Roma sempre più città aperta

L'ormai tradizionale incontro alla festa nazionale di Liberazione con il sindaco di Roma è stato un utile momento per fare il bilancio di un anno e mezzo di lavoro. Walter Veltroni non si è sottratto al dibattito - coordinato da Maria Cristina Perugia, da poco eletta segretaria della federazione romana del Prc - al quale hanno partecipato Patrizia Sentinelli, capogruppo del partito al consiglio comunale, e Luigi Nieri, assessore alle periferie. Il freddo improvviso non ha impedito a molti di restare ad ascoltare l'incontro fino alla fine, una platea attenta ha sottolineato con applausi i passaggi, tanto del sindaco quanto degli altri relatori, che sottolineavano la necessità di risposte concrete ai tanti problemi del territorio.

Ma l'incontro, sin dalle prime battute, non si è limitato ad una descrizione degli interventi fatti o da fare per rendere migliore la città di Roma. Quella su cui hanno convenuto, seppur con accenti diversi, i relatori è l'idea di una città accogliente e multiculturale pronta anche a giocare un ruolo internazionale. I venti di guerra e i risultati spaventosi dei processi di globalizzazione, con cui Patrizia Sentinelli ha aperto la discussione, segnalavano l'urgenza di contrastare fattivamente le tendenze mondiali a fare delle città luoghi anonimi e funzionali esclusivamente al consumo. Veltroni, pur partendo da una visione meno critica di tali processi, non ha rinunciato a far proprio l'impegno in tal senso.

Il bilancio che ha illustrato tendeva a valorizzare l'impegno sociale di questa giunta che si è tradotto in uno sforzo economico rilevante. Un'attenzione particolare è stata rivolta alle aree di disagio e ai progetti per offrire e garantire servizi a coloro che più ne necessitano. L'intervento di Luigi Nieri ha ripreso molto questo aspetto, descrivendo una politica per le periferie che alle promesse di difficile realizzazione antepone l'intervento certo e sostanziale. Un intervento fatto di incentivi alla partecipazione dei cittadini alle scelte dell'amministrazione - contratti di quartiere -, di progettualità per dare a queste mille città che circondano il cuore di Roma prospettive di sviluppo più che mera assistenza. Le periferie intese come risorsa più che come problema.

Veltroni è stato incalzato su alcune questioni cruciali quali i progetti di privatizzazione dei servizi, la carenza di spazi sociali e abitativi, i limiti di metodo e di merito che hanno portato alla realizzazione del piano regolatore sociale. Ha risposto in maniera a volte un po' fumosa ed eccessivamente generica, ma anche se è sembrato prigioniero di logiche inerenti alle componenti moderate che sostengono il suo schieramento, ha pubblicamente assunto alcuni impegni.

Pur non considerandosi ideologicamente contrario ad alcune privatizzazioni, ha dichiarato di voler garantire la gestione pubblica dei servizi essenziali, a cominciare da un bene come l'acqua troppo essenziale per poter essere gestito senza il controllo dell'amministrazione. Rispetto al piano regolatore, si è detto disponibile a ridiscutere e a valutare le proposte di modifica elaborate dalle forze sociali. Un confronto forse meno rude rispetto a quello dell'anno passato, ma inevitabilmente più concreto perché basato su un anno e mezzo di governo della città.

Un confronto da cui è emerso il ruolo critico di Rifondazione Comunista in questa amministrazione, il cui valore è stato riconosciuto dallo stesso sindaco. All'orizzonte problemi comuni da affrontare: dal taglio dei fondi promessi dal governo centrale alla necessità di intensificare lo sforzo per rendere ancora più evidente la differenza fra un giunta come quella di Treviso che vuole cacciare gli "stranieri" perché contaminano la "razza piave" e una come quella di Roma che dichiara di volersi fare esempio di accoglienza, solidarietà, garanzia di diritti eguali per tutti. Sarebbe stato un segnale positivo se queste parole fossero state rafforzate da atti concreti verso una estensione generalizzata dei diritti di cittadinanza.

Sullo sfondo è rimasta la questione della guerra incombente. Pur premettendo che parteciperà alle prossime mobilitazioni per la pace se ne condividerà la piattaforma, il sindaco ha rivendicato l'importanza di iniziative come quelle che hanno portato in Campidoglio Alex Zanotelli e Gino Strada - fortemente criticate dalla destra - e ha garantito la volontà di andare come sindaco di Roma e non come privato cittadino al prossimo forum sociale europeo di Firenze.

L'incontro si è rivelato utile per confermare gli equilibri dinamici su cui si fonda il rapporto fra Rifondazione Comunista e l'amministrazione. Un equilibrio che non può mai essere dato per definitivo, continuamente esposto a verifiche, tanto sull'attuazione di un programma comunemente concordato quanto connesso a visioni diverse - e a volte difficilmente conciliabili - dei problemi da affrontare. La sinistra moderata di cui Veltroni è uno dei più autentici punti di riferimento, si deve confrontare con chi propone un'idea sostanzialmente alternativa di sinistra.