverso le grottesche deformazioni d’una letteratura occultistica da tempo arrivata ormai nelle edicole e le ambigue affabulazioni del new age?

    Natura serena e schiva ma tormentata da segrete inquietudini, John Ronald Reuel Tolkien (nella foto) – nato in Sudafrica nel 1892, residente in Inghilterra dall’età di tre anni circa, convertito al cattolicesimo con la madre nel 1900 – aveva cominciato a organizzare il suo mondo di «fiabe perdute» fin dal 1917, quando aveva 25 anni. Filologo e specialista di letteratura inglese medievale, docente a Oxford fin dal 1925, egli aveva partecipato all’eterogeneo cenacolo degli «InglinKs», umanisti anti-modernisti, e aveva per lunghi anni accompagnato la crescita segreta del suo mondo di miti. Il Signore degli Anelli è in realtà una trilogia, pubblicata fra 1954 e 1955. Pochi anni dopo, con la nascita del movimento hippy, quello strano fluviale poema in prosa dove si parlava di maghi, di talismani e di avventure divenne una specie di Bibbia dell’esperienza esistenziale alternativa. Tolkien lo aveva detto con chiarezza: letteratura di «evasione» sì, ma nel senso di «evasione del prigioniero», cioè del prigioniero di guerra, che evade per tornare a combattere; non in quello di «fuga del disertore», che scappa per salvare la pelle e viene meno così facendo al suo dovere. Negli Anni Sessanta–Settanta (Tolkien sarebbe morto, ottantunenne, nel 1973) il successo dello scrittore inglese raggiunse l’Europa: e lo si guardò come un fenomeno «di destra» appunto perché postulava l’«evasione del prigioniero», la scoperta di modelli e di prospettive di tipo alternativo rispetto al determinismo materialista e al «pensiero unico di tipo marxista che in quegli anni costituivano l’atmosfera che quasi uniformemente si respirava a livello intellettuale. Qualcuno, superficialmente, giudicando il mondo mitico di Tolkien e i suoi dèi, parlò di «neopaganesimo», suggerendo che si potesse trattare quasi di un esperimento di fantasia neonazista. Era una calunnia infame: Tolkien, che aveva orrore di Hitler, gli rimproverava anche questo, l’aver inquinato l’immagine dell’antica mitologia germanica piegandola alla sua perversa propaganda. Ma, dinanzi al conformismo di quegli anni, quella fuga nel mondo dei maghi e degli anelli incantati era salutare.

    Da allora, troppa acqua è passata sotto i ponti. Il materialismo dialettico è scomparso, per lasciare il posto a un materialismo volgare fatto di consumismo e di corsa al profitto e al successo. Ma l’angoscia che nel mondo occidentale si è diffusa come contraccolpo di questo inaridirsi di prospettive ha generato, fra le altre cose, un «ritorno selvaggio del sacro» che a sua volta si è tradotto in infinite mistificazioni pseudoreligiose e neoreligiose cavalcate da sette e conventicole neo–orientali, neoceltiche o sedicenti tali. Dinanzi a questa confusione dove allignano perfino pennellate di ridicolo satanismo, dinanzi a questo balbettar di falsi e nuovi miti che scopre al tempo stesso l’incapacità di attingere correttamente al Sacro e di servirsi in modo ordinato della fantasia, ma anche il bisogno dell’uno e dell’altra, Tolkien va riletto non già lasciando spazio a un libero gioco fantastico che quasi nessuno sembra avere più gli strumenti per sostenere, bensì procedendo a una sua rigorosa rifilologizzazione.

    Tale scelta ci conduce a sottolineare quel che, sotto l’aspetto della saga pagana c’è in Tolkien di profondamente cristiano, anzi cristiano-cattolico. Che cosa? Assolutamente tutto. E cominciamo pure dallo stile del Silmarillion, che parla di antichi dèi immaginari ma suggerisce una tematica profondamente e radicalmente monoteista e creazionista, ispirata direttamente allo stile biblico (nel 1960 Tolkien collaborò alla traduzione della «Bibbia di Gerusalemme» dal francese all’inglese). Per proseguire poi in un’analisi sul carattere cristico della figura di Aragorn come Sovrano del Secondo Ritorno, al pari di Artù – ma anche e soprattutto del Cristo – rex venturus; e su analogo carattere di quella di Frodo Baggins, il «portatore dell’Anello» che si carica del malvagio potere dell’oggetto terribile come il Cristo si è caricato della croce di tutti i peccati del mondo. Si è parlato de Il Signore degli Anelli come di un «romanzo manicheo», dove Bene e Male si distinguono chiaramente: Giorno contro Notte, Luce contro Tenebra. Niente di più falso. Nel romanzo, trionfa proprio il grigio: il colore dello stregone Gandalf. Bene e Male si mischiano di continuo, come nella vita degli esseri umani. La vera grande vittoria del bene è quella che Frodo riporta dentro e contro se stesso, rinunziando al potere dell’anello.

