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  1. #1
    W Charles A. Lindbergh 21.5.1927
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    la Terra, quarta via, presso l'Unione Nazionale per la Giustizia Sociale - Fronte Cristiano. NO AL NAZISMO DISUMANO; NO AL FASCISMO LIBERTICIDA; NO AL CAPITALISMO SFRUTTATORE; NO AL COMUNISMO ATEO.
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    Predefinito Tutti gli amici del Terzo Reich

    http://www.avvenire.it/
    Sabato 21 settembre 2002
    STORIA
    Uno studio di Yves Durand analizza gli Stati fantoccio nei territori occupati dalle truppe naziste: dalla Francia di Vichy alla Norvegia di Quisling

    Tutti gli amici del Terzo Reich

    Il caso dei regimi-satelliti, specialmente nell'Est europeo, ove la neutralità era solo l'altro nome della collaborazione

    Di Yves Durand


    Nel suo progetto di conquista dell'intera Europa - una sorta di integrazione «ante litteram», ma forzata e totalitaria - Hitler ebbe al suo fianco come «amici» più o meno volenterosi parecchi esponenti delle forze politiche e sociali nei Paesi via via occupati. Al nuovo assetto continentale all'ombra della svastica contribuirono fascisti convinti, come il norvegese Vidkun Quisling, o vecchi generali come il francese Philippe Pétain, capo del regime satellite di Vichy. Il primo un «collaborazionista», il secondo un «collaboratore» secondo la distinzione concettuale da cui parte lo storico Yves Durand, esperto delle vicende francesi nella Seconda guerra mondiale. Infatti i due nomi sono divenuti emblematici, tanto che si parla del «Pétain serbo» Milan Nedic e del «Quisling ungherese» Ferenc Szálasy (e «Quisling» in generale è rimasto come dispregiativo per chi si unì anima e co rpo ai nazisti). Le differenze tra le due categorie sono però sfumate, ammette lo stesso studioso: c'è tutta una zona grigia che investe il continente da Ovest a Est, che questo volume, in libreria dal 27 settembre, indaga in una prospettiva completa e comparativa, ancora poco esplorata. Il «collaboratore» Pétain fu, scrive l'autore, molto più utile ai disegni hitleriani del «collaborazionista» Quisling. Intento dei gerarchi che via via piantavano le bandierine sui territori conquistati era, infatti, metter su regimi fantoccio che godessero di un appoggio popolare. Cosa che i fanatici della purezza razziale non erano in grado di assicurare. Prova ne fu che Quisling, proclamatosi via radio capo del governo norvegese al momento dell'invasione (9 aprile 1940), dovette in realtà attendere il 1942 per assumere il potere. Appoggiato dall'ideologo nazista Alfred Rosenberg, era però osteggiato da diplomatici e gerarchi che avevano capito quanto egli fosse inviso in Norvegia. Dunque, l'appoggio a Hitler non fu un fenomeno delle masse, quanto piuttosto delle élites. E su quelle tradizionali (soprattutto esercito e monarchia) furono rivolti i tentativi di mediazione. Fino all'ultimo si tentò di scongiurare l'esilio da Oslo di re Haakon VII e del governo, creando un Consiglio nazionale con dentro uomini di Quisling, ma con lui ai margini. L'intento non riuscì, come invece avvenne in Danimarca. Qui le strutture della monarchia e dell'esercito restarono, sia pur simbolicamente, intatte. E la collaborazione si profilò con il supporto alla guerra antibolscevica, non certo nella persecuzione degli ebrei. I pochi residenti nello Jutland furono risparmiati. Destino diverso da quelli dei territori occupati dell'Est dove all'antisemitismo e all'anticomunismo (vero collante anche con i nazionalisti non fascisti) si aggiunse la slavofobia dei nazisti. Perciò essi fecero il «lavoro sporco» con le proprie truppe speciali supportate dagli antisemiti locali. Il Drang nach Osten, l'attacco a Est, era infatti la vera ossessione del Führer. La Francia, pur nemico storico, era secondaria nei suoi piani. E i francesi, pur non considerati veri ariani, non erano disprezzati come i polacchi. Pétain fu utilissimo, perché aiutò Hitler a «chiudere la porta posteriore dell'Europa». La mentalità del vecchio generale lo portava, infatti, a pensare che, stringendo un patto con la svastica, la guerra (per lui franco-tedesca e non mondiale) sarebbe finita e si sarebbero potute fermare le ambizioni inglesi. L'abbraccio fu mortale. E Vichy sprofondò nel baratro con tutte le tragiche vicende di quel regime, che le recenti polemiche sulla scarcerazione del capo della polizia Papon dimostrano essere tuttora una ferita aperta in Francia. Fu il destino di molti altri regimi satellite, alcuni creati con l'aiuto di Hitler, altri preesistenti. Tra i primi la Slovacchia di monsignor Jozef Tiso, la Croazia di Ante Pavelic (più vicina però al fascismo italiano), la Serbia del generale Milan Nedic. Tra i secondi l'Ungheria dell'ammiraglio Miklos Horty, la Romania di Ion Antonescu, la Bulgaria di re Boris (che, comunque, per i tradizionali legami con Mosca, non si avventurò nella campagna russa). Alcuni si sfilarono all'ultimo, altri (oltre a Pétain, Tiso, Antonescu) seguirono il Führer nell'abisso. Un ruolo importante lo giocarono anche Stati neutrali come la Spagna di Francisco Franco. Davanti a Hitler, in molti casi neutralità era solo l'altro nome di collaborazione.
    Il nuovo ordine europeo
    La collaborazione nell'Europa tedesca
    Il Mulino. Pagine 270. Euro 17,50
    Prosit


