Originariamente Scritto da
Luca
10 febbraio 2009
XLIX Conferenza di formazione militante a cura della Comunità Antagonista Padana dell'Università Cattolica del Sacro Cuore
“I Patti lateranensi: la ferita sanata?”
Nell’imminenza dell' ottantesimo anniversario, Alberto Di Maria ha compiuto un'interessante e documentata analisi dei Patti Lateranensi nella loro tripartizione (Trattato, Concordato e Accordo finanziario). Con ricca messe di documenti ha poi chiarito i principali aspetti del Concordato, rilevando invece il suo progressivo snaturamento portato a termine dall'accordo Craxi-Casaroli del 1984, pur mantenendo un giudizio sostanzialmente positivo sugli accordi del 1929. Piergiorgio Seveso ha invece tenuto un intervento vivacemente critico nei confronti dei Patti stessi, frutto della linea gasparriana troppo conciliante e disponibile nei confronti dello "stato italiano". Ha poi mostrato gli aspetti più negativi del Concordato stesso: l'abolizione del foro ecclesiastico, l'eccessiva ingerenza statuale nell'educazione, l'azzeramento della funzione politica dell'Azione Cattolica, il mancato allontanamento dei religiosi apostati dai posti pubblici, il concetto di "culti ammessi" piuttosto di quello più tradizionale di "culti tollerati", il solo parziale risarcimento delle spoliazioni portate contro i beni ecclesiastici negli anni torbidi della rivoluzione italiana (1848-1870). Ha poi segnalato la natura essenzialmente statolatrica del Fascismo, per nulla incline al riconoscimento della "Libertas Ecclesiae" e tantomeno della Potestà indiretta della Chiesa in temporalibus. Ha infine segnalato, sulla scorta del magistero di Papa Pio XI, la stretta e inscindibile unione tra Trattato e Concordato secondo il noto motto "Simul stabunt simul cadent". Vulnerato e caduto il concordato sotto l'ondata laicista e modernista, la stessa "Questione romana" può considerarsi (sostanzialmente) riaperta.