    Ma questi dati fondamentali sono del tutto trascurati e sconosciuti almeno a livello massmediale: dove trionfa la lettura di Tolkien, specie dopo il successo del film, in termini di semplice heroic fantasy e di ambigua spiritualità di tipo new age. Nel mare di sciocchezze scritte e pubblicate di recente al riguardo, poche cose si salvano. Segnalo Le radici non gelano. Il conflitto fra tradizione e modernità in Tolkien, di Stefano Giuliano (Ed. Ripostes) e Tolkien, Il mito e la grazia, di Paolo Gulisano (Ed. Ancora). Significativamente, sono solo alcuni piccoli coraggiosi editori a prestar voce alle voci più giudiziose, naturalmente minoritarie. Il resto è consumismo volgare, maghi da baraccone e draghi di plastica aggravati dai trucchi informatici.

    L’Occidente opulento e sicuro di aver ragione rischia di confondere Aragorn con Bush e Sauron con Bin Laden: e non si rende conto di quanto sia pericolosa l’avanzata del Saruman globalizzatore, di quanto sia urgente liberarsi dell’Anello del nuovo materialismo.


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    Stefano Giuliano,
    Le radici non gelano.
    Il conflitto fra tradizione e modernità in Tolkien
    Ripostes, L. 25.000

    La riproposta del mito, in Tolkien, si pone come risposta forte al tramonto da sacro, alla perdita del 'centro', alla crisi dei valori, ossia a quel complesso insieme di manifestazioni che hanno segnato, e tuttora segnano, la società occidentale contemporanea.
    Per Tolkien, il mito, opportunamente ripensato e rielaborato, può offrire un rimedio alle inquietudini del presente. Non solo, me esso può essere anche uno strumento per leggere e misurare la realtà. Le storie degli Elfi e degli Hobbit diventano così il mezzo per far rivivere sentimenti e idealità tradizionali, nonché la chiave di rappresentazione di vicende e fenomeni di ampia portata: dal rapporto tra i singoli individui e il potere, alle grandi trasformazioni determinate dal progresso scientifico e tecnologico, alla relazione uomo/natura, e così via.
    Le scintillante fantasia di Tolkien e la sua straordinaria capacità evocativa disegnano una possibile via d'uscita dal disorientamento caratteristico della seconda metà del Novecento.

    Il libro è distribuito dalla Libreria Ar - largo Dogana Regia - Salerno - tel./fax: 089 221 226
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

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    Lightbulb Re: su Tolkien, di F. Cardini

    In ricordo di J.R.R. TOLKIEN ( 3 gennaio 1892 - 2 settembre 1973) nell'anniversario della sua morte: scrittore di fede cristiano-cattolica fautore di una politica cristiano-cattolica...




    https://www.radiospada.org/tag/tolkien/
    «“La Compagnia della Croce”: il Tolkien “segreto” riscoperto da Isacco Tacconi.»
    https://www.radiospada.org/2018/10/l...sacco-tacconi/
    https://i0.wp.com/www.radiospada.org...70%2C821&ssl=1






    http://www.edizioniradiospada.com/co....html?Itemid=0

    «Opere come Il Signore degli Anelli, Il Silmarillion e Lo Hobbit sono “immortali”, perché superano correnti e mode passeggere. Questi elementi di immortalità che si trovano presenti in una luce unica rispetto ad ogni altro romanzo fantastico sono il bene e il male, la morte e l’eternità, la tentazione e il peccato, la virtù e la viltà, l’umiltà e la vana gloria, la debolezza e la fortezza, la bellezza e la rozzezza. E la luce che trasfigura questi germi d’eternità è proprio la fede e la pietà dell’autore.

    TITOLO: La Compagnia della Croce

    *SECONDA STAMPA*

    SOTTOTITOLO: Viaggio al cuore della Terra di Mezzo

    AUTORE: Isacco Tacconi

    PREFAZIONE: Paolo Gulisano

    PRESENTAZIONE:

    "Il grande pensatore di Oxford sulla sua tomba aveva voluto che fossero incise queste parole: Ex umbris et imaginibus in veritatem. Andiamo verso la verità passando attraverso ombre e immagini. Per John Ronald Tolkien, che amò subito appassionatamente la fede cui sua madre lo aveva condotto, l’arte fu per tutta la vita questa ricerca della verità tra quelle ombre, quelle immagini che sono i miti, i simboli, le lingue arcaiche parlate dalle generazioni scomparse, le antiche storie di tempi trascorsi e lontani. Attraverso ombre e immagini Tolkien indirizzò la sua vita e la sua opera verso la Verità.
    Nel ventesimo secolo l’Altrove del mito letterario si è avventurato spesso e volentieri sul terreno dell’utopia, preferendo tuttavia viaggiare nello spazio e nel tempo, aprendo l’immaginazione su nuovi mondi e nuove frontiere, frequentemente prefigurando scenari decisamente inquietanti. Non così i grandi interpreti dell’epica religiosa, radicata nel realismo ed espressa attraverso il linguaggio simbolico del Mito.
    L’eroe cristiano di questa nuova epica è diverso da quello antico, poiché ha una diversa consapevolezza del destino, che è disegno di Dio, e non fato inesorabile.
    L’uomo è un pellegrino, un cercatore di risposte, uno straniero in un mondo ostile, impegnato in una lotta che non può vincere sinché il mondo durerà." (Paolo Gulisano)

