Per Pechino «l'uso della forza può solo peggiorare i problemi nel mondo». Ma la Gran Bretagna mobilita migliaia di soldati
NEW YORK - Sull'attacco all'Iraq, decisa frenata di Russia e Cina, entrambi Paesi membri permanenti del Consiglio di Sicurezza del Palazzo di Vetro. I due Stati si sono detti contrari a un'azione militare contro l'Iraq, nella convinzione che la lotta al terrorismo deve essere compiuta all'interno del diritto internazionale e delle norme dell'Onu. «Un uso indiscriminato della forza - ha detto il ministro degli Affari Esteri di Pechino, Tang Jiaxuan, dinanzi all'assemblea plenaria delle Nazioni Unite - può soltanto peggiorare i problemi nel mondo». E il suo omologo russo, Igor Ivanov, ha confermato che le crisi internazionali complesse devono essere risolte tramite gli strumenti offerti dall'Onu: «Il che - ha detto - deve applicarsi anche alla situazione irachena che richiede un accordo politico nel rispetto delle risoluzione del Consiglio di sicurezza».
GRAN BRETAGNA MOBILITA - Ma nonostante queste prese di posizione, le macchine militari di Usa e Gran Bretagna si stanno muovendo. Londra ha dato il via alla mobilitazione di migliaia di soldati, iniziando a spostare truppe, blindati, cibo e munizioni nel porto militare di Southampton, nell'Inghilterra meridionale. L'operazione «Log Viper» è la più massiccia realizzata su suolo britannico dal 1998. Ufficialmente, si parla di un'esercitazione già programmata da oltre un anno ma per gli esperti si tratta di una mossa che anticipa i preparativi di guerra contro Baghdad. Nel porto di Southampton sono già all'ancoraggio tre unità da carico, più un traghetto passeggeri; e 6.000 soldati saranno convogliati nella zona nelle prossime ore.
14 settembre 2002