Ieri sul Monviso:
«La vecchia palude vuole inghiottire il cambiamento»
«Battaglia per le riforme»
di Gianluca Savoini
Ma la battaglia contro chi vuole che nulla cambi sarà ancora faticosa e dovranno essere i popoli padani a diventare le sentinelle del cambiamento. Anche quest’anno, alle sorgenti del Po, Umberto ha voluto inquadrare la stagione politica che sta per iniziare dopo le ferie estive. E anche questa volta, a sette anni di distanza dal meraviglioso settembre del 1996, il segretario federale della Lega Nord ha chiamato a raccolta l’esercito democratico del Carroccio e tutti i popoli della Padania.
«Dobbiamo accelerare le riforme previste dal patto di governo - ha sottolineato ai cronisti Bossi appena giunto al Pian del Re -. Domani a Venezia chiederò al popolo di suonare il corno della battaglia, perché stiamo per entrare nella terra di nessuno, là dove la “vecchia palude” cerca di inghiottire il cambiamento».
Bossi è giunto quest’anno in elicottero a Pian della Regina, a causa della nuvolaglia che intorno alle 14 lambiva il prato della sorgente. Trasportato in auto fino a Pian del Re, insieme al coordinatore delle Segreteria Nazionali del Carroccio Roberto Calderoli, il leader leghista si è recato a raccogliere nell’ampolla l’acqua sorgiva che oggi verrà versata in Laguna. Bossi si è quindi recato su un palchetto allestito per l’occasione e ha ascoltato il Va’ Pensiero suonato dalla banda musicale di Villafaletto. Poi ha cominciato a parlare.
Qui in Padania è nato il mondo moderno.
«Per la settima volta di seguito siamo di nuovo qui, sul Monviso - ha iniziato il ministro per le Riforme -, da dove sgorga il grande fiume che ha dato origine alla Padania, ovvero alla terra che vide, prima al mondo, la nascita della società moderna. Perché è qui, non in America o altrove, che abbiamo Pontida, è qui da noi quel convento in cui nacque la Lega storica che sconfisse l’Impero in nome della libertà dei Comuni e dei nostri popoli. Nel ’96 venimmo su queste montagne per dire che non eravamo d’accordo con il sistema centralista ed annientatore dei popoli».
Il fallimento dell’economia virtuale e dei valori mondialisti.
«Quello era un sistema simile a un tumore maligno - ha aggiunto Bossi -, che omologa tutto e annienta le diversità dei popoli. Sull’esempio di Pontida, di quell’esperienza assai diversa dalla “new economy” fallimentare dei Clinton e dei D’Alema, noi rilanciammo i valori della libertà. Del resto sono stati i cittadini a togliere la fiducia alla “new economy” e lo hanno fatto ben prima dell’11 settembre dello scorso anno. I popoli hanno rifiutato quelle idee drogate partorite da chi sostiene che l’uomo novello Lucifero, può moltiplicare la ricchezza a suo piacimento. Oggi sappiamo di nuovo che la ricchezza è un bene di Dio, non dell’uomo, e non è infinita. E se la ricchezza non è infinita, anche l’ospitalità non può essere infinita».
I “girotondi” non possono far rivivere il vecchio mondo.
«Quel mondo folle cerca di rivivere nei girotondi della sinistra - ha precisato il leader leghista -, ma quelli non possono far rivivere delle cose morte. Certo, tutti hanno il diritto di manifestare in piazza, la piazza è luogo di democrazia. Ma dove erano quelli che oggi giracchiano qua e là in nome, dicono, della democrazia, quando il regime di sinistra si scatenava contro chi manifestava per la Padania libera? Sono stati scagliati contro i padani 882 processi per reati d’opinione e nessuno diceva niente, allora. Ma è naturale, perché la sinistra non parla di valori e di identità dei popoli ma solo di beni economici e finanziari».
No all’annullamento delle nostre identità, fuori i clandestini. Quindi Bossi ha affrontato il tema dell’immigrazione.
«Con la nuova legge, la mia legge, abbiamo stabilito il diritto dei popoli di normare chi viene a casa loro - ha spiegato il Ministro -. Certo non abbiamo ancora vinto, ma i popoli hanno finalmente cominciato a non perdere. L’ideologia mondialista del “viaggiare è bello” è finita, anche se questo non significa chiudere tutto a tutti. Semplicemente, decidiamo noi chi fare entrare, e chi entra deve avere un contratto di lavoro. Altrimenti fuori dalle scatole! E se qualcuno si illude che si possano regolarizzare quelli che sono stati raggiunti da un provvedimento di espulsione, si sbaglia. Chi era stato espulso, se ne deve andare».
Il tramonto dell’Europa dei massoni e l’anno che verrà.
«Sta finendo l’Europa dei massoni, dei grembiuli, di Amato (che sostiene che debba dominare la business community e non il popolo), questi signori non vinceranno. Però sono ancora pericolosi, i loro sistemi si siedono sulle istituzioni e le assorbono senza cercare uno scontro diretto. Perciò attenzione».
Bossi ha concluso tra gli applausi, mentre il sole riusciva finalmente a scacciare le nubi, lasciando intravedere la vetta imbiancata del Monviso. «Inizia l’anno buono, che vedrà avanzare il lavoro sulla Corte Costituzionale regionalizzata, sulla devoluzione, sul Senato federale, tutti pronti, quindi, al proprio posto. Per far vincere la nostra Padania».