Comincia a scrivere quello che tu hai inteso, quello che ti ha emozionato. Il tuo sentire e quello che ti è rimasto di questa lettura.
Comincia a scrivere quello che tu hai inteso, quello che ti ha emozionato. Il tuo sentire e quello che ti è rimasto di questa lettura.
Il pregio e il problema del modo di scrivere di Nietzsche, tutto aforismi e pensieri "nervosi" sopratutto negli ultimi scritti, è che spesso nascondono il ragionamento che li ha prodotti esprimendo solo il punto di arrivo; in questo modo si può pensare che, in particolari le parole caustiche rivolte al cristianesimo, siano mosse da preconcetti. Cosa che, leggendo e riflettendo sulle parole di Nietzsche, si dimostra come erronea.
Quanto ai legami con il politeismo, avevo letto da qualche parte che il teutonico Nietzsche era più vicino alla grecità e al dionisiaco di quanto lo fossero la maggior parte dei suoi contemporanei mediterranei, ma non posso produrre una fonte di questa affermazione. Ciò che però mi sembra emergere, sopratutto (al solito, ma come comandare al cuore?) dallo Zarathustra, è che dietro le sue parole, al di là del nichilismo e dell'ateismo che pure emergono in vari punti delle sue opere, batte un cuore che ha il senso del divino, di un divino terreno più che celestiale però, dionisiaco secondo le sue parole. Nella sua epoca mi pare che non ci fossero religioni organizzate che avessero ripreso il dionisiaco, altrimenti mi sarebbe piaciuto vedere in che modo avrebbe considerato un tale revival; il risultato è stato questo suo "ateismo divinamente ispirato", tale principalmente perché contrapposto ad un "iperapollineizzante" cristianesimo...
Resurgens
P.S.: La dottrina della transvalutazione dei valori mi fa in ogni caso pensare che si sarebbe opposto anche ad una religione organizzata fondata sul culto della terra e del dionisiaco, per il fatto che forse un tale processo avrebbe portato (o rischiato di portare) ad una fossilizzazione dei nuovi-antichi valori della terra, il che avrebbe tradito il monito e la preghiera che nello Zarathustra egli grida ai suoi discepoli: "Rimanete fedeli alla terra!" A meno che forse tale religione non postulasse (paradossalmente, da un punto di vista che tenga conto dell'evoluzione del cristianesimo) una priorità del senso personale del divino di fronte ai precetti stessi dell'organizzazione religiosa, il che parlando di dionisiaco non mi sembra affatto impossibile.
"Guardiamoci in viso. Noi siamo Iperborei - sappiamo abbastanza bene di vivere in disparte. "Nè per terra, nè per acqua troverai la via che conduce agli Iperborei": questo già Pindaro sapeva di noi. Al di là del Nord, dei ghiacci, della morte - la nostra vita, la nostra felicità... Noi abbiamo scoperto la felicità, noi conosciamo la via, noi trovammo l'uscita da interi millenni di labirinto."
