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    Predefinito L'avanzata socialdemocratica

    Riporto qui di seguito la rassegna stampa sulle elezioni svedesi, macedoni e tedesche.

    Vi invito ad esprimervi sull'argomento specifico di questo 3d, e cioè sul valore che assume negli equilibri politici europei il risultato di queste tre elezioni politiche...

  2. #2
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    Predefinito Germania

    Germania, la sinistra va in vantaggio


    La Cdu-Csu di Stoiber è il primo partito con il 38,8% dei voti, ma ora la Spd di Schroeder è vicinissima con il 38,1%. E grazie anche al successo dei verdi la coalizione di sinistra ha la maggioranza per un seggio.


    BERLINO - La Germania è con il fiato sospeso: la Cdu-Csu di Stoiber è il primo partito ma la coalizione rosso verde, grazie anche al successo dei Verdi, tiene botta e anzi secondo le ultime proiezioni è in vantaggio. Secondo gli ultimi dati diffusi dal primo canale pubblico Ard, la coalizione rossoverde (Spd e Verdi) raggiungerebbe infatti per la prima volta la maggioranza minima di 301 seggi al Bundestag per governare. In base a tali proiezioni, alla Cdu andrebbe il 38,8% dei voti, alla Spd il 38,1%, ai Verdi l'8,6%, ai liberali Fdp il 7, 3%, agli ex comunisti Pds il 4%.
    Alla Spd andrebbero 246 seggi e ai Verdi 55, in tutto 301.

    Sono sembrate dunque premature le entusiastiche dichiarazioni di Edmund Stoiber, che aveva proclamato: "Abbiamo vinto". Aggiungendo, tutto d'un fiato: "La Cdu-Csu è di nuovo qua, ed è il gruppo più forte in Parlamento. Dobbiamo questo risultato alla unità dimostrata sui contenuti e sul personale''.
    Commentando i risultati, Gerhard Schroeder si era invece detto fiducioso di restare al governo.
    "Abbiamo buone chance di proseguire questa politica e noi vogliamo proseguirla", ha detto salendo sul palco nella sede
    della Spd assieme alla moglie Doris.
    Al momento, "come stanno le cose, possiamo anche proseguirla", ha detto, aggiungendo: "la maggioranza è maggioranza e se ce l'abbiamo la useremo anche".

    Ma il grande successo è quello dei Verdi, passati al 9,2% con un incremento rispetto al '98 di due punti percentuali.


    (22 SETTEMBRE 2002, ORE 18:02, aggiornato ore 207)


    http://www.repubblica.it/online/est...chihavinto.html

    Altalena di exit poll: la Cdu-Csu sarebbe il primo partito
    Ma grazie ai verdi Schroeder forse resterà cancelliere
    Germania, secondo le proiezioni
    Schroeder in leggero vantaggio
    Stoiber esulta ai primi dati: "Abbiamo vinto"
    Schroeder replica: "Possiamo mantenere il governo"


    BERLINO - E' uno spoglio vietato ai malati di cuore. Nell'altalena di proiezioni la Germania sta cambiando governo ogni mezz'ora. Ora, sia secondo i dati in possesso della rete tv pubblica Ard, sia per il canale televisivo Zdf, la coalizione rosso-verde avrebbe la maggioranza per continuare a governare il paese. Soprattutto grazie al flop dei liberali e ad una affermazione dei verdi di Josckha Fischer ben al di là delle previsioni.

    Ma si tratta ancora di dati parziali e, soprattutto, i numeri confermano che tra i due possibili schieramenti di governo, la Spd più i verdi e la Cdu-Csu più i liberali, la differenza è davvero minima. Se saranno confermate le proiezioni attuali, infatti, tra le due possibili coalizioni ci sarebbe un divario di neanche un punto, che tradotto in numeri parlamentari significa pochissimi seggi: da due a dieci al massimo. La prudenza è dunque d'obbligo, anche se appare significativa l'inversione di tendenza dei dati forniti dalla tv pubblica, che nelle prime proiezioni attribuiva la maggioranza parlamentare a Edmund Stoiber, leader del Csu-Cdu, alleato con i liberali.

    Secondo Ard, ora, la coalizione tra Spd e Verdi conquisterebbe invece 301 seggi al Bundestag, vale a dire una risicatissima maggioranza. In base a tali proiezioni, la Cdu-Csu sarebbe il primo partito con il 38,8% dei voti, seguirebbe la Spd con il 38,1%, i Verdi all'8,6%, i liberali Fdp al 7, 3%, gli ex comunisti Pds il 4%. Sommando i dati i due schieramenti raccolgono uno il 46,7% dei voti, l'altro il 46,1%. Un pugno di voti. E un solo seggio di maggioranza in parlamento.

    Una conferma della tendenza giunge anche dalla tv Zdf. Secondo le ultime proiezioni fornite da questo canale i due partiti maggiori hanno entrambi il 38,3% dei voti (e dunque lo stesso numero, 247, di seggi). Ma la coalizione rosso verde avrebbe la maggioranza perchè i Verdi sarebbero all'8,8% con 57 seggi mentre i liberali si fermerebbero al 7,2% con una previsione di 47 seggi.

    Anche in questo caso, comunque, la differenza al Bundestag sarebbe di solo una decina di seggi.

    Di fronte a tanta incertezza, i due avversari della campagna elettorale Stoiber e Schroeder restano incollati agli schermi dei loro rispettivi quartier generali. Dopo gli exit poll, che davano la Cdu-Csu primo partito (dato confermato dalle proiezioni), il primo a parlare era stato Stoiber: "Abbiamo vinto", aveva detto il leader moderato, senza però esporsi nelle successive dichiarazioni sulla possibilità di andare al governo. "E' presto per stappare lo champagne - ha infatti aggiunto Stoiber - e comunque faremo tutto ciò che potremo con i voti di questo successo".

    Prudente, ma fiducioso, il suo rivale Gerard Schroeder, il cancelliere tedesco. "Non vedo nessun motivo per essere delusi - ha spiegato - anzi ci sono buone prospettive per continuare a governare". Dati alla mano, infatti, la mancata affermazione dei liberali e l'ottimo risultato dei verdi gli davano più di una speranza di compensare la risalita della Csu-Cdu alle spese della sua Spd.

    E' ancora presto dunque per dire che strada prenderà la Germania dopo queste combattutissime elezioni. E nell'aria ci sono ancora tutte le ipotesi pre-voto: conferma dell'allenza rosso verde di Schroeder, ricambio con Csu-Cdu e liberali al governo, perfino un esecutivo di grande coalizione, vista la sottile differenza tra gli schieramenti.

    Ci sono però almeno quattro certezze. La "vittoria" in termini numerici di Stoiber, leader del partito di maggioranza relativa; il successo dei verdi del ministro degli esteri Josckha Fischer, vicini a un 9% solo sognato prima del voto; la delusione dei liberali del Pdf, fermi poco sopra il 7% malgrado puntassero alla vigilia ad un risultato a due cifre; e la sconfita degli ex comunisti della Pds, che non hanno raggiunto la soglia del 4% necessaria per entrare al Bundestag.

    (22 settembre 2002)


    http://www.unita.it/index.asp?SEZIO...&TOPIC_ID=19726

    Germania: photofinish per le elezioni. Testa a testa tra Schroeder e Stoiber
    di red.

    Estrema incertezza per i risultati del voto tedesco. Se i primi exit poll davano la coalizione rosso-verde del cancelliere Schroeder come in testa, sia pure di un margine piuttosto ridotto, proiezioni successive hanno corretto il risultato. I due schieramenti sono sostanzialmente alla pari, con una differenza di non più di due seggi a favore della coalizione conservatrice di Edmund Stoiber, che tuttavia non ha la maggioranza a causa dei due seggi probabilmente conquistati dagli ex comunisti della Sdp.

    Stoiber comunque sembra aver vinto almeno la sua sfida personale con Schroeder: la Cdu/Csu avrebbe infatti superato la Spd ottenendo circa il 38,8 per cento dei suffragi, contro il 37,8 dei socialdemocratici.

    Sorti invertite, invece, per i due alleati. I Verdi di Joschka Fischer hanno fatto meglio del previsto attestandosi sopra il 9 per cento dei voti, mentre non hanno avuto il successo sperato i liberali della Fdp, alleati di Stoiber, che si sono fermati al 7,4 per cento.

    Non sono stati capaci di superare lo sbarramento del 5 per cento invece gli ex comunisti, che con un piccolo 4,2 per cento si devono accontentare di due soli deputati. La speranza di portare al Bundestag una pattuglia di 30 eletti, che sarebbe stata possibile andando oltre la soglia del 5 per cento dei voti, è stata dunque vanificata. Gli ex comunisti potrebbero tuttavia essere ancora decisivi se le due coalizioni maggiori dovessero effettivamente attestarsi su livelli di sostanziale parità.


    http://www.unita.it/index.asp?SEZIO...&TOPIC_ID=19730

    Destra e sinistra, testa a testa in Germania. Ma Spd e verdi hanno la maggioranza
    di Gianni Marsilli

