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  1. #21
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    al liceo avevo studiato sul:
    Massimo Salvadori, L'Età contemporanea. Torino: Loesher, 1982.

    Il testo già sulla portata rappresenta una riunione di operai russi arringata da Lenin (!), ed è pesantemente fazioso in senso marxista. Il leit-motiv della lotta di classe attraversa tutto il testo, e ci sono chiari apprezzamenti verso la rivoluzione bolscevica russa.
    Cito un paragrafo a mo' d'esempio:

    "La modernizzazione sociale della Russia poteva essere assicurata solo se il proletariato assumeva l'iniziativa politica, si alleava con i contadini [...], accettava l'appoggio solo della frazione più radicale della borghesia e dava vita ad una 'dittatura democratica degli operai e dei contadini'" (p.245).

  2. #22
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    al liceo avevo studiato sul:
    Massimo Salvadori, L'Età contemporanea. Torino: Loesher, 1982.

    Il testo già sulla portata rappresenta una riunione di operai russi arringata da Lenin (!), ed è pesantemente fazioso in senso marxista. Il leit-motiv della lotta di classe attraversa tutto il testo, e ci sono chiari apprezzamenti verso la rivoluzione bolscevica russa.
    Cito un paragrafo a mo' d'esempio:

    "La modernizzazione sociale della Russia poteva essere assicurata solo se il proletariato assumeva l'iniziativa politica, si alleava con i contadini [...], accettava l'appoggio solo della frazione più radicale della borghesia e dava vita ad una 'dittatura democratica degli operai e dei contadini'" (p.245).

  3. #23
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    Si ma la differenza sta proprio nell'anno, da quando tu hai studiato sono passati molti anni e libri nn si sono certo fossilizzati. Nn metto certo in dubbio che il tuo libro fosse fazioso,però le cose son cambiate da allora, ho rivisto anche i miei libri di storia delle medie e devo dire che anche lì l'oggettività è stata rispettata.

  4. #24
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    Si ma la differenza sta proprio nell'anno, da quando tu hai studiato sono passati molti anni e libri nn si sono certo fossilizzati. Nn metto certo in dubbio che il tuo libro fosse fazioso,però le cose son cambiate da allora, ho rivisto anche i miei libri di storia delle medie e devo dire che anche lì l'oggettività è stata rispettata.

  5. #25
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    lo ripeto: polemica pretestuosa. Uno schieramento elettorale si sta atteggiando ad essere portatore di un confuso novus ordo rerum, e quindi vuole spazzar via tutta la cultura pregressa.

  6. #26
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    lo ripeto: polemica pretestuosa. Uno schieramento elettorale si sta atteggiando ad essere portatore di un confuso novus ordo rerum, e quindi vuole spazzar via tutta la cultura pregressa.

  7. #27
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    Sarà sbagliato farlo per legge, ma credo che il problema esista… Ecco alcune perle tratte da libri di storia obiettivi.

    ELEMENTI DI STORIA - XX secolo
    di Augusto Camera e Renato Fabietti
    IV Edizione per ZANICHELLI

    Pag. 1575
    Quanto alla pretesa di una parità etico-politica delle due parti in lotta [Combattenti della Repubblica Sociale e Partigiani ] si vorrà riconoscere (e i più avveduti militanti di provenienza fascista hanno effettivamente riconosciuto) che da una parte si combatteva per la libertà, dall'altra per il totalitarismo e per la schiavitù. Né si dica che se da una parte ci si schierava per i Lager dall'altra ci si batteva per i Gulag, perché, in primo luogo, i Lager erano solo la conseguenza estrema, ma logica e necessaria, di un regime che si fondava sulla disuguaglianza degli uomini, sulla sopraffazione e l'eliminazione delle razze inferiori, sull'asservimento degli Untermenschen, mentre in linea di principio il comunismo esprimeva l'esigenza di uguaglianza come premessa di libertà (e l'ignominia dei Gulag non è dipesa da questo sacrosanto ideale, ma dal tentativo utopico di tradurlo immediatamente in atto o peggio dalla conversione di Stalin al tradizionale imperialismo); in secondo luogo, i militanti comunisti italiani certamente non si battevano per importare anche in Italia i Gulag ma per eliminare ingiustizie e privilegi..

