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  1. #1
    W Charles A. Lindbergh 21.5.1927
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    20 Apr 2002
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    la Terra, quarta via, presso l'Unione Nazionale per la Giustizia Sociale - Fronte Cristiano. NO AL NAZISMO DISUMANO; NO AL FASCISMO LIBERTICIDA; NO AL CAPITALISMO SFRUTTATORE; NO AL COMUNISMO ATEO.
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    Predefinito il bacio lesbico delle russe minorenni

    Azzo ma non si sa più dove andremo a finire, pure le russe ci si mettono ora. Che schifo dell'azzo! Ma non era meglio a "stò" punto Leonid Breznev?
    http://www.corriere.it/Primo_Piano/S.../09/tatu.shtml
    SPETTACOLI
    Italia 1 sostituirà le immagini choc con riprese del pubblico
    Festivalbar, non va in tv il bacio lesbo delle Tatu
    Le due minorenni russe hanno sorpreso il pubblico dell'Arena di Verona ripetendo sul palco le effusioni del loro video
    MILANO - Scandalo saffico e censura al Festivalbar. Il bacio tra le giovani Tatu, popstar minorenni russe, che nella registrazione di sabato all’Arena di Verona ha letteralmente scioccato il pubblico del Festivalbar, non verrà mostrato da Italia 1. La loro esibizione, confermano ambienti Mediaset, andrà comunque in onda giovedì, nella seconda serata dedicata alla finale del Festivalbar (la prima verrà trasmessa domani), ma i trenta secondi in cui le due ragazzine si sono baciate verranno censurati, per non urtare la sensibilità dei telespettatori più giovani, e le immagini verranno sostituite da riprese del pubblico.
    SILENZIO E FISCHI - Il prolungato bacio tra le due Tatu, la rossa Lena Katina e la mora Julia Volkova, ha creato un forte imbarazzo da i 15mila spettatori radunati all'Arena di Verona, per la quasi totalità giovanissimi. Silenzio generale e poi qualche fischio hanno accompagnato il resto dell'interpretazione di «All the things she said». Le due giovani russe, minorenni, considerate un fenomeno nel loro Paese, hanno ricalcato le scene del videoclip della canzone. Le Tatu hanno venduto 1 milione di copie nell’Est Europa e ora hanno lanciato una versione in inglese del loro cd, «200 km/hr in the Wrong Lane», che uscirà anche in Italia, il prossimo 4 ottobre.

    VIDEO CHOC - Il bacio è il tema conduttore di «All the Things She Said», il video del loro primo singolo. Le due ragazzine, Julia e Lena, sono diventate un vero fenomeno in Russia e proprio il loro video è stato nominato video dell'anno da Mtv Russia. «La gente ci ama o ci odia ma nessuno ci conosce davvero», dice Lena Katina. «Le nostre canzoni non sono stupide», prosegue Lena, «le Tatu sono sincere e oneste, su di sé e sugli altri. Noi non ci modelliamo sulle richieste del pubblico. In Russia, la vita non è educata con te. Se non piacciamo a qualcuno, quel qualcuno non piace a noi. E se non siamo d'accordo, non ti mandiamo a quel paese». Anche il secondo video delle due, per altro, non passa inosservato: in «Not Gonna Get Us»" Julia e Lena guidano un'enorme autocisterna di benzina a rotta di collo su una strada innevata siberiana, travolgendo chiunque si para loro davanti.
    9 settembre 2002

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  2. #2
    W Charles A. Lindbergh 21.5.1927
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    Predefinito il bacio lesbico delle russe minorenni

    Azzo ma non si sa più dove andremo a finire, pure le russe ci si mettono ora. Che schifo dell'azzo! Ma non era meglio a "stò" punto Leonid Breznev?
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    Italia 1 sostituirà le immagini choc con riprese del pubblico
    Festivalbar, non va in tv il bacio lesbo delle Tatu
    Le due minorenni russe hanno sorpreso il pubblico dell'Arena di Verona ripetendo sul palco le effusioni del loro video
    MILANO - Scandalo saffico e censura al Festivalbar. Il bacio tra le giovani Tatu, popstar minorenni russe, che nella registrazione di sabato all’Arena di Verona ha letteralmente scioccato il pubblico del Festivalbar, non verrà mostrato da Italia 1. La loro esibizione, confermano ambienti Mediaset, andrà comunque in onda giovedì, nella seconda serata dedicata alla finale del Festivalbar (la prima verrà trasmessa domani), ma i trenta secondi in cui le due ragazzine si sono baciate verranno censurati, per non urtare la sensibilità dei telespettatori più giovani, e le immagini verranno sostituite da riprese del pubblico.
    SILENZIO E FISCHI - Il prolungato bacio tra le due Tatu, la rossa Lena Katina e la mora Julia Volkova, ha creato un forte imbarazzo da i 15mila spettatori radunati all'Arena di Verona, per la quasi totalità giovanissimi. Silenzio generale e poi qualche fischio hanno accompagnato il resto dell'interpretazione di «All the things she said». Le due giovani russe, minorenni, considerate un fenomeno nel loro Paese, hanno ricalcato le scene del videoclip della canzone. Le Tatu hanno venduto 1 milione di copie nell’Est Europa e ora hanno lanciato una versione in inglese del loro cd, «200 km/hr in the Wrong Lane», che uscirà anche in Italia, il prossimo 4 ottobre.

