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  1. #1
    agaragar
    Ospite

    Predefinito La nuova dottrina bush: Qui comando IO!

    Viene diffuso oggi un documento di 33 pagine che compendia la dottrina Bush in tema di politica internazionale: si teorizza "l'azione preventiva", ovvero agire sempre per primi. Smentita la dottrina-Clinton.
    di Marco Birolini

    WASHINGTON - Attaccare il nemico per primi, prima che possa farlo lui. E' questo il concetto cardine della nuova strategia della Casa Bianca, spiegata in 33 pagine scritte e ampiamente rivedute (per "eliminare le parti che potevano sembrare troppo arroganti") dal presidente George W. Bush in persona.

    Per la prima volta, l'America prende consapevolezza della sua superiorità militare globale e decide di usarla in senso preventivo, per scongiurare possibili minacce terroristiche da parte dei cosiddetti stati canaglia.

    Dopo l'11 settembre, l'America non vuol più correre rischi, e decide di passare dalla deterrenza alla prevenzione dei pericoli. Una strategia definita dal New York Times, che ne ha anticipato i contenuti, "la più aggressiva dai tempi dell'era Reagan".

    Nel documento, diffuso in questi giorni, Bush lancia la sua battaglia globale contro i nemici di quei valori che, dice, hanno vinto la sfida contro i totalitarismi del ventesimo secolo: libertà, democrazia e libera iniziativa economica. La sfida del ventunesimo secolo, per l'America e "per tutte le persone amanti della pace" sarà difendere questi valori, con tutti i mezzi possibili, a partire da quelli militari.

    Significativa la teoria della "contro proliferazione", che sostituirà quella della "non proliferazione" cara al presidente Clinton. Secondo Bush, i trattati di non proliferazione delle armi di distruzione di massa hanno fallito, visto che paesi come Iraq, Iran e Corea del Nord sono riusciti a dotarsi di arsenali pericolosi. D'ora in poi, quindi, l'America farà di tutto per impedire i progressi militari di Stati considerati ostili.
    Anche ricorrendo alla forza, se necessario, e anche senza attendere il placet dell'Onu o l'aiuto degli alleati. "Non esiteremo ad agire da soli, per esercitare il nostro diritto di autodifesa e di intervenire in via preventiva".

    L'America insomma non si limiterà più a mostrare i muscoli, ma schiaccerà con un pugno le possibili minacce. La leadership militare, conquistata dopo il crollo dell'Urss, non dovrà essere messa in discussione: "Le nostre forze saranno abbastanza forti da dissuadere i potenziali avversari dalla speranza di sorpassare o uguagliare il potere degli Stati Uniti". Il riferimento, vista la crisi economica della Russia, è alla Cina, che da tempo sta tentando di aumentare la sua forza nucleare.

    Per chi non cercherà di sfidare o mettere in discussione la superiorità militare americana, si apriranno le porte degli aiuti e della collaborazione, in quella che sarà "la battaglia della diffusione dei valori e delle idee".

  2. #2
    agaragar
    Ospite

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    Originally posted by pietro
    dal Times di Londra September 20, 2002
    German likens Bush to Hitler From Alex Blair in Berlin

    THE German Justice Minister compared President Bush’s policy on Iraq with the methods of Hitler yesterday, prompting anger in Washington and calls in Germany for her resignation.
    “Bush wants to distract attention from his own internal difficulties. That’s a favourite method. Hitler also did it,” Herta Däubler-Gmelin, was quoted by the Schwäbische Tagblatt newspaper as telling trade unionists in Tübingen.

    She said that Mr Bush’s main motivation for such a tough stance against Iraq was not concern for oil supplies, but because the economic crisis had caused his popularity ratings to fall: “The Americans have enough oil themselves.”

    The paper also quoted her as saying that the US had a “lousy justice system” and that if today’s laws against insider trading had applied in the Eighties, “then Bush would be sitting in prison today”.
    ......................................
    Ari Fleischer, President Bush’s spokesman, sought to play down the impact on the relationship between the countries, but reacted strongly to the minister’s remarks.

    “The United States and Germany have a very long and valuable relationship, and relations between the people of the United States and Germany are very important to Americans,” Mr Fleischer said. “But this statement by the Justice Minister is outrageous and inexplicable.”