    "Ciò che il Nostro Professore ha prodotto, si pone su un livello totalmente trascendente e spiritualmente inimitabile dai libercoli che vanno a costituire la montagna di carta stampata che è la cosiddetta “letteratura fantasy” post tolkieniana. Ma a questo punto dovrei mettere a nudo la mia intenzione nello scrivere il presente libro, sia per lealtà verso i lettori sia per non perdere di vista il focus del mio lavoro e non montarmi eccessivamente la testa. La cosa che ancora mi stupisce, infatti, è che quando nel settembre del 2015 cominciai a scrivere la rubrica “Tolkieniana” per il blog degli amici di Radio Spada, non avevo alcuna intenzione di scrivere un libro, tantomeno un libro così ambizioso. Quello che volevo, e tuttora voglio, fare è semplicemente condividere delle meditazioni sugli scritti di questo straordinario scrittore che, in un certo senso, hanno segnato la mia giovinezza e, per conseguenza, la mia vita di uomo, di marito e di padre." (Isacco Tacconi)

    INDICE:

    Prefazione di Paolo Gulisano
    Introduzione dell’Autore
    Parte prima – La Compagnia della Croce
    I. Il segreto di Tolkien
    I.a. La bellezza della verità
    I.b. Il fuoco segreto
    I.c. Una luce invisibile
    I.d. Il viaggio dell’anima
    I.e. Leggere “in trasparenza”
    II. Frodo, l’Anello e la Via della Croce
    II.a. Il vero “protagonista”
    II.b. Legge del peccato e legge della grazia
    II.c. Vero Uomo e vero Hobbit
    II.d. Uno strano eroismo
    III. Boromir e Denethor, tra grazia e peccato
    III.a. Il figlio del custode del trono
    III.b. Virile, dunque penitente
    III.c. Saul e Gionata
    III.d. Il riscatto della colpa
    IV. Aragorn, la forza del sangue di un Re
    IV.a. Onorare la verità
    IV.b. Un Re senza corona
    IV.c. Nobile per nascita
    IV.d. Ramingo come Adamo
    IV.e. Oportet Illum regnare
    V. Samwise Gamgee, il servo e l’amico
    V.a. Un gioiello fra gli hobbit
    V.b. Gli hobbit e l’esperienza della morte
    V.c. Il Pane dei viandanti
    V.d. Nobile e ignobile
    V.e. Uno strano “Cireneo”
    VI. Gandalf, voce di uno che grida nel deserto
    VI.a. Il mistero di Gandalf
    VI.b. Il potere creativo della parola
    VI.c. Il Grigio Pellegrino
    VI.d. Un sacro mendicante
    VI.e. Guida nell’oscurità
    VII. Meriadoc e Peregrino, un tempo per ogni cosa
    VII.a. Essere hobbit fuori dalla Contea
    VII.b. Gli hobbit della Provvidenza
    VII.c. Amicizia fraterna
    VII.d. Il grande e il Piccolo
    VIII. Legolas, gli Elfi e la morte
    VIII.a. Le origini degli Elfi
    VIII.b. Gli Elfi e la morte
    VIII.c. Legolas e gli “Elfi Custodi”
    IX. Éowyn, una donna come Dio comanda
    IX.a. Una mattina di pallida primavera
    IX.b. La donna tra virtù e perversione
    IX.c. Un segreto di felicità
    X. Théoden, la forza e l’onore
    X.a. Amici pericolosi
    X.b. Tempo di destarsi
    X.c. Cavalcare verso la morte
    X.d. Una fine gloriosa
    XI. Éomer, obbedire e resistere
    XI.a. Un tempo di confusione
    XI.b. Un’obbedienza più perfetta
    XI.c. Bona facere et mala pati
    XI.d. Il Signore giudica il cuore
    XI.e. I destrieri di Dio
    XII. Gimli, i Nani e il Tesoro nascosto
    XII.a. Tornare alla terra natia
    XII.b. Una dicendenza secondo la carne
    XII.c. Nelle profondità della terra
    XII.d. Un incontro folgorante
    Parte seconda – Il Male e la Provvidenza
    I. Enigmi nell’oscurità: Melkor, Sauron e il Mistero del male
    I.a. Introduzione
    I.b. I simboli del Male
    I.c. L’origine degli orchi
    I.d. La «Scimmia di Dio»
    I.e. I Nazgûl e la natura del Male
    I.f. L’occhio di Sauron
    I.g. La bocca di Sauron
    I.h. Tolkien e il locus inferni
    II. Gollum, un disgraziato “eucatastrofico”
    II.a. Tolkien e la Provvidenza
    II.b. Il senso di «eucatastrofe»
    II.c. Gollum e Saul
    III. Saruman, il “Modernista”
    III.a. Il mondo è cambiato
    III.b. Il tradimento
    III.c. Guardare nel Palantìr
    III.d. Non si può tornare indietro
    III.e. La via nuova e l’antica
    Conclusione sul male
    IV. Barbalbero, l’akedia e il risveglio degli Ent
    IV.a. Il pastore di alberi
    IV.b. Il locus sapientiæ
    V. Lo strano caso di messer Tom Bombadil
    V.a. Perché Tom?
    V.b. Un’allegoria “in trasparenza”
    V.c. La nozione di “simbolo”
    V.d. Un angelo con gli stivali gialli
    VI. Galadriel, l’amore e l’immortalità
    VI.a. Lo specchio di Galadriel
    VI.b. La Signora della Luce
    VI.c. Un Amore più forte della Morte
    VII. L’Albero Bianco della Tradizione
    VII.a. Padre e apologeta
    VII.b. L’Albero Bianco
    VII.c. Tolkien e la Tradizione
    Conclusione: festeggiare una vita semplice
    PAGINE 452 formato A5

