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    Predefinito Bossi:«Via con le espulsionia raffica e poi aiutiamoli a casa loro»

    Bossi: la legge ora c’è, il Viminale la applichi
    Parte il “progetto detax”
    di Carlo Passera

    MILANO (Milàn) - È un giudizio ampiamente positivo, quello fornito dall’on. Umberto Bossi sul decreto che disciplina la regolarizzazione dei lavoratori extracomunitari, approvato venerdì sera dal Consiglio dei ministri.
    «Ora tutto il mondo sa che nel nostro Paese i clandestini non sono più graditi - spiega il segretario federale della Lega Nord - Credo che il tam tam sia già iniziato, dall’Africa all’Asia. Se ne vedranno gli effetti».
    Quali gli aspetti più importanti delle nuove normative?
    «Innanzi tutto il decreto metterà fine al “caporalato delle parrocchie”, col giro di incassi miliardari in nero che queste hanno ottenuto sistemando colf, badanti e quant’altro».
    E il secondo aspetto?
    «In secondo luogo abbiamo contrastato il tentativo, operato dal mondo marcio del buonismo, di trasformare il decreto in una sanatoria. Ciò non è accaduto; i clandestini, per mettersi in regola, dovranno dimostrare di essere già lavoratori da tre mesi. Gli imprenditori a loro volta dovranno farsi carico dell’assunzione degli extracomunitari con contratti a tempo indeterminato o a tempo determinato ma della durata di almeno un anno. Ciò, per impedire il rischio che una qualche Caritas “distribuisca” a tutti contrattini della durata di 15 giorni, giusto per far ottenere il permesso agli extracomunitari, per poi scaricarli nuovamente sulla società. Non solo: c’è chi voleva far passare il principio che al clandestino bastasse aver lavorato qualche giorno, nell’arco degli ultimi tre mesi, per accedere alla regolarizzazione. Ci siamo fermamente opposti: abbiamo preteso che venisse dimostrato un lavoro continuativo nell’arco di questi ultimi tre mesi».
    Ancora un paio di giorni e la tanto attesa legge Bossi-Fini entrerà finalmente in vigore. Secondo lei quando sarà possibile vederne i risultati?
    «Occorrerà certo del tempo perché la macchina vada a regime. Penso che tra un anno i vantaggi appariranno già chiaramente».
    Si sono levate le solite critiche da sinistra. Ad esempio Livia Turco sostiene che l’approvazione del decreto sulla regolarizzazione dei lavoratori extracomunitari rappresenta una sconfitta per la Lega Nord. Qual è la sua replica?
    «Quando inizieranno le espulsioni di clandestini senza lavoro anche la Turco capirà che non è affatto così. Ora, infatti, il compito di applicare le nuove norme spetta al ministero dell’Interno, che dovrà procedere senza alcun tentennamento. La legge finalmente c’è, è a prova di truffa, per gli imprenditori che volessero fare i “furbi” scatta infatti la sanzione penale. Ma per far fronte ai “grandi numeri” bisogna procedere con le espulsioni a raffica di chi non è in regola, altrimenti dovrà intervenire nuovamente la politica, il popolo sarà costretto a scendere in piazza per far capire ai massoni e ai furfanti loro amici che il tempo del Dio denaro è finito, che il mondo ora sceglie i valori».
    Dunque: gli extracomunitari che lavorano potranno restare, gli altri saranno rispediti al loro Paese. Torneranno in aree del mondo spesso assai povere. La Lega Nord da tempo sostiene che occorre “aiutarli a casa loro”...
    «Esatto. Noi diciamo: via i clandestini, il ministero dell’Interno faccia il suo mestiere e proceda con le espulsioni senza ritardi. Ma nello stesso tempo vogliamo far scattare la seconda parte del nostro progetto, che si basa anche sulla detax per i Paesi poveri, sull’aiuto concreto perché questa gente possa rimanere nella propria terra d’origine. Vogliamo aiutarli sulla via dello sviluppo e per questo dobbiamo contare anche sull’aiuto liberale dei nostri concittadini. Siamo già al lavoro su questo secondo “passaggio”; dovrà essere gestito dal ministero dell’Economia e non certo da quello degli Esteri, che non ha mai fatto nulla di buono in materia. Credo sia anche il caso di andare a controllare che fine fanno le ingentissime somme di denaro gestite da tante fantomatiche associazioni d’aiuto al Terzo mondo. Scopriremmo che questi enti sono spesso guidati da persone che starebbero molto bene nelle patrie galere, per truffa continuata».
    I clandestini che lavorano verranno regolarizzati e otterranno il permesso di soggiorno. Potranno rivendicare una piena parità di diritti?
    «Calma. Io penso alle case popolari e dico: la precedenza va riservata ai nostri vecchi, ai nostri poveri. Prima gli appartamenti vanno assegnati a loro, non certo a chi oggi è un clandestino fuorilegge ed è entrato nel nostro Paese contro la volontà del popolo, senza mai pagare una sola lira di tasse. È un problema che dovremo affrontare e studiare a fondo, tenendo anche conto che la materia è di competenza delle Regioni».
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