    Pagg. 1564-1566
    L'8 settembre 1943, nel vuoto di potere determinato dallo sfacelo dello Stato Italiano, furono uccise, soprattutto in Istria 500/700 persone. Per quanto gravi, quei fatti non corrispondevano però a un disegno politico preordinato: essi furono piuttosto la conseguenza di uno sfogo dell'ira popolare sloveno-croata contro gli italo-fascisti, paragonabile alla strage di fascisti perpetrata nel Nord Italia dopo il 25 aprile, nella quale certo non intervennero motivazioni etniche di nessun genere [...].
    [...] Noi non abbozzeremo un bilancio degli infoibati e dei soppressi in vario modo e in varie circostanze, in primo luogo e soprattutto perché le cifre fornite dalle varie fonti sono disparate e malcerte; in secondo luogo perché l'abitudine invalsa di usare come argomento politico il cumulo dei cadaveri gravante sulla coscienza di questo o quel partito ci sembra disgustosa.



    Pag. 1663
    [...] Al terrorismo nero si salda presto il terrorismo che si dichiara rosso e proletario, ma che in realtà matura in ambienti universitari e piccolo borghesi e consegue, oggettivamente, gli stessi risultati del terrorismo nero, cioè genera tensione e disordini, dai quali può nascere solo un'involuzione reazionaria di ispirazione fascistoide.
    [...] Altrettanto inammissibile ci sembra il fatto che osino chieder conto della ferita sofferta dall'Italia nelle sue regioni nord-orientali coloro che di tale ferita sono stati i primi responsabili o coloro che di tali primi responsabili si dichiarano eredi e continuatori.


    E veniamo ai giorni nostri...

    Pag. 1682 e seguenti.

    [...] L'uso sistematicamente aggressivo dei media, i ripetuti attacchi alla magistratura, alla direzione generale anti-mafia, alla Banca d'Italia, alla Corte Costituzionale e soprattutto al Presidente della Repubblica [Scalfaro n.d.r.], condotti da Berlusconi o dai suoi portavoce, esasperarono le tensioni politiche nel Paese, sommandosi alle tensioni sociali determinate dalla disoccupazione crescente (che contraddiceva clamorosamente le promesse elettorali di Forza Italia) e dai tagli proposti dal Governo alle pensioni, alla sanità e in genere alle spese statali per la previdenza sociale [...].
    [...] Il punto peggiore si raggiunse il 21 dicembre quando Berlusconi annunciò ai deputati le proprie dimissioni, dichiarando nello stesso tempo che sarebbe seguito o un governo Berlusconi o un governo destinato a condurre al più presto il Paese a nuove elezioni. Tali pronunciamenti, rafforzati da altre dichiarazioni simili di Fini e dei Cristiani Democratici, miravano esplicitamente a ridurre o a vanificare la libertà di scelta del Presidente della Repubblica [...].
    [...] Di là di tutte le argomentazioni, del resto, Berlusconi aveva urgente bisogno di recuperare il potere e di varare quella riforma della giustizia ch'egli riteneva necessaria e che pensava l'avrebbe messo al riparo dagli avvisi di garanzia e da eventuali condanne.
    [...] Da destra e da sinistra si ripeteva giustamente che le regole generali della vita politica dovevano essere concordate tra tutti i partiti, ma, dopo che la Commissione ebbe concluso i lavori ed ebbe approvato quasi all'unanimità un documento unico in cui si prospettavano le riforme da varare, d'un tratto Berlusconi e i suoi alleati mutarono atteggiamento, cosicché l'esito concreto della Bicamerale fu del tutto deludente.



    MANUALE DI STORIA - 3 L'Età contemporanea
    di A. Giardina, G. Sabbatucci, V. Vidotto
    Nuova edizione aggiornata per EDITORI LATERZA

    Pag. 866
    [...] Il tratto distintivo del terrorismo di destra fu il ricorso ad attentati dinamitardi in luoghi pubblici, che provocavano stragi indiscriminate, col probabile scopo di diffondere il panico nel paese e di favorire una svolta autoritaria. Dopo la strage di P.zza Fontana, vi furono le bombe in P.zza della Loggia a Brescia, nel maggio '74, e quelle sul treno Italicus nell'agosto dello stesso anno, l'attentato alla stazione di Bologna (con oltre 80 morti) nell'agosto '80. La ragionevole convinzione di larga parte dell'opinione pubblica che attribuisce le stragi ad esponenti della destra eversiva sostenuti dai servizi segreti, pur confortata da molti riscontri investigativi, non ha trovato ancora (salvo che per Bologna) una conferma nella magistratura giudicante.