    © 2017 Edizioni Radio Spada

    ISBN 9788898766383

    PREZZO: € 18,90 + spese di spedizione.»







    2 SETTEMBRE 2019: SANTO STEFANO, PRIMO RE DI UNGHERIA E CONFESSORE…



    Santo Stefano d'Ungheria - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/santo-stefano-dungheria/
    «2 settembre, Santo Stefano Re d’Ungheria, Confessore (969 – 1038).
    Concedi alla tua Chiesa, o Dio onnipotente, di avere glorioso protettore in cielo il tuo confessore santo Stefano, che fu propagatore mentre regnava in terra. Per il nostro Signore Gesù Cristo…»
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...-2-300x293.jpg






    SANTE MESSE CATTOLICHE IN LATINO CELEBRATE "NON UNA CUM" DAI SACERDOTI DELL' I.M.B.C. ("ISTITUTO MATER BONI CONSILII") E DA DON FLORIANO ABRAHAMOWICZ IN TUTTA ITALIA:


    "Sante Messe - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

    "Torino - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/torino/

    "Modena - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/modena/

    "Rimini - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/rimini/

    "Pescara - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/pescara/

    "Potenza - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/potenza/

    "Roma - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/roma/

    "S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

    “Sodalitium - IMBC.”
    https://www.youtube.com/user/sodalitium

    “Omelie dell'I.M.B.C. a Ferrara.”
    https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/


    http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
    “Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11).”

    "L’omelia tenuta da don Ugolino Giugni domenica 1 settembre 2019 – XII domenica dopo la Pentecoste. Nella quale si parla del commento all’epistola e al Vangelo del giorno, la parabola del buon samaritano."
    http://www.oratoriosantambrogiombc.i...la-pentecoste/

    Omelia della XI domenica dopo la Pentecoste ? Oratorio Sant'Ambrogio ? Milano


    «Omelia del Rev. Don Piero Fraschetti del 01.09.2019, 12° d. Pentecoste
    https://www.youtube.com/watch?v=Ri5MzOBNjWw

    Omelia del Rev. Don Francesco Ricossa del 25.08.2019, 11° d. Pentecoste
    https://www.youtube.com/watch?v=U6oFre7S15Y »

    http://www.oratoriosantambrogiombc.it/tag/omelie/





    «Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
    http://www.domusmarcellefebvre.it/
    https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz
    XII domenica d. Pentecoste (Santa Messa)
    https://www.youtube.com/watch?v=nIk0skekqQI
    XII domenica d. Pentecoste (Omelia)
    https://www.youtube.com/watch?v=ewDURGc0UNA
    XI domenica d. Pentecoste (Santa Messa)
    https://www.youtube.com/watch?v=NNOE3X7h7kc
    XI domenica d. Pentecoste (Omelia)
    https://www.youtube.com/watch?v=hk75pIqAtog
    http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
    La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.».






    Preghiamo San Pio X

    “2 settembre (16 agosto) - S. Stefano d'Ungheria, re.”
    https://forum.termometropolitico.it/...gheria-re.html
    https://forum.termometropolitico.it/...eria-re-3.html
    “Rassegna stampa nella festa di Santo Stefano d'Ungheria (2 settembre 2010).”
    https://forum.termometropolitico.it/...re-2010-a.html
    “4 novembre - S. Emerico d'Ungheria, principe, figlio di S. Stefano d'Ungheria.”
    https://forum.termometropolitico.it/...-ungheria.html






    https://www.facebook.com/catholictradition2016/
    «MARTIROLOGIO ROMANO, 1955. Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»

    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...2f&oe=5E07DAF0






    https://sardiniatridentina.blogspot....ria-e.html?m=0
    “SANTO STEFANO, PRIMO RE DI UNGHERIA E CONFESSORE.
    Santo Stefano, primo Re di Ungheria e Confessore
    Santo Stefano, Re degli Ungheresi e Confessore, il quale, adorno di virtù divine, per primo convertì gli Ungheresi alla fede di Cristo, e dalla Vergine Madre di Dio, nello stesso giorno della sua Assunzione, fu ricevuto nel cielo. La sua festa, per disposizione del Papa Innocenzo undecimo, si celebra specialmente il due di Settembre, giorno nel quale la munitissima fortezza di Buda, per intercessione del santo Re, fu valorosamente ricuperata dall'esercito cristiano.


