Gentilini querela l'ex procuratore Candiani
Accusato di intolleranza e ignoranza scrive al ministro della Giustizia

Sabrina Tomè

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Una querela per diffamazione e una lettera al ministro della Giustizia Castelli. Le ha preparate il sindaco Giancarlo Gentilini per rispondere all'ex procuratore capo Gianfranco Candiani. Il magistrato, che ieri ha compiuto 72 anni e ha lasciato l'ufficio di via Verdi, aveva usato nei giorni scorsi parole durissime nei confronti del primo cittadino.
Candiani, in particolare, aveva parlato di ignoranza e volgarità elargite a piene mani e di intolleranza. Mercoledì scorso, dopo aver letto tali dichiarazioni, Gentilini aveva telefonato infuriato all'ufficio del procuratore. Ora ha deciso di agire su due fronti: una lettera al Guardasigilli per sollecitare l'apertura di un'inchiesta sulle dichiarazioni del procuratore e una querela per diffamazione. «Delle due l'una - ha detto il primo cittadino - o il procuratore ha fatto quelle dichiarazioni, o i giornalisti hanno travisato. Chi ha sbagliato pagherà anche per tutelare la città». Candiani, da parte sua, ha ribadito le sue affermazioni: «Il sindaco - ha spiegato - mi ha telefonato dicendomi che l'avevo offeso dandogli del volgare, dell'ignorante, ma io gli ho spiegato che la mia non era un'offesa personale. Poi mi ha chiesto anche di scrivergli una lettera per dire che ero stato travisato, ma comunque non mi interessa tanto il motivo di questo rimbrotto politico-disciplinare. Non mi pare di aver detto cose non condivisibili se si analizza la situazione in modo oggettivo». Nella sua lettera, Gentilini sostiene che l'intervista a Candiani «è costellata di giudizi temerari, di valutazioni di pessimo gusto e offese gratuite». Ancora: «Sono dell'avviso che le esternazioni del procuratore siano state artatamente manipolate dagli organi di stampa perché ritengo che il comportamento di un magistrato non deve mai superare i limiti di una corretta deontologia professionale». «Al telefono - è la versione di Gentilini - il procuratore mi ha detto che è stato mal interpretato e così gli ho chiesto di mandarmi una lettera di precisazione. Se le sue dichiarazioni fossero vere, si sovvertirebbe l'ordine pubblico e si creerebbe un terreno ideale per far nascere vendette, odi e minacce. E naturalmente si sentirebbe offeso l'80% dei cittadini che mi hanno votato».
Accanto alla polemica con il procuratore Candiani, anche quella con il ministro dei rapporti con il Parlamento Giovanardi, che aveva chiesto scusa agli immigrati per la frase pronunciata dallo stesso Gentilini a Venezia, dove aveva proposto di prendere agli extracomunitari le impronte del naso e dei piedi. «Anzitutto - si legge nella lettera - non è nel mio stile obbligare gli altri a chiedere scusa per me. Sia chiaro. Non ho bisogno di padrini o di indulgenze ministeriali. L'amministrazione di Treviso viene presa come esempio da moltissime città». Infine: «Mi sono levato un sassolino dalle scarpe e la saluto».

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Dio Cristo perchè ti piace così tanto quel triculore e sta Patria, uffa........saresti altrimenti semplicemente perfetto......