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  1. #1
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    Predefinito Il Vietnam della sinistra

    IL VIETNAM DELLA SINISTRA (Il Giornale)
    Articolo pubblicato in prima pagina sul “Il Giornale”, del 2 settembre 2002

    di Antonio Socci.

    Perché tanto odio e così virulento sta tracimando a sinistra? Sono tra coloro che ha creduto o sperato che – finito il secolo – ci fossimo lasciati alle spalle la violenza e gli orrori dell’ideologia, ma la sparizione della sigla «Pci» ci ha fuorviato. Il problema è tutta una generazione che – magari senza aver mai militato nel Pci – è cresciuta intossicata dal fanatismo ideologico in quegli anni e, in gran parte, non si è mai disintossicata davvero. E’ da lì che viene la leadership della sinistra giacobina, massimalista e girotondista di oggi. In queste ore è in corso un piccolo, ma significativo test: è l’iniziativa – il 7 settembre – dei radicali per il rispetto dei diritti umani in Vietnam (in particolare per fermare le repressioni del regime comunista contro i Degar, i Montagnard). E’ una piccola cartina di tornasole per capire con che tipo di sinistra abbiamo a che fare in Italia.

    L’ideologia che oggi domina non è più l’ortodossia marxista-leninista o gramsciana, ma – seppur confusa e superficiale – è sempre un minestrone antioccidentale, antiamericano e antiliberale. La forte analogia col passato è data anche dall’odio virulento che ribolle e tracima da articoli, dichiarazioni, invettive, appelli. Del resto mentre procede al linciaggio morale (nelle piazze e sui giornali) dei liberali e dei paesi liberi dell’Occidente, questa sinistra continua a essere indifferente al mare di dolore, di crudeltà e di orrori prodotto dai sistemi illiberali. Un esempio tra i tantissimi è appunto il Vietnam. Ovviamente se ne potrebbero molti altri: la Cina, la Corea del Nord, Cuba, i Sudan, l’Irak, i Pesi africani liberati” dall’imperialismo. Ma vale la pena soffermarsi oggi sul Vietnam perché per un decennio, a cavallo degli anni Settanta, la sinistra europea e americana ne ha fatto il centro simbolico del mondo.

    I comunisti vietnamiti erano il simbolo planetario del Bene e gli sporchi yankee il simbolo malvagio dell’imperialismo. Alla fine comunisti di Hanoi hanno vinto, anche grazie all’assedio mediatico e politico che la sinistra occidentale aveva realizzato contro gli Stati Uniti.
    E non si trattava solo del Pci, per stare all’Italia, ma di tutta una classe intellettuale che magari non è mai stata iscritta al Pci e che oggi ritroviamo a capo di «girotondi» o, negli Stati Uniti, inveisce contro Bush da certe università e da certi giornali.
    Una volta costretto quel povero popolo vietnamita a subire il regime comunista, la sinistra italiana, europea e americana – soddisfatta – se n’è andata a godersi il sole di Venice Beach, di Caparbio o di Ibiza.

    Delle migliaia di poveracci che – appena arrivati i vietcong – furono deportati o massacrati o che fuggirono su bagnarole rischiando di essere divorati dai pescecani o ammazzati dai pirati, mai nessuno di quei benpensanti si interessò. Anzi, ricordo – ero allora uno studente – di aver partecipato a iniziative per ospitare in Italia dei «boat people» e nelle piazze, nelle scuole, ci prendevamo gli sputi dei compagni di sinistra i quali sostenevano che quegli infelici erano in realtà i «corrotti» che avevano servito gli «americani» e il regime di Saigon che adesso fuggivano dalla sacrosanta punizione.

    Naturalmente quello vietnamita era un regime comunista come tutti gli altri, disumano, crudele, affamatore, sanguinario,. Già quando si era instaurato al Nord, cinquant’anni fa, centinaia di migliaia erano scappati al Sud. Una volta conquistato il Sud instaurarono lo stesso terrore. Lo documenta la bella e drammatica storia dell’attuale cardinale Francois-Xavier Ngunyen Van Thuan che era da poco vescovo di Saigon e il 25 agosto del 1975 fu preso dalle milizie comuniste e deportato. Si farà tredici anni di lager, di cui nove di totale isolamento, fra torture indicibili. Un grande uomo, che ha pagato duramente per la sua fede e a cui – che si sappia – nessun rappresentante della sinistra è mai andato a dire: «Scusateci».

    L’intelligentsia italiana e occidentale se ne infischiava, non voleva sapere. Un’intera generazione . quella che oggi guida la sinistra – ha esaltato nelle piazze i vietcong e Ho Chi Minh, la cui cupa tirannia veniva così cantata nei vergognosi versi del poeta ufficiale di regime: «Viva Ho Chi Minh/ Il faro del proletariato!/ Viva Stalin,/ Il grande eterno albero!/ Sotto la cui ombra trova rifugio la pace!/ Uccidete, uccidete ancora, la mano non si fermi un istante/ Perché il Partito duri, marciamo insieme con identico cuore./ Adoriamo il presidente Mao./ Tributiamo un culto eterno a Stalin».
    C’è nella sinistra italiana qualcuno che riconosca di aver esaltato un regime di buffoni sanguinari, come sono tutti i regimi comunisti, e di aver lottato contro un esercito – quello americano – che laggiù, pur fra limiti ed errori, difendeva la stessa libertà che aveva difeso in Italia fra il 1943 e il 1945? Che ne dice Furio Colombo? Che dice la sinistra di oggi? Fu giusto sostenere Ho Chi Minh o si dovevano sostenere gli «sporchi yankee»?