  2. #2
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    Bossi: la legge ora c’è, il Viminale la applichi
    Parte il “progetto detax”
    di Carlo Passera

    MILANO (Milàn) - È un giudizio ampiamente positivo, quello fornito dall’on. Umberto Bossi sul decreto che disciplina la regolarizzazione dei lavoratori extracomunitari, approvato venerdì sera dal Consiglio dei ministri.
    «Ora tutto il mondo sa che nel nostro Paese i clandestini non sono più graditi - spiega il segretario federale della Lega Nord - Credo che il tam tam sia già iniziato, dall’Africa all’Asia. Se ne vedranno gli effetti».
    Quali gli aspetti più importanti delle nuove normative?
    «Innanzi tutto il decreto metterà fine al “caporalato delle parrocchie”, col giro di incassi miliardari in nero che queste hanno ottenuto sistemando colf, badanti e quant’altro».
    E il secondo aspetto?
    «In secondo luogo abbiamo contrastato il tentativo, operato dal mondo marcio del buonismo, di trasformare il decreto in una sanatoria. Ciò non è accaduto; i clandestini, per mettersi in regola, dovranno dimostrare di essere già lavoratori da tre mesi. Gli imprenditori a loro volta dovranno farsi carico dell’assunzione degli extracomunitari con contratti a tempo indeterminato o a tempo determinato ma della durata di almeno un anno. Ciò, per impedire il rischio che una qualche Caritas “distribuisca” a tutti contrattini della durata di 15 giorni, giusto per far ottenere il permesso agli extracomunitari, per poi scaricarli nuovamente sulla società. Non solo: c’è chi voleva far passare il principio che al clandestino bastasse aver lavorato qualche giorno, nell’arco degli ultimi tre mesi, per accedere alla regolarizzazione. Ci siamo fermamente opposti: abbiamo preteso che venisse dimostrato un lavoro continuativo nell’arco di questi ultimi tre mesi».
    Ancora un paio di giorni e la tanto attesa legge Bossi-Fini entrerà finalmente in vigore. Secondo lei quando sarà possibile vederne i risultati?
    «Occorrerà certo del tempo perché la macchina vada a regime. Penso che tra un anno i vantaggi appariranno già chiaramente».
    Si sono levate le solite critiche da sinistra. Ad esempio Livia Turco sostiene che l’approvazione del decreto sulla regolarizzazione dei lavoratori extracomunitari rappresenta una sconfitta per la Lega Nord. Qual è la sua replica?
    «Quando inizieranno le espulsioni di clandestini senza lavoro anche la Turco capirà che non è affatto così. Ora, infatti, il compito di applicare le nuove norme spetta al ministero dell’Interno, che dovrà procedere senza alcun tentennamento. La legge finalmente c’è, è a prova di truffa, per gli imprenditori che volessero fare i “furbi” scatta infatti la sanzione penale. Ma per far fronte ai “grandi numeri” bisogna procedere con le espulsioni a raffica di chi non è in regola, altrimenti dovrà intervenire nuovamente la politica, il popolo sarà costretto a scendere in piazza per far capire ai massoni e ai furfanti loro amici che il tempo del Dio denaro è finito, che il mondo ora sceglie i valori».
    Dunque: gli extracomunitari che lavorano potranno restare, gli altri saranno rispediti al loro Paese. Torneranno in aree del mondo spesso assai povere. La Lega Nord da tempo sostiene che occorre “aiutarli a casa loro”...
    «Esatto. Noi diciamo: via i clandestini, il ministero dell’Interno faccia il suo mestiere e proceda con le espulsioni senza ritardi. Ma nello stesso tempo vogliamo far scattare la seconda parte del nostro progetto, che si basa anche sulla detax per i Paesi poveri, sull’aiuto concreto perché questa gente possa rimanere nella propria terra d’origine. Vogliamo aiutarli sulla via dello sviluppo e per questo dobbiamo contare anche sull’aiuto liberale dei nostri concittadini. Siamo già al lavoro su questo secondo “passaggio”; dovrà essere gestito dal ministero dell’Economia e non certo da quello degli Esteri, che non ha mai fatto nulla di buono in materia. Credo sia anche il caso di andare a controllare che fine fanno le ingentissime somme di denaro gestite da tante fantomatiche associazioni d’aiuto al Terzo mondo. Scopriremmo che questi enti sono spesso guidati da persone che starebbero molto bene nelle patrie galere, per truffa continuata».
    I clandestini che lavorano verranno regolarizzati e otterranno il permesso di soggiorno. Potranno rivendicare una piena parità di diritti?
    «Calma. Io penso alle case popolari e dico: la precedenza va riservata ai nostri vecchi, ai nostri poveri. Prima gli appartamenti vanno assegnati a loro, non certo a chi oggi è un clandestino fuorilegge ed è entrato nel nostro Paese contro la volontà del popolo, senza mai pagare una sola lira di tasse. È un problema che dovremo affrontare e studiare a fondo, tenendo anche conto che la materia è di competenza delle Regioni».
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

 

 

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