Il fu Eriberto, che parlerà solo venerdì, è stato regolarmente tesserato entro i termini e quindi, se non interverrà una sospensiva o la squalifica, è già a disposizione di Del Neri.


VERONA, 17 settembre 2002 - Eriberto è tornato. Adesso si chiama Luciano ma lui è sempre lo stesso. Il Chievo lo ha riabbracciato a Veronello e, tanto per reinserirlo subito nell'ambiente, lo porterà a Belgrado per la trasferta di coppa Uefa. Ci sono stati momenti di commozione e questo testimonia l'affetto con cui il Chievo ha sempre circondato il ragazzo. Non è un caso, quindi, che nel pieno della bufera scoppiata dopo le sue dichiarazioni, Luciano abbia sempre detto che sarebbe tornato solo per giocare nel Chievo. La squadra ha preparato anche un simpatico striscione con la scritta "Bentornato a casa. Ora e sempre magico Eri - Ops, Luciano". Il giocatore ha ringraziato tutti ma non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Parlerà venerdì in una apposita conferenza stampa, al ritorno dalla Jugoslavia. Così si metterà definitivamente una pietra sopra su tutto quello che è stato detto e scritto nei giorni scorsi. Luciano, infatti, è stato regolarmente tesserato entro i termini e quindi, se non interverrà una sospensiva o la squalifica, praticamente è già a disposizione di Del Neri. La società attende con impazienza proprio l'entità della squalifica, dopo l'infelice uscita del presidente federale Carraro che ha considerato intesserabile il giocatore almeno per quest'anno. In realtà, essendo appunto già stato regolarizzata la sua posizione entro la scadenza fissata dalla Federazione, ci si augura che la dichiarazione di Carraro non si tramuti adesso in uno stop più lungo del ragionevole al giocatore. In realtà l'avvocato Marco Bisagno, che tutela gli interessi del Chievo, appare invece più fiducioso perché "il brasiliano in effetti non ha frodato alcuna legge per giocare. Avrebbe potuto scendere in campo anche se si chiamava Luciano. Ha giocato come extracomunitario e non come comunitario".