    Non era mai accaduto, in un giorno di elezioni, che a tarda sera i tedeschi non conoscessero ancora il nome del loro cancelliere. Ieri è accaduto. Le proiezioni in seggi davano alternativamente in vantaggio la coalizione uscente, formata da verdi e socialdemocratici, e i loro oppositori, l'Unione Cdu-Csu più i liberali della Fdp. Vantaggi minimi nei due casi: due o tre seggi in più a sostegno di Stoiber, o quattro o cinque seggi in più a sostegno di Schroeder su un totale di 598 mandati parlamentari: 300 contro 298, oppure 301 contro 297. Un capello, com'era nelle previsioni, separava i due candidati. Sui quali pendeva inoltre l'incognita dei mandati supplementari: quei seggi cioè assegnati in base al doppio voto (uno per il candidato e un'altro per il partito) grazie al quale l'elettore può differenziare la sua scelta: al limite votare Cdu da una parte e il candidato Spd dall'altra. Ne risulta, alla fine, una modifica del numero dei seggi disponibili al Bundestag, che infatti variano ad ogni elezione. Ieri sera si profilavano cinque seggi supplementari. Venivano dall'est, il che autorizzava a pensare che fossero più favorevoli a Schroeder che al suo sfidante. In passato è accaduto che fossero anche tredici in più di quelli previsti. La torta dei 598 seggi, in altre parole, potrebbe diventare più larga, e quindi richiedere altre maggioranze aritmetiche. Modifiche inevitabilmente notturne per via della difficoltà dello spoglio, da cui la lunga e inedita suspence di ieri sera. Senza tener conto della possibilità fornita dalla proiezione resa nota alle 21: 299 seggi ai rossoverdi, 297 all'attuale opposizione, due agli ex comunisti della Pds. Vorrebbe dire che le sorti di Schroeder dipendono dall'atteggiamento della Pds, che avrebbero un enorme potere di ricatto. E qualora si astenessero sull'elezione del cancelliere (che spetta al Bundestag) darebbero ai conservatori tutte le ragioni di accusare Schroeder di aver mentito quando, per tutta la campagna elettorale, aveva giurato che con gli eredi della Sed non avrebbe mai fatto compromessi. Se si dimentica per un attimo che la posta in gioco è il cancellierato, una prima analisi del voto è in ogni caso un secco avvertimento per Gerhard Schroeder. La Spd perde all'incirca tre punti sulle precedenti elezioni, attestandosi attorno al 38 percento, mentre l'Unione Cdu-Csu ne guadagna quattro, ruotando attorno al 39 percento. È andata molto meglio per l'altra gamba della coalizione, i Verdi di Joshcka Fischer, che con l'8,5 guadagnano due punti e saranno forse i salvatori della situazione. Non è riuscita invece la scommessa dei liberali della Fdp, che non superano il 7,5, molto lontani dal 18 percento che era il loro obiettivo proclamato per mari e per monti. Scivolano malamente anche gli ex comunisti. Non solo non superano la fatidica soglia del 5 percento ma arrivano con difficoltà al quattro, perdendo un punto secco. Per loro, nel migliore dei casi, soltanto due mandati diretti (ne avessero avuti tre, avrebbero abbattuto - come prevede la legge elettorale - il muro del 5 percento e avrebbero eletto una trentina di parlamentari: per Schroeder il problema sarebbe stato ancora più grave).
    Il primo ad apparire davanti ai suoi è stato un Edmund Stoiber sorridente e disteso come non lo si era mai visto nell'ultimo mese. È venuto alla Adenauer Haus ed ha alzato le mani in segno di vittoria: «Comunque sia - ha detto tra gli applausi e l'invocazione di »Kanzler-Kanzler!« - è chiaro che queste elezioni le abbiamo vinte. Siamo di nuovo la formazione politica più importante del paese, uno o due anni fa nessuno avrebbe osato fare una simile previsione. E questa è una grande vittoria!». Il sorriso di Stoiber gli veniva anche dal fatto di aver raccolto per la Csu, nella sua Baviera, il 60 percento dei voti, con un incremento del 13 percento sul '98. Un risultato che neanche Franz Joseph Strauss, ai suoi tempi migliori, aveva raggiunto in un'elezione nazionale. Stoiber ha quasi eguagliato il record del '49, che diede ai conservatori il 61 percento. Ma c'è un altro motivo che nutre la soddisfazione dei conservatori: sfiorare il 40 percento vuol dire impadronirsi del Bundesrat, la camera delle regioni, e legare le mani al potere centrale. Fu così che la Spd asfissiò Helmut Kohl dal '94 al '98. Qualora Schroeder fosse confermato al cancellierato, non c'è alcun dubbio che i conservatori utilizzeranno tutto il potere d'interdizione che gli viene dal sistema federale.
    Gerhard Schroeder ha aspettato le otto per presentarsi alla Willy Brandt Haus, il quartier generale socialdemocratico. Anch'egli sorridente e senza dare segni apparenti di nervosismo. Ha rincuorato le sue truppe: «Abbiamo combattuto una bella battaglia, abbiamo lavorato per un maggiore equilibrio tra economia ed ecologia, tra capitale e lavoroàNon c'è nessun motivo per lasciarsi andare alla rassegnazione o alla delusione!». Schroeder ha ricordato quanto soleva dire il democristiano Konrad Adenauer, al quale toccò in sorte di governare con un solo voto di maggioranza: «Un voto o cento, la maggioranza è maggioranza». Ha salutato i suoi con un «grazie di cuore», subissato dagli applausi. I due contendenti, Schroeder e Stoiber, sono apparsi poi per tutta la sera sulle reti televisive, dibattendo anche tra loro due con ferma cortesia e tornando sui temi dei rapporti con gli Usa e della disoccupazione, sempre senza sapere ancora chi fosse l'eletto della giornata. Gli istituti di rilevazione tedeschi sono stati in grado di fornire anche una prima analisi sociale del voto. Hanno diviso l'elettorato in quattro categorie: operai, impiegati, lavoratori autonomi, disoccupati. I socialdemocratici hanno perso consensi in tutti e quattro i comparti sociali: -5, -2, -1, -4. I conservatori hanno invece guadagnato 7 punti presso gli operai, 3 presso gli impiegati, 6 presso i lavoratori autonomi, 4 presso i disoccupati. La politica economica e sociale, del resto, era il punto debole della coalizione uscente. Se Schroeder sarà ancora cancelliere sarà grazie a tre fattori: la sua pronta risposta in occasione delle inondazioni, il suo no alla guerra contro l'Iraq, il netto successo dei Verdi alleati, dovuto a sua volta soprattutto alla forte personalità e alle capacità oratorie di Joshcka Fischer. La rimonta di Schroeder, in ogni caso, sarà stata spettacolare. Solo un mese fa Stoiber e i suoi pensavano di avere la vittoria in tasca. In caso di parità totale di seggi l'ipotesi della Grande Coalizione s'impone. Ieri sera Angela Merkel, leader della Cdu, diceva di non auspicarla. Nessuno la vuole: sarebbe figlia soltanto di un'esigenza estrema di governabilità. Gli ex comunisti ritengono di aver pagato il prezzo di governare Berlino assieme alla Spd (la città si è enormemente indebitata dopo la riunificazione e la conseguente, ambiziosa ricostruzione) e di non aver assunto quindi «un profilo netto» agli occhi dell'elettorato. I Verdi sono consapevoli di dovere il loro successo al carisma di Fischer, che è l'uomo politico più popolare del paese, ma naturalmente rivendicano anche meriti politici e amministrativi, come la «tassa ecologica» e l'uscita dal nucleare. Per la Spd si apre necessariamente, comunque finiscano le cose, un periodo di riflessione: l'avvertimento è stato netto. Quanto alle formazioni di estrema destra, il loro flop è totale: 0,5 ai Republikaner, 0,5 alla Npd, 0,8 alla formazione populista-xenofoba dell'ex magistrato amburghese Schill. Ultimo dato: senza nessun incidente di rilievo, si è recato alle urne il 79, 6 percento degli aventi diritto. Ieri sera alle 22 il cronista non poteva aggiungere altro. Fatta la media delle percentuali e delle proiezioni in voti, c'era qualche serio indizio (il successo dei Verdi, i mandati supplementari dell'est) per la riconferma di Gerhard Schroeder alla cancelleria, ma la battaglia non era ancora vinta.


    Secondo Ard, ora, la coalizione tra Spd e Verdi conquisterebbe invece 301 seggi al Bundestag, vale a dire una risicatissima maggioranza. In base a tali proiezioni, la Cdu-Csu sarebbe il primo partito con il 38,8% dei voti, seguirebbe la Spd con il 38,1%, i Verdi all'8,6%, i liberali Fdp al 7, 3%, gli ex comunisti Pds il 4%. Sommando i dati i due schieramenti raccolgono uno il 46,7% dei voti, l'altro il 46,1%. Un pugno di voti. E un solo seggio di maggioranza in parlamento.

    Una conferma della tendenza giunge anche dalla tv Zdf. Secondo le ultime proiezioni fornite da questo canale i due partiti maggiori hanno entrambi il 38,3% dei voti (e dunque lo stesso numero, 247, di seggi). Ma la coalizione rosso verde avrebbe la maggioranza perchè i Verdi sarebbero all'8,8% con 57 seggi mentre i liberali si fermerebbero al 7,2% con una previsione di 47 seggi.

    Anche in questo caso, comunque, la differenza al Bundestag sarebbe di solo una decina di seggi.

    Di fronte a tanta incertezza, i due avversari della campagna elettorale Stoiber e Schroeder restano incollati agli schermi dei loro rispettivi quartier generali. Dopo gli exit poll, che davano la Cdu-Csu primo partito (dato confermato dalle proiezioni), il primo a parlare era stato Stoiber: "Abbiamo vinto", aveva detto il leader moderato, senza però esporsi nelle successive dichiarazioni sulla possibilità di andare al governo. "E' presto per stappare lo champagne - ha infatti aggiunto Stoiber - e comunque faremo tutto ciò che potremo con i voti di questo successo".

    Prudente, ma fiducioso, il suo rivale Gerard Schroeder, il cancelliere tedesco. "Non vedo nessun motivo per essere delusi - ha spiegato - anzi ci sono buone prospettive per continuare a governare". Dati alla mano, infatti, la mancata affermazione dei liberali e l'ottimo risultato dei verdi gli davano più di una speranza di compensare la risalita della Csu-Cdu alle spese della sua Spd.

    E' ancora presto dunque per dire che strada prenderà la Germania dopo queste combattutissime elezioni. E nell'aria ci sono ancora tutte le ipotesi pre-voto: conferma dell'allenza rosso verde di Schroeder, ricambio con Csu-Cdu e liberali al governo, perfino un esecutivo di grande coalizione, vista la sottile differenza tra gli schieramenti.

    Ci sono però almeno quattro certezze. La "vittoria" in termini numerici di Stoiber, leader del partito di maggioranza relativa; il successo dei verdi del ministro degli esteri Josckha Fischer, vicini a un 9% solo sognato prima del voto; la delusione dei liberali del Pdf, fermi poco sopra il 7% malgrado puntassero alla vigilia ad un risultato a due cifre; e la sconfita degli ex comunisti della Pds, che non hanno raggiunto la soglia del 4% necessaria per entrare al Bundestag.

    da www.repubblica.it


    La Spd, con i mandati in eccedenza, diventa la prima forza politica al Bundestag, stando agli ultimi dati diffusi dal secondo canale Zdf.

    Stando a tali risultati ancora parziali, le Unioni Cdu-Csu ottengono il 38,6% dei voti, la Spd il 38,4%, i Verdi l'8,5%, i liberali Fdp il 7,4%, gli ex comunisti Pds il 4%.

    Con i mandati in eccedenza appunto, i socialdemocratici avrebbero 252 seggi, rispetto ai 249 delle Unioni Cdu-Csu.

    da www.rainews24.it


    Intanto eccovi qua la rassegna stampa delle 75...

    http://www.ilnuovo.it/nuovo/foglia/...,152379,00.html

    Elezioni Germania: passa Schroeder


    Il Cancelliere ottiene la riconferma, dopo una tornata di scrutini al cardiopalma. Di fatto ad assicurare la vittoria all'Spd sono i verdi di Joschka Fischer, mai così in alto. La Germania resta a sinistra.
    di Giovanni Del Re

    BERLINO - Schroeder ha vinto, insieme alla propria coalizione di centrosinistra, e la Germania resta uno degli ormai pochi paesi europei in grado di arginare l'avanzata delle destre.

    Di fatto, però, elezioni come queste la Germania non se le dimenticherà davvero. Così tanta suspence, così tanta incertezza anche ore dopo la chiusura delle urne non si era mai vista.

    Solo verso le ventuno di ieri sera si è profilata la vittoria della coalizione rosso-verde del cancelliere Gerhard Schroeder, ma è una vittoria di misura, risicata, appena un seggio oltre il minimo (302 su 600) e dal sapore amaro per il partito del cancelliere. Se ottiene la maggioranza è solo grazie all'ottima performance dei Verdi e a qualche seggio di eccedenza - per la complicata normativa elettorale tedesca, al numero di seggi spettanti in base alla percentuale, possono aggiungersi quelli guadagnati da candidati eletti direttamente in una circoscrizione. Perlatro l'Spd ha rischiato a lungo di rimanere ilsecondo partito, mentre prima forza politica del paese sembrava esser diventata proprio la Cdu del suo avversario Edmund Stoiber . Poi, nella notte, il ribaltamento di fronte. La Cdu-Csu si ferma al 38,5 per cento, e la Spd la supera anche se di poco. I liberali toccano il 7,4, mentre il Pds dei neocomunisti non superamo lo sbarramento del 5 per cento che gli avrebbe permesso di entrare in Parlamento. Chi fa il pieno, è invece il partito dei Verdi di Joschka Fischer, che col suo 8,5 per cento tocca i massimi storici del movimento e soprattutto regala la vittoria tanto agognata alla coalizione di cui fa parte, quella socialdemorratica.

    Per ore la suspence è stata altissima, non si capiva bene quale delle due possibili coalizioni alternative - appunto Spd e Verdi oppure Cdu-Csu e liberali - avesse la maggioranza dei seggi. Le prime proiezioni davano vincente la prima delle due alleanze. Poi nel corso della serata la situazione si era ribaltata, dando la maggioranza al centro-destra, ma poi, in questa incredibile serata le proiezioni hanno continuato a cambiare il quadro: sulle prime si è creata una situazione di stallo, con nessuna delle due coalizioni con una maggioranza. E infine, in queste pazzesche elezioni, il nuovo e definitivo "ribaltamento" a favore di rosso-verde.

    Un continuo alternarsi di docce calde e gelate ora per gli uni, ora per gli altri, continuato fino a notte fonda, che in sostanza presenta un paese spaccato praticamente a metà tra centro-destra e centro-sinistra.

    Per Stoiber personalmente è un ottimo risultato, nella sua Baviera ha addirittura ottenuto il 60% dei voti, ma in generale ha centrato l'obiettivo di fare della Cdu-Csu il partito prescelto da quasi metà del paese. Se Stoiber non ottiene la poltrona dei cancelliere, è colpa dei Liberali: dati non molti giorni fa sopra il 10% sono stati danneggiati dalle sparate di sapore antisemita, a quattro giorni dal voto del vicepresidente Jürgen Moellemann.

    Per Schroeder, che nelle ultime settimane aveva compiuto un'incredibile rimonta, invece è un chiaro avvertimento degli elettori: ha perso oltre due punti rispetto al 1998, pagando probabilmente lo scotto dell'incauto paragone tra la politica di Hitler e quella di Bush che avrebbe fatto il suo ministro della Giustizia a due giorni dal voto.

    Ma probabilmente hanno pesato anche i grandi problemi non risolti da questo governo: disoccupazione e ristagno economico. Gli altri grandi vincitori sono invece i suoi alleati Verdi, che hanno conseguito un ottimo risultato grazie anzitutto alla loro figura carismatica Joschka Fischer, il cui potere in seno al governo è ora enormemente aumentato. Per il cancelliere sarà difficile governare: la maggioranza, lo dicevamo, è risicata, e il Bundesrat, la camera delle regioni, è dominata dai cristianodemocratica.E già qualcuno si chiede se il governo reggerà quattro anni.

    (23 SETTEMBRE 2002, ORE 7.19)

  3. #3
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    Predefinito La lezione tedesca e svedese

    In maniera superficiale si sono considerate le elezioni svedesi come scontate e quelle tedesche come vinte dalla sinistra solo per motivi fortuiti e situazionali (alluvione e guerra).

    Vediamo più a fondo le cose.

    Svezia: la coalizione di sinistra ha stravinto assicurando che NON avrebbe diminuito le tasse e che avrebbe mantenuto intatto il sistema di welfare con i suoi costi. Viceversa l'opposizione di destra che aveva puntato sull'abbassamento delle tasse è stata sonoramente battuta.

