Le istituzioni comunitarie rappresentano, l'abbiamo sottolineato più volte, un esproprio della sovranità nazionale, già solo l'impossibilità di operare in politica monetaria secondo gli interessi specifici e peculiari del popolo italiano basterebbe a rendere l'idea di quale tunnel abbiamo imboccato. Tenuto conto poi che la stessa politica di bilancio è limitata da direttive e miriadi di leggi e leggine conseguenti.
Con realismo dobbiamo renderci conto, a parer mio, che certe dinamiche sono irreversibili,e con realismo rivedere i nostri piani programmatici a proposito del futuro per il quale dobbiamo e vogliamo lottare. Non è necessario parlare di autarchia per passare per matto...è sufficiente parlare di "ritorno alle frontiere" e roba simile. Che ci piaccia o no, è l'economia che muove il mondo, ed in questo Marx ci aveva preso.
Ritengo sia importante per noi che a livello continentale prendano posto centri di "potere" che abbiano appunto la possibilità di fare politica, di prendere decisioni. E' chiaro infatti che con l'economia che ci troviamo davanti, globalizzazione incombente e già dilagante, tutto è strettamente correlato e mai potremmo, ad esempio, sperare di realizzare le riforme in materia di lavoro e democrazia del lavoro in ambito nazionale....pensate solo alle disastrose conseguenze della perdita di competitività delle nostre imprese!...ecco perchè ritengo che, opportunamente democratizzate, le istituzioni comunitarie possano rappresentare l'unico paradossale baluardo contro l'assenza della volontà popolare e dunque della Solidarietà Sociale in Europa.....le riforme che vorremmo devono passare in ambito Europeo...per non essere pura utopia.
saluti