Bassolino: grande alleanza fra governatori del Sud

"Il Mezzogiorno è fuori dall'agenda politica del governo", dice il presidente della Campania. E chiede a Fitto (Puglia), Chiaravallotti (Calabria) e Bubbico (Basilicata) di fare fronte comune al di là dei partiti.
di Antonio Castaldo

NAPOLI - Sono state giornate difficili queste per Antonio Bassolino. La morte di Bernardo Romano, il disoccupato di Cercola che si è dato fuoco per protesta; l'esplosione, sempre in provincia di Napoli, di una fabbrica di fuochi artificiali, e altri tre morti; ed infine la tragedia di Mirabella Eclano, in Irpinia, dove cinque immigrati hanno perso la vita soffocati nel rimorchio sigillato di un tir.

Tre fatti tragici, su cui anche il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, nei giorni scorsi in visita a Napoli, si è soffermato, lanciando un appello: "Per il mezzogiorno non si fa abbastanza. In altre regioni sono riusciti a sconfiggere la disoccupazione. Il Sud è in ritardo".

Il governatore si è preso solo qualche ora per meditare sul turbinoso susseguirsi di fatti gravissimi. E naturalmente per trovare una risposta al quesito del capo dello Stato sull'Italia a doppia velocità. Oggi ha concesso al Mattino una lunga intervista: "Io non mi stupisco che il Mezzogiorno sia fuori dall'agenda politica del Paese - ha dichiarato il presidente della giunta campana, commentando alcune iniziative del governo destinate alla città di Milano -. Del resto questa assenza è la spia di un problema più generale: la progressiva riduzione della politica italiana a orizzonti sempre più ristretti. Ciò che manca è una strategia di lungo periodo, un confronto vero sul ruolo e la collocazione del Sud che può essere il valore aggiunto per l'Italia nei prossimi anni".

"Finora sono state altre le priorità dell'Esecutivo - ha proseguito Bassolino -. In primo luogo, l'ossessione sulla giustizia. Vedo il rischio che anche la ripresa dell'attività politica sia segnata dalla centralità di questa questione. Perciò ringrazio il presidente Ciampi: il suo richiamo a tutti, governo e opposizione, ma anche Regioni, Province e Comuni a fare di più per il lavoro al Sud non deve cadere nel vuoto".

Il peso della Lega all'interno del governo e soprattutto l'asse consolidato tra Bossi e Tremonti minacciano, per Bassolino, di mettere in un angolo le aspirazioni del Sud: "È indubbio che il Mezzogiorno sia scarsamente presente nel Dna del governo. Non è tanto un problema di composizione dell'esecutivo, di poltrone. Il nodo sta nell'enorme differenza di potere, di capacità di rappresentanza del centrodestra settentrionale rispetto a quello del Sud. L'antimeridionalismo di Bossi e della Lega ha scavato in profondità nella cultura politica del centrodestra. L'asse con Tremonti ha fatto il resto. C'è un predominante peso della cultura nordista che innerva altri settori della maggioranza. Basti pensare alla decisione di allargare anche al Nord il cumulo tra il credito d'imposta e la Tremonti-bis. Un doppio danno per gli imprenditori meridionali".

Ed è a questo punto che Bassolino elabora la sua proposta politica: "C'è bisogno di una nuova solidarietà tra i meridionali, tra tutti quelli che operano in settori decisivi, nella politica, nelle istituzioni, nell'economia, nella cultura, nella società civile per arginare e sconfiggere l'asse Bossi-Tremonti, per scongiurare i tagli preannunciati nella Finanziaria". E ancora: "Non mi interessano le etichette. Io penso ad un'alleanza forte delle Regioni meridionali, indipendentemente da chi sta al governo; penso ad un movimento che coinvolga le migliaia di amministratori di destra e di sinistra dei Comuni e delle Province; ad un rapporto senza pregiudizi tra i parlamentari meridionali di Polo e Ulivo. E penso ai sindacati, agli industriali, anche a quelli che hanno sostenuto legittimamente l'ascesa del centrodestra, per una sfida in positivo con il governo".

Ma il primo pensiero di Bassolino è rivolto al collega governatore pugliese, Raffaele Fitto, e agli altri presidenti regionali, Chiaravalloti (Calabria) e Bubbico (Basilicata): "Incontrerò Fitto alla Fiera del Levante. Parlerò anche con Chiaravalloti, con Bubbico e con tutti gli altri presidenti. A tutti proporrò di avviare il percorso di questa grande alleanza, allargato ai Comuni e alle Province, per ridare voce al Sud e riportare il Mezzogiorno al centro dell'attenzione del Paese. Per sollecitare assieme una sessione speciale e annuale del Parlamento sui temi del Mezzogiorno, collocata temporalmente tra il Dpef e la Finanziaria. Un appuntamento fisso per verificare ciò che è stato realizzato con le scelte della Finanziaria precedente e ciò che si può realizzare con quella successiva; ma anche una sede per il monitoraggio degli investimenti pubblici, delle norme legislative, di come vengono spesi i fondi europei, del rapporto tra spesa pubblica e spesa ordinaria". E Fitto cosa ne pensa?

(2 SETTEMBRE 2002; ORE 200)