    INTROITUS
    Ps 36.30-31.- Os iusti meditábitur sapiéntiam, et lingua eius loquétur iudícium: lex Dei eius in corde ipsíus. ~~ Ps 36:1.- Noli æmulári in malignántibus: neque zeláveris faciéntes iniquitátem. ~~ Glória ~~ Os iusti meditábitur sapiéntiam, et lingua eius loquétur iudícium: lex Dei eius in corde ipsíus.

    Ps 36.30-31.- La bocca del giusto pronuncia parole di saggezza, la sua lingua parla con rettitudine; ha nel cuore la legge del suo Dio. ~~ Ps 36:1.- Non invidiare i malvagi e non essere geloso degli operatori di iniquità. ~~ Gloria ~~ La bocca del giusto pronuncia parole di saggezza, la sua lingua parla con rettitudine; ha nel cuore la legge del suo Dio.

    Gloria

    ORATIO
    Orémus.
    Concéde, quaesumus, Ecclésiæ tuæ, omnípotens Deus: ut beátum Stéphanum Confessórem tuum, quem regnántem in terris propagatórem hábuit, propugnatórem habére mereátur gloriósum in coelis. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

    Preghiamo.
    Concedi, te ne preghiamo, o Dio onnipotente, alla tua Chiesa di avere come difensore glorioso in cielo il beato confessore Stefano; il quale, regnando in terra ne fu propagatore. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

    LECTIO
    Léctio libri Sapiéntiæ.
    Eccli 31:8-11
    Beátus vir, qui invéntus est sine mácula, et qui post aurum non ábiit, nec sperávit in pecúnia et thesáuris. Quis est hic, et laudábimus eum? fecit enim mirabília in vita sua. Qui probátus est in illo, et perféctus est, erit illi glória ætérna: qui pótuit tránsgredi, et non est transgréssus: fácere mala, et non fecit: ídeo stabílita sunt bona illíus in Dómino, et eleemosýnas illíus enarrábit omnis ecclésia sanctórum.

    Beato l'uomo che è trovato senza macchia, che non è andato dietro all'oro, e non ha sperato nel danaro e nei tesori. Chi è costui e gli daremo lode? Poiché certo ha fatto meraviglie nella sua vita. Egli fu provato con l'oro e rimase incorrotto, sicché ridonda a sua gloria? Egli poteva peccare e non peccò, fare del male e non lo fece? Per questo i suoi beni sono resi stabili nel Signore, e le sue elemosine celebrate nel concilio dei Santi.

    GRADUALE
    Ps 91:13; 91:14
    Iustus ut palma florébit: sicut cedrus Líbani multiplicábitur in domo Dómini.
    Ps 91.3
    Ad annuntiándum mane misericórdiam tuam, et veritátem tuam per noctem.

    Il giusto fiorisce come palma; cresce come cedro del Libano nella casa del Signore.
    V. Per celebrare la tua misericordia al mattino, e la tua fedeltà nella notte.

    ALLELUIA
    Allelúia, allelúia
    Iac 1:12
    Beátus vir, qui suffert tentatiónem: quóniam, cum probátus fúerit, accípiet corónam vitæ. Allelúia.

    Alleluia, alleluia.
    Beato l'uomo che supera la prova; perché dopo essere stato provato, avrà la corona di vita. Alleluia.

    EVANGELIUM
    Sequéntia ✠ sancti Evangélii secúndum Lucam
    Luc 19:12-26
    In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis parábolam hanc: Homo quidam nóbilis ábiit in regionem longínquam accípere sibi regnum, et reverti. Vocátis autem decem servis suis, dedit eis decem mnas, et ait ad illos: Negotiámini, dum vénio. Cives autem eius óderant eum: et misérunt legatiónem post illum, dicéntes: Nolumus hunc regnáre super nos. Et factum est, ut redíret accépto regno: et iussit vocári servos, quibus dedit pecúniam, ut sciret, quantum quisque negotiátus esset. Venit autem primus, dicens: Dómine, mna tua decem mnas acquisívit. Et ait illi: Euge, bone serve, quia in módico fuísti fidélis, eris potestátem habens super decem civitátes. Et alter venit, dicens: Dómine, mna tua fecit quinque mnas. Et huic ait: Et tu esto super quinque civitátes. Et alter venit, dicens: Dómine, ecce mna tua, quam hábui repósitam in sudário: tímui enim te, quia homo austérus es: tollis, quod non posuísti, et metis, quod non seminasti. Dicit ei: De ore tuo te iúdico, serve nequam. Sciébas, quod ego homo austérus sum, tollens, quod non pósui, et metens, quod non seminávi: et quare non dedísti pecúniam meam ad mensam, ut ego véniens cum usúris útique exegíssem illam? Et astántibus dixit: Auferte ab illo mnam et date illi, qui decem mnas habet. Et dixérunt ei: Dómine, habet decem mnas. Dico autem vobis: Quia omni habénti dabitur, et abundábit: ab eo autem, qui non habet, et, quod habet, auferetur ab eo.