    Pag. 947
    [...] Proprio una maggiore capacità di aggregazione e una maggiore credibilità dei candidati aveva consentito allo schieramento di centro-sinistra di riconquistare nelle elezioni amministrative della primavera-autunno 1997 la guida di molti altri centri come Torino, Roma [...].


    L'ETÀ CONTEMPORANEA - Il Novecento e il mondo attuale
    di P. Ortoleva, M. Revelli
    Nuova periodizzazione per EDIZIONI SCOLASTICHE BRUNO MONDADORI

    Pag. 310
    [...] Nell'esaltazione della figura di Stalin che raggiunse aspetti di un vero e proprio 'culto della personalità' (come sarebbe stato definito questo fenomeno negli anni cinquanta), non si trovava, infatti, solo il rapporto capo-seguaci tipico di tutti gli stati autoritari di quegli anni (e pure di stati meno autoritari, come gli USA), ma anche la risposta a un profondo bisogno di stabilità e di certezza: in quel clima di continui e violenti mutamenti, la figura di Stalin appariva rassicurante nella sua immensa autorità e nella sua salda permanenza al potere. Il timore da essa ispirato poteva quasi essere sentito positivamente, come il rispetto dovuto a un'autorità dura ma giusta. Il ritmo continuo delle trasformazioni sociali e politiche, che continuavano ad abbattere senza sosta ceti, come i kulàki, e figure fino a poco prima onnipotenti come i leader man mano liquidati da Stalin, poteva anche essere interpretato come la prova di una grande volontà di eguaglianza, pronta a colpire il privilegio ovunque si formasse: Stalin diveniva, in tal senso, l'incarnazione di una rivoluzione giusta e livellatrice [...].

    Pag. 315
    La politica staliniana in tema di nazionalità comunque non fu solo di carattere repressivo. Bisogna tener conto che, nella lista dei popoli perseguitati dal regime, compaiono solo etnie nettamente minoritarie, spesso isolate nella loro zona di insediamento.


    Nel manuale di DIRITTO COSTITUZIONALE SIMEONE (XIV Edizione) a proposito delle elezioni politiche del 1994 a pagina 315 si legge:
    Le elezioni, svoltesi con il nuovo sistema imperfettamente maggioritario, hanno portato alla vittoria una composita coalizione in cui precariamente si armonizzavano istanze secessioniste, destra neofascista e partito azienda. Il Presidente della Repubblica ha assunto immediatamente il ruolo di difensore dei valori costituzionali della solidarietà, della democrazia parlamentare e dell'unità nazionale, esercitando una sorta di tutela presidenziale sul Governo Berlusconi.

    Alla faccia dell'obiettività.

  8. #28
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    Sarà sbagliato farlo per legge, ma credo che il problema esista… Ecco alcune perle tratte da libri di storia obiettivi.

    ELEMENTI DI STORIA - XX secolo
    di Augusto Camera e Renato Fabietti
    IV Edizione per ZANICHELLI

    Pag. 1575
    Quanto alla pretesa di una parità etico-politica delle due parti in lotta [Combattenti della Repubblica Sociale e Partigiani ] si vorrà riconoscere (e i più avveduti militanti di provenienza fascista hanno effettivamente riconosciuto) che da una parte si combatteva per la libertà, dall'altra per il totalitarismo e per la schiavitù. Né si dica che se da una parte ci si schierava per i Lager dall'altra ci si batteva per i Gulag, perché, in primo luogo, i Lager erano solo la conseguenza estrema, ma logica e necessaria, di un regime che si fondava sulla disuguaglianza degli uomini, sulla sopraffazione e l'eliminazione delle razze inferiori, sull'asservimento degli Untermenschen, mentre in linea di principio il comunismo esprimeva l'esigenza di uguaglianza come premessa di libertà (e l'ignominia dei Gulag non è dipesa da questo sacrosanto ideale, ma dal tentativo utopico di tradurlo immediatamente in atto o peggio dalla conversione di Stalin al tradizionale imperialismo); in secondo luogo, i militanti comunisti italiani certamente non si battevano per importare anche in Italia i Gulag ma per eliminare ingiustizie e privilegi..