    VIDEO CHOC - Il bacio è il tema conduttore di «All the Things She Said», il video del loro primo singolo. Le due ragazzine, Julia e Lena, sono diventate un vero fenomeno in Russia e proprio il loro video è stato nominato video dell'anno da Mtv Russia. «La gente ci ama o ci odia ma nessuno ci conosce davvero», dice Lena Katina. «Le nostre canzoni non sono stupide», prosegue Lena, «le Tatu sono sincere e oneste, su di sé e sugli altri. Noi non ci modelliamo sulle richieste del pubblico. In Russia, la vita non è educata con te. Se non piacciamo a qualcuno, quel qualcuno non piace a noi. E se non siamo d'accordo, non ti mandiamo a quel paese». Anche il secondo video delle due, per altro, non passa inosservato: in «Not Gonna Get Us»" Julia e Lena guidano un'enorme autocisterna di benzina a rotta di collo su una strada innevata siberiana, travolgendo chiunque si para loro davanti.
    9 settembre 2002

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  3. #3
    W Charles A. Lindbergh 21.5.1927
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    E basta una buona volta! Non se ne può proprio più! Ma cosa vogliono dimostrare? Fuori dalla televisione certa gentaccia!
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  4. #4
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    dovevano denudarsi....e strofinarsi. mai lasciare le cose a metà.

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    dovevano denudarsi....e strofinarsi. mai lasciare le cose a metà.

  7. #7
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    http://www.mondadori.com/panorama/ar...rea_1_9801.htm
    Nati sotto vetro


    Due diverse équipe di ricercatori stanno per realizzare contenitori ipertecnologici dove gli embrioni potranno, in futuro, svilupparsi e nascere. Il primo obiettivo è aiutare i feti prematuri. Ma le prospettive sono inquietanti.


    «L'utero è un luogo oscuro e pericoloso, un ambiente a rischio» scrisse Joseph Fletcher, che era docente di etica medica alla University of Virginia school of medicine. E affermò: «Noi vorremmo che i nostri potenziali figli stessero dove possono essere osservati e protetti il più possibile».

    Queste parole mi hanno perseguitato negli anni e mi sono ritornate in mente nelle ultime settimane, sentendo parlare della prospettiva di clonare un essere umano e dell'uso di cellule staminali embrionali per creare parti del corpo specifiche al fine di curare malattie. Per quanto questi sviluppi possano apparire scioccanti, è in arrivo un'altra bomba, che potrebbe cambiare definitivamente la nostra concezione della vita umana. Alcuni ricercatori sono al lavoro per creare un utero artificiale, in modo che i bambini possano svilupparsi al di fuori del corpo umano, sotto vetro, in laboratorio.
    Scienziati del Weill Medical College presso la Cornell university hanno annunciato di essere riusciti, per la prima volta, a creare un rivestimento uterino artificiale. Il team, guidato dalla dottoressa Hung-Ching Liu del Centro per la medicina riproduttiva e l'infertilità, ha stimolato la crescita cellulare dentro il rivestimento uterino, utilizzando una miscela di farmaci e ormoni. L'obiettivo della ricerca è aiutare le coppie sterili, creando un utero completo che possa essere trapiantato in una donna.
    Il lavoro di Liu è lo sviluppo più recente in un'ondata di nuove ricerche. Lavorando in un laboratorio della Juntendou university di Tokyo, Yoshinori Kuwabara e colleghi stanno sviluppando il primo utero artificiale operativo: un serbatoio di plastica trasparente grande quanto un cestino da pane, pieno di liquido amniotico stabilizzato alla temperatura corporea. Negli ultimi anni, Kuwabara è riuscito a tenere in vita feti di capra e a farli crescere fino a raggiungere uno sviluppo di 10 giorni in questo utero artificiale, collegando il loro cordone ombelicale a due macchine che fungono da placenta e pompano sangue, ossigeno e sostanze nutritive, smaltendo i prodotti di scarto. Sebbene l'utero di plastica sia ancora un prototipo, Kuwabara prevede che un modello funzionante, che consenta la gestazione di un feto, potrà diventare realtà in meno di sei anni.
    Probabilmente, in un primo tempo gli uteri artificiali saranno utilizzati come unità di cura intensiva per i feti nei casi in cui la madre si ammali e non possa concludere la gravidanza; oppure il feto sia malato e debba venire rimosso dall'utero per essere assistito e controllato in un ambiente aperto. Già oggi siamo in grado di tenere in vita i feti in un'incubatrice durante gli ultimi tre mesi di gestazione. E i ricercatori fertilizzano regolarmente gli ovuli e tengono in vita gli embrioni in vitro per i primi 3 o 4 giorni, prima di impiantarli in un utero. Gli scienziati come Kuwabara stanno cercando di colmare il lasso di tempo tra l'inizio e la fine del processo di gestazione: il periodo critico in cui il feto sviluppa la maggior parte dei propri organi.