    In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli questa parabola: «Un nobiluomo partì per un lontano paese a ricevere l'investitura d'un regno, e ritornare. Perciò chiamati a sé i suoi dieci servi, diede loro dieci mine e disse loro: “Negoziatele sino al mio ritorno”. Ma i suoi cittadini gli volevano male: e gli spedirono dietro un'ambasciata, dicendo: “Non vogliamo che costui regni su di noi". E avvenne che, tornato dopo preso il regno, fece chiamare a sé i suoi servi ai quali aveva dato il danaro, per sapere che traffico ne avessero fatto. E il primo venne a dire: “Signore, la tua mina ne ha fruttate dieci”. Ed egli disse: “Bravo, servo fedele, perché sei stato fedele nel poco abbi potere su dieci città”. Poi venne il secondo e disse: “Signore, la tua mina ne ha fruttate cinque". E rispose. anche a questo; “Anche tu comanda a cinque città”. Poi venne un altro a dirgli: “Signore, eccoti la tua mina che ho tenuta involta in una pezzuola, perché ho avuto paura di te che sei uomo duro: prendi quello che non hai messo e mieti quello che non hai seminato". Ed il padrone a lui: “Dalla tua bocca ti giudico, servo iniquo! Sapevi che sono uomo severo, che prendo quel che non ho messo, e mieto quello che non ho seminato; e perché allora non hai messo il mio danaro alla banca: ed io, al ritorno, l'avrei riscosso coi frutti?". E disse agli astanti: “Toglietegli la mina e datela a colui che ne ha dieci". Ma gli fecero osservare: “Signore, ne ha dieci". E io vi dico: “A chi ha, sarà dato, e a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha”».

    OFFERTORIUM
    Ps 88:25
    Véritas mea et misericórdia mea cum ipso: et in nómine meo exaltábitur cornu eius.

    Con lui staranno la mia fedeltà e il mio amore, e s'innalzerà nel mio Nome la sua forza.

    SECRETA
    Réspice, quas offérimus, hóstias, omnípotens Deus: et præsta; ut, qui passiónis Dominicae mystéria celebrámus, imitémur quod ágimus. Per eundem Dominum nostrum Iesum Christum filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

    Guarda, Dio onnipotente, le ostie che ti presentiamo: e fa' che, celebrando i misteri della passione del Signore, imitiamo ciò che essi ci rappresentano. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

    COMMUNIO
    Matt 24:46-47
    Beátus servus, quem, cum vénerit dóminus, invénerit vigilántem: amen, dico vobis, super ómnia bona sua constítuet eum.

    Beato è quel servo se il padrone, quando ritorna, lo troverà al lavoro: in verità, vi dico, lo preporrà a tutti i suoi beni.

    POSTCOMMUNIO
    Orémus.
    Præsta, quaesumus, omnípotens Deus: ut beáti Stephani Confessóris tui fidem cóngrua devotióne sectémur; qui, pro eiúsdem fídei dilatatióne, de terréno regno ad coeléstis regni glóriam méruit perveníre.Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
    Preghiamo.
    Fa', te ne preghiamo, Dio onnipotente, che seguiamo con pia devozione la fede del tuo beato confessore Stefano: il quale per la dilatazione della medesima fede meritò dal regno terreno giungere alla gloria del regno celeste. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen."
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    “DAGLI SCRITTI DI SANTO STEFANO, PRIMO RE DI UNGHERIA E CONFESSORE
    Dalle «Esortazioni al figlio» di santo Stefano, primo Re di Ungheria e confessore.
    (Cap. 1.2.10; PL 151, 1236-1237. 1242-1244)