    Pagg. 1564-1566
    L'8 settembre 1943, nel vuoto di potere determinato dallo sfacelo dello Stato Italiano, furono uccise, soprattutto in Istria 500/700 persone. Per quanto gravi, quei fatti non corrispondevano però a un disegno politico preordinato: essi furono piuttosto la conseguenza di uno sfogo dell'ira popolare sloveno-croata contro gli italo-fascisti, paragonabile alla strage di fascisti perpetrata nel Nord Italia dopo il 25 aprile, nella quale certo non intervennero motivazioni etniche di nessun genere [...].
    [...] Noi non abbozzeremo un bilancio degli infoibati e dei soppressi in vario modo e in varie circostanze, in primo luogo e soprattutto perché le cifre fornite dalle varie fonti sono disparate e malcerte; in secondo luogo perché l'abitudine invalsa di usare come argomento politico il cumulo dei cadaveri gravante sulla coscienza di questo o quel partito ci sembra disgustosa.



    Pag. 1663
    [...] Al terrorismo nero si salda presto il terrorismo che si dichiara rosso e proletario, ma che in realtà matura in ambienti universitari e piccolo borghesi e consegue, oggettivamente, gli stessi risultati del terrorismo nero, cioè genera tensione e disordini, dai quali può nascere solo un'involuzione reazionaria di ispirazione fascistoide.
    [...] Altrettanto inammissibile ci sembra il fatto che osino chieder conto della ferita sofferta dall'Italia nelle sue regioni nord-orientali coloro che di tale ferita sono stati i primi responsabili o coloro che di tali primi responsabili si dichiarano eredi e continuatori.


    E veniamo ai giorni nostri...

    Pag. 1682 e seguenti.

    [...] L'uso sistematicamente aggressivo dei media, i ripetuti attacchi alla magistratura, alla direzione generale anti-mafia, alla Banca d'Italia, alla Corte Costituzionale e soprattutto al Presidente della Repubblica [Scalfaro n.d.r.], condotti da Berlusconi o dai suoi portavoce, esasperarono le tensioni politiche nel Paese, sommandosi alle tensioni sociali determinate dalla disoccupazione crescente (che contraddiceva clamorosamente le promesse elettorali di Forza Italia) e dai tagli proposti dal Governo alle pensioni, alla sanità e in genere alle spese statali per la previdenza sociale [...].
    [...] Il punto peggiore si raggiunse il 21 dicembre quando Berlusconi annunciò ai deputati le proprie dimissioni, dichiarando nello stesso tempo che sarebbe seguito o un governo Berlusconi o un governo destinato a condurre al più presto il Paese a nuove elezioni. Tali pronunciamenti, rafforzati da altre dichiarazioni simili di Fini e dei Cristiani Democratici, miravano esplicitamente a ridurre o a vanificare la libertà di scelta del Presidente della Repubblica [...].
    [...] Di là di tutte le argomentazioni, del resto, Berlusconi aveva urgente bisogno di recuperare il potere e di varare quella riforma della giustizia ch'egli riteneva necessaria e che pensava l'avrebbe messo al riparo dagli avvisi di garanzia e da eventuali condanne.
    [...] Da destra e da sinistra si ripeteva giustamente che le regole generali della vita politica dovevano essere concordate tra tutti i partiti, ma, dopo che la Commissione ebbe concluso i lavori ed ebbe approvato quasi all'unanimità un documento unico in cui si prospettavano le riforme da varare, d'un tratto Berlusconi e i suoi alleati mutarono atteggiamento, cosicché l'esito concreto della Bicamerale fu del tutto deludente.



    MANUALE DI STORIA - 3 L'Età contemporanea
    di A. Giardina, G. Sabbatucci, V. Vidotto
    Nuova edizione aggiornata per EDITORI LATERZA

    Pag. 866
    [...] Il tratto distintivo del terrorismo di destra fu il ricorso ad attentati dinamitardi in luoghi pubblici, che provocavano stragi indiscriminate, col probabile scopo di diffondere il panico nel paese e di favorire una svolta autoritaria. Dopo la strage di P.zza Fontana, vi furono le bombe in P.zza della Loggia a Brescia, nel maggio '74, e quelle sul treno Italicus nell'agosto dello stesso anno, l'attentato alla stazione di Bologna (con oltre 80 morti) nell'agosto '80. La ragionevole convinzione di larga parte dell'opinione pubblica che attribuisce le stragi ad esponenti della destra eversiva sostenuti dai servizi segreti, pur confortata da molti riscontri investigativi, non ha trovato ancora (salvo che per Bologna) una conferma nella magistratura giudicante.