Friedrich Nietzsche - L'Anticristiano
Adoro questo filosofo e ho letto i suoi libri! Ora devo smammare ho poco tempo, ma tornero' ciao
'Voglio esser libera d'essere come sono'
CONTRO NIETZSCHE L' accusa del Papa al filosofo nichilista
Repubblica — 10 aprile 2009 pagina 46 sezione: CULTURA
Povero Nietzsche! È stato l' unico filosofo a cui è toccato il singolare privilegio di essere considerato responsabile niente meno che di una guerra mondiale. Durante il conflitto del 1914-1918 in una libreria di Piccadilly erano esposti in vetrina i diciotto volumi delle sue opere complete in inglese, con una scritta a lettere cubitali: The EuroNietzschean-War: leggete il diavolo per poterlo combattere meglio! Poi venne il nazionalsocialismo,e alcune sue dottrine- il superuomo nel senso della selezione biologica, la volontà di potenza, l' antropologia dell' animale da preda e della bestia bionda - furono considerate alla stregua di una fonte di ispirazione dell' ideologia razzista e del totalitarismo. Più tardi, dato che egli diagnostica alcune esperienze negative del Novecento come la «morte di Dio», la decadenza dei valori tradizionali o l' avvento del nichilismo, si è prodotto un singolare transfert: si è scambiato il suo pensiero per la causa della crisi che esso in realtà voleva solo analizzare e superare. Nietzsche è diventato allora il distruttore della ragione, il maestro dell' irrazionale, il teorizzatore del nichilismo e del relativismo. Tutti questi stereotipi hanno fortemente condizionato la sua immagine e la sua fortuna. E per questo egli ha suscitato entusiasmi e attirato anatemi, ha ispirato movimenti di avanguardia, mode culturali e stili di pensiero, ma anche provocato reazioni e rifiuti altrettanto risoluti. Ovviamente anche da parte cattolica. DURANTE la solenne messa del giovedì santo, nella basilica di San Pietro, Benedetto XVI ha richiamato la figura del filosofo tedesco stgmatizzandone il pensiero. Nietzsche, ha detto Papa Ratzinger, «ha dileggiato l' umiltà e l' obbedienza come virtù servili, mediante le quali gli uomini sarebbero stati repressi. Ha messo al loro posto la fierezza e la libertà assoluta dell' uomo. Orbene esistono caricature di un' umiltà sbagliata e di una sottomissione sbagliata che non vogliamo imitare». Agli occhi del pontefice, Nietzsche rappresenta la «superbia distruttiva e la presunzione che disgregano ogni comunità e finiscono nella violenza». Benché autorevoli interpreti- padre Paul Valadier, per esempio, o il teologo Eugen Biser - abbiano cercato di mostrare il contrario, non c' è dubbio che tra alcune dottrine nicciane e altrettanti insegnamenti fondamentali del cristianesimo ci sia una profonda incompatibilità. Non stupisce perciò che il Papa consideri Nietzsche un cattivo maestro, e che riconduca alla sua filosofia alcuni mali del mondo contemporaneo. Negli ultimi anni egli non si è stancato di denunciare il pericolo del relativismo e del nichilismo, fomentato da Nietzsche. Adesso, nel criticare l' ideale di umanità predominante nel mondo attuale, basato sul valore dell' autoaffermazione individuale, egoistica e libertaria, ricorda la responsabilità di Nietzsche: «Egli ha dileggiato l' umiltà e l' obbedienza come virtù servili, mediante le quali gli uomini sarebbero stati repressi, e ha messo al loro posto la fierezza e la libertà assoluta dell' uomo». Ora, al di là del fatto che l' opera di Nietzsche è un autentico puzzle, un subisso di frammenti e aforismi la cui combinazione in una dottrina d' insiemeè tutt' altro che assodata, sarebbe un peccato non approfondire gli spunti che vengono da queste critiche con qualche domanda. Ed è meglio prendere Nietzsche non per le risposte che dà, ma per le domande che pone. Primo: dopo che la storia ci ha insegnato che spesso il possesso della Verità produce fanatismo, e che un individuo armato di verità è un potenziale terrorista, vien fatto di chiedere: il relativismo e il nichilismo sono davvero quel male radicale che si vuol far credere? O essi non producono forse anche la consapevolezza della relatività di ogni punto di vista, quindi anche di ogni religione? E allora non veicolano forse il rispetto del punto di vista dell' altro e dunque il valore fondamentale della tolleranza? C' è del bello anche nel relativismo e nel nichilismo: inibiscono il fanatismo. Quanto poi alla concezione dell' uomo aristocratica e libertaria, anche qui sarebbe un peccato limitarsi alla superficie dei singoli aforismi di Nietzsche. Sarebbe