  2. #2
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    respingo in principio il termine "collaborazione" perchè riduttivo e dispregiativo. Non può essere una categoria storiografica valida.
    I personaggi e gruppi in questione erano "alleati", "simpatizzanti" o altro, non "collaborazionisti"...

  3. #3
    agaragar
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    Originally posted by Felix
    respingo in principio il termine "collaborazione" perchè riduttivo e dispregiativo. Non può essere una categoria storiografica valida.
    I personaggi e gruppi in questione erano "alleati", "simpatizzanti" o altro, non "collaborazionisti"...
    collaborazionisti !

    tu puoi avere tutte le simpatie che vuoi,

    ma quando fai un governo espressione non del tuo paese, ma dell'occupante straniero,
    sei collaborazionista!

    come del resto erano i governi di ddr polonia ungheria ecc....

  4. #4
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    bene, accettiamo pure il tuo criterio: allora furono collaboraizioniste anche le forze che appoggiarono gli OCCUPANTI STRANIERI angloamericani e sovietici nel 1943-45. In italia collaborarono cogli yankees forze cosiddette "partigiane" e i badogliani. Tutti collaborazionisti dunque...

  5. #5
    W Charles A. Lindbergh 21.5.1927
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    Originally posted by Felix
    respingo in principio il termine "collaborazione" perchè riduttivo e dispregiativo. Non può essere una categoria storiografica valida.
    I personaggi e gruppi in questione erano "alleati", "simpatizzanti" o altro, non "collaborazionisti"...
    Mi dispiace contrattaddirti ma penso proprio che lo storiogrago Yves Durand per un verso abbia proprio ragione. Pètain, per es., non era nè un alleato nè un simpatizzante era, giocoforza, un <collaboratore> con molte e molte riserve. I tedeschi poi tenevano in ostaggio più di un milione di soldati francesi in Germania. Pètain cercò fin quando potè di sviluppare una propria politica tanto è vero che il suo regime era riconosciuto dagli <alleati occidentali>.
    Tanti saluti.
    Prosit


  6. #6
    W Charles A. Lindbergh 21.5.1927
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    Originally posted by agaragar

    collaborazionisti !

    tu puoi avere tutte le simpatie che vuoi,

    ma quando fai un governo espressione non del tuo paese, ma dell'occupante straniero,
    sei collaborazionista!

