Da la Padania di oggi


BOSSI REPLICA ALLE INGIUSTIFICATE ACCUSE DEL CARD. RUINI

di Gianluca Savoini

«Io personalmente sono per la Chiesa dei campanili, quella che difende i campanili, i popoli; sono molto meno, anzi sono contrario alla Chiesa più vicina ai discorsi imperiali». Umberto Bossi ha chiarito, per chi non l’avesse ancora capito e per quelli che fanno finta di non capire, qual è la sua posizione nei confronti della Chiesa. Rispondendo dai microfoni del Tg3 alle accuse del cardinal Ruini.
«Anche a me - ha rilevato Bossi - dicevano che a Venezia abbiamo parlato contro la Chiesa; non è vero. Non si è neppure toccato il problema della Chiesa».
Il ministro per le Riforme ha quindi ribadito che «il governo deve ripartire dalle riforme della Costituzione, che sono le riforme più difficili da fare perchè cambiano per lungo periodo la storia del paese. D’altra parte era la riforma della costituzione il patto fatto con la Lega».
«Qui - ha aggiunto il segretario federale del Carroccio - bisogna riorganizzare la macchina dopo un anno di battaglia, le falangi se non le organizzano, rischiano di non partire, quindi si rischia la palude politica se non facciamo le riforme. Berlusconi è il capo, dia gli ordini». In una successiva intervista al Tg5 Bossi ha ribadito di essere fermamente contrario all’ipotesi di dare le case comunali agli immigrati, come vorrebbe, ad esempio, la curia di Treviso.
Rivolgendosi al sindaco di Treviso, il leader del Carroccio ha dichiarato: «penso che sarebbe l’errore più grave che può fare Gentilini».
«Se la nostra gente, i poveracci che non hanno la casa e l'aspettano - ha continuato Bossi -, vedono che la dai al primo che passa in strada, al primo immigrato che non ha mai lavorato e non ha mai pagato niente, allora sì che è pericoloso, che esce il razzismo, esce la xenofobia».
È toccato quindi al direttore de la Padania Gigi Moncalvo avere come ospite in studio, a Telepadania, il ministro per le Riforme. «Non ho capito da dove viene l’accusa che ci viene mossa di aver attaccato la Chiesa - ha ribadito Bossi -, a Venezia non abbiamo parlato di Chiesa. Semmai abbiamo detto che è finita l’epoca del progetto mondialista che prevede di omogeneizzare i popoli, affinchè pochi possano comandare senza problemi».
È quell’ideologia fallimentare e disastrosa dei Clinton, degli Amato, dei massoni, l’ideologia mondialista (l’ “ismo” peggiore fra tutti gli “ismi”, lo definisce il leader leghista), ad aver causato enormi problemi. «Venne lanciata l’idea fasulla che attraverso l’economia finanziaria si potesse moltiplicare la ricchezza - ha spiegato Bossi -. E che se la ricchezza è illimitata, anche l’ospitalità lo è. Ecco spiegato cosa c’è dietro l’immigrazione di massa. Sono concetti che non ho mai creduto possibili». «Si tratta di un nuovo mito di Lucifero - ha aggiunto -, ma la ricchezza non è bene dell’uomo, ma bene di Dio, legato alle risorse razionali del lavoro. Quel mondo lì è finito».
E la dimostrazione è giunta democraticamente dal basso, dal popolo.
«Già sei mesi prima dell’11 settembre dell’anno scorso - ha sottolineato il ministro - il popolo americano aveva tolto la fiducia alla borsa. La gente non crede più a quello che diceva Clinton e nemmeno ad un certo tipo di Chiesa, che va al traino di questi concetti».
«Il nostro paese ha il 70 per cento del pil prodotto dalle piccole imprese, che non possono andare in borsa, ma rappresentano l’economia reale - ha evidenziato Bossi -. Ma i “grembiulini” dieci anni fa vinsero la partita, che sostenendo che i beni dello stato dovevano andare alle grandi famiglie. Fu il grande scontro sulle privatizzazioni».
E La Lega era sola contro tutti: «contro le grandi famiglie che sono proprietarie dei grandi giornali e non fanno capire nulla alla gente». Adesso però il vento sta cambiando. «Grazie alla testardaggine della Lega e con la nascita della Cdl - ha precisato Bossi - il potere politico comincia a giungere dal basso, un concetto esattamente opposto all’idea della “business community” che dovrebbe dominare alla faccia delle scelte dei popoli. E anche l’economia deve venire dal basso. Noi dobbiamo investire sulla famiglia. Soltanto così il governo riuscirà a cambiare il Paese».