    A riproporre queste domande è – implicitamente – l’iniziativa dei radicali in sostegno particolare alle popolazioni dell’Altopiano centrale, i Montagnard, che in questi mesi subiscono pesantissime persecuzioni e violenze (anche a causa delle molte conversioni al cristianesimo). In particolare l’Appello dei radicali chiama in causa la Commissione Europea che di recente ha varato un piano di cooperazione con Hanoi che prevede un finanziamento di 162 milioni di euro. Parte integrante di questo dialogo è il rispetto dei diritti umani, ma anche di quelli politici. «La Commissione europea » scrivono i radicali «ha generalmente eluso questo problema, a partire dai recenti “Country strategy papers” nei confronti di questo paese».

    Quell’appello chiede la liberazione di coloro che sono stati arrestati per motivi di coscienza e di fede religiosa (come padre Nguyen Van Ly) e chiede all’Ue di abbandonare l’atteggiamento di connivenza con quel regime. La «globalizzazione della democrazia» di cui parlano i radicali dovrebbe trovare particolarmente sensibili i cattolici italiani. I cui fratelli di fede sono perseguitati in centinaia di Stati illiberali ed esige una risposta netta dalla sinistra italiana e perfino dai no global. Sì o no alla globalizzazione della democrazia? Dalla risposta attiva, non formale, a questa domanda possiamo capire se la sinistra è cambiata o è quella di sempre. Quella che faceva rabbrividire Albert Camus.

    Camus è universalmente ritenuto un democratico. Partecipò alla resistenza, lavorò per Combat, scrisse romanzi profondi sulla condizione umana e vinse il Nobel per la letteratura. E’ dunque al di sopra di ogni sospetto, possiamo aspettarci da lui un giudizio equanime o comunque emblematico su cosa sia stata la sinistra nel Novecento. Ecco la pagina dei suoi taccuini: «Ciò che la sinistra collaborazionista approva, passa sotto silenzio o considera inevitabile, alla rinfusa: 1) la deportazione di decine di migliaia di bambini greci. 2) La distruzione fisica della classe contadina russa. 3) I milioni di prigionieri nei campi di concentramento. 4) I rapimenti politici. 5) Le esecuzioni politiche quasi quotidiane oltre la cortina di ferro. 6) L’antisemitismo. 7) La stupidità. 8) la crudeltà. L’elenco rimane aperto» concludeva amaramente lo scrittore «ma a me basta».

  2. #2
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    Predefinito Catilina non si pente

    Originally posted by Allanim
    IL VIETNAM DELLA SINISTRA (Il Giornale)

    A riproporre queste domande è – implicitamente – l’iniziativa dei radicali in sostegno particolare alle popolazioni dell’Altopiano centrale, i Montagnard, che in questi mesi subiscono pesantissime persecuzioni e violenze (anche a causa delle molte conversioni al cristianesimo). In particolare l’Appello dei radicali chiama in causa la Commissione Europea che di recente ha varato un piano di cooperazione con Hanoi che prevede un finanziamento di 162 milioni di euro. Parte integrante di questo dialogo è il rispetto dei diritti umani, ma anche di quelli politici.
    [/B]
    Era da qualche giorno che non avevo più notizie del Capezzone. Mi mancava. Ma adesso rieccolo qui, che con i suoi compari ti combina un' altra provocazione di estrema destra. I radicali prima di presentare l' Appello per i montanari dell' Altopiano centrale vietnamita (sui quali mi riprometto di dare qualche succosa notizia prossimamente) pensassero a chiedere la liberazione dei 10.000 detenuti politici degli Stati Uniti d' America e facessero una raccolta di fondi per erigere un momumento ai 3.000.000 di morti provocati dagli Americani in Vietnam tra il 1956 ed il 1975.
    Quanto al resto, il sottoscritto non si è affatto pentito di aver gridato negli anni belli della sua giovinezza "Yankee go home!" e "Vietnam vincerà!".

  3. #3
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    Predefinito

    Infatti. Tutte queste mistificazioni e provocazioni vanno smascherate per quello che sono, e quelle strumentalissime accuse di parzialità rispedite al mittente.
    Dire poi che i DS o gente come Furio Colombo siano comunisti e anti- americani è mancare di rispetto al buonsenso.
    E appunto, chissà perchè i radicali, che pretendono di accusare una forza critica come il PRC, MAI UNA VOLTA condannano qualcuno che non sia inviso agli USA.
    Sembra che le violazioni verso i diritti umani le facciano solo sette- otto paesi.
    Complimenti davvero!