    Pag. 947
    [...] Proprio una maggiore capacità di aggregazione e una maggiore credibilità dei candidati aveva consentito allo schieramento di centro-sinistra di riconquistare nelle elezioni amministrative della primavera-autunno 1997 la guida di molti altri centri come Torino, Roma [...].


    L'ETÀ CONTEMPORANEA - Il Novecento e il mondo attuale
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    Pag. 310
    [...] Nell'esaltazione della figura di Stalin che raggiunse aspetti di un vero e proprio 'culto della personalità' (come sarebbe stato definito questo fenomeno negli anni cinquanta), non si trovava, infatti, solo il rapporto capo-seguaci tipico di tutti gli stati autoritari di quegli anni (e pure di stati meno autoritari, come gli USA), ma anche la risposta a un profondo bisogno di stabilità e di certezza: in quel clima di continui e violenti mutamenti, la figura di Stalin appariva rassicurante nella sua immensa autorità e nella sua salda permanenza al potere. Il timore da essa ispirato poteva quasi essere sentito positivamente, come il rispetto dovuto a un'autorità dura ma giusta. Il ritmo continuo delle trasformazioni sociali e politiche, che continuavano ad abbattere senza sosta ceti, come i kulàki, e figure fino a poco prima onnipotenti come i leader man mano liquidati da Stalin, poteva anche essere interpretato come la prova di una grande volontà di eguaglianza, pronta a colpire il privilegio ovunque si formasse: Stalin diveniva, in tal senso, l'incarnazione di una rivoluzione giusta e livellatrice [...].

    Pag. 315
    La politica staliniana in tema di nazionalità comunque non fu solo di carattere repressivo. Bisogna tener conto che, nella lista dei popoli perseguitati dal regime, compaiono solo etnie nettamente minoritarie, spesso isolate nella loro zona di insediamento.


    Nel manuale di DIRITTO COSTITUZIONALE SIMEONE (XIV Edizione) a proposito delle elezioni politiche del 1994 a pagina 315 si legge:
    Le elezioni, svoltesi con il nuovo sistema imperfettamente maggioritario, hanno portato alla vittoria una composita coalizione in cui precariamente si armonizzavano istanze secessioniste, destra neofascista e partito azienda. Il Presidente della Repubblica ha assunto immediatamente il ruolo di difensore dei valori costituzionali della solidarietà, della democrazia parlamentare e dell'unità nazionale, esercitando una sorta di tutela presidenziale sul Governo Berlusconi.

    Alla faccia dell'obiettività.

  9. #29
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    Nel manuale di DIRITTO COSTITUZIONALE SIMEONE (XIV Edizione) a proposito delle elezioni politiche del 1994 a pagina 315 si legge:
    Le elezioni, svoltesi con il nuovo sistema imperfettamente maggioritario, hanno portato alla vittoria una composita coalizione in cui precariamente si armonizzavano istanze secessioniste, destra neofascista e partito azienda. Il Presidente della Repubblica ha assunto immediatamente il ruolo di difensore dei valori costituzionali della solidarietà, della democrazia parlamentare e dell'unità nazionale, esercitando una sorta di tutela presidenziale sul Governo Berlusconi.


    ineccepibile.
    FI e' o no un partito-azienda? lo e', inconfutabilmente.
    La Lega non portava istanze secessioniste? si
    e il Presidente della repubblica assunse o no il ruolo di difensore dei valori costituzionali? sì..e' il suo compito...e stante le premesse di cui sopra..non poteva essere che di tutela.
    Antonio

  10. #30
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    Nel manuale di DIRITTO COSTITUZIONALE SIMEONE (XIV Edizione) a proposito delle elezioni politiche del 1994 a pagina 315 si legge:
    Le elezioni, svoltesi con il nuovo sistema imperfettamente maggioritario, hanno portato alla vittoria una composita coalizione in cui precariamente si armonizzavano istanze secessioniste, destra neofascista e partito azienda. Il Presidente della Repubblica ha assunto immediatamente il ruolo di difensore dei valori costituzionali della solidarietà, della democrazia parlamentare e dell'unità nazionale, esercitando una sorta di tutela presidenziale sul Governo Berlusconi.


    ineccepibile.
    FI e' o no un partito-azienda? lo e', inconfutabilmente.
    La Lega non portava istanze secessioniste? si
    e il Presidente della repubblica assunse o no il ruolo di difensore dei valori costituzionali? sì..e' il suo compito...e stante le premesse di cui sopra..non poteva essere che di tutela.
    Antonio

 

 
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