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    Thumbs up CÈ A Follini: Se Cade Tremonticade Anche Il Governo

    «GLI ATTACCHI DELL’UDC? SOLO IL VECCHIO CHE RITORNA»



    di Paolo Bassi

    «L’acqua di Fiuggi, questa volta non ha sortito alcun effetto taumaturgico...».
    Alessandro Cè, presidente dei deputati leghisti a Montecitorio, ironizza sul fatto che i centristi della maggioranza abbiano scelto proprio la città dove An tagliò i ponti con il passato per celebrare la loro festa nazionale. «Al partito di Fini - sottolinea - l’acqua termale sembra aver fatto abbastanza bene, mentre l’Udc a Fiuggi è arrivata democristiana e tale è rimasta. Anzi, ha dato ulteriore prova di quello che è in realtà».
    L’esponente del Carroccio si fa subito serio quando entra nel merito degli strali lanciati dal leader del Biancofiore, Marco Follini al ministro dell’Economia Giulio Tremonti, accusato di essere troppo filo-nordista e “avvertito” che qualora non “si ricordasse che di essere seduto sulla poltrona che fu di Quintino Sella anche e soprattutto grazie ai voti del Sud. Ci sarà l’Udc a ricordaglielo”.
    «Quando si sollevano perplessità su alcuni interventi per il Mezzogiorno - spiega Cè - ricordiamo che il governo e la maggioranza sono impegnati per il Meridione, ma hanno una visione molto più estesa sui problemi del Paese, e sicuramente non vogliono ricadere nelle logiche assistenzialistiche del passato. Non dimentichi Follini che la motrice del Paese è sempre stata il Nord, e anche il Nord ha bisogno di essere sostenuto in questo momento di difficoltà».
    Alla mano tesa di Berlusconi, l’opposizione ha risposto che si discute solo se il governo abbandona la linea Bossi-Tremonti. A stretto giro di posta anche l’Udc critica aspramente il ministro dell’Economia. Strane coincidenze...
    «Mi pare che Follini si sia “scoperto”. Le cose dette a Fiuggi sono solo le ultime di un repertorio piuttosto nutrito. Anche non volendo essere maligni, mi sembra abbastanza chiaro il fatto che l’Udc sta all’interno della Cdl per ambizioni di potere che nascondono logiche trasversali pesantemente legate al passato».
    In merito ai trascorsi, si riferisce al braccio di ferro sull’immigrazione?
    «Il dibattito sull’immigrazione era diventato un tormentone. Se non ci fosse stata la Lega ad imporsi, non so che fine avrebbe fatto il progetto, esplicitamente dichiarato nel programma politico della Cdl, di cambiare la Turco-Napolitano. Non solo. C’è stato anche il discorso delle Fondazioni. Noi abbiamo sempre detto che la ricchezza di questi “salvadanai” sarebbe dovuta tornare agli enti locali per essere a disposizione dei cittadini. E non rimanere in mano a quella sedicente “società civile”, che di fatto è un’oligarchia dedita solo a fare i propri interessi. Ma, anche in questo caso, a fare il possibile affinché nulla cambi, ci si è messa l’Udc. Questi sono solo alcuni esempi, ma l’elenco è piuttosto lungo... ».
    Un elenco che potrebbe includere anche le dichiarazioni “sull’improrogabile riforma previdenziale”, rilasciate sempre da esponenti Udc. Guarda caso un provvedimento che chiedono proprio i grandi gruppi industriali. Sbaglio?
    «Affatto. L’Udc a parole dice di difendere i ceti più deboli, nei fatti invece gioca di sponda con l’ancient regime della grande industria italiana: quella che nell’era ulivista ha sempre sponsorizzato il centrosinistra. E che oggi, invece, ha trovato nell’Udc, il suo punto di riferimento all’interno della Cdl».
    Perché è stato scelto Tremonti come bersaglio di questo fuoco di fila incrociato?
    «Tremonti si trova a gestire un ministero difficile, in una congiuntura economica particolarmente sfavorevole. E in questa posizione certi attacchi possono anche rientrare nel normale, per quanto aspro, dibattito fra maggioranza e opposizione. Io però ho l’impressione che a volte i toni vengano esasperati ad arte, per colpire non il “ministro”, ma il “politico” Tremonti che è fra i protagonisti del patto fondante della Cdl».
    Quel patto che ha visto il riavvicinamento fra movimenti omogenei pur con radici ed elettorati diversi.
    «Esatto. La Lega, movimento di popolo e altri, come Forza Italia, rappresentanti degli interessi della media borghesia. Evidentemente, chi è orfano di certe logiche assistenzialiste del passato e ha come riferimento gli stessi poteri forti che spadroneggiavano un tempo, si sente emarginato dalla motrice trainante della Cdl. E per questo cerca di scardinare il sistema, colpendo uno dei perni sui quali questo gira, perché colpire apertamente i leader sarebbe troppo pericoloso».
    Non pensa che invece, tutto questo movimento in casa Udc sia spinto dal tentativo di ottenere il ministero degli Esteri. Buttiglione, ad esempio, non ha mai fatto mistero di mirare alla Farnesina.
    «Difficile dirlo. Non lo escludo. Del resto è un vecchio gioco: alzare il prezzo, nell’approssimarsi di decisioni importanti. E in questi giorni si è parlato molto di un avvicinarsi della fine dell’interim di Berlusconi».
    Lei è preoccupato per la tenuta del governo?
    «Penso che nessuno stia pensando a fare colpi di mano. Per quanto ci riguarda, ribadiamo la massima stima che la Lega ripone nei confronti del ministro dell’Economia che deve rimanere al suo posto perché se così non fosse, allora sì che si aprirebbe una crisi di governo. Al di là di tutto però, le critiche ingiustificate che Tremonti ha ricevuto da quelli che dovrebbero essere suoi alleati, per giunta in un momento di difficoltà dovuta alla congiuntura economica sfavorevole, rimangono un fatto da censurare con vigore».
    Come pensa si dovrebbe comportare in merito, Berlusconi?
    «Il premier ha spedito a casa di tutti i cittadini un librone con il suo programma. In televisione, ha firmato davanti a milioni di persone un impegno per il Paese. Penso che si dovrebbe ricordare di queste promesse ed esigere con forza da tutti i membri della Casa delle libertà la lealtà a quegli impegni. La nostra coalizione ha vinto perché si è proposta come forza di cambiamento radicale. Se si annacqua questa spinta riformatrice, la Cdl perde il suo motivo di esistere».
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

  2. #2
    Totila
    Ospite

    Predefinito

    Sarei disposto a far cadere Tremonti, pur di vedere Frollini fuori dalle balle.

 

 

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