  4. #4
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    Grazie ad Allanim per quest'intervento.

    Ironia della sorte, i suoi contraddittori hanno confermato e confermano ogni giorno quanto fosse fondato il giudizio di Camus.

    I comunisti sono spacciatori di pseudodemocrazia.

  5. #5
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    C' è un piccolo problema però....
    che pronunciata da un intelletuale del calibro di Camus, anticomunista certo, anarchico e sostenitore di quello che potrebbe essere definito un "socialismo libertario", un uomo che invocava la rivolta esistenziale, fervente critico dei luoghi comuni e delle ipocrisie del "normale" questa affermazione merita considerazione e certi autori hanno offerto spunti di riflessione assai stimolanti a più persone nel PRC.
    Ma che un sostenitore acerrimo delle peggiori mistificazioni imperialiste, il campione dei luoghi comuni usi Camus per accreditare le critiche unilaterali e approssimative dei radicali, è roba da barzelletta!
    L' avesse saputo, povero Albert buonamina!

  6. #6
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    Chi porta i popoli e le nazioni a livello di squadre da calcio verso le quali tifare, lo metto allo stesso livello di chi mi dice che è "più comunista" di altri.

    Articoli come quello di Socci ne scrivo a decine, anche più belli. Ma a cosa servono e cosa dicono? Boh

  7. #7
    Hanno assassinato Calipari
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    Cos'è la "sinistra del novecento"?

  8. #8
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    Predefinito

    Yuri:
    Chi porta i popoli e le nazioni a livello di squadre da calcio verso le quali tifare, lo metto allo stesso livello di chi mi dice che è "più comunista" di altri.

    Re:

    Sai, io sono un po' permaloso e talvolta mi presto a equivoci....
    per cui ti chiedo:
    mica ti riferivi alla mia osservazione su Furio Colombo e i DS??????????

    Ovverosia:
    secondo te i DS sono comunisti?
    E' giustificato che Berluska e soci- e i radicali- tirino in ballo l' anticomunismo per contro- proipaganda a gente come D' Alema e Prodi?

    Spero in una risposta perchè probabilmente ho equivocato (mi è già successo, e ti chiedo scusa in anticipo in questo caso)
    Ciao!

  9. #9
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    Predefinito A proposito dei Montagnard

    [QUOTE]Originally posted by Allanim
    [B]IL VIETNAM DELLA SINISTRA (Il Giornale)

    A riproporre queste domande è – implicitamente – l’iniziativa dei radicali in sostegno particolare alle popolazioni dell’Altopiano centrale, i Montagnard, che in questi mesi subiscono pesantissime persecuzioni e violenze (anche a causa delle molte conversioni al cristianesimo). ». [B]

    Per chi non lo sapesse, i Montagnard sono un gruppo di etnie (Dao, H'mong, Muong, Thai, Tay) che hanno tra loro poco o nulla di simile dal punto di vista linguistico e culturale, ma sono accomunate dal fatto di vivere nelle zone montuose del Vietnam.
    Da secoli sono in conflitto con i vietnamiti, e durante l' interminabile guerra di liberazione nazionale (1956-1975) proprio per questo subirono gli influssi occidentali. Essi fiancheggiarono le truppe francesi e americane, fornendo consistenti reparti di spietati mercenari.
    Comprensibile quindi la diffidenza del governo di Hanoi, dopo la riunificazione del Paese, nei confronti di queste etnie, verso le quali attuò una serie di restrizioni. I Montagnard, allora, negli anni Ottanta iniziarono una nuova lotta armata. Il governo odierno del Vietnam sta faticosamente tentando di recuperare il rapporto con queste popolazioni disagiate, offrendo loro anche aiuti.
    Adesso risulta più chiaro che le iniziative del Capezzone e dei suoi compari sono iniziative della estrema destra liberale-liberista-libertaria occidentale, rivolte a creare ostacoli al processo di distensione.
    Perciò, checchè ne pensino e ne dicano i forumisti nostalgici di quei campioni di democrazia che furono Nguyen Van Thieu e Nguyen Cao Ky (i corrotti capi-fantoccio del Sud Vietnam a servizio degli Stati Uniti), io continuo a ritenere che l' opera e l'azione di Ho Chi Minh siano state positive per il riscatto nazionale del popolo vietnamita e che la sua figura meriti rispetto.

  10. #10
    Hanno assassinato Calipari
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    Predefinito

    Originally posted by insurgente
    Yuri:
    Chi porta i popoli e le nazioni a livello di squadre da calcio verso le quali tifare, lo metto allo stesso livello di chi mi dice che è "più comunista" di altri.

    Re:

    Sai, io sono un po' permaloso e talvolta mi presto a equivoci....
    per cui ti chiedo:
    mica ti riferivi alla mia osservazione su Furio Colombo e i DS??????????
    No, non mi riferivo a te e a ciò che hai scritto, che anzi apprezzo e leggo volentieri

    E credo anche che molti siano comunisti senza saperlo

 

 
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