    The minister later released a statement to try to limit the damage and won Herr Schröder’s backing.

  3. #3
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    Certo, la strategia del PNC (project for the new american century) degli "illuminati" rumsfeld, cheney e co, che ho citato un pò di gg. fa, guadagnandomi lo scetticismo di qualche forumista.

    Osceno e pericoloso, soprattutto il concetto di guerra preventiva.
    Gli USA si sentirebbero in diritto di attaccare chiunque metta in discussione la loro leadership.

    Ma non solo a livello globale, la "dissuasione" partirebbe anche per gli stati che volessero o acquistassero una leadership a livello regionale, questo è uno dei passi forse omessi, insieme alla chiara indicazione dell'Irak come paese strategico per il controllo del golfo, saddam o non saddam (testuali parole del documento del PNC).

    Omessi, non cancellati.

    Questa strategia decreta la morte dell'ONU sostituendola con... mi aiutate voi? L'impero americano? Troppo eversivo?
    E ci riporta indietro alla discrezionalità pre 2 guerra mondiale...

    In un certo senso ci stanno dicendo che cureranno i loro interessi vitali (non ho voluto dire spazi vitali) anche militarmente.

    Alla favoletta della altruistica difesa della "libertà, democrazia e libero mercato" spero non creda nessuno, le evidenze storiche confermano ciò che un minimo di logica suggerisce.

    Sono curioso di vedere gli sviluppi se e quando l'Europa arriverà ad un sistema difensivo comune, resteremo amici?
    O staremo mettendo in discussione la loro leadership?

  4. #4
    Viva la piadina!!!
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    Originally posted by bom-bim-bom
    Certo, la strategia del PNC (project for the new american century) degli "illuminati" rumsfeld, cheney e co, che ho citato un pò di gg. fa, guadagnandomi lo scetticismo di qualche forumista.

    Osceno e pericoloso, soprattutto il concetto di guerra preventiva.
    Gli USA si sentirebbero in diritto di attaccare chiunque metta in discussione la loro leadership.

    Ma non solo a livello globale, la "dissuasione" partirebbe anche per gli stati che volessero o acquistassero una leadership a livello regionale, questo è uno dei passi forse omessi, insieme alla chiara indicazione dell'Irak come paese strategico per il controllo del golfo, saddam o non saddam (testuali parole del documento del PNC).

    Omessi, non cancellati.

    Questa strategia decreta la morte dell'ONU sostituendola con... mi aiutate voi? L'impero americano? Troppo eversivo?
    E ci riporta indietro alla discrezionalità pre 2 guerra mondiale...

    In un certo senso ci stanno dicendo che cureranno i loro interessi vitali (non ho voluto dire spazi vitali) anche militarmente.

    Alla favoletta della altruistica difesa della "libertà, democrazia e libero mercato" spero non creda nessuno, le evidenze storiche confermano ciò che un minimo di logica suggerisce.

    Sono curioso di vedere gli sviluppi se e quando l'Europa arriverà ad un sistema difensivo comune, resteremo amici?
    O staremo mettendo in discussione la loro leadership?
    Beh basandomi sugl' articoli postati nel sito del tuo citato PNC, tale dottrina vede l' espansione della Nato favorevolmente, anche perche' sarebbe quasi ora che l' Europa potesse difendersi da sola (opinione personale).

  5. #5
    email non funzionante
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    Originally posted by Amati75


    Beh basandomi sugl' articoli postati nel sito del tuo citato PNC, tale dottrina vede l' espansione della Nato favorevolmente, anche perche' sarebbe quasi ora che l' Europa potesse difendersi da sola (opinione personale).
    ma difendersi da CHI? quale potenza si sognerebbe di attaccare l'europa? (non si dica di attaccare gli stati uniti, terrorismo a parte).
    Gli stati a dover temere l'attacco altrui sono tutti gli stati deboli e "medi", cioè la quasi totalità degli stati esistenti, meno quelli eurpei occidentali, gli usa ovviamente, la cina e la russia.
    La maggior parte dell'umanità deve temere l'aggressione di questi pochi stati privilegiati, in particolare dell'Impero nordamericano, divenuto ormai il padrone virtuale del pianeta intero.

