Succede nientemeno che al comune di Milano
«Siete incinte? Niente lavoro»


R. I.

Alcune educatrici precarie non sono state assunte perché incinte. Non accade in un qualche paese del terzo mondo ma nientemeno che al comune di Milano.
Il 30 agosto 2002, per cercare di coprire i copiosi vuoti d'organico di asili nido e scuole materne, sono state convocate dal comune di Milano le prime 200 educatrici precarie - facenti parte delle graduatorie frutto della selezione pubblica svoltasi due anni fa - per stipulare l'ennesimo contratto a tempo determinato. In tale occasione, i responsabili del Settore Risorse Umane (cioè del personale) hanno chiesto loro, sia verbalmente sia per iscritto, di dichiarare eventuali stati di gravidanza (indipendentemente dal periodo) e di comunicare se erano madri di bambini sotto i sette mesi di vita.

Già questo ha il sapore brutto della discriminazione. Ma quel che è peggio è che per coloro che, in buona fede, hanno dichiarato quanto richiesto, la sorpresa è stata, appunto, il rifiuto dell'assunzione con successiva convocazione per la stipulazione di un contratto giuridico, cioè senza corresponsione di stipendio.

«Alcune di queste persone si sono rivolte a noi - spiegano in un comunicato Mariangela Saggese e Antonio Barbato, delegati Rsu SdB/Sin. Cobas - per chiedere aiuto. Increduli perché bene a conoscenza delle normative che regolano la materia e che non permettono soluzioni di questo genere, dopo attente verifiche, abbiamo scritto una lettera per chiedere spiegazioni che, manco a dirlo, non sono mai arrivate, e per diffidare l'amministrazione dall'attuare il grave abuso».

Per assurdo, però, il Settore Risorse Umane, pur di giustificare tali assurdi provvedimenti, ha cercato di aggrapparsi proprio a una legge nata per evitare discriminazioni fondate sul sesso e per garantire l'accesso al lavoro - a tempo determinato o indeterminato - delle donne in stato interessante, applicandolo però al contrario: «Siccome il vostro è un mestiere a rischio per la gestazione noi non vi assumiamo, niente assunzione niente rischi!».

Il decreto legge in questione, le linee direttrici della Corte di Giustizia Europea, due recenti sentenze della stessa Corte e una dell'italianissima Corte di Cassazione obbligano i datori di lavoro non solo ad assumere le gestanti ma prevedono che queste non siano tenute a dichiarare la loro condizione (tranne in casi di rischi specifici), onde evitare indebite violazioni della privacy. «Abbiamo preso contatto con la dottoressa Donata Gottardi, vice presidente nazionale delle Pari Opportunità - dicono ancora i delegati Rsu che hanno denunciato la vicenda - la quale ci ha confermato che "non esiste nel testo della legge nessun appiglio utilizzabile da parte del comune di Milano per non assumere le educatrici in stato interessante attualmente in graduatoria».

Nonostante la diffida dei sindacati, i responsabili del comune hanno continuato per la loro strada. Si annunciano iniziative sindacali (interpellanze parlamentari, assemblee e scioperi) e legali (ricorsi alla Corte Europea di Giustizia, cause di lavoro davanti ai tribunali italiani, denunce).


Liberazione 19 settembre 2002
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