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Discussione: di Gabriele Adinolfi

  1. #1
    Dalla parte del torto!
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    Predefinito di Gabriele Adinolfi

    In questo mondo che cambia restano ancora e sempre in vita degli ambienti periferici che sono muniti di cultura politica propria,di un'ottica particolare e,soprattutto,di molta nostalgia.
    A suo tempo erano detti nostalgici coloro che non facevano mistero di riampiangere il Ventennio mussoliniano pur essendo ben consci che non poteva essere ripetuto.
    Gli altri,tutti gli altri,persino i piu' dinamici fra i neofascisti ,erano invece dei protagonisti , o almeno si prendevano per tali e guardavano percio' al presente e al futuro.
    Furono ,quelli,anni di passione,di coinvolgimento,di scalata al cielo,di rinnovamento,di sogni di trasformazione totale,di Rivoluzione.
    Decine di migliaia di giovani si batterono anche contro tutto e contro tutti,accettando di farsi mitragliare dalle polizie centroamericane,sudamericane o dell'Est europeo,di farsi bastonare,intimidire,persino incarcerare per motivi ideologici; e spesso se ne persero le chiavi.
    Erano schierati all'estrema sinistra,a sinistra,all'estrema destra,tra i nazionalisti e persino in formazioni cristiane dal taglio innovativo.
    Poi la societa' muto' aspetto e perse ogni entusiasmo. I cambi,non sempre in meglio, ci furono comunque e lasciarono a tutti l'impressione che in fondo non servono a niente e in ogni caso che avvengono malgrado noi,malgrado il nostro impegno,malgrado le nostre speranze.Che noi,insomma,non contiamo nulla.

    Da cui quell'insopportabile languore nostalgico che attanaglia tutti coloro che ricordano la mobilitazione politica o che,troppo giovani,per averne sentito parlare l'hanno mitizzata.
    Nostalgici di tutti i colori e di tutte le scuderie.Nostalgici del Che e del 68,nostalgici di Don Milani,nostalgici delle barricate,nostalgici degli scontri di piazza,nostalgici della rivolta di Reggio Calabria o delle battaglie per la casa a Palmarola,nostalgici degli anni di piombo e persino nostalgici delle patrie galere.
    E cosa fanno sempre i nostalgici?Imitano.Imitano chi li ha preceduti,oppure imitano addirittura se stessi,riproponendosi in versione rivista e corretta: Rambo2 e Rambo 3.
    Ed eccoli ancora e sempre sulle piazze.Ma oggi,a differenza di allora,dove erano mille sono 50,dove erano centomila sono alcune centinaia. E soprattutto a differenza di quei tempi, essi non sono la punta di un iceberg ma il sussultodi un colpo di coda. E quando sfilano per protestare,per mettere in discussione l'usurpato potere di pochi individui,di poche famiglie sull'intero pianeta,proprio per quell'essere cosi' pochi,cosi' esangui e cosi' fuori dal mondo,questo potere usurpato di fatto lo legittimano.Come si legittima sempre tutto cio' che e' concreto,reale,allorquando lo si contesta in nome di un moralismo e al di fuori di ogni contesto sociale.

    La politica non elettoralistica si riduce pertanto ad una recita stanca,ad una messa in scena di se stessi,ad un immaginario e psicotico antagonismo duale tra l'opposizione residuale e nientepopodimemo che il potere mondiale tutto.Si tratta di una espressione politica astratta,virtuale e soprattutto frustrante.
    Dall'amaro che questa dimensione lascia in bocca conseguono due atteggiamenti opposti ma originati dal medesimo vizio di fondo,ovvero dalla mancanza di senso politico.
    L'uno,quello che si vuole realista,stanco di queste pantomime si accontenta degli spaziche gli offre il bipolarismo e,a prezzo di tante rinunce morali ed ideologiche arranca nella palude.
    L'altro,che si vuole radicale,si avvolge velleitariamente su se stesso e si limita alla continua rappresentazionedi quello che vorrebbe essere e non e': di una rivoluzione impossibile,senza luogo e senza tempo.Alla base di questa duplice e speculare paralisi sta la mancanza di cultura politica.Vi abbiamo dedicato piu' di uno scritto e vi torneremo puntualmente.
    Ma prima ancora di queste considerazioni urge una premessa: va compreso il radicale mutamento degli scenari perche' altrimenti non si puo' capire il perche' tutti noi si sia fattivamente estranei alla politica.
    Gli anni sessanta e settanta parvero ad alcuni la ripetizione degli anni venti,trenta e quaranta:sembravano essere anni di partecipazione popolare,di tensione sociale,di rinnovamento radicale,di rifondazione dei regimi politici.
    Ma gia' questo era un falso e piu' di un acuto osservatore dell'epoca se ne rese conto.
    Non erano anni prerivoluzionari bensi' di sofferente adattamento al nuovo assetto consumistico ,postindustrialee postagricolo contrassegnato dal progresso tecnologico,dal benessere,dall'avvento massiccio degli elettrodomestici,dalla monocultura della televisione,dalla rivoluzione dei contraccettivi,dall'atomizzazione dei nuclei familiari e dal crollo demografico.
    La societa' in cui operavano i comunisti e i fascisti di tutte le Nazioni era sempre e comunque una societa' che reagiva alle falcidie della Grande Guerra e che si avviava ad una crescita in tutti i sensi:tecnica,produttiva,biologica,demografica,di potenza. Quella dei giovani contestatori
    era invece una societa' grassa,appagata,in declino,spirituale,ideale e fisico.
    TRa i rivoluzionari dell'anteguerra e i giovani ribelli di 35 anni fa vi erano sicuramente affinita' e similitudini,le stesse che ci sono fra l'alba e il tramonto.
    Gli ultimi rappresentanti delle ideologie rivoluzionarie accompagnavano,infatti,il tramonto di una societa' fondata sulla comunicazione,sulla partecipazione,sulla verifica,sui comportamenti diretti e difficili da truccare..........
    Sinistra Nazionale!

  2. #2
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    Predefinito

    E' la seconda volta che ti leggo pisciare di fuori, Adinolfi. Nell'altra ho avuto la sfortuna di leggerti su Rinascita, in un articolo nel quale, tra le righe, appoggiavi An.
    Non nuova questa griffe , questa nuova firma mentale, tra di voi, se penso che tal faccia di cu.o di Enzo Piso, che conosci bene, ora è l'affermato "Presidente dei Circoli Romani di An".
    Messia, attendiamo ordini ora come allora.
    Dalle tue seghe mentali fai uscire il futuro.
    Ma sforzati di più.

    Ciao.



 

 

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