    Germania: la SPD e i verdi, fino ad un mese fa molto indietro nei sondaggi, hanno recuperato la china, quando, dopo l'alluvione hanno assicurato che NON avrebbero ridotto le tasse per far fronte alle spese per gli aiuti alle zone alluvionate. Poi si è aggiunto il no all'assurda guerra all'Iraq.

    Direi che ha vinto un modello solidale, che fa leva sul senso della comunità e non sull'egoismo economicista che "basta che si pagano meno tasse" e si risolve tutto. Gli elettori hanno premiato e reputato più importanti queste cose, che non le promesse della destra.

    Potrebbe essere l'inizio di un cambiamento in Europa di clima culturale.
    Colui che irrise i martiri del comunismo

  4. #4
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    Predefinito Germania

    Germania: testa a testa Schroeder-Stoiber
    BERLINO - Pareggio assoluto. Sembra questo, stando ai primi exit poll, il risultato delle elezioni tedesche. L'Spd del cancelliere uscente Gerhard Schroeder e la Cdu-Csu di Edmund Stoiber avrebbero raggiunto entrambi percentuali vicine al 38 per cento dei suffragi. Altri sondaggi danno un lievissimo vamntaggio per Cdu-Csu, altri ancora, l'esatto contrario. Ma, dato il sistema proporzionale in vigore in Germania, la coalizione rosso-verde del cancelliere uscente potrebbe farcela grazie al successo dei verdi che raggiungerebbero il 9,5 per cento. I liberali sarebbero al 7,5%. Gli ex-comunisti del Pds avrebbero il 4% e, quindi, non entrerebbero in Parlamento a meno di riuscire (cosa ancora possibile) a conquistare tre seggi in modo diretto vincendo, cioé, in tre circoscrizioni. Secondo i dati della Ard, la coalizione rosso-verde arriva al 46,6% (Spd 37,2% e verdi 9,4%) contro il 46% di nero-giallo (Cdu-Csu 38,8% e Fdp 7,2%).

    "Abbiamo vinto le elezioni": con queste parole lo sfidante cancelliere Edmund Stoiber ha commentato i primi risultati delle elezioni nella sede della Cdu a Berlino. "La Cdu-Csu è di nuovo qua, ed è il gruppo più forte in parlamento", ha aggiunto parlando accanto alla leader Cdu Agela Merkel fra le ovazioni dei simpatizzanti. "Dobbiamo questo risultato alla unità dimostrata sui contenuti e sul personale".

    Ecco gli exit poll delle altre agenzie specializzate in sondaggi e proiezioni.
    Forsa: Cdu-Csu 38; Spd 38,5; Fdp 7,5; Verdi 9; Pds 4; altri 3.
    Dimap: Cdu-Csu 39; Spd 37; Fdp 7; Verdi 9,5; Pds 4,3; altri 3,2.
    Erg: Cdu-Csu 38; Spd 38; Fdp 7,5; Verdi 9,5; Pds 4; altri 3,5.


    www.repubblica.it


    Nell'altalena delle proiezioni sui risultati delle elezioni politiche tedesche, ora il primo canale televisivo pubblico Ard, afferma che la coalizione rosso-verde (Spd e Verdi) potrebbe avvere al Bundestag una maggioranza di seggi: 301 (246 ai socialdemocratici e 55 agli ecologisti). Quanto alle percentuali ai cristiano-democratici Cdu-Csu andrebbe il 38,8 per cento dei voti, alla Spd il 38,1 per cento, ai Verdi l'8,6 per cento, ai liberali Fdp il 7, 3 per cento, agli ex comunisti Pds il quattro per cento. (red)


    http://www.ilnuovo.it/nuovo/foglia/...,152359,00.html

    Germania, la sinistra va in vantaggio


    La Cdu-Csu di Stoiber è il primo partito con il 38,8% dei voti, ma ora la Spd di Schroeder è vicinissima con il 38,1%. E grazie anche al successo dei verdi la coalizione di sinistra ha la maggioranza per un seggio.


    BERLINO - La Germania è con il fiato sospeso: la Cdu-Csu di Stoiber è il primo partito ma la coalizione rosso verde, grazie anche al successo dei Verdi, tiene botta e anzi secondo le ultime proiezioni è in vantaggio. Secondo gli ultimi dati diffusi dal primo canale pubblico Ard, la coalizione rossoverde (Spd e Verdi) raggiungerebbe infatti per la prima volta la maggioranza minima di 301 seggi al Bundestag per governare. In base a tali proiezioni, alla Cdu andrebbe il 38,8% dei voti, alla Spd il 38,1%, ai Verdi l'8,6%, ai liberali Fdp il 7, 3%, agli ex comunisti Pds il 4%.
    Alla Spd andrebbero 246 seggi e ai Verdi 55, in tutto 301.

    Sono sembrate dunque premature le entusiastiche dichiarazioni di Edmund Stoiber, che aveva proclamato: "Abbiamo vinto". Aggiungendo, tutto d'un fiato: "La Cdu-Csu è di nuovo qua, ed è il gruppo più forte in Parlamento. Dobbiamo questo risultato alla unità dimostrata sui contenuti e sul personale''.
    Commentando i risultati, Gerhard Schroeder si era invece detto fiducioso di restare al governo.
    "Abbiamo buone chance di proseguire questa politica e noi vogliamo proseguirla", ha detto salendo sul palco nella sede
    della Spd assieme alla moglie Doris.
    Al momento, "come stanno le cose, possiamo anche proseguirla", ha detto, aggiungendo: "la maggioranza è maggioranza e se ce l'abbiamo la useremo anche".

    Ma il grande successo è quello dei Verdi, passati al 9,2% con un incremento rispetto al '98 di due punti percentuali.


    (22 SETTEMBRE 2002, ORE 18:02, aggiornato ore 207)


    http://www.repubblica.it/online/est...chihavinto.html

    Altalena di exit poll: la Cdu-Csu sarebbe il primo partito
    Ma grazie ai verdi Schroeder forse resterà cancelliere
    Germania, secondo le proiezioni
    Schroeder in leggero vantaggio
    Stoiber esulta ai primi dati: "Abbiamo vinto"
    Schroeder replica: "Possiamo mantenere il governo"


    BERLINO - E' uno spoglio vietato ai malati di cuore. Nell'altalena di proiezioni la Germania sta cambiando governo ogni mezz'ora. Ora, sia secondo i dati in possesso della rete tv pubblica Ard, sia per il canale televisivo Zdf, la coalizione rosso-verde avrebbe la maggioranza per continuare a governare il paese. Soprattutto grazie al flop dei liberali e ad una affermazione dei verdi di Josckha Fischer ben al di là delle previsioni.

    Ma si tratta ancora di dati parziali e, soprattutto, i numeri confermano che tra i due possibili schieramenti di governo, la Spd più i verdi e la Cdu-Csu più i liberali, la differenza è davvero minima. Se saranno confermate le proiezioni attuali, infatti, tra le due possibili coalizioni ci sarebbe un divario di neanche un punto, che tradotto in numeri parlamentari significa pochissimi seggi: da due a dieci al massimo. La prudenza è dunque d'obbligo, anche se appare significativa l'inversione di tendenza dei dati forniti dalla tv pubblica, che nelle prime proiezioni attribuiva la maggioranza parlamentare a Edmund Stoiber, leader del Csu-Cdu, alleato con i liberali.

    Secondo Ard, ora, la coalizione tra Spd e Verdi conquisterebbe invece 301 seggi al Bundestag, vale a dire una risicatissima maggioranza. In base a tali proiezioni, la Cdu-Csu sarebbe il primo partito con il 38,8% dei voti, seguirebbe la Spd con il 38,1%, i Verdi all'8,6%, i liberali Fdp al 7, 3%, gli ex comunisti Pds il 4%. Sommando i dati i due schieramenti raccolgono uno il 46,7% dei voti, l'altro il 46,1%. Un pugno di voti. E un solo seggio di maggioranza in parlamento.

    Una conferma della tendenza giunge anche dalla tv Zdf. Secondo le ultime proiezioni fornite da questo canale i due partiti maggiori hanno entrambi il 38,3% dei voti (e dunque lo stesso numero, 247, di seggi). Ma la coalizione rosso verde avrebbe la maggioranza perchè i Verdi sarebbero all'8,8% con 57 seggi mentre i liberali si fermerebbero al 7,2% con una previsione di 47 seggi.

    Anche in questo caso, comunque, la differenza al Bundestag sarebbe di solo una decina di seggi.

    Di fronte a tanta incertezza, i due avversari della campagna elettorale Stoiber e Schroeder restano incollati agli schermi dei loro rispettivi quartier generali. Dopo gli exit poll, che davano la Cdu-Csu primo partito (dato confermato dalle proiezioni), il primo a parlare era stato Stoiber: "Abbiamo vinto", aveva detto il leader moderato, senza però esporsi nelle successive dichiarazioni sulla possibilità di andare al governo. "E' presto per stappare lo champagne - ha infatti aggiunto Stoiber - e comunque faremo tutto ciò che potremo con i voti di questo successo".

    Prudente, ma fiducioso, il suo rivale Gerard Schroeder, il cancelliere tedesco. "Non vedo nessun motivo per essere delusi - ha spiegato - anzi ci sono buone prospettive per continuare a governare". Dati alla mano, infatti, la mancata affermazione dei liberali e l'ottimo risultato dei verdi gli davano più di una speranza di compensare la risalita della Csu-Cdu alle spese della sua Spd.

    E' ancora presto dunque per dire che strada prenderà la Germania dopo queste combattutissime elezioni. E nell'aria ci sono ancora tutte le ipotesi pre-voto: conferma dell'allenza rosso verde di Schroeder, ricambio con Csu-Cdu e liberali al governo, perfino un esecutivo di grande coalizione, vista la sottile differenza tra gli schieramenti.

    Ci sono però almeno quattro certezze. La "vittoria" in termini numerici di Stoiber, leader del partito di maggioranza relativa; il successo dei verdi del ministro degli esteri Josckha Fischer, vicini a un 9% solo sognato prima del voto; la delusione dei liberali del Pdf, fermi poco sopra il 7% malgrado puntassero alla vigilia ad un risultato a due cifre; e la sconfita degli ex comunisti della Pds, che non hanno raggiunto la soglia del 4% necessaria per entrare al Bundestag.

    (22 settembre 2002)


    http://www.unita.it/index.asp?SEZIO...&TOPIC_ID=19726

    Germania: photofinish per le elezioni. Testa a testa tra Schroeder e Stoiber
    di red.

    Estrema incertezza per i risultati del voto tedesco. Se i primi exit poll davano la coalizione rosso-verde del cancelliere Schroeder come in testa, sia pure di un margine piuttosto ridotto, proiezioni successive hanno corretto il risultato. I due schieramenti sono sostanzialmente alla pari, con una differenza di non più di due seggi a favore della coalizione conservatrice di Edmund Stoiber, che tuttavia non ha la maggioranza a causa dei due seggi probabilmente conquistati dagli ex comunisti della Sdp.

    Stoiber comunque sembra aver vinto almeno la sua sfida personale con Schroeder: la Cdu/Csu avrebbe infatti superato la Spd ottenendo circa il 38,8 per cento dei suffragi, contro il 37,8 dei socialdemocratici.

    Sorti invertite, invece, per i due alleati. I Verdi di Joschka Fischer hanno fatto meglio del previsto attestandosi sopra il 9 per cento dei voti, mentre non hanno avuto il successo sperato i liberali della Fdp, alleati di Stoiber, che si sono fermati al 7,4 per cento.

    Non sono stati capaci di superare lo sbarramento del 5 per cento invece gli ex comunisti, che con un piccolo 4,2 per cento si devono accontentare di due soli deputati. La speranza di portare al Bundestag una pattuglia di 30 eletti, che sarebbe stata possibile andando oltre la soglia del 5 per cento dei voti, è stata dunque vanificata. Gli ex comunisti potrebbero tuttavia essere ancora decisivi se le due coalizioni maggiori dovessero effettivamente attestarsi su livelli di sostanziale parità.


    http://www.corriere.it/speciali/ger...02/index3.shtml

    BERLINO — Secondo gli ultimi dati diffusi dal primo canale pubblico Ard, la coalizione rossoverde (Spd e Verdi) raggiungerebbe per la prima volta la maggioranza minima di 301 seggi al Bundestag per governare. In base a tali proiezioni, alla Cdu andrebbe il 38,8% dei voti, alla Spd il 38,1%, ai Verdi l'8,6%, ai liberali Fdp il 7, 3%, agli ex comunisti Pds il 4%. Alla Spd andrebbero 246 seggi e ai Verdi 55, in tutto 301. Dunque, la coalizione rosso-verde del cancelliere Gerhard Schroeder sarebbe in vantaggio anche se la Cdu-Csu di Edmund Stoiber avrebbe ottenuto la maggioranza relativa.
    E nell'ultima tornata di exit poll le previsioni degli analisti si allineano per un successo della coalizione del premier.


