Il centrodestra impone per venerdì la fine della discussione in commissione. E blinda per ora il testo del legittimo sospetto. Saltano le modifiche? Insorge l'Ulivo che si rivolge a Casini.
ROMA - L'ipotesi di un armistizio sul legittimo sospetto fra la maggioranza e l'opposizione è già crollata.
Con un vero e proprio blitz, il Polo ha tagliato le ali all'Ulivo e al filibustering studiato per dilatare i tempi, e ha imposto a suon di voti che la discussione generale nelle commissioni congiunte Affari costituzionali e Giustizia della Camera sul disegno di legge Cirami si concluda venerdì. Cioé un giorno prima del girotondo di Moretti e dei movimenti. Per le votazioni si adotterà il testo dell'esponente Udc, quindi facendo intuire che ogni proposta di modifica (sabato, entro le 20, scadono i termini per la presentazione degli emendamenti) è destinata ad essere bocciata. Almeno stando alle premesse. Ivi compresa, a meno che il Polo non decida di provvedere in aula, quella norma che sospende automaticamente il processo (anche se giunto alla fase finale) che tante perplessità (comprese quelle del Quirinale) aveva sollevato.
Il centrosinistra ha contestato vivacemente tale decisione parlando di ''gravissimo strappo regolamentare'' e ha annunciato che i capigruppo dell'Ulivo chiameranno in serata il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, in visita all'estero, per informarlo dell'accaduto. Durissimo è stato il commento a caldo di Francesco Rutelli: "Altro che dialogo! Questa è arroganza pura''.
I presidenti forzisti delle due commissioni (Pecorella e Bruno) erano stati d'altronde molto chiari anche nelle ore in cui pareva che la pace - o quantomeno un tregua armata - stesse per essere sottoscritta. E avevano imposto tempi serrati all'esame del ddl.
Ma che la giornata fosse destinata a un epilogo rovente lo si era capito fin dalla mattinata. Quando, in apertura della prima giornata di dibattito preliminare sul ddl-Cirami, Luciano Violante ha sostenuto che per lui a fermarsi in attesa delle decisioni della Corte costituzionale deve essere il solo Parlamento. Senza attendersi contropartite dai magistrati che stanno processando Silvio Berlusconi e Cesare Previti.
"Questo provvedimento sul legittimo sospetto - ha detto infatti il capogruppo alla Camera dei Ds - non è una legge generale ed astratta, ma personale e particolare che riguarda soltanto una decina di persone. Ci sono viceversa altre questioni, generali e vere, che vanno subito affrontate in modo dignitoso''. Per questo Violante si accinge a presentare stasera, al termine della prima giornata di lavori delle commissioni congiunte Affari Costituzionali e Giustizia, una richiesta di sospensione del disegno di legge in questione.
D'altro canto anche nello stesso centrodestra nessuno aveva sposato entusiasticamente l'idea di un "patteggiamento" ufficioso fra magistratura e Casa delle libertà. Anche perché per alcuni sarebbe un intesa quantomeno impropria sul piano istituzionale. "Non so quale trappola mai si possa immaginare se si fanno questo tipo di sollecitazioni. - spiegava Taormina riferendosi sia a Conso che a Violante - Ma so che la Consulta è un organo di garanzia che ha il compito di controllare se le nostre leggi sono costituzionali o meno. Non di esercitare un ruolo di supplenza, che in questo caso sarebbe addirittura venato di prevaricazione".
Insomma ufficialmente la maggioranza non avallava per ragioni di principio l'idea di stoppare il Parlamento perché c'è una sentenza costituzionale pendente. Ma nella sostanza le reticenze nascevano dal fatto che non c'è nessuna garanzia che ad una frenata della Camera corrisponderebbe subito una analoga dei giudici milanesi. Del resto anche se il Procuratore Capo di Milano Gerardo D'Ambrosio ha apprezzato in via teorica l'idea di una sospensione bilaterale, il Presidente della Commissione Giustizia della Camera Gaetano Pecorella ha già chiarito in modo nitido che il primo passo dovrebbe farlo il tribunale meneghino.
Sarà l'occasione per Francesco Rutelli di attaccare a fondo nell'intervento già preparato e che è slittato a domani. A lui poi dovrebbe replicare, con veemenza uguale e contraria Francesco Nitto Palma (Forza Italia).
(Fontr: Il Nuovo 9 SETTEMBRE 2002, ORE 16:00, ultimo aggiornamento ore 20:45)