    ECCO COME ANDRA' A FINIRE!
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  8. #8
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    http://www.mondadori.com/panorama/ar...rea_1_9801.htm
    Nati sotto vetro


    Due diverse équipe di ricercatori stanno per realizzare contenitori ipertecnologici dove gli embrioni potranno, in futuro, svilupparsi e nascere. Il primo obiettivo è aiutare i feti prematuri. Ma le prospettive sono inquietanti.


    «L'utero è un luogo oscuro e pericoloso, un ambiente a rischio» scrisse Joseph Fletcher, che era docente di etica medica alla University of Virginia school of medicine. E affermò: «Noi vorremmo che i nostri potenziali figli stessero dove possono essere osservati e protetti il più possibile».

    Queste parole mi hanno perseguitato negli anni e mi sono ritornate in mente nelle ultime settimane, sentendo parlare della prospettiva di clonare un essere umano e dell'uso di cellule staminali embrionali per creare parti del corpo specifiche al fine di curare malattie. Per quanto questi sviluppi possano apparire scioccanti, è in arrivo un'altra bomba, che potrebbe cambiare definitivamente la nostra concezione della vita umana. Alcuni ricercatori sono al lavoro per creare un utero artificiale, in modo che i bambini possano svilupparsi al di fuori del corpo umano, sotto vetro, in laboratorio.
    Scienziati del Weill Medical College presso la Cornell university hanno annunciato di essere riusciti, per la prima volta, a creare un rivestimento uterino artificiale. Il team, guidato dalla dottoressa Hung-Ching Liu del Centro per la medicina riproduttiva e l'infertilità, ha stimolato la crescita cellulare dentro il rivestimento uterino, utilizzando una miscela di farmaci e ormoni. L'obiettivo della ricerca è aiutare le coppie sterili, creando un utero completo che possa essere trapiantato in una donna.
    Il lavoro di Liu è lo sviluppo più recente in un'ondata di nuove ricerche. Lavorando in un laboratorio della Juntendou university di Tokyo, Yoshinori Kuwabara e colleghi stanno sviluppando il primo utero artificiale operativo: un serbatoio di plastica trasparente grande quanto un cestino da pane, pieno di liquido amniotico stabilizzato alla temperatura corporea. Negli ultimi anni, Kuwabara è riuscito a tenere in vita feti di capra e a farli crescere fino a raggiungere uno sviluppo di 10 giorni in questo utero artificiale, collegando il loro cordone ombelicale a due macchine che fungono da placenta e pompano sangue, ossigeno e sostanze nutritive, smaltendo i prodotti di scarto. Sebbene l'utero di plastica sia ancora un prototipo, Kuwabara prevede che un modello funzionante, che consenta la gestazione di un feto, potrà diventare realtà in meno di sei anni.
    Probabilmente, in un primo tempo gli uteri artificiali saranno utilizzati come unità di cura intensiva per i feti nei casi in cui la madre si ammali e non possa concludere la gravidanza; oppure il feto sia malato e debba venire rimosso dall'utero per essere assistito e controllato in un ambiente aperto. Già oggi siamo in grado di tenere in vita i feti in un'incubatrice durante gli ultimi tre mesi di gestazione. E i ricercatori fertilizzano regolarmente gli ovuli e tengono in vita gli embrioni in vitro per i primi 3 o 4 giorni, prima di impiantarli in un utero. Gli scienziati come Kuwabara stanno cercando di colmare il lasso di tempo tra l'inizio e la fine del processo di gestazione: il periodo critico in cui il feto sviluppa la maggior parte dei propri organi.



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  9. #9
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    "Azzo ma non si sa più dove andremo a finire, pure le russe ci si mettono ora. Che schifo dell'azzo! Ma non era meglio a "stò" punto Leonid Breznev? "




    Beh, direi proprio di no.

  10. #10
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    "Azzo ma non si sa più dove andremo a finire, pure le russe ci si mettono ora. Che schifo dell'azzo! Ma non era meglio a "stò" punto Leonid Breznev? "




    Beh, direi proprio di no.

 

 
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