    Ho trovato sul sito della SPD (www.spd.de) questi dati, secondo tre diversi istituti di sondaggi...

    Ultimo exit poll ore 21.45

    SPD 38,1% 38,1% 38,3%
    CDU/CSU 39,1% 38,8% 38,3%
    Verdi 8,8% 8,6% 8,8%
    Liberali 7,5% 7,4% 7,2%
    Comunisti 3,8% 4,0% 4,1%

    SPD+Verdi 46,9 % 46,7% 47,1%
    CDU+Liberali 46,6 % 46,2 % 45,5%

    Precedente exit poll

    SPD 37,6% 37,1% 37,7%
    CDU/CSU 39,1% 39,6% 39,2%
    Verdi 9,0% 9,2% 9,0%
    Liberali 7,2% 7,2% 7,2%
    Comunisti 3,8% 4,1% 4,2%

    SPD+Verdi 46,6 % 46,3 % 46,7 %
    CDU+Liberali 46,3 % 46,8 % 46,4 %


    Quindi dal precedente exit poll la SPD guadagna cinque decimi di punto e la CDU rimane uguale...Variano gli alleati...La SPD e i Verdi da una media di 46,53% al 46,90%, mentre la CDU e i liberali dal 46,50% al 46,10 %


    Aggiornamento da Il nuovo, il giornale online di Berlusconi...

    Adesso ci danno a 305 seggi...in crescita di 4!

    http://www.ilnuovo.it/nuovo/foglia/...,152359,00.html

    Germania, la sinistra va in vantaggio


    La Cdu-Csu di Stoiber è il primo partito con il 39,1% dei voti, ma ora la Spd di Schroeder è vicinissima con il 38,1%. E grazie anche al successo dei verdi la coalizione di sinistra ha la maggioranza per un seggio.


    Una campagna elettorale sulle montagne russe

    BERLINO - La Germania è con il fiato sospeso: la Cdu-Csu di Stoiber è il primo partito ma la coalizione rosso verde, grazie anche al successo dei Verdi, è in vantaggio secondo le ultime proiezioni. Secondo gli ultimi dati diffusi dal primo canale pubblico Ard, la coalizione rossoverde (Spd e Verdi) raggiungerebbe la maggioranza di 305 seggi al Bundestag, risicata ma sufficiente per governare. In base a tali proiezioni, alla Cdu andrebbe il 39,1% dei voti, alla Spd il 38,1%, ai Verdi l'8,8%, ai liberali Fdp il 7, 5%, agli ex comunisti Pds il 3,8% (che non superano lo sbarramento del 5%, e saranno presenti non con un gruppo ma solo con due deputati a mandato diretto).
    Alla Spd andrebbero 249 seggi e ai Verdi 55, in tutto 306. Mentre il centrodestra sarebbe fermo a 298, i 250 della Cdu-Csu e i 48 dei liberali.

    Sono sembrate dunque premature le entusiastiche dichiarazioni di Edmund Stoiber, che aveva proclamato: "Abbiamo vinto". Aggiungendo, tutto d'un fiato: "La Cdu-Csu è di nuovo qua, ed è il gruppo più forte in Parlamento. Dobbiamo questo risultato alla unità dimostrata sui contenuti e sul personale''.
    Commentando i risultati, Gerhard Schroeder si era invece detto fiducioso di restare al governo.
    "Abbiamo buone chance di proseguire questa politica e noi vogliamo proseguirla", ha detto salendo sul palco nella sede
    della Spd assieme alla moglie Doris.
    Al momento, "come stanno le cose, possiamo anche proseguirla", ha detto, aggiungendo: "la maggioranza è maggioranza e se ce l'abbiamo la useremo anche".

    Ma il grande successo è quello dei Verdi, passati al 9,2% con un incremento rispetto al '98 di due punti percentuali.


    (22 SETTEMBRE 2002, ORE 18:02, aggiornato ore 22:05)


    http://www.unita.it/index.asp?SEZIO...&TOPIC_ID=19730

    Destra e sinistra, testa a testa in Germania. Ma Spd e verdi hanno la maggioranza
    di Gianni Marsilli

    Non era mai accaduto, in un giorno di elezioni, che a tarda sera i tedeschi non conoscessero ancora il nome del loro cancelliere. Ieri è accaduto. Le proiezioni in seggi davano alternativamente in vantaggio la coalizione uscente, formata da verdi e socialdemocratici, e i loro oppositori, l'Unione Cdu-Csu più i liberali della Fdp. Vantaggi minimi nei due casi: due o tre seggi in più a sostegno di Stoiber, o quattro o cinque seggi in più a sostegno di Schroeder su un totale di 598 mandati parlamentari: 300 contro 298, oppure 301 contro 297. Un capello, com'era nelle previsioni, separava i due candidati. Sui quali pendeva inoltre l'incognita dei mandati supplementari: quei seggi cioè assegnati in base al doppio voto (uno per il candidato e un'altro per il partito) grazie al quale l'elettore può differenziare la sua scelta: al limite votare Cdu da una parte e il candidato Spd dall'altra. Ne risulta, alla fine, una modifica del numero dei seggi disponibili al Bundestag, che infatti variano ad ogni elezione. Ieri sera si profilavano cinque seggi supplementari. Venivano dall'est, il che autorizzava a pensare che fossero più favorevoli a Schroeder che al suo sfidante. In passato è accaduto che fossero anche tredici in più di quelli previsti. La torta dei 598 seggi, in altre parole, potrebbe diventare più larga, e quindi richiedere altre maggioranze aritmetiche. Modifiche inevitabilmente notturne per via della difficoltà dello spoglio, da cui la lunga e inedita suspence di ieri sera. Senza tener conto della possibilità fornita dalla proiezione resa nota alle 21: 299 seggi ai rossoverdi, 297 all'attuale opposizione, due agli ex comunisti della Pds. Vorrebbe dire che le sorti di Schroeder dipendono dall'atteggiamento della Pds, che avrebbero un enorme potere di ricatto. E qualora si astenessero sull'elezione del cancelliere (che spetta al Bundestag) darebbero ai conservatori tutte le ragioni di accusare Schroeder di aver mentito quando, per tutta la campagna elettorale, aveva giurato che con gli eredi della Sed non avrebbe mai fatto compromessi. Se si dimentica per un attimo che la posta in gioco è il cancellierato, una prima analisi del voto è in ogni caso un secco avvertimento per Gerhard Schroeder. La Spd perde all'incirca tre punti sulle precedenti elezioni, attestandosi attorno al 38 percento, mentre l'Unione Cdu-Csu ne guadagna quattro, ruotando attorno al 39 percento. È andata molto meglio per l'altra gamba della coalizione, i Verdi di Joshcka Fischer, che con l'8,5 guadagnano due punti e saranno forse i salvatori della situazione. Non è riuscita invece la scommessa dei liberali della Fdp, che non superano il 7,5, molto lontani dal 18 percento che era il loro obiettivo proclamato per mari e per monti. Scivolano malamente anche gli ex comunisti. Non solo non superano la fatidica soglia del 5 percento ma arrivano con difficoltà al quattro, perdendo un punto secco. Per loro, nel migliore dei casi, soltanto due mandati diretti (ne avessero avuti tre, avrebbero abbattuto - come prevede la legge elettorale - il muro del 5 percento e avrebbero eletto una trentina di parlamentari: per Schroeder il problema sarebbe stato ancora più grave).
    Il primo ad apparire davanti ai suoi è stato un Edmund Stoiber sorridente e disteso come non lo si era mai visto nell'ultimo mese. È venuto alla Adenauer Haus ed ha alzato le mani in segno di vittoria: «Comunque sia - ha detto tra gli applausi e l'invocazione di »Kanzler-Kanzler!« - è chiaro che queste elezioni le abbiamo vinte. Siamo di nuovo la formazione politica più importante del paese, uno o due anni fa nessuno avrebbe osato fare una simile previsione. E questa è una grande vittoria!». Il sorriso di Stoiber gli veniva anche dal fatto di aver raccolto per la Csu, nella sua Baviera, il 60 percento dei voti, con un incremento del 13 percento sul '98. Un risultato che neanche Franz Joseph Strauss, ai suoi tempi migliori, aveva raggiunto in un'elezione nazionale. Stoiber ha quasi eguagliato il record del '49, che diede ai conservatori il 61 percento. Ma c'è un altro motivo che nutre la soddisfazione dei conservatori: sfiorare il 40 percento vuol dire impadronirsi del Bundesrat, la camera delle regioni, e legare le mani al potere centrale. Fu così che la Spd asfissiò Helmut Kohl dal '94 al '98. Qualora Schroeder fosse confermato al cancellierato, non c'è alcun dubbio che i conservatori utilizzeranno tutto il potere d'interdizione che gli viene dal sistema federale.
    Gerhard Schroeder ha aspettato le otto per presentarsi alla Willy Brandt Haus, il quartier generale socialdemocratico. Anch'egli sorridente e senza dare segni apparenti di nervosismo. Ha rincuorato le sue truppe: «Abbiamo combattuto una bella battaglia, abbiamo lavorato per un maggiore equilibrio tra economia ed ecologia, tra capitale e lavoroàNon c'è nessun motivo per lasciarsi andare alla rassegnazione o alla delusione!». Schroeder ha ricordato quanto soleva dire il democristiano Konrad Adenauer, al quale toccò in sorte di governare con un solo voto di maggioranza: «Un voto o cento, la maggioranza è maggioranza». Ha salutato i suoi con un «grazie di cuore», subissato dagli applausi. I due contendenti, Schroeder e Stoiber, sono apparsi poi per tutta la sera sulle reti televisive, dibattendo anche tra loro due con ferma cortesia e tornando sui temi dei rapporti con gli Usa e della disoccupazione, sempre senza sapere ancora chi fosse l'eletto della giornata. Gli istituti di rilevazione tedeschi sono stati in grado di fornire anche una prima analisi sociale del voto. Hanno diviso l'elettorato in quattro categorie: operai, impiegati, lavoratori autonomi, disoccupati. I socialdemocratici hanno perso consensi in tutti e quattro i comparti sociali: -5, -2, -1, -4. I conservatori hanno invece guadagnato 7 punti presso gli operai, 3 presso gli impiegati, 6 presso i lavoratori autonomi, 4 presso i disoccupati. La politica economica e sociale, del resto, era il punto debole della coalizione uscente. Se Schroeder sarà ancora cancelliere sarà grazie a tre fattori: la sua pronta risposta in occasione delle inondazioni, il suo no alla guerra contro l'Iraq, il netto successo dei Verdi alleati, dovuto a sua volta soprattutto alla forte personalità e alle capacità oratorie di Joshcka Fischer. La rimonta di Schroeder, in ogni caso, sarà stata spettacolare. Solo un mese fa Stoiber e i suoi pensavano di avere la vittoria in tasca. In caso di parità totale di seggi l'ipotesi della Grande Coalizione s'impone. Ieri sera Angela Merkel, leader della Cdu, diceva di non auspicarla. Nessuno la vuole: sarebbe figlia soltanto di un'esigenza estrema di governabilità. Gli ex comunisti ritengono di aver pagato il prezzo di governare Berlino assieme alla Spd (la città si è enormemente indebitata dopo la riunificazione e la conseguente, ambiziosa ricostruzione) e di non aver assunto quindi «un profilo netto» agli occhi dell'elettorato. I Verdi sono consapevoli di dovere il loro successo al carisma di Fischer, che è l'uomo politico più popolare del paese, ma naturalmente rivendicano anche meriti politici e amministrativi, come la «tassa ecologica» e l'uscita dal nucleare. Per la Spd si apre necessariamente, comunque finiscano le cose, un periodo di riflessione: l'avvertimento è stato netto. Quanto alle formazioni di estrema destra, il loro flop è totale: 0,5 ai Republikaner, 0,5 alla Npd, 0,8 alla formazione populista-xenofoba dell'ex magistrato amburghese Schill. Ultimo dato: senza nessun incidente di rilievo, si è recato alle urne il 79, 6 percento degli aventi diritto. Ieri sera alle 22 il cronista non poteva aggiungere altro. Fatta la media delle percentuali e delle proiezioni in voti, c'era qualche serio indizio (il successo dei Verdi, i mandati supplementari dell'est) per la riconferma di Gerhard Schroeder alla cancelleria, ma la battaglia non era ancora vinta.


    Secondo Ard, ora, la coalizione tra Spd e Verdi conquisterebbe invece 301 seggi al Bundestag, vale a dire una risicatissima maggioranza. In base a tali proiezioni, la Cdu-Csu sarebbe il primo partito con il 38,8% dei voti, seguirebbe la Spd con il 38,1%, i Verdi all'8,6%, i liberali Fdp al 7, 3%, gli ex comunisti Pds il 4%. Sommando i dati i due schieramenti raccolgono uno il 46,7% dei voti, l'altro il 46,1%. Un pugno di voti. E un solo seggio di maggioranza in parlamento.

