CROCIFISSI & POLEMICHE: dibattito senza precedenti
per la proposta del Carroccio
Bricolo: la sinistra critica la nostra battaglia perché ha
un’altra visione del mondo
di Paolo Bassi
Pagine e pagine di giornali; forum tematici su internet; decine di servizi televisivi e radiofonici. La proposta di legge della Lega Nord per riportare il Crocifisso in tutti i luoghi pubblici del Belpaese, non è certo passata inosservata agli occhi dei media. Un dibattito senza precedenti, che sta vedendo frontalmente contrapposti: chi ritiene giusta una battaglia in difesa delle tradizioni e delle culture dei popoli. E chi, al contrario, la osteggia, dando per assodata la realizzazione di una società globalizzata nella quale siano banditi tutti i simboli identitari.
Le infuocate polemiche degli ultimi giorni però, non stupiscono l’onorevole Federico Bricolo, vice-presidente del gruppo leghista a Montecitorio e primo firmatario della proposta di legge del Carroccio.
«La nostra iniziativa - spiega il parlamentare a la Padania - è una battaglia identitaria. Nel particolare momento storico che sta vivendo il Paese, questa non può che diventare un argomento di attualità».
Immagino si riferisca ai cambiamenti che i tanti anni di “frontiere aperte” hanno prodotto nella nostra società.
«Esatto. L’immigrazione incontrollata, per anni consentita e favorita, dal centrosinistra, ha fatto sì che nel nostro Paese siano arrivate migliaia di persone che oggi si permettono di chiedere la rimozione del crocifisso dalle aule scolastiche o dalle corsie degli ospedali; che si permettono di fare manifestazioni pubbliche contro la religione cristiana; che si permettono di andare in televisione ad offendere simboli profondamente legati alla nostra cultura e al nostro idem sentire, come appunto, il Crocifisso. Episodi come quelli che ho sinteticamente accennato, purtroppo, non sono stati e non sono sporadici. Un’iniziativa che reagisce a questo stato delle cose quindi, non poteva che creare un dibattito molto vivace».
Mi sembra di capire che lei non ritenga la società multirazziale un “futuro obbligato”. Sbaglio?
«Affatto. La società multirazziale non è un dogma. Ma anzi, spesso, è una cosa estremamente pericolosa. L’esempio delle metropoli americane è lampante: il melting pot, imposto con la forza nel tentativo di inseguire il sogno della società multirazziale, ha portato solo crisi e tensioni sociali. A New York e nelle grandi città Usa esiste di fatto una sorta di segregazione che ha fatto nascere interi quartieri popolati da una sola componente etnica: quello degli afro-americani, quello degli ispanici, quello degli asiatici e così via. La società multietnica, potrà anche essere una bella cosa in teoria, ma applicata in pratica, non porta ad alcuna integrazione».
La proposta di legge sui Crocifissi ha suscitato anche alcune, aspre, critiche. Soprattutto da sinistra...
«Avevo messo in conto anche questo. La sinistra è un’area politica perennemente frammentata, ma evidentemente, quando si tratta di difendere il loro modello di società globalizzata e multietnica, ritrova subito la sua compattezza ideologica».
Fra tutti i commenti: qual è stato quello che le ha fatto più piacere?
«Mi hanno commosso molto le centinaia di messaggi, di e-mail e di telefonate, ricevute in sostegno alla nostra proposta. Questo dimostra che tanta gente ci è vicina. E dimostra come i cittadini abbiano capito che la nostra, non è una battaglia ideologica o politica. Ma una battaglia identitaria, di popolo. E quindi assolutamente trasversale».
E fra le critiche, ce n’è stata qualcuna che l’ha amareggiata?
«Sì, quella di certi Vescovi. Dopo che il Papa ha pubblicamente espresso di “ritenere importante il ritorno del Crocifisso nelle scuole, negli ospedali e nelle case”, mi stupisce e mi amareggia che certi porporati ritengano sbagliata una legge che recepisce le parole del Santo Padre. Le affermazioni di questi alti prelati, dimostrano come anche all’interno della Chiesa ci si molto dibattito al riguardo. Da un lato, i tanti parroci e sacerdoti, che ci spronano ad andare avanti su questa strada. Dall’altro, alcuni vescovi “progressisti” che ci criticano, schierandosi di fatto sulle posizioni della sinistra. La stessa sinistra che è atea e abortista; che è favorevole alle famiglie omosessuali; che è favorevole alla fecondazione eterologa; che è contraria ai buoni scuola; che insomma è quanto di più anti-cattolico si possa immaginare. Questo veramente non può che dare fastidio e amareggiare».
Insomma, le critiche di Bossi a certi “vescovoni”, non erano affatto campate in aria...
«Ma certo! Le dichiarazioni rilasciate in questi giorni da alcuni di questi “vescovoni” lo confermano per l’ennesima volta. Se non fosse altro per il fatto, che le loro affermazioni, non sono contro le richieste di Federico Bricolo o della Lega. Ma sono contro quanto sta andando dicendo il Papa. Il che mi sembra grave al di fuori di qualsiasi dubbio».
Forse si potrebbe consigliare loro un serio esame di coscienza.
«Direi proprio di si. Un esame molto profondo».