Il sindaco Gentilini sotto scorta
Considerato «obiettivo appetibile»
Un poliziotto con lui 24 ore su 24
TELEFONATA DI MINACCE DELLE BRIGATE ROSSE
TREVISO. Gentilini sotto scorta con un poliziotto che gli farà da angelo custode 24 ore su 24. Lo ha deciso il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, riunito in tutta fretta ieri alle 9, a seguito della telefonata di minacce contro il sindaco di Treviso rivendicata dalle Br e annunciata da Umberto Bossi alla Sagra Padana di Pramaggiore. E se gli investigatori ridimensionano l'accaduto, attribuendo la chiamata a uno squilibrato della zona, il primo cittadino è comunque considerato «obiettivo appetibile»: soprattutto in questi giorni, dopo l'occupazione del Duomo da parte degli sfollati magrebini e le sue uscite sulla «razza Piave».
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TREVISO. Gentilini sotto scorta con un poliziotto che gli farà da angelo custode 24 ore su 24. Lo ha deciso il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica riunito in tutta fretta ieri alle 9 dal viceprefetto vicario Vittorio Capocelli, a seguito della telefonata di minacce contro il sindaco di Treviso. E se gli investigatori ridimensionano l'accaduto (reso noto da Umberto Bossi alla sagra padana) attribuendo la chiamata a uno squilibrato e non certo alle Br, il primo cittadino è comunque considerato «obiettivo appetibile». Appetibile soprattutto in questi giorni, dopo l'occupazione del Duomo da parte degli sfollati magrebini, dopo le uscite del sindaco sulla razza Piave e dopo che il «caso Treviso» ha fatto discutere l'Italia intera.
Di qui la decisione da parte del Comitato di rafforzare la precedente misura di vigilanza (controlli periodici davanti a casa) prevedendo quella che tecnicamente viene definita «tutela» (una sorta di guardia del corpo che accompagna il sindaco giorno e notte). Il provvedimento, ad effetto immediato, dovrà essere ratificato dai funzionari del ministero dell'Interno e avrà carattere temporaneo. Sicuramente durerà fino alla chiusura delle indagini sulla telefonata anonima. Indagini, a dire il vero, già in dirittura d'arrivo: la polizia conta infatti di avere per oggi o domani al più tardi, il nome del misterioso telefonista. Che in italiano, ma con netta inflessione veneta, ha chiamato alle 17 di venerdì il 113 usando un cellulare risultato rubato nei giorni scorsi a Casale sul Sile. «Qui Br, domani mattina tiriamo un botto a Gentilini», ha avvertito la voce maschile. La polizia, fin da subito scettica sul fatto che si trattasse effettivamente di terroristi e di brigatisti in particolare, ha avvertito tempestivamente la segreteria del sindaco, mentre il nastro con la registrazione della chiamata è stato affidato agli esperti della sala operativa. Gli accertamenti sono ancora in corso: stando comunque ai primi riscontri la telefonata sarebbe stata fatta da una persona residente nella Marca e con problemi mentali. Insomma uno squilibrato.
«Il tenore della chiamata e gli accertamenti fatti ci portano a ridimensionare l'episodio e ad allontanarci dalle sigle rivendicative, ritenendo sia opera di una persona che non sta bene - ha spiegato ieri il questore Dante Consiglio all'uscita dal vertice in Prefettura - Per principio, comunque, non si sottovaluta mai alcuna segnalazione e l'attenzione è massima. Anche perché Gentilini è un obiettivo appetibile». A renderlo tale hanno contribuito le uscite a sfondo razzista di questi giorni, ma anche dei tempi passati: se oggi il sindaco è al centro delle cronache nazionali per la frase sulla razza Piave, ieri si era fatto conoscere per la «battuta» sui leprotti extracomunitari da impallinare.
Insomma il «solito» Gentilini finito nuovamente sotto i riflettori per la vicenda degli sfollati magrebini che, dopo essere stati sfrattati da borgo Venezia, hanno occupato per una settimana il Duomo chiedendo un alloggio. La protesta si è chiusa con la vittoria degli extracomunitari, ma il clima è rimasto infuocato. Per questo inquirenti e funzionari della Prefettura hanno deciso di adottare la linea della massima prudenza nel valutare le minacce al sindaco. Al vertice in piazza dei Signori era presente lo stesso Gentilini che non si è dimostrato particolarmente turbato. D'altra parte telefonate anonime di minaccia erano arrivate nei giorni scorsi anche a casa sua. La Procura, a cui è stata trasmessa la segnalazione sull'accaduto, si prepara intanto ad aprire un'inchiesta.
La magistratura attende il dossier della Questura per procedere alle iscrizioni nel registro degli indagati e per definire i capi d'imputazione: minacce e procurato allarme i reati che verranno contestati al telefonista (se questi risulterà effettivamente essere l'uomo su cui sono caduti i sospetti della polizia).