    Ascolta, figlio mio, l'insegnamento di tuo padre.
    In primo luogo questo ti consiglio, ti raccomando e ti impongo, figlio carissimo: fa' onore alla corona regale, conserva la fede cattolica e apostolica con tale diligenza e scrupolo, da essere di esempio a tutti quelli che da Dio ti sono stati sottoposti, perché tutte le persone dabbene giustamente ti indichino come un praticante autentico del Vangelo. Senza di questo, sappilo per certo, non sarai cristiano né figlio della Chiesa. Nel palazzo reale dopo la fede in Cristo, viene quella nella Chiesa, la quale, piantata dapprima dal nostro capo, Cristo, fu poi trapiantata e solidamente costruita e diffusa per tutto il mondo dalle sue membra, ossia dagli apostoli e dai santi padri. Questa Chiesa non cessa mai di generare ovunque nuovi figli, anche se in diverse regioni data la sua antica introduzione, in un certo senso si potrebbe considerare vecchia.
    Nel nostro regno però, o figlio carissimo, essa è ancora giovane, in quanto nuova e annunziata da poco. Per questo ha bisogno di persone che la custodiscano con maggior impegno e vigilanza, perché, quel bene, che la divina bontà ha elargito a noi, senza alcun nostro merito, non vada perduto e ridotto al nulla per tua ignavia, pigrizia e negligenza.
    Figlio mio carissimo, dolcezza del mio cuore, speranza della mia futura discendenza, ti scongiuro e ti comando di farti guidare in tutto e per tutto dall'amore, e di essere pieno di benevolenza, non solo verso i parenti e i congiunti, siano essi principi, condottieri, ricchi, vicini o lontani, ma anche verso gli estranei e tutti quelli che vengono da te.
    Se praticherai la carità, arriverai alla suprema beatitudine. Sii misericordioso verso tutti gli oppressori. Abbi sempre presente nel cuore il modello offerto dal Signore quando dice: «Misericordia io voglio e non sacrificio» (Mt 9, 13). Sii paziente con tutti, non solo con i potenti ma anche con i deboli.
    Infine sii forte, perché non ti inorgoglisca la prosperità, né ti abbatta l'avversità. Sii anche umile, perché Dio ti esalti ora e in futuro. Sii moderato e non punire o condannare alcuno oltre misura. Sii mite e non voler metterti mai in opposizione con la giustizia. Sii onesto, perché non abbia mai a procurare volutamente disonore ad alcuno. Sii casto, perché tu abbia ad evitare, come spine di morte, le sollecitazioni malvage.
    Tutte queste cose, qui sopra elencate, danno splendore alla corona regale, mentre, senza di esse, nessuno è in grado di regnare come si conviene quaggiù, né di giungere al regno eterno.
    «L'osservanza della preghiera è la più grande conquista della salute reale... La preghiera continua è purificazione e remissione dei peccati. Tu poi, figlio mio, ogni volta che ti rechi al tempio di Dio, fa' in modo di adorare Dio con Salomone, figlio del re, e tu stesso, come re, di' sempre: Manda o Signore la sapienza dall'alto della tua grandezza, perché sia con me e con me lavori, affinché io sappia che cosa sia gradito davanti a te in ogni tempo».
    (da Libellus de institutione morum ad Emericum ducem, c. 9)
    «Affinché tali cose non avvengano anche a te, obbedisci, figlio mio. Tu sei ancora un fanciullo, sei un bimbo nato tra le ricchezze, la tua dimora è fatta di guanciali e sei stato nutrito e cresciuto tra ogni genere di delizie, ignaro della fatica delle spedizioni e ignaro delle incursioni delle diverse genti - fatiche nelle quali io ho consumato la mia vita. Ormai è tempo che non ti si offrano più sempre le mollezze dei guanciali, che ti rendono corto di mente ed effeminato nei costumi: esse sono la rovina della virtù, l'alimento dei vizii e il disprezzo dei comandamenti. Talora invece è bene che ci sia una certa asperità, la quale renda la tua intelligenza attenta alle cose che io ti insegno».
    (da Esortazioni al figlio, Prologo - Cap. I)
    «Innanzitutto, figlio mio, se vuoi rendere onore alla corona reale, ti ordino, ti consiglio e ti raccomando di custodire la fede cattolica e apostolica con tale diligenza e vigilanza, da offrire un modello a tutti coloro che per volontà di Dio ti sono sudditi e in tal modo che tutti gli uomini di Chiesa possano a ragione chiamare un vero cristiano. Altrimenti non potrai esser detto cristiano - siine certo - né figlio della Chiesa».
    (Libellus sancti Stephani Regis de institutione morum ad Emericum ducem, I, 1)”
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    «2 settembre 2019: Santo Stefano, Re d'Ungheria e confessore.

    Di nobilissima famiglia, e gli ricevette da bambino una profonda educazione cristiana. Consacrato re d'Ungheria nella notte di Natale dell'anno mille con il titolo di "re apostolico", organizzò non solo la vita politica del suo popolo, riunendo le 39 contee in unico regno, ma anche quella religiosa gettando le fondamenta di una solida cultura cristiana. Egli divise il territorio in diocesi, eresse chiese monasteri, fra cui quello famoso di San Martino di Pannonhalma, ed appoggiò il clero servendosi come collaboratori di Benedettini di Cluny. Aveva sposato una principessa, Gisella di Baviera, che lo sostenne nella sua opera e che alla sua morte si richiuse nel monastero benedettino di Passau.
    Martirologio Romano: Santo Stefano, re d’Ungheria, che, rigenerato nel battesimo e ricevuta da papa Silvestro II la corona del regno, si adoperò per propagare la fede cristiana tra gli Ungheresi: riordinò la Chiesa nel suo regno, la arricchì di beni e di monasteri, fu giusto e pacifico nel governare i sudditi, finché a Székesfehérvár in Ungheria, nel giorno dell’Assunzione, la sua anima salì in cielo.
    (15 agosto: A Székesfehérvár in Pannonia, nell’odierna Ungheria, anniversario della morte di santo Stefano, re di Ungheria, la cui memoria si celebra il 2 settembre).»
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    «Il 2 settembre 1686 la Lega Santa, radunata dal beato Innocenzo XI Odescalchi, riconquistava Buda dal dominio Turco: "Il Santo Padre che liberò Vienna, così ha espugnato Buda. Da secoli non sedeva più un Papa simile sulla Cattedra di Pietro" (Giacomo II d'Inghilterra). In ringraziamento il Papa estese a tutta la Chiesa la festa di santo Stefano, primo Re Apostolico di Ungheria, da celebrarsi ogni 2 settembre.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...44&oe=5DCD88ED