    Ancora una piccola riflessione. Si è demonizzato tanto l'impero " millenario" tedesco del 1933-45, che non si è mai realizzato al di là dell'area europea e per pochi anni, e adesso ci ritroviamo con un impero millenario in piena espansione, con la prospettiva di doverci sottomettere a questo durante tutto l'arco del XXI secolo...

  6. #6
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    Originally posted by Amati75


    Beh basandomi sugl' articoli postati nel sito del tuo citato PNC, tale dottrina vede l' espansione della Nato favorevolmente, anche perche' sarebbe quasi ora che l' Europa potesse difendersi da sola (opinione personale).
    Io invece dico che è proprio ora, ma che c'entra la NATO?

    Io suggerirei di liberare gli USA dal fardello di mantenere uomini e mezzi dislocati in tutta Europa.
    Ora bisogna vedere se ciò corrisponde o meno alle strategie PNC, io dico di no.

    La difesa basata sull'attacco preventivo non è difesa, ma attacco.
    Dovresti andare oltre le formulette di facciata e le favolette della diffusione della libertà, democrazia.

  7. #7
    agaragar
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    Un rapporto della Commissione parlamentare Usa denuncia: i vertici di Cia e Fbi hanno ignorato le segnalazioni su possibili attacchi contro gli Stati Uniti
    11 settembre, i servizi sotto accusa

    Daniele Zaccaria

    Le indiscrezioni sulle ripetute inefficienze dei servizi americani riguardo agli attentati dell'11settembre infoltiscono da più di un anno le cronache dei retroscena di quel giorno che sconvolse il pianeta. A volte in chiave smaccatamente dietrologica, alludendo ad oscuri e sinistri complotti, come il francese Thierry Meyssan, autore del libro 11 septembre: l'effroyable imposture, pubblicazione in cui si sosteneva la sconvolgente tesi che nessun aereo si fosse schiantato sul Pentagono e che, in realtà, l'intera vicenda fosse stata orchestrata dai servizi statunitensi e dal cupido impulso degli speculatori di borsa.
    Versione fantasiosa per una confezione assai scandalistica, a cui si è ovviamente dato poco credito. Ma al di là delle suggestioni da "spy story", è indubitabile che Cia e Fbi ignorarono diverse segnalazioni e fughe di notizie, dimostrando una preoccupante negligenza e una scarsa professionalità.

    Nell'estate del 2001, le agenzie d'intelligence avevano ricevuto diverse indicazioni circa l'imminenza di un «attacco spettacolare» della rete terrorista al-Qaeda contro interessi americani o israeliani. A rivelarlo è il quotidiano statunitense Washington Post che cita il rapporto stilato dallo staff d'investigatori della Commissione servizi del Congresso, che da mesi indagano sui fatti dell'11 settembre. Il capo dello staff Eleanor Hill ha citato almeno dodici informative, che dal 1994 avevano segnalato la seria eventualità che il gruppo guidato da Osama Bin-Laden impiegasse aerei di linea per compiere attentati contro gli Stati Uniti.

    A questo titolo è utile ricordare il fallito dirottamento dei boing americani nelle filippine, sempre nel 1994. Dirottamento sventato grazie alle segnalazioni di alcuni infiltrati della Cia nei gruppi terroristi. Ma le segnalazioni hanno continuato ad affluire. Tra queste ne spicca una datata autunno 1998, che fornì agli uffici d'intelligence gli indizi che al-Qaeda avrebbe «utilizzato aerei nella zona di Washington e New York». Pochi giorni prima degli attacchi le agenzie vennero in possesso di un'altra informativa in cui si sospettava che Bin-Laden stesse organizzando attentati in diversi aeroporti americani con areoplani stipati di materiale esplosivo. Ma non è tutto: nell'agosto dello stesso anno la Federal aviation administration e la stessa Fbi ricevette informazioni su «un gruppo non identificato di arabi che pianificava di attaccare il World Trade Center con un velivolo carico di esplosivi partito da un paese straniero». Sempre lo stesso rapporto indica che tra maggio e luglio del 2001, la Nsa (National Security agency), aveva intercettato ben 33 comunicazioni che lasciavano supporre l'imminenza di una massiccia offensiva dei gruppi terroristi sul territorio americano.