    Una conferma della tendenza giunge anche dalla tv Zdf. Secondo le ultime proiezioni fornite da questo canale i due partiti maggiori hanno entrambi il 38,3% dei voti (e dunque lo stesso numero, 247, di seggi). Ma la coalizione rosso verde avrebbe la maggioranza perchè i Verdi sarebbero all'8,8% con 57 seggi mentre i liberali si fermerebbero al 7,2% con una previsione di 47 seggi.

    Anche in questo caso, comunque, la differenza al Bundestag sarebbe di solo una decina di seggi.

    Di fronte a tanta incertezza, i due avversari della campagna elettorale Stoiber e Schroeder restano incollati agli schermi dei loro rispettivi quartier generali. Dopo gli exit poll, che davano la Cdu-Csu primo partito (dato confermato dalle proiezioni), il primo a parlare era stato Stoiber: "Abbiamo vinto", aveva detto il leader moderato, senza però esporsi nelle successive dichiarazioni sulla possibilità di andare al governo. "E' presto per stappare lo champagne - ha infatti aggiunto Stoiber - e comunque faremo tutto ciò che potremo con i voti di questo successo".

    Prudente, ma fiducioso, il suo rivale Gerard Schroeder, il cancelliere tedesco. "Non vedo nessun motivo per essere delusi - ha spiegato - anzi ci sono buone prospettive per continuare a governare". Dati alla mano, infatti, la mancata affermazione dei liberali e l'ottimo risultato dei verdi gli davano più di una speranza di compensare la risalita della Csu-Cdu alle spese della sua Spd.

    E' ancora presto dunque per dire che strada prenderà la Germania dopo queste combattutissime elezioni. E nell'aria ci sono ancora tutte le ipotesi pre-voto: conferma dell'allenza rosso verde di Schroeder, ricambio con Csu-Cdu e liberali al governo, perfino un esecutivo di grande coalizione, vista la sottile differenza tra gli schieramenti.

    Ci sono però almeno quattro certezze. La "vittoria" in termini numerici di Stoiber, leader del partito di maggioranza relativa; il successo dei verdi del ministro degli esteri Josckha Fischer, vicini a un 9% solo sognato prima del voto; la delusione dei liberali del Pdf, fermi poco sopra il 7% malgrado puntassero alla vigilia ad un risultato a due cifre; e la sconfita degli ex comunisti della Pds, che non hanno raggiunto la soglia del 4% necessaria per entrare al Bundestag.

    da www.repubblica.it


    La Spd, con i mandati in eccedenza, diventa la prima forza politica al Bundestag, stando agli ultimi dati diffusi dal secondo canale Zdf.

    Stando a tali risultati ancora parziali, le Unioni Cdu-Csu ottengono il 38,6% dei voti, la Spd il 38,4%, i Verdi l'8,5%, i liberali Fdp il 7,4%, gli ex comunisti Pds il 4%.

    Con i mandati in eccedenza appunto, i socialdemocratici avrebbero 252 seggi, rispetto ai 249 delle Unioni Cdu-Csu.

    da www.rainews24.it


    Intanto eccovi qua la rassegna stampa delle 75...

    http://www.ilnuovo.it/nuovo/foglia/...,152379,00.html

    Elezioni Germania: passa Schroeder


    Il Cancelliere ottiene la riconferma, dopo una tornata di scrutini al cardiopalma. Di fatto ad assicurare la vittoria all'Spd sono i verdi di Joschka Fischer, mai così in alto. La Germania resta a sinistra.
    di Giovanni Del Re

    BERLINO - Schroeder ha vinto, insieme alla propria coalizione di centrosinistra, e la Germania resta uno degli ormai pochi paesi europei in grado di arginare l'avanzata delle destre.

    Di fatto, però, elezioni come queste la Germania non se le dimenticherà davvero. Così tanta suspence, così tanta incertezza anche ore dopo la chiusura delle urne non si era mai vista.

    Solo verso le ventuno di ieri sera si è profilata la vittoria della coalizione rosso-verde del cancelliere Gerhard Schroeder, ma è una vittoria di misura, risicata, appena un seggio oltre il minimo (302 su 600) e dal sapore amaro per il partito del cancelliere. Se ottiene la maggioranza è solo grazie all'ottima performance dei Verdi e a qualche seggio di eccedenza - per la complicata normativa elettorale tedesca, al numero di seggi spettanti in base alla percentuale, possono aggiungersi quelli guadagnati da candidati eletti direttamente in una circoscrizione. Perlatro l'Spd ha rischiato a lungo di rimanere ilsecondo partito, mentre prima forza politica del paese sembrava esser diventata proprio la Cdu del suo avversario Edmund Stoiber . Poi, nella notte, il ribaltamento di fronte. La Cdu-Csu si ferma al 38,5 per cento, e la Spd la supera anche se di poco. I liberali toccano il 7,4, mentre il Pds dei neocomunisti non superamo lo sbarramento del 5 per cento che gli avrebbe permesso di entrare in Parlamento. Chi fa il pieno, è invece il partito dei Verdi di Joschka Fischer, che col suo 8,5 per cento tocca i massimi storici del movimento e soprattutto regala la vittoria tanto agognata alla coalizione di cui fa parte, quella socialdemorratica.

    Per ore la suspence è stata altissima, non si capiva bene quale delle due possibili coalizioni alternative - appunto Spd e Verdi oppure Cdu-Csu e liberali - avesse la maggioranza dei seggi. Le prime proiezioni davano vincente la prima delle due alleanze. Poi nel corso della serata la situazione si era ribaltata, dando la maggioranza al centro-destra, ma poi, in questa incredibile serata le proiezioni hanno continuato a cambiare il quadro: sulle prime si è creata una situazione di stallo, con nessuna delle due coalizioni con una maggioranza. E infine, in queste pazzesche elezioni, il nuovo e definitivo "ribaltamento" a favore di rosso-verde.

    Un continuo alternarsi di docce calde e gelate ora per gli uni, ora per gli altri, continuato fino a notte fonda, che in sostanza presenta un paese spaccato praticamente a metà tra centro-destra e centro-sinistra.

    Per Stoiber personalmente è un ottimo risultato, nella sua Baviera ha addirittura ottenuto il 60% dei voti, ma in generale ha centrato l'obiettivo di fare della Cdu-Csu il partito prescelto da quasi metà del paese. Se Stoiber non ottiene la poltrona dei cancelliere, è colpa dei Liberali: dati non molti giorni fa sopra il 10% sono stati danneggiati dalle sparate di sapore antisemita, a quattro giorni dal voto del vicepresidente Jürgen Moellemann.

    Per Schroeder, che nelle ultime settimane aveva compiuto un'incredibile rimonta, invece è un chiaro avvertimento degli elettori: ha perso oltre due punti rispetto al 1998, pagando probabilmente lo scotto dell'incauto paragone tra la politica di Hitler e quella di Bush che avrebbe fatto il suo ministro della Giustizia a due giorni dal voto.

    Ma probabilmente hanno pesato anche i grandi problemi non risolti da questo governo: disoccupazione e ristagno economico. Gli altri grandi vincitori sono invece i suoi alleati Verdi, che hanno conseguito un ottimo risultato grazie anzitutto alla loro figura carismatica Joschka Fischer, il cui potere in seno al governo è ora enormemente aumentato. Per il cancelliere sarà difficile governare: la maggioranza, lo dicevamo, è risicata, e il Bundesrat, la camera delle regioni, è dominata dai cristianodemocratica.E già qualcuno si chiede se il governo reggerà quattro anni.

    (23 SETTEMBRE 2002, ORE 7.19)


    http://www.unita.it/index.asp?SEZIO...&TOPIC_ID=19730

    Destra e sinistra, testa a testa in Germania. Ma Spd e verdi hanno la maggioranza
    di Gianni Marsilli

    Non era mai accaduto, in un giorno di elezioni, che a tarda sera i tedeschi non conoscessero ancora il nome del loro cancelliere. Ieri è accaduto. Le proiezioni in seggi davano alternativamente in vantaggio la coalizione uscente, formata da verdi e socialdemocratici, e i loro oppositori, l'Unione Cdu-Csu più i liberali della Fdp. Vantaggi minimi nei due casi: due o tre seggi in più a sostegno di Stoiber, o quattro o cinque seggi in più a sostegno di Schroeder su un totale di 598 mandati parlamentari: 300 contro 298, oppure 301 contro 297. Un capello, com'era nelle previsioni, separava i due candidati. Sui quali pendeva inoltre l'incognita dei mandati supplementari: quei seggi cioè assegnati in base al doppio voto (uno per il candidato e un'altro per il partito) grazie al quale l'elettore può differenziare la sua scelta: al limite votare Cdu da una parte e il candidato Spd dall'altra. Ne risulta, alla fine, una modifica del numero dei seggi disponibili al Bundestag, che infatti variano ad ogni elezione. Ieri sera si profilavano cinque seggi supplementari. Venivano dall'est, il che autorizzava a pensare che fossero più favorevoli a Schroeder che al suo sfidante. In passato è accaduto che fossero anche tredici in più di quelli previsti. La torta dei 598 seggi, in altre parole, potrebbe diventare più larga, e quindi richiedere altre maggioranze aritmetiche. Modifiche inevitabilmente notturne per via della difficoltà dello spoglio, da cui la lunga e inedita suspence di ieri sera. Senza tener conto della possibilità fornita dalla proiezione resa nota alle 21: 299 seggi ai rossoverdi, 297 all'attuale opposizione, due agli ex comunisti della Pds. Vorrebbe dire che le sorti di Schroeder dipendono dall'atteggiamento della Pds, che avrebbero un enorme potere di ricatto. E qualora si astenessero sull'elezione del cancelliere (che spetta al Bundestag) darebbero ai conservatori tutte le ragioni di accusare Schroeder di aver mentito quando, per tutta la campagna elettorale, aveva giurato che con gli eredi della Sed non avrebbe mai fatto compromessi. Se si dimentica per un attimo che la posta in gioco è il cancellierato, una prima analisi del voto è in ogni caso un secco avvertimento per Gerhard Schroeder. La Spd perde all'incirca tre punti sulle precedenti elezioni, attestandosi attorno al 38 percento, mentre l'Unione Cdu-Csu ne guadagna quattro, ruotando attorno al 39 percento. È andata molto meglio per l'altra gamba della coalizione, i Verdi di Joshcka Fischer, che con l'8,5 guadagnano due punti e saranno forse i salvatori della situazione. Non è riuscita invece la scommessa dei liberali della Fdp, che non superano il 7,5, molto lontani dal 18 percento che era il loro obiettivo proclamato per mari e per monti. Scivolano malamente anche gli ex comunisti. Non solo non superano la fatidica soglia del 5 percento ma arrivano con difficoltà al quattro, perdendo un punto secco. Per loro, nel migliore dei casi, soltanto due mandati diretti (ne avessero avuti tre, avrebbero abbattuto - come prevede la legge elettorale - il muro del 5 percento e avrebbero eletto una trentina di parlamentari: per Schroeder il problema sarebbe stato ancora più grave).
    Il primo ad apparire davanti ai suoi è stato un Edmund Stoiber sorridente e disteso come non lo si era mai visto nell'ultimo mese. È venuto alla Adenauer Haus ed ha alzato le mani in segno di vittoria: «Comunque sia - ha detto tra gli applausi e l'invocazione di »Kanzler-Kanzler!« - è chiaro che queste elezioni le abbiamo vinte. Siamo di nuovo la formazione politica più importante del paese, uno o due anni fa nessuno avrebbe osato fare una simile previsione. E questa è una grande vittoria!». Il sorriso di Stoiber gli veniva anche dal fatto di aver raccolto per la Csu, nella sua Baviera, il 60 percento dei voti, con un incremento del 13 percento sul '98. Un risultato che neanche Franz Joseph Strauss, ai suoi tempi migliori, aveva raggiunto in un'elezione nazionale. Stoiber ha quasi eguagliato il record del '49, che diede ai conservatori il 61 percento. Ma c'è un altro motivo che nutre la soddisfazione dei conservatori: sfiorare il 40 percento vuol dire impadronirsi del Bundesrat, la camera delle regioni, e legare le mani al potere centrale. Fu così che la Spd asfissiò Helmut Kohl dal '94 al '98. Qualora Schroeder fosse confermato al cancellierato, non c'è alcun dubbio che i conservatori utilizzeranno tutto il potere d'interdizione che gli viene dal sistema federale.
    Gerhard Schroeder ha aspettato le otto per presentarsi alla Willy Brandt Haus, il quartier generale socialdemocratico. Anch'egli sorridente e senza dare segni apparenti di nervosismo. Ha rincuorato le sue truppe: «Abbiamo combattuto una bella battaglia, abbiamo lavorato per un maggiore equilibrio tra economia ed ecologia, tra capitale e lavoroàNon c'è nessun motivo per lasciarsi andare alla rassegnazione o alla delusione!». Schroeder ha ricordato quanto soleva dire il democristiano Konrad Adenauer, al quale toccò in sorte di governare con un solo voto di maggioranza: «Un voto o cento, la maggioranza è maggioranza». Ha salutato i suoi con un «grazie di cuore», subissato dagli applausi. I due contendenti, Schroeder e Stoiber, sono apparsi poi per tutta la sera sulle reti televisive, dibattendo anche tra loro due con ferma cortesia e tornando sui temi dei rapporti con gli Usa e della disoccupazione, sempre senza sapere ancora chi fosse l'eletto della giornata. Gli istituti di rilevazione tedeschi sono stati in grado di fornire anche una prima analisi sociale del voto. Hanno diviso l'elettorato in quattro categorie: operai, impiegati, lavoratori autonomi, disoccupati. I socialdemocratici hanno perso consensi in tutti e quattro i comparti sociali: -5, -2, -1, -4. I conservatori hanno invece guadagnato 7 punti presso gli operai, 3 presso gli impiegati, 6 presso i lavoratori autonomi, 4 presso i disoccupati. La politica economica e sociale, del resto, era il punto debole della coalizione uscente. Se Schroeder sarà ancora cancelliere sarà grazie a tre fattori: la sua pronta risposta in occasione delle inondazioni, il suo no alla guerra contro l'Iraq, il netto successo dei Verdi alleati, dovuto a sua volta soprattutto alla forte personalità e alle capacità oratorie di Joshcka Fischer. La rimonta di Schroeder, in ogni caso, sarà stata spettacolare. Solo un mese fa Stoiber e i suoi pensavano di avere la vittoria in tasca. In caso di parità totale di seggi l'ipotesi della Grande Coalizione s'impone. Ieri sera Angela Merkel, leader della Cdu, diceva di non auspicarla. Nessuno la vuole: sarebbe figlia soltanto di un'esigenza estrema di governabilità. Gli ex comunisti ritengono di aver pagato il prezzo di governare Berlino assieme alla Spd (la città si è enormemente indebitata dopo la riunificazione e la conseguente, ambiziosa ricostruzione) e di non aver assunto quindi «un profilo netto» agli occhi dell'elettorato. I Verdi sono consapevoli di dovere il loro successo al carisma di Fischer, che è l'uomo politico più popolare del paese, ma naturalmente rivendicano anche meriti politici e amministrativi, come la «tassa ecologica» e l'uscita dal nucleare. Per la Spd si apre necessariamente, comunque finiscano le cose, un periodo di riflessione: l'avvertimento è stato netto. Quanto alle formazioni di estrema destra, il loro flop è totale: 0,5 ai Republikaner, 0,5 alla Npd, 0,8 alla formazione populista-xenofoba dell'ex magistrato amburghese Schill. Ultimo dato: senza nessun incidente di rilievo, si è recato alle urne il 79, 6 percento degli aventi diritto. Ieri sera alle 22 il cronista non poteva aggiungere altro. Fatta la media delle percentuali e delle proiezioni in voti, c'era qualche serio indizio (il successo dei Verdi, i mandati supplementari dell'est) per la riconferma di Gerhard Schroeder alla cancelleria, ma la battaglia non era ancora vinta.



