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  1. #1
    Roderigo
    Ospite

    Predefinito Turchia, urla nel silenzio

    Sotto accusa le famigerate celle d'isolamento. Riprendono gli scioperi della fame fuori dal carcere: storie di una lotta fino alla morte
    Turchia, urla nel silenzio


    Zelal - Istanbul - nostro servizio

    Il 3 settembre Feride Horman è uscita dal carcere di Malatya, vicino ad Ankara. Le sue gravissime condizioni di salute dopo quattrocento giorni di sciopero della fame hanno convinto la commissione di Istanbul a chiedere per lei l'articolo 399, in base al quale vengono concessi sei mesi di interruzione della pena ai detenuti gravemente ammalati. Da casa sua ad Aksaray, scrive una lettera, e in questa lettera dice: «Non posso fermarmi, lo faremo solo quando il governo chiuderà le carceri di tipo F (il regime speciale di isolamento, ndr). Contro la violenza, abbiamo solo un'arma, resistere. L'isolamento è una cosa disumana, è come la tortura. Per questo a tutti coloro che sono contro l'oppressione chiedo di combattere al mio fianco».
    Feride sta lottando con il suo corpo contro il carcere di isolamento e contro il silenzio dell'Europa. Un silenzio, che dopo l'11 settembre ha trovato la sua giustificazione nella lotta al terrorismo.

    E' difficile immaginare cosa si provi dopo 400 giorni di digiuno. Nessuno prima di loro l'ha mai sperimentato, non c'è letteratura scientifica che lo possa raccontare. I muscoli si riducono, e i dolori alle ossa sono fortissimi, la vista e l'udito sono ormai quasi inesistenti, le emorragie interne continue.

    E' difficile capire come si possa scegliere una lotta simile. Forse la risposta va cercata nella difficoltà di vivere in un regime che in venti anni ha trucidato circa 25.000 persone comprese le vittime nei villaggi e sulle montagne del Kurdistan e che in nome della difesa della democrazia ha permesso alle forze di sicurezza, con la legge contro il terrorismo del 1991, di vietare quasi tutte le attività politiche e democratiche. Negli ultimi 10 anni, 28 giornalisti sono stati uccisi e secondo i dati dello Ihd (associazione turca per i diritti umani) un milione di cittadini fermati dalla polizia o dall'esercito sono stati torturati.

    Feride non è sola nel ricominciare la lotta fuori delle carceri. Anche la Tayad (associazione delle famiglie dei detenuti politici) ha riniziato l'hunger strike. Teatro della morte Alibekoy, destinato a diventare una seconda Harmutlu dove lo scorso anno hanno perso la vita tra detenuti e parenti 16 persone.

    Alibekoy, nuovo quartiere della resistenza è un gecekondù (quartiere fatto di case costruite in un giorno dagli stessi abitanti spesso profughi curdi) cresciuto in questi ultimi 20 anni intorno alla periferia di Istanbul. E' abitato da povera gente, la stessa che sta subendo la politica repressiva dello stato turco e che è pronta a stringersi intorno a chi per lottare ha solo il proprio corpo.

    In una di queste misere case tre persone si sono riunite: Meleke, Kemal e Niyasi.

    Meleke è la madre di uno dei 28 detenuti che stanno continuando il death fast nelle celle di tipo F.

    Kemal è il padre di Irfan, ucciso dalla polizia a soli sedici anni mentre distribuiva un giornale di sinistra nelle vie di Gazi.

    Niyasi è il padre di Volkan, suicidatosi in una cella nel carcere di Kandra dopo un anno e mezzo di completo isolamento. La quarta vittima del suicidio in isolamento nel mese di Agosto.

    Quando hanno indetto una conferenza stampa per comunicare l'inizio della protesta sono stati arrestati insieme ad 11 amici e trattenuti per 4 giorni, periodo massimo del fermo di polizia.

    Per tre notti hanno dormito sul pavimento della stazione di polizia di Beyoglu, (famosa in Turchia per la ferocia dei suoi torturatori), per quattro giorni sono stati minacciati e picchiati. «Mi hanno detto che se non ci fermiamo uccideranno mia figlia», dice Meleke abbracciando una ragazzina di tredici anni con gli occhi sbarrati, anche lei fermata insieme alla madre.

    Dopo il loro arresto, i giornalisti di 12 testate si sono riuniti in una piazza ad Aksaray, quartiere di Istanbul, per manifestare il loro sostegno alla Tayad. La piazza è stata immediatamente circondata dai blindati della polizia, 20 persone sono state portate al distretto, due dei fermi si sono trasformati in arresto. Lo stesso giorno tutte le sedi dei giornali che avevano aderito alla protesta sono state perquisite e numerosi documenti sono stati sequestrati.