    Durante le audizioni di ieri al Congresso, la Hill ha continuato a puntare l'indice sull'incompetenza del blasonato spionaggio Usa, citando un'altra circostanza. E cioè la mancata individuazione di quello che sembra essere il vero stratega di al-Qaeda e candidato naturale alla successione di Bin-Laden, il cittadino pakistano Khaled Shaikh Mohammed, il cui dossier sarebbe stato noto ai sevizi fin dal lontano 1995. Ma Mohammed è stato sottovalutato per anni, entrando ufficialmente a far parte degli individui ricercati soltanto da pochi mesi. I rappresentanti di Cia e Fbi rifiutano sdegnati le accuse della commissione, affermando che le informative citate nel rapporto costituiscono solamente un'infima parte di quelle giunte nel corso dell'ultimo decennio sulle scrivanie degli investigatori e che la credibilità di molte fonti era scarsamente attendibile. «Stiamo forse ottenendo la cooperazione di cui abbiamo bisogno? assolutamente no», ha dichiarato ieri il senatore repubblicano Richard C. Shelby, al celebre programma televisivo dell'emittente Nbc "Today". Assieme a lui ha parlato il democratico Bob Graham che ha pesantemente criticato le reazioni dei responsabili dell'intelligence: «Quel che stiamo provando a fare è ascoltare le segnalazioni di persone che possono fornirci elementi significativi su questa vicenda, ma l'unica risposta che abbiamo ricevuto è che le nostre testimonianze non sono valide».

    Anche la Casa Bianca è scesa in campo per proteggere i vertici dello spionaggio statunitense ed opponendo ai membri dello staff il solito argomento: l'eccessivo clamore che si sta creando attorno ai risultati emersi dalla commissione d'inchiesta, rischia di intralciare il lavoro dei servizi che, per definizione, deve essere segreto e rimanere all'ombra dei riflettori. Il direttore della Cia, George Tenet, ha comunque concesso di rendere pubbliche tutte le principali segnalazioni ricevute negli ultimi anni su possibili attacchi aerei di Al Qaeda, ma si è poi rifiutato di consegnare alla commissione il fascicolo di Mohammed. Ostruzionismo o semplice precauzione per non vanificare le inchieste? Su questo punto le ipotesi sono varie e contrastanti.

    Fatto sta che nell'ultima convulsa stagione, la vita politica americana è stata contrassegnata da un frequente conflitto tra poteri. Per citarne alcuni, basti pensare all'inchiesta aperta dal tribunale federale "Sisa" nei confronti dell'Fbi accusata di abusare delle leggi speciali promulgate nel quadro giuridico delle "Patriot Act". Conflitto che rende sempre più fragili e meno credibili le istituzioni del paese più influente del pianeta.

  8. #8
    agaragar
    Ospite

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    E se fosse terrorismo di Stato?
    Il libro-inchiesta di Ahmed

    Ennio Polito

    Fin dal primo momento la versione dei fatti dell'11 settembre 2001 offerta da George W. Bush aveva mostrato falle vistose, che facevano pensare a tutt'altra verità. Ora, a distanza di un anno, un libro-inchiesta sorretto da una documentazione imponente e da una combattiva coerenza verso i valori democratici ribalta il quadro, descrivendo un governo immerso fino al collo nel torbido mondo del terrorismo di Stato, strettamente legato sul terreno finanziario a Osama Bin Laden, e alla sua famiglia, coinvolto nella preparazione e nella copertura dell'attacco alle Torri gemelle, esposto ad accuse di "tradimento" e a un'ipotesi di impeachment. Fantapolitica? Sarebbe imprudente in un mondo già saturo di orrori su cui incombono una nuova guerra nel Golfo e l'incubo delle armi nucleari, scommettere sull'introvabile candore del presidente americano. Lontano da ogni sensazionalismo è, d'altra parte, l'autore di questo libro, Nafeez Mosaddek Ahmed. Nato a Londra nel '78 in una famiglia di immigrati del Bangladesh, cittadino britannico, dirige a Brighton l'Institute for Policy Research and Development, un ente di ricerca e intervento impegnato per i diritti umani, è studioso informato e attento dei paesi afro-asiatici e specialista dell'Afghanistan, sui cui problemi ha già dato opere utilizzate come testi di studio a Harvard e in altre università americane. Altrettanto sobrio è il genere di letteratura politica cui egli ha attinto, analizzando e organizzando contributi stimolati da preoccupazioni analoghe alle sue. E, se è vero che alcuni aspetti di questo autentico dramma americano e planetario appaiono romanzeschi, è vero anche che, a proposito dell'11 settembre, inteso come grimaldello per forzare il consenso a decisioni politiche e militari, Ahmed può citare precedenti significativi, quali l'affondamento del "Maine", nel porto dell'Avana, presunta opera degli spagnoli e reale pretesto per l'intervento statunitense nella guerra per Cuba (1898), e l'attacco dell'aviazione giapponese su Pearl Harbour (1941), della cui imminenza, il presidente Roosvelt era stato informato ma che egli favorì per utilizzare contro l'isolazionismo la reazione emotiva degli americani.
    Senza addentrarci nella discussione dettagliata di singoli aspetti del tema enunciato nel titolo, ricordiamo qui gli interrogativi di fondo che non trovavano risposte nella versione ufficiale e che si spiegano, al contrario, in modo del tutto logico nel contesto di una responsabilità dell'attuale presidente e del suo gruppo.