    http://www.repubblica.it/online/est...osso_verdi.html

    Elezioni mozzafiato e capriole nei risultati elettorali
    il cancelliere salvo grazie all'exploit dei Verdi (8,6%)
    La Germania è rosso-verde
    Schroeder resta al governo
    Brutto stop per i liberali della Fdp


    BERLINO - A Berlino è passata l'una di notte. La grande altalena finisce. "Un nuovo governo di coalizione", annunciano Gerard Schroeder e Joscha Fischer. La Spd e i suoi preziosi alleati Verdi governeranno la Germania per altri quattro anni. Con una decina di seggi di vantaggio. E' questo il verdetto delle elezioni più combattute della storia tedesca.

    "Abbiamo tempi difficili davanti a noi, ma insieme ce la faremo", ha detto Schroeder quando ormai i giochi erano fatti. E di certo quelle appena trascorse sono state ore difficili per tutti: per gli aspiranti cancellieri ma anche per gli istituti demoscopici tedeschi, costretti per ore a restare sul filo dell'incertezza.

    Se gli exit pool e le primissime proiezioni fossero stati confermate, infatti, ora la Germania avrebbe un governo di coalizione tra la Cdu-Csu di Edmund Stoiber e i liberali della Pdf. Per tutta la prima parte della serata la tv pubblica Ard, pure se di un soffio, ha dato il centrodestra in vantaggio, sia in termini numerici che per i seggi al Bundestag. A quel punto, la prima dichiarazione di Stoiber ("Abbiamo vinto"), riferita prudentemente solo alla indubbia affermazione elettorale dell'unione Cdu-Csu, lasciava presagire anche una vittoria "politica" dei moderati.

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    L'incertezza era però evidente confrontando i dati della Ard con i numeri forniti dal canale tv Zdf, secondo i quali l'alleanza rosso-verde, anche in questo caso per un pugno di voti, avrebbe mantenuto il governo del paese. E così anche Schroeder poteva dichiarare che "C'erano buone possibilità di continuare il lavoro svolto finora".

    Con il passare delle ore, lentamente, le diverse proiezioni hanno virato tutte a vantaggio del cancelliere in carica, fino alla certezza di una vittoria dovuta in gran parte allo straordinario risultato dei verdi, che sono cresciuti oltre le più ottimistiche previsioni.

    I dati ufficiali (anche se ancora provvisori) disegnano comunque un paese spaccato in due. Spd e Cdu-Csu hanno preso lo stesso numero di voti, il 38,5%, con un calo dei socialdemocratici di 2,4 punti percentuali rispetto alle elezioni del 1998 ed un' avanzata di oltre tre punti per i democratici cristiani di Stoiber. Il calo del partito del cancelliere è stato però compensato dal successo riportato dai Verdi, che hanno colto il miglior risultato della loro storia: l' 8,6% (+1,9%).

    Decisivo per il risultato finale anche il mezzo flop dei liberali, che sono cresciuti al 7,4%, ma puntavano almeno a un risultato a due cifre. Tra gli sconfitti anche i necomunisti del Pds, eredi del Partito comunista dell' ex Germania orientale, che hanno perso la loro rappresentanza parlamentare per la prima volta dopo la riunificazione. Rimasti sotto la solgia del 5%, saranno rappresentati solo da due deputate elette direttamente nella loro circoscrizione.

    Le trattative per la formazione del nuovo governo cominceranno già da oggi. Spd e Verdi, insieme, possono contare su una maggioranza di 305-3O7 seggi al Bundestag, che Fischer definisce "stretta ma sicura". Il partito del ministro degli Esteri farà di certo pesare sul tavolo l'apporto decisivo che i verdi hanno dato alla conferma di Schroeder, ma anche la Spd potrà vantare la sua sostanziale tenuta, almeno rispetto alle previsioni di solo due mesi fa che la davano in nettissimo calo sulla Csu-Cdu.

    "Non dureranno a lungo", commenta Edmund Stoiber, gelato dall'altalena notturna dei risultati. Il premier bavarese, che punta sulle divisioni interne alla maggioranza e sull'esiguo margine di seggi al Bundestag, dice di essere pronto "ad assumere la responsabilità per la Cdu-Csu" nel caso Schroeder cada (cosa a suo parere assai probabile) prima della fine del suo mandato.

    (23 settembre 2002)



    http://www.repubblica.it/online/est...alli/valli.html

    IL COMMENTO
    Berlino ferma
    il vento della destra
    di BERNARDO VALLI


    BERLINO - E' a notte inoltrata che i vincitori, Gerhard Schroeder e Joschka Fischer, si sono presentati insieme, con ben evidenti sul viso i segni della fatica e delle emozioni, per annunciare che infine l'avevano spuntata. La coalizione rosso-verde, socialdemocratici ed ecologisti, continuerà a governare la Germania. Gli elettori tedeschi, sia pure per un soffio, hanno fermato la tendenza europea favorevole al centro-destra, che ha via via relegato all'opposizione il centro-sinistra, in Italia, in Francia, in Olanda,, in Austria, in Danimarca, in Portogallo. Paesi che si sono accodati alla Spagna di Aznar. Nella Repubblica federale la svolta si è esaurita. La frenata è stata esitante. Ma è avvenuta. Non era facile. Il voto tedesco aveva anche un significato insolito. Certo non secondario. La campagna elettorale è stata dominata dalla questione irachena (o americana), dal dilemma che il Cancelliere ha posto ai suoi connazionali, dichiarando che il suo governo non avrebbe in alcun modo partecipato al conflitto contro l'Iraq prospettato da George Bush, neppure se legittimato dalle Nazioni Unite. Votando per o contro il cancelliere i tedeschi decidevano quindi se sostenerlo nel suo dissenso con la superpotenza. E si trattava della prima crisi tra la Repubblica Federale e l'America, su un problema cruciale come la pace o la guerra, dopo mezzo secolo. La decisione, a giudicare dal risultato, è stata tormentata. Il leggero scarto di voti tra vinti e vincitori rivela le esitazioni. Ma il successo di Schroeder, anche se risicato, non è certamente gradito a George W. Bush. La presenza del ministro degli esteri, Joschka Fischer, accanto al cancelliere, nella notte, quando era ormai chiaro che la coalizione rosso-verde aveva vinto la partita, illustrava bene il risultato elettorale. Senza i voti dei verdi, senza la popolarità di Fischer, il socialdemocratico Schroeder non avrebbe vinto. Il partito ecologista ha compensato infatti con i voti ottenuti in più del previsto quelli perduti dalla Spd, il partito del cancelliere.

    La notte è stata convulsa. A un certo punto, quasi simultaneamente, Stoiber e Schroeder hanno pensato di averla spuntata. E l'hanno detto a milioni di tedeschi, stupiti, incuriositi, forse un po' preoccupati, davanti ai televisori. In quel momento si era in pieno thriller. La suspense era stato annunciata. Il risultato era incerto. Lo stacco tra vinti e vincitori, si era ripetuto, sarebbe stato più stretto della cruna di un ago. Ma non erano stati previsti due vincitori. Di solito piuttosto chiuso nelle espressioni, Stoiber, il democristiano, esibiva un sorriso smagliante. Comunque andasse la coalizione di centro-destra, il suo partito risultava in quell'istante il primo partito di Germania. Per questo Schroeder, abitualmente radioso, era scuro in volto. Il suo partito aveva perduto il primato. Ma grazie ai verdi l'alleanza di centro - sinistra aveva molte probabilità di restare al governo. E lui, Schroeder, di restare cancelliere federale. In un altro momento è affiorato un pareggio: 299 seggi al centro - sinistra e 299 al centro-destra. La Germania politica era spaccata come una mela. Poi i rosso-verdi, socialdemocratici ed ecologisti, hanno avuto una flessione negli exit-poll.

    E pareva fatta. La destra romana ha esultato. Il governo era forse impaziente. Non bisognava mandare subito un telegramma di felicitazioni? L'eco di tanta gioia è arrivata fino a Berlino. La tv fa miracoli. L'ultimo grande bastione della sinistra nell'Europa continentale era crollato. Hanno esultato anche a Vienna gli amici di Haider. E a Madrid quelli di Aznar. Ma all'improvviso la situazione si è rovesciata. I giallo - neri, liberali e democristiani, sono scesi di qualche punto. E il sottile, sottilissimo vantaggio dei rosso-verdi si è stabilizzato. Le sole facce che hanno sempre conservato le stesse espressioni sono state quelle dei liberali e dei verdi.

    I liberali avevano ragione di essere bui: la loro emorragia di voti continuava imperterrita e rischiava di far perdere il grande alleato Stoiber, nonostante il suo partito fosse diventato il più grande di Germania. In quanto ai verdi avevano altrettanta ragione di essere luminosi. Il loro successo, costante in tutti gli exit-poll, salvava Schroeder, e con lui il centro - sinistra. A Roma, a Vienna, a Madrid qualche volto si è oscurato quando si è saputo che Joschka Fischer aveva annullato il funerale della più grande, e vecchia, socialdemocrazia - europea. La quale non trionfava, appariva persino malconcia, con qualche cerotto, ma ancora in grado di restare al potere.

    Ed è, in definitiva, quel che conta. A notte inoltrata ci sono stati tanti altri su e giù. La suspense è continuata. Il thriller elettorale ha tenuto sveglia la Germania. Bastava cambiare canale televisivo per vedere vincenti i rosso-verdi e sconfitti i giallo-neri, o viceversa. La Zdf dava in vantaggio i primi e la Ard i secondi. Poi entrambe le tv hanno dato la maggioranza al Bundestag al centro - sinistra. La Zdf un deputato in più. La Ard, più generosa, due. Poi quattro. Persino cinque. Una manna. Il trionfo dell'ex sessantotottino Joschka Fischer, leader dei verdi e uomo politico più popolare di Germania, era evidente. Noto per la sua efficienza, e stimato per l'intelligenza, si è presentato agli elettori senza scandali alle spalle e senza gaffe disastrose, come quella del ministro della giustizia, Herta Dauebler-Gmelin. Stoiber ha creduto alla vittoria. Ci ha sperato fino a notte inoltrata. Il suo partito dovrebbe comunque portare al Bundestag più deputati di quanti ne avesse nella passata legislatura.