    Alla domanda quanto durerà il vostro sciopero della fame, Niyasi risponde «Chiedetelo a Sami Turk, continueremo sino a quando qualcosa cambierà. Probabilmente è destinato a diventare un "death fast" (uno sciopero della fame fino alla morte, ndr)».

    Intanto altre madri sono pronte a morire. Sono le madri di 57 detenuti gravemente ammalati, rinchiusi nelle celle di isolamento F ai quali non è concesso di curarsi. Uno di loro si chiama Erkan Tepeli, la sua storia è uguale a quella di tanti altri. Erkan è stato arrestato a 17 anni nel 1996 ed è ancora in attesa di sentenza. Ha iniziato lo sciopero della fame il tre ottobre dello stesso anno e dopo 365 giorni lo ha interrotto volontariamente. Oggi è gravemente ammalato ma non gli viene concesso l'articolo 399. Infatti, dal gennaio 2002 non sono rilasciati i detenuti in attesa di condanna. Da quando è tornato in cella dopo un periodo trascorso all'ospedale la madre ha potuto vederlo solo 3 volte. Nel parlatorio non ci sono sedie e Erkan, ha grosse difficoltà a stare in piedi.

    Inoltre Kandra è distante da Istanbul e la famiglia non può affrontare le spese del viaggio. Anche questa è una tattica del Governo. «Se Erkan non esce dal carcere morirà presto - dice la madre piangendo - deve nutrirsi col cibo che mangiano gli altri detenuti e il carcere non accettata alimenti portati dai familiari. Questo gli causa allergie, intolleranze. Ora è di nuovo ricoverato nell'infermeria della prigione. Quando è stato portato all'ospedale pesava 38 chili, Erkan è alto un metro e 85».

    Quando sono tornata in Italia uno di loro mi ha regalato una pianta di basilico turco. E' una pianta bella, con foglie piccole e fiori bianchi. Il suo profumo è più forte di quello del nostro basilico. E' sopravvissuta ai controlli dell'aereoporto e all'aria condizionata dell'aereo. L'ho messa in giardino e ha fatto nuove radici. Quando Fickret me l'ha data piangendo, mi ha detto non ti preoccupare se tra un mese la vedrai morire, dai fiori escono i semi ed ogni anno rinasce. Per il momento sta ancora bene e in due settimane è addirittura cresciuta. Eppure la terra di casa mia è diversa dalla terra di Gazi.


    Liberazione 9 settembre 2002
    http://www.liberazione.it

  2. #2
    Roderigo
    Ospite

    Predefinito La cronologia

    Le tappe di una protesta che ha provocato 96 morti

    2000
    20 ottobre 816 prigionieri politici accusati o condannati per appartenenza alle formazioni di sinistra Dhkp-c (Fronte e Partito rivoluzionario di liberazione del popolo), Tkp-ml (Partito comunista turco marxista-leninista) e Tikp (Partito comunista turco dei lavoratori) annunciano l'avvio di uno sciopero della fame a tempo indefinito.
    14 novembre I familiari di Tayad annunciano di aver cominciato uno sciopero della fame in solidarietà con i detenuti.

    19 novembre Lo sciopero della fame a tempo indefinito viene proclamato sciopero fino alla morte.

    25 novembre Circa settemila persone partecipano ad Ankara all'assemblea contro le celle di "tipo F", ovvero di isolamento.

    7 dicembre Un gruppo di intellettuali e artisti comincia uno sciopero della fame in solidarietà con i detenuti.

    9 dicembre Il ministro della giustizia Hikmet Sami Turk annuncia che l'apertura delle carceri di tipo F è stata posticipata.

    A Rotterdam un gruppo di fascisti attacca le decine di persone in sciopero della fame per solidarietà con i detenuti e uccide Cafer Dereli.

    12 dicembre I familiari dei prigionieri vengono attaccati dalla polizia a Kizilay, Ankara.

    15-16 dicembre Interrompendo i negoziati con i detenuti, il governo minaccia l'uso dell'alimentazione forzata per fermare lo sciopero. I detenuti avvertono che, se ci sarà un attacco nelle carceri, si daranno fuoco.

    19 dicembre Il governo dà l'ordine di cominciare l'operazione militare contro le carceri per fermare lo sciopero della fame. Il risultato è il massacro di decine di detenuti che vengono picchiati, bruciati e colpiti a