    Emerge dalla documentazione che una guerra in Afghanistan era stata pianificata dagli Usa da almeno un anno, e in un senso più generale, da un decennio. Il fatto che proprio l'Afghanistan sia stato scelto immediatamente come bersaglio naturale della rappresaglia contraddice la pretesa che in quell'evento la parte degli Stati Uniti sia stata quella di una vittima ignara, colpita a tradimento. E' provato, d'altra parte, che le forze armate e le agenzie dell'intelligence erano state preavvertite dell'attacco aereo dell'11 settembre, ma non avevano dato seguito alla messa in guardia. Di più quel giorno gli stessi normali sistemi per fronteggiare le emergenze non funzionarono: per incompetenza degli addetti, si disse dapprima; ora, la parola-chiave è "complicità". Funzionari dei servizi segreti che avevano annunciato testimonianze importanti sono stati intimiditi e ridotti al silenzio, il capo dei servizi segreti militari pakistani, complici di primo piano della Cia nella vicenda, indotto con una consistente donazione a dimettersi.

    Soltanto un'inchiesta ufficiale, investita di poteri che la mettano in grado di confrontarsi con tabù di ogni genere, potrebbe determinare la linea di demarcazione tra l'interesse personale e il presunto interesse nazionale come spinta propulsiva dell'illegalità. E' fuor di dubbio che le radici dell'imbroglio affondino nello scontro strategico tra gli Stati Uniti e l'Urss in Afghanistan, delineatosi sul finire degli anni Settanta, e che la posta ora in gioco siano le immense risorse petrolifere del Caspio priorità, di fronte, per più di un presidente. Bush jr è un petroliere, come suo padre, sotto la cui presidenza gli Stati Uniti hanno intrecciato con i talebani quello che Ahmed descrive come un pericoloso "ballo col diavolo", terreno di cultura di molti terrorismi. A corto di numeri elettorali, il suo bilancio in tema di relazioni internazionali desta scarsi entusiasmi. Senza peli sulla lingua, Ahmed lo accusa anche di trasformare gli Stati Uniti in un "nuovo Stato di polizia".

    Cresce, insomma, il numero di chi considererebbe salutare una sua uscita di scena. E commenta: «L'espansione senza precedenti, dell'impero erode, sistematicamente proprio i valori che l'America afferma di difendere».

  9. #9
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  10. #10
    Totila
    Ospite

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    Originally posted by agaragar

    Thierry Meyssan, nel suo libro non sostiene che nessun aereo si è schiantato sulle torri. Sostiene che nessun pilota dilettante sarebbe riuscito a centrarle. Inoltre sostiene che gli aerei, vennero dirottati dall' esterno. Cioè da un settore delle Twins Towers fu emesso un radiosegnale che guidò gli aerei. E che i programmi delcomputer di bordo furono manomessi all'uopo.
    Tutto ciò sarebbe stato possibile grazie alle tecnologie "Global Hawk"

    http://www.defenselink.mil/photos/Fe...0000G-001.html

 

 
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