    A Monaco, in Baviera, dove Stoiber è ministro presidente, è stato festeggiato subito il successo. Non si è aspettato l'esito finale. Il fatto che un bavarese abbia ottenuto buoni risultati a livello nazionale, è fonte di orgoglio. Anche se non diventa cancelliere a Berlino, resta il leader che ha saputo rilanciare la democrazia cristiana in decadenza. Sono stati i liberali, suoi alleati, che non hanno mantenuto le promesse, e si sono rivelati troppo deboli per garantire una maggioranza al centro-destra.

    La sfortuna dei liberali viene attribuita anche alle posizioni giudicate antisemite del loro segretario generale. In quanto ai post comunisti della Germania Orientale, il loro partito, il Pds, non ha raggiunto il richiesto cinque per cento di voti.

    (23 settembre 2002)


    CNNItalia http://www.cnnitalia.it/2002/MONDO/...erde/index.html

    Germania, Schroeder vince di misura
    23 settembre 2002
    Articolo messo in Rete alle 07:40 ora italiana (05:40 GMT)

    Schroeder al termine della lunga notte dello spoglio
    GERMANIA (CNN) -- Gerhard Schroeder ce l'ha fatta. In una delle elezioni più combattute del dopoguerra, la sua coalizione rosso-verde ha ottenuto un secondo mandato a governare, grazie una risicatissima maggioranza sul blocco conservatore.

    Il risultato è rimasto in dubbio fino a notte fonda, con gli istituti demioscopici che cambiavano le proiezioni in continuazione, ora assegnando il successo a Spd e Verdi, ora alla coalizione tra Cdu-Csu e Fdp, il partito liberale. Ma alla fine il centrosinistra ce l'ha fatta: nel nuovo Bundestag avrà 306 seggi, contro i 297 dell'opposizione di centrodestra e i 2 della Pds, erede dell'ex partito comunista della Germania Est.

    Più che i socialdemocratici, che hanno perso il 3 per cento dei loro voti, a salvare la coalizione di Schroeder sono stati i Verdi del ministro degli Esteri Joshka Fischer, che hanno ottenuto un'ottima affermazione insediandosi come terza forza del Paese. Proprio Fischer, parlando ai suoi sostenitori, ha annunciato che i colloqui per la formazione del nuovo governo partiranno al più presto.

    Alla fine dello spoglio (ormai mancano solo poche schede dall'Assia), la Spd di è confermata il primo partito del Paese, con il 38,5 per cento dei voti. Stessa percentuale (con appena 8 mila voti in meno) per i cristiano-democratici, che per tutta la notte sembravano aver ottenuto la maggioranza relativa. Terzi i Verdi, all'8,6 per cento, seguiti dai Liberali al 7,4 e dalla Pds al 4.

    Visibilmente deluso, Edmund Stoiber, candidato alla cancelleria della Cdu-Csu, ha predetto vita breve per la coalizione rosso-verde: "Entro un anno prenderò la guida del Paese".


    Germania, Schroeder può contare su una maggioranza di nove seggi
    di red

    Sul filo di lana, certo, ma ha vinto. Schroeder, appena conosciuti i risultati ufficiali, s'è presentato al quartier generale socialdemocratico a Berlino, assieme al ministro degli esteri Joschka Fischer, leader dei Verdi. Entrambi hanno ribadito l'impegno a rinnovare l'accordo di coalizione dopo trattative «approfondite e corrette». L'intesa tra i due partiti è collaudata ed esite un ottimo spirito di collaborazione e di fiducia, hanno sottolineato. Li ha accolti un lungo caloroso, applauso, liberatorio.

    Liberatorio perché l'incertezza era durata gran parte della notte. Anche se verso le due ormai era chiaro che seppur in flessione, e seppur di un soffio, i socialdemocratici si erano confermati il primo partito tedesco. Per ottomila voti, ma primi. Flessione comunque più che compensata dall'avanzata elettorale dei verdi.

    La coalizione di Schroeder si è assicurata 306 dei 603 seggi del Parlamento, davanti all'alleanza di conservatori e liberali che ne occupa 295. E che pure, ieri sera dopo il primno sondaggio, aveva già cantato vittoria. E che piure, anche questo va ricordato, appena due mesi fa, era avanti - stando ai sondaggi, che pure in Germania sono piuttosto attendibili - di almeno nove, dieci punti percentuali.

    Comunque questa è la distribuzione dei seggi nel nuovo Bundestag. La Spd ha ottenuto 251 seggi, la Cdu/Csu tre in meno, 248. I Verdi hanno 55 seggi, la Fdp 47. Il governo Schroeder può contare su 306 seggi (sui 603 del Bundestag).

    Alla coalizione rosso-verde si aggiungono due seggi vinti dal Pds, che comunque ha mancato per un punto il "tetto" del 5 per cento e così sarà rappresentato al Bundestag solo dai due deputati eletti a Berlino est con mandato diretto (un terzo avrebbe loro consentito di aggirare la
    soglia ed entrare con un gruppo parlamentare).

    Articolatissimo, comunque, il voto regionale. Ad una rilevante sconfitta
    della Spd all'Ovest (teatro di un massiccio spostamento di suffragi verso la Cdu) corrisponde quella della Cdu all'Est. La Spd prevale inoltre nel Nord, mentre il Centro-Sud (Baviera, Baden-Wuerttemberg, Assia e Renania-Palatinato) si conferma un bastione della Cdu/Csu.

    Ridotti ma significativi anche gli spostamenti da un partito all'altro. Leggero calo dei consensi per la Spd, passati dal 40,9% del 1998 al 38,5% attuale, in crescita la Cdu-Csu, di due punti. Il partito guidato dall'attuale ministro degli esteri, Joschka Fischer, i verdi, è passato, invece, dal 6,7% della tornata elettorale di quattro anni fa, all'8,6% di oggi. Crescono, anche se meno del previsto, i consensi per i liberali della Fdp, che passano dal 6,2% del 1998 al 7,4% (47 seggi al bundestag).

    Le trattative per la formazione del nuovo governo cominceranno già da oggi. «Abbiamo tempi difficili davanti a noi, ma insieme ce la faremo», ha detto il cancelliere dopo l'ufficializzazione dei risultati elettorali. Uno dei primi problemi che dovrà affrontare il nuovo governo sarà quello della disoccupazione. I disoccupati in germania sono oggi 4,1 milioni, il numero più alto degli ultimi tre anni.

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    Predefinito Svezia

    STOCCOLMA - L'alleanza di governo uscente, formata da socialdemocratici, ex comunisti e verdi, avrebbe vinto le elezioni svedesi, stando agli exit poll. In base a un sondaggio fra 9.000 votanti eseguito dalla tv pubblica SVT, Socialdemocratici, Partito di Sinistra e Verdi avrebbero ottenuto il 52,4% delle preferenze contro il 44,3% del blocco di centro-destra. Il canale privato TV4, che ha intervistato 2.500 votanti, ha assegnato il 51,3% all'alleanza di sinistra e il 45,7% allo schieramento avversario.


    STOCCOLMA - La Svezia resta a sinistra: in controtendenza rispetto alla maggioranza dei paesi europei, il paese scandinavo ha confermato oggi per altri quattro anni il mandato al primo ministro uscente, Goran Persson, socialdemocratico, che ha promesso servizi più efficienti, precisando però ad ogni occasione che lo stato sociale "costa caro".

    Niente riduzione della pressione fiscale, quindi, anche se le tasse sono tra le più alte d'Europa: agli svedesi, avevano del resto rilevato i sondaggi, interessa soprattutto un servizio sanitario più efficiente, una scuola che funzioni e un'assistenza agli anziani efficace.

    Che le tasse fossero un tema poco sensibile lo conferma anche il risultato del partito liberale, unica formazione che, a destra, abbia registrato un aumento sostanziale dei consensi. Il suo leader, Lars Lijonborg, aveva criticato le promesse "eccessive" di riduzioni fiscali distribuite a piene mani, in campagna elettorale, dal suo alleato conservatore, Bo Lundgren.

    I liberali stasera sono considerati i veri vincitori "morali" di questa tornata elettorale: Lijonborg, che ha preso le redini del partito nel 1997, è riuscito a portare alle soglie del 13% una formazione che alle elezioni del '98 aveva superato a stento lo sbarramento del 4%.
    Percorso contrario per Lundgren, che ha portato i conservatori molto vicino al loro minimo storico (le proiezioni sono intorno al 15%), dopo che nel 1998 avevano conquistato il 22,9%.

    A vantaggio di Persson comunque ha giocato soprattutto la chiarezza di una leadership che nessuno metteva in discussione: restano le incertezze sul comportamento degli altri partiti, "Sinistra" e Verdi, che hanno condizionato il loro appoggio alla partecipazione al governo.
    Persson ha invece sempre parlato di una riedizione, in caso di vittoria, di un monocolore socialdemocratico e ultimamente anche i suoi alleati avevano finito per smorzare i toni. I risultati di oggi dovrebbero comunque metterlo al riparo da sorprese.

    Da destra, al contrario, gli elettori hanno sentito levarsi venti di guerra sempre più minacciosi nelle ultime fasi della campagna: contro la leadership "naturale" di Bo Lundgren su una eventuale coalizione si erano fatte sempre più evidenti le aspettative di Lijonborg, e ultimamente aveva finito per farsi avanti anche il leader cristiano democratico Alf Svensson.

    Il risultato di stasera, anche se largamente anticipato, non era comunque affatto scontato: i sondaggi hanno dato fino all'ultimo una parità tra destra (quattro partiti: moderati, liberali, centro e cristiano democratici) e sinistra (socialdemocratici e sinistra) quasi perfetta: si è parlato a un certo punto di poche migliaia di voti di differenza. Ai Verdi rimaneva la responsabilità di spostare l'equilibrio a sinistra, con tutte le incognite poste dalla minaccia di affondare un governo di cui non facessero parte.

    Di fronte al rischio di perdere per pochi voti, Goran Persson ha lanciato un appello pressante ai suoi elettori, e ha perfino invocato la pioggia, perché una giornata troppo assolata avrebbe potuto convincere qualcuno a diseratre le urne. Oggi il cielo era coperto e la giornata era piuttosto fresca.

    da www.repubblica.it


    da http://www.ilnuovo.it/nuovo/foglia/...,151382,00.html

    La Svezia non cambia: sinistra al governo
    Gli elettori hanno confermato il primo ministro uscente, il socialdemocratico Goran Persson, che ha ottenuto la maggioranza con i verdi e "Sinistra". Fuori dal Parlamento l'estrema destra

    STOCCOLMA – Niente cambiamenti, niente strade nuove. Gli Svedesi hanno scelto di riconfermare la guida socialdemocratica, che in settanta anni hanno abbandonato solo una volta per nove anni. In base ai primi dati, il paese scandinavo, in controtendenza rispetto al resto d’Europa, non celebra un ritorno al potere per il centrodestra, ma premia nuovamente le sinistre. In più è sfumato il pericolo dell’estremismo: l’estrema destra dovrebbe restare fuori dal Parlamento. I tre partiti della coalizione progressista, socialdemocratici, sinistra e verdi, si sarebbero aggiudicati poco più del 52 per cento dei voti.

    Per altri quattro anni governerà il primo ministro uscente, Goran Persson, socialdemocratico, che ha promesso servizi più efficienti e niente riduzione della pressione fiscale, anche se le tasse svedesi sono tra le più alte d'Europa: agli svedesi, avevano del resto rilevato i sondaggi, interessa soprattutto un servizio sanitario più efficiente, una scuola che funzioni e un'assistenza agli anziani efficace.

    Che le tasse fossero un tema poco sensibile lo conferma anche il risultato del partito liberale, unica formazione che, a destra, abbia registrato un aumento sostanziale dei consensi. Il suo leader, Lars Lijonborg, aveva criticato le promesse “eccessive” di riduzioni fiscali distribuite a piene mani, in campagna elettorale, dal suo alleato conservatore, Bo Lundgren. I liberali sono considerati i veri vincitori ''morali'' di questa tornata elettorale: Lijonborg, che ha preso le redini del partito nel 1997, è riuscito a portare alle soglie del 13% una formazione che alle elezioni del '98 aveva superato a stento lo sbarramento del 4%.

    Percorso contrario per Lundgren, con cui i conservatori sono crollati molto vicino al loro minimo storico (le proiezioni sono intorno al 15%), dopo che nel 1998 avevano conquistato il 22,9%. A vantaggio di Persson comunque ha giocato soprattutto una leadership senza discussioni: restano le incertezze sul comportamento degli altri partiti, “Sinistra” e Verdi, che chiedono ministri nel nuovo governo, mentre Persson puntava a un nuovo monocolore socialdemocratico. I risultati di oggi dovrebbero comunque metterlo al riparo da sorprese.