    “S.E.R. Monsignor Pierre-Louis de La Rochefoucauld-Bayers (1744-1792), vescovo di Saintes nel 1781, partecipò agli Stati generali 1789 e fu opposizione fierissimo dei moti rivoluzionari e della Costituzione civile del Clero. Arrestato nell’agosto 1792, fu linciato da una folla fanatizzata di rivoluzionari il 2 settembre 1792, insieme al fratello Francois Joseph, vescovo di Beauvais.”

    “S.E.R.Monsignor Jean-Marie du Lau d'Alleman (1738-1792), arcivescovo di Arles nel 1775, durante gli Stati generali sollecitò più volte Luigi XVI a resistere alle rivoluzionarie decisioni dell’Assemblea nazionale. Massacrato con altri sacerdoti della sua diocesi in un carcere parigino il 2 settembre 1792.”

    “In memoria di J.R.R. Tolkien ( 3 gennaio 1892 - 2 settembre 1973) scrittore cattolico:

    «Al di là di questa mia vita oscura, tanto frustrata, io ti propongo l’unica grande cosa da amare sulla terra: i Santi Sacramenti. [...]. Qui tu troverai avventura, gloria, onore, fedeltà e la vera strada per tutto il tuo amore su questa terra, e più di questo: la morte. Per il divino paradosso che solo il presagio della morte, che fa terminare la vita e pretende da tutti la resa, può conservare e donare realtà ed eterna durata alle relazioni su questa terra che tu cerchi (amore, fedeltà, gioia), e che ogni uomo nel suo cuore desidera». (Dalla lettera del 6 o 8 marzo 1941 a Michael Tolkien)”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...2f&oe=5E116A41










    https://novusordowatch.org/2019/08/r...steven-speray/
    “Recognize-and-OBEY is the Traditional Catholic Teaching August 29, 2019.”





    www.agerecontra.it | Sito del Circolo Cattolico "Christus Rex"
    http://www.agerecontra.it/

    "Centro Studi Giuseppe Federici - sito ufficiale"
    http://www.centrostudifederici.org/

    "sito dedicato alla crisi dottrinale nella Chiesa cattolica"
    http://www.crisinellachiesa.it/

    "Sito ufficiale del Centro Culturale San Giorgio"
    http://www.centrosangiorgio.com/


    C.M.R.I. - "Congregatio Mariae Reginae Immacolata" ("Congregation of Mary Immaculate Queen" "Congregazione di Maria Regina Immacolata"):
    http://www.cmri.org/ital-index.html





    https://www.truerestoration.org/


    https://novusordowatch.org/


    ": Quidlibet : ? A Traditionalist Miscellany — By the Rev. Anthony Cekada"
    http://www.fathercekada.com/

    "Home | Traditional Latin Mass Resources"
    http://www.traditionalmass.org/

    http://www.traditionalcatholicpriest.com/





    "Como ovejas sin Pastor"
    http://sicutoves.blogspot.com/


    https://moimunanblog.com/





    “Pro Fide Catholica | Le site de Laurent Glauzy”
    https://profidecatholica.com/


    https://johanlivernette.wordpress.com/


    https://lacontrerevolution.wordpress.com/


    https://sedevacantisme.wordpress.com/


    "Sede Vacante -"
    http://www.catholique-sedevacantiste.fr/


    http://wordpress.catholicapedia.net/





    Ligue Saint Amédée
    http://www.SaintAmedee.ch
    https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
    «Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum]. Pas de "motu proprio" chez nous : nous célebrons la Sainte Messe selon le missel de Saint Pie V.»
    “Mieux vaut une petite œuvre dans la Vérité, qu’une grande dans l’erreur.”

    2 septembre : Saint Étienne, Roi de Hongrie (977-1038) :: Ligue Saint Amédée
    “2 septembre : Saint Étienne, Roi de Hongrie (977-1038).”
    http://liguesaintamedee.ch/applicati...ne_hongrie.jpg







    Ad majorem Dei gloriam - Per la maggior gloria di Dio!!! A.M.D.G.
    Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto. Sicut erat in principio et nunc et semper et in saecula saeculorum. Amen.
    «O Santissima Trinità, vi adoro! Mio Dio, mio Dio, Vi amo nel Santissimo Sacramento!»
    CHRISTUS VINCIT, CHRISTUS REGNAT, CHRISTUS IMPERAT!!!
    Luca, SURSUM CORDA – HABEMUS AD DOMINUM!!!
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

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    Predefinito Re: su Tolkien, di F. Cardini

    Dell'opera di Tolkien apprezzo la rivalutazione della cultura celtogermanica.
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

 

 

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