Giudizi positivi sul governo: 30% (- 7% in un mese)
Giudizi negativi sl governo: 50%.
Il calo è dovuto soprattutto ai delusi del centrodx: FI -8%, AN -5%, e agli indecisi: -8%.
I giudizi negativi degli elettori di AN aumentano dal 12 al 20%, mentre quelli degli elettori di Forza Italia passano dall11 al 17%
Da notare che molti degli ex fiduciosi nel governo sono passati fra gli indecisi.
Se il centrosx si da una smossa e nomina un vero leader riconosciuto mi sa che anche questi si potrebbero decidere.
Ricordo che nell'ottobre 2001, meno di un anno fa, i giudizi positivi sul governo erano il 48%
Il Berlusca inspiegabilmente tiene (solo -2%) ed è al 33%, mentre il Tremonti è a picco: -8%
Ecco l'ultima analisi di Mannheimer con l'articolo sul Corriere della sera.
Corriere, 22.9.2002
I l calo di popolarità del governo era un fatto scontato e, ...
Il premier continua a trainare e ad essere convincente per il suo elettorato
I l calo di popolarità del governo era un fatto scontato e, forse, inevitabile in questo periodo così tormentato. Ma è utile analizzarlo, comprenderne i motivi e le possibili conseguenze. Perché, per la prima volta, la fiducia nell'esecutivo è calata significativamente anche tra l'elettorato di Forza Italia (-8%, ma -14% tra chi si definisce di centro tout-court), di An (-5%) e negli importantissimi segmenti costituiti dagli indecisi e degli astenuti (-8%). E' importante però sottolineare come in queste fasce di elettorato il trend negativo per il governo sia motivato assai poco dalla legislazione sulla giustizia e meno ancora dalla questione del conflitto di interessi, quanto, soprattutto, da una sorta di delusione per la percezione della mancata attuazione sin qui di molte promesse avanzate in campagna elettorale (in primis la diminuzione delle tasse) e, specialmente, dalla prospettiva sempre più diffusa di una loro non realizzazione anche i prossimi mesi. C'è, come ha scritto Diamanti, una «insicurezza crescente» nell'elettorato della Casa delle libertà.
La perplessità nei confronti del governo ha finito naturalmente con l'erodere anche il consenso personale del Cavaliere. Ma in misura significativamente minore, (-2%), anche se la distanza da Fini, la cui popolarità è superiore, è andata accrescendosi. Il che mostra come la capacità di leadership di Berlusconi rimanga per ora intatta o quasi e la colpa della crisi venga riversata sui ministri (specie Tremonti, -8% di giudizi positivi) e sulla litigiosità interna della coalizione (non sui fattori internazionali, che risultano un argomento ostico per gran parte dell'elettorato).
E' anche per questo che il calo di fiducia nei confronti del governo stenta a trasformarsi in voti potenziali per le forze dell'opposizione. E' vero che ci sono, per la prima volta, alcuni segnali di un andamento in questo senso. Ma l'erosione del seguito elettorale è minima rispetto all'entità della diminuzione di consenso nell'esecutivo. Perché, malgrado tutto, il centrodestra ha ancora un leader che convince gran parte del suo elettorato e in cui questo continua a credere. E il centrosinistra non sembra per ora disporre di una figura siffatta.
Tutto ciò rende incerte le prospettive future. Alcuni membri del governo confidano di arrivare al momento (secondo semestre 2003?) della ripresa economica internazionale, e, anche grazie a questa e alle capacità comunicative di Berlusconi, recuperare la fiducia dell'elettorato della Casa delle libertà, che potrebbe vedere in quel momento realizzate alcune delle promesse della campagna elettorale. Ma se nel frattempo l'opposizione riesce a individuare un leader comune, unanimemente riconosciuto, questi potrebbe catalizzare lo scontento maturato anche in alcuni segmenti dell'elettorato di centrodestra, usufruendone anche sul piano delle intenzioni di voto.