    La confusione nel campo delle destre, invece, ha contribuito ad allontanare i voti: contro la leadership ''naturale'' di Bo Lundgren su una eventuale coalizione si erano fatte sempre più evidenti le aspettative di Lijonborg e ultimamente aveva finito per farsi avanti anche il leader cristiano democratico Alf Svensson. Una vittoria della destra avrebbe portato non solo una lotta di vertice dall'esito incerto, ma anche un arduo accordo sui programmi.

    Il risultato di stasera, anche se largamente anticipato, non era comunque affatto scontato: i sondaggi hanno dato fino all'ultimo una parità tra destra (quattro partiti: moderati, liberali, centro e cristiano democratici) e sinistra (socialdemocratici e sinistra) quasi perfetta: si è parlato a un certo punto di poche migliaia di voti di differenza. Ai Verdi rimaneva la responsabilità di spostare l'equilibrio a sinistra, con tutte le incognite poste dalla minaccia di affondare un governo di cui non facessero parte.

    (15 SETTEMBRE 2002, ORE 22:18)
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    da http://www.repubblica.it/news/ired/...e_n_276671.html

    Stoccolma, 22:40
    Elezioni Svezia, Persson esulta e leader moderati ammette ko

    "Si, abbiamo vinto le elezioni": con queste parole il primo ministro socialdemocratico uscente, Goran Persson, ha annunciato la vittoria dello schieramento di sinistra alle elezioni politiche di oggi in Svezia. Prendendo atto della situazione, Bo Lundgren, leader del Partito dei Moderati, ha ammesso la sconfitta dello schieramento di centro-destra. "Non ce l'abbiamo fatta, siamo molto delusi", ha dichiarato in tv.
    Secondo i dati relativi a una buona maggioranza dei seggi, i socialdemocratici, con gli alleati ex comunisti e verdi, avrebbe ottenuto circa il 53 per cento dei voti, circa dieci punti in più del fronte non socialista (moderati, liberali, centro e cristiano-democratici). (red)
    -----------------------------

    da http://www.repubblica.it/news/ired/...e_n_276658.html

    Stoccolma, 20:12
    Elezioni Svezia, exit poll: socialdemocratici in vantaggio

    I socialdemocratici del premier Goran Persson sono in testa con il 37,1% dei voti alle elezioni legislative che si sono svolte oggi in Svezia secondo un primo sondaggio all'uscita dei seggi diffuso dopo la chiusura delle operazioni di voto dalla televisione Tv4. (red)
    ----------------

    da http://www.repubblica.it/news/ired/...e_n_276663.html

    Stoccolma, 20:24
    Elezioni Svezia, exit poll: alla sinistra oltre il 50%

    Secondo primi exit poll diffusi da televisioni svedesi dopo la chiusura dei seggi, la sinistra (socialdemocratici, ex-comunisti e Verdi) è complessivamente sopra il 50%, con i socialdemocratici in leggera crescita e la "Sinistra" (ex-comunisti) in flessione. I Verdi restano sopra la soglia del 4%, indispensabile per entrare in parlamento.
    A destra, i veri vincitori si confermano i liberali di Lars Lijonborg, che avrebbero totalizzato il 12,9%. Ai conservatori (moderati) andrebbe il 17,8%. (red)
    ------------------------------------

    da http://www.corriere.it/Primo_Piano/...aelezioni.shtml

    Elezioni politiche, confermato il premier uscente Goran Persson
    Svezia, il centrosinistra resta al potere
    L'alleanza tra socialdemocratici, postcomunisti e verdi ottiene il 53,6% delle preferenze. All'opposizione, solo i liberali crescono

    La soddisfazione del primo ministro uscente Goran Persson, a destra (Ansa)
    STOCCOLMA - Chiusi i seggi alle politiche svedesi, le proiezioni danno la vittoria al governo uscente. La Svezia, dunque, resta a sinistra. Un risultato senza troppe sorprese, anche se la delusione del leader conservatore BoLundgren («Non ce l'abbiamo fatta, sono molto dispiaciuto») fa capire che il centrodestra pensava di avere una possibilità di battere il centrosinistra (al potere per 70 anni quasi consecutivi). Dopo lo scrutinio del 78,5% delle schede, i socialdemocratici, i postcomunisti e i Verdi hanno ottenuto il 53,6% delle preferenze, contro il 43,2% andato all'opposizione. Gli svedesi hanno dunque confermato per altri quattro anni il mandato al primo ministro uscente, Goran Persson, socialdemocratico, che ha promesso servizi più efficienti, precisando però ad ogni occasione che lo stato sociale «costa caro». Niente riduzione della pressione fiscale, quindi, anche se le tasse svedesi sono tra le più alte d'Europa: agli svedesi, avevano del resto rilevato i sondaggi, interessa soprattutto un servizio sanitario più efficiente, una scuola che funzioni e un'assistenza agli anziani efficace.

    VINCITORI MORALI - Che le tasse fossero un tema poco sensibile lo conferma anche il risultato del partito liberale, unica formazione che, a destra, abbia registrato un aumento sostanziale dei consensi. Il suo leader, Lars Lijonborg, aveva criticato le promesse «eccessive» di riduzioni fiscali distribuite a piene mani, in campagna elettorale, dal suo alleato conservatore, Bo Lundgren. I liberali stasera sono considerati i veri vincitori «morali» di questa tornata elettorale: Lijonborg, che ha preso le redini del partito nel 1997, è riuscito a portare alle soglie del 13% una formazione che alle elezioni del '98 aveva superato a stento lo sbarramento del 4%. Percorso contrario per Lundgren, che ha portato i conservatori molto vicino al loro minimo storico (le proiezioni sono intorno al 15%), dopo che nel 1998 avevano conquistato il 22,9%.
    15 settembre 2002
    -----------------------------------

    E se vi va, questo è il sito dei socialdemocratici svedesi:

    http://www.socialdemokraterna.se/


    Eccoli i dati definitivi....

    Addirittura al 42%....

    http://www.unita.it/index.asp?SEZIO...&TOPIC_ID=19519

    Svezia, alle elezioni politiche la sinistra conquista la maggioranza assoluta
    di Marina Mastroluca

    Goran Persson confidava nel tempo per vincere. Voleva una «giornata fresca e con un po’ di pioggia» per convincere gli elettori distratti dall’ultimo sole a concentrarsi sul voto e incassare un nuovo mandato. Il cielo gli è stato propizio ma quello meteorologico non è stato l’unico ingrediente di una vittoria che va oltre le più rosee previsioni. A scrutinio quasi completo, la coalizione uscente guidata dai socialdemocratici con il sostegno degli ex comunisti della Sinistra e dei Verdi conquista una maggioranza di assoluto rispetto, intorno al 54,8%, largamente sufficiente a riconfermare Persson come primo ministro e a mantenere la tradizione che ha visto i socialdemocratici svedesi perennemente alle redini del governo negli ultimi settant’anni, tranne brevissime parentesi. Una vittoria che interrompe il ciclo negativo della sinistra europea, dopo una lunga serie di insuccessi.

    Il distacco con la coalizione conservatrice guidata da Bo Lundgren - data tra il 44,3 e il 45,7% - è stato più consistente di quanto indicato dalle previsioni della vigilia. I sondaggi dell’ultimora, pubblicati ieri mattina dal quotidiano Dagens Nyheter, e condotti da sette diversi istituti, pronosticavano addirittura un risultato al foto-finish, appena una manciata di voti a decidere la partita. Non è stato così.

    Stando ai dati diffusi dalla tv pubblica Svt, nella coalizione di maggioranza uscirebbero decisamente rafforzati i socialdemocratici del premier Persson con il 42%, in flessione gli ex comunisti di Sinistra, passati dal 12 all’8,5 mentre i Verdi supererebbero di misura la soglia di sbarramento del 4 per cento.
    Un successo personale per Persson, che ha guidato un monocolore socialdemocratico e ha resistito anche in campagna elettorale alle pretese dei partner di formalizzare la coalizione con una partecipazione diretta al governo, malgrado la linea anti-Ue e anti-euro dichiarata dagli alleati minori: il premier sembra ora avere i numeri per governare con il solo sostegno della Sinistra, i Verdi non possono più aspirare al ruolo di ago della bilancia.

    Sul fronte conservatore, va registrato il tracollo del Moderata Samlingspartiet passati dal 22,9 al 15,2%, molto vicino al loro minimo storico. Nell’ambito della coalizione il trand migliore è stato quello dei liberali di Lars Lijonborg, saliti al 13%: nel ‘98 erano appena al 4, evidentemente l’elettorato ha premiato la controversa proposta del leader del partito di autorizzare l’ingresso in Svezia ai soli immigrati che avessero superato un esame di lingua svedese. I partner minori della coalizione raggiungono risultati modesti: i democristiani s’attestano intorno al 9%, il Partito centrista è dato tra il 4 e il 5%.
    Immigrazione e tasse sono stati al centro di una campagna elettorale non particolarmente sentita, al punto che il premier ha lanciato un appello pressante ai suoi elettori perché non disertassero le urne. Un appello che è stato ascoltato, oltre il 78 per cento è andato a votare.
    Presentando il suo programma elettorale, Persson ha giocato la carta di una limitazione guidata degli ingressi - in previsione dell’allargamento della Ue ai paesi dell’Europa orientale - e soprattutto del mantenimento di un forte stato sociale, non perdendo occasione per sottolineare che il welfare «costa caro». Una linea decisamente opposta a quella sostenuta dalla destra favorevole alla riduzione delle tasse - in Svezia tra le più alte al mondo - con l’immancabile corollario di privatizzazioni e deregulation. Ma gli elettori svedesi sono sembrati più interessati a migliorare il servizio sanitario, la scuola e l’assistenza agli anziani che non a una riduzione del carico fiscale.

    La coalizione di destra sembra comunque aver guadagnato posizioni nell’elettorato grazie alle proposte restrittive sull’immigrazione, che prevedevano, oltre all’introduzione di barriere linguistiche, la revoca del permesso di soggiorno una volta trascorso il limite di tre mesi senza occupazione. Il successo dei liberali si deve proprio alle proposte spregiudicate del loro leader, che ha finito per mettere in imbarazzo il partner conservatore - per altro ridimensionandone le ambizioni ad una politica di riduzioni fiscali. Bo Lundgren, candidato naturale alla guida della coalizione, ha divuto fare i conti con un antagonista interno allo schieramento. La destra insomma non è riuscita a mostrare un volto compatto, gli elettori hanno percepito il profilarsi di un braccio di ferro sulla leadership, la spinta di personalismi contrapposti. E hanno finito per riconfermare Persson, estremamente determinato nello stabilire il rapporto con i partner di minoranza nella coalizione e a fissare le regole del gioco. «Abbiamo lavorato bene e non vedo perché non dovremmo farlo in futuro», ha detto il premier parlando alla tv, prima del voto. Gli elettori gli hanno dato fiducia.

  6. #6
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    Predefinito Macedonia

    Macedonia


    E questo è diverso perché in Macedonia stavamo all'opposizione

    http://www.ilnuovo.it/nuovo/foglia/...,151441,00.html

    Macedonia, vince l'opposizione

    I socialdemocratici vincono le elezioni politiche: i primi dati parlano del 41% dei voti. Netta sconfitta per il partito nazionalista dell'attuale premier Georgewski.

    SKOPJE - L'Unione sociale democratica, la principale forza d'opposizione, ha ormai in pugno la vittoria alle elezioni in Macedonia: lo dicono i primi risultati ufficiali.
    I dati, che riguardano finora il 57% delle schede scrutinate, attribuiscono ai socialdemocratici il 41% dei voti. Netta la sconfitta del partito nazionalista del premier attuale Georgewski, fermo al 24%. L'Udi, il movimento dell'ex comandante dell'Uck ha l'11%, mentre il Partito democratico albanese non va oltre il 5%. La futura coalizione di governo sarà guidata dai socialdemocratici e potrebbe comprendere proprio l'Udi: in questo modo avrebbe da sola i due terzi del parlamento.

    Già a partire dalla notte il premier macedone uscente Ljubco Georgevski ha riconosciuto la sconfitta: "Ormai è più che chiaro che abbiamo perso queste elezioni" e si è poi congratulato informalmente con i suoi rivali.

    (16 SETTEMBRE 2002, ORE 13:00)

  7. #7
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    Originally posted by Red River
    Ho appena aperto il 3d apposito per questo tipo di commenti..

    E' il "L'avanzata socialdemocratica"...

    Posso inserirci questo messaggio?
    Si ma ti consiglio di alleggerire il tuo.
    Colui che irrise i martiri del comunismo

  8. #8
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    Diciamo che c'è un' inversione di tendenza rispetto a 4-5 mesi fa.
    Aspettiamo anche le elezioni austriache.

  9. #9
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    Appuntamento al 24 novembre...

    E in attesa, le presidenziali brasiliane, le suppletive al senato e forse qualche altra cosa in giro per il mondo...

 

 

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