    come del resto erano i governi di ddr polonia ungheria ecc....
    Non è vero in assoluto! I governi dei paesi occupati dai <nazi> una base popolare l'avevano eccome! L'hanno persa nel dicembre del '42 quando oramai i più <furbi> avevano capito fda che parte girava il vento!
    Tanti saluti.
    Prosit


  7. #7
    W Charles A. Lindbergh 21.5.1927
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    Originally posted by Felix
    bene, accettiamo pure il tuo criterio: allora furono collaboraizioniste anche le forze che appoggiarono gli OCCUPANTI STRANIERI angloamericani e sovietici nel 1943-45. In italia collaborarono cogli yankees forze cosiddette "partigiane" e i badogliani. Tutti collaborazionisti dunque...
    collaborazionisti e collaboratori. Esatto!
    Prosit


  8. #8
    agaragar
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    Originally posted by Felix
    bene, accettiamo pure il tuo criterio: allora furono collaboraizioniste anche le forze che appoggiarono gli OCCUPANTI STRANIERI angloamericani e sovietici nel 1943-45. In italia collaborarono cogli yankees forze cosiddette "partigiane" e i badogliani. Tutti collaborazionisti dunque...
    no, il re incarnava la legittimità dello stato, era quindi un alleato, in quanto concordò con l'aiuto(e non occupazione quindi) straniera,
    il governo badoglio era legittimo e includeva tutti i partiti, quindi anche in un certo senso "democratico".
    Mussolini invece,ex alleato, divenne collaborazionista.

    per quanto riguarda i regimi dell'est, nota che non ho incluso la cecoslovacchia, un regime filosovietico era infatti voluto da quel popolo,
    ddr,polonia e ungheria, erano invece paesi nemici occupati

  9. #9
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    x agaragar

    1) non mi è chiara la tua distinzione tra alleato (il re e badoglio) e collaboratore (Mussolini?). Entrambi non fecero altro che cedere ad un armistizio-sconfitta vergognoso per l'Italia, accettando e COLLABORANDO con l'occupazione angloamericana del sud del paese.

    2) sul secondo punto riconosco che avevi incluso i paesi dell'est. D'accordo quindi.

    C'è da aggiungere che "collaborazionista", così come viene usato specialmente in Francia, risulta un termine dispregiativo ed insultante. Non quindi una categoria equilibrata e precisa, ma di parte e militante. Meglio usare espressioni come "alleati", "amici", "disponibili" e in certi casi "collaboratori".

    In generale nelle analisi storiografiche è sempre raccomandabile astenersi dal dare giudizi valutativi di tipo MORALE, che è quello che implica l'uso del termine "collaborazionista" (=cattivo, traditore, antipatriottico, ecc..).

    saluti

  10. #10
    agaragar
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    Originally posted by Felix
    1) non mi è chiara la tua distinzione tra alleato (il re e badoglio) e collaboratore (Mussolini?). Entrambi non fecero altro che cedere ad un armistizio-sconfitta vergognoso per l'Italia, accettando e COLLABORANDO con l'occupazione angloamericana del sud del paese.
    fu un vero e proprio cambiamento di alleanze, avvenuto moltissime volte in passato che sicuramente interpretava la volontà della grandissima maggioranza degli italiani.
    si può dire che essi furono invitati dal legittimo sovrano per scacciare i tedeschi, il re si mise d'accordo con essi prima dell'invasione, il popolo del sud "collaborava" volentieri con gli americani, al nord disertavano in massa.
    Conosci episodi di resistenza nell'italia "liberata"?

    Mentre si possono leggittimamente chiamare gli angloamericani liberatori, dalla dittatura e dall'alleanza-occupazione tedesca,
    si può in qualsivoglia senso chiamare hitler un liberatore della francia??

    si puo ulteriormente distinguere, norvegia e ungheria collaborarono con lo sforzo bellico tedesco,
    la francia no, a parte pochi "volontari" in russia.
    la rsi si, ma come scusante eravamo alleati prima.

 

 
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