come, in un quadro pointilliste, vedere solo i tocchi cromatici e non l' insieme della pittura. Ebbene, da tragico osservatore del vuoto spirituale in cui versa il mondo moderno, Nietzsche non vuole essere un «predicatore di morte». Non intende adagiarsi nella negazione dei valori e nel cupio dissolvi. Al contrario, vuole superare il nichilismo: vuole far sì che esso si compia in modo da «averlo dietro di sé, sotto di sé, fuori di sé». A tal fine auspica un contro-movimento da cui nascano nuovi valori,e lo individua nella creatività dionisiaca dell' arte. La sua critica della mentalità e della morale «del gregge», la sua difesa di quello che potremmo definire un «diritto all' eccellenza», è un tentativo di superare la sterilità della semplice proibizione, dell' abnegazione e della rinuncia, che mortificano la vita. Nietzsche vuole che la vita si realizzi in tutte le sue potenzialità. E consiglia perciò un atteggiamento «creativo» che dia alla vita tutta la sua pienezza, analogo a quello dell' artista che imprime alla sua opera una forma bella. In tal senso la sua nuova morale è una sorta di «estetica dell' esistenza» il cui imperativo raccomanda: «Diventa quello che sei!» E anche se la vita non è bella, sta a noi cercare di renderla tale. Uno dei problemi della Chiesa attuale è che la produzione della felicità le è sfuggita di mano. Ma non è colpa di Nietzsche se la forza dei Vangeli svanisce e la condizione dell' uomo occidentale è sempre più paganizzata. - FRANCO VOLPI
http://ricerca.repubblica.it/repubbl...l-papa-al.html
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Beh, finché il papa dimostra di non capire niente di Nietzsche posso stare tranquillo... Basta leggerlo per capire che egli NON è un nichilista nel modo in cui si cerca di farlo passare. Forse il fatto che parla con il martello scoraggia chi vuole avere sempre ragione...
Resurgens
La tua precisazione spiega, con poche parole, l'equivoco interpretativo di parte papalino.
Il concetto cristiano di Dio – Dio come divinità dei malati, Dio come regno, Dio come spirito – è uno dei concetti più corrotti di Dio mai raggiunti al mondo; addirittura esso rappresenta forse, nel processo di degradazione del tipo divino, l’indice di livello più basso. Dio degenerato a contraddizione della vita, invece che esserne la trasfigurazione e l’eterno sì! In Dio la dichiarazione di ostilità alla vita, alla natura, alla volontà di vivere! Dio, la formula per ogni diffamazione dell’«al di qua», per ogni menzogna dell’«al di là»! Il nulla divinizzato, la volontà del nulla santificata in Dio.
Nietzsche, L’Anticristo
Prima di rispondere al concetto di SuperUomo in Nietzsche sarebbe idoneo spiegarlo nelle varie culture e soprattutto in quella Greca da cui Nietzsche attinge a piene mani.
Nell'eredità leggendaria greca abbiamo numerosi episodi di Uomini che dopo una serie di episodi e sfide raggiungono l'Olimpo.
Per farvi un esempio vi è il caso esemplare di Eracle , mezzodio mezzo uomo, che solo attraverso numerose fatiche e potuto salire nell'olimpo in quanto aver confermato la sua natura divina.
Del resto anche lo stesso Dioniso per poter ascendere all'olimpo ha dovuto battersi contro numerosi nemici.
Per me dunque l'Ubermensch Nietzschiano indica l'Aufhebung dell'Uomo ad un livello superiore, questo superamento si provoca unicamente con la sintesi delle tre componenti nietzschiane: spirito dionisiaco, apollineo e martineo.
Non per nulla Ercole attraverso le dodici fatiche superò lo stato umano dimostrando Controllo (Apollo), Capacità Belliche (Marte) e Piaceri fisici (Dioniso)(strettamente in senso materiale , sia nella storia di amore con Megara (libertà sessuale) sia nel caso della resurrezione di Alcesti (libertà alcolica e alimentare)).
Dunque , secondo la mia interpretazione, l'uomo diventando superuomo dimostra di essere impermeato di caratteristiche assolute dove l'uomo stesso suo frutto sarebbe stato il centro e il fulcro del nuovo mondo.
Seguendo una logica dialettica ( del tutto estranea a Nietzsche ma la cito solo perchè ho Hegel fresco fresco di università ):
Il superuomo potrebbe essere visto come l'antitesi che si pone ad una tesi "l'uomo" e che porta in se il suo superamento nella sintesi di un "uomo nuovo".
Ricordo a tutti voi che Nietzsche era professore di Filologia Greca collegarlo a culture e concetti prettamente orientali è del tutto erroneo.
Nietzsche è un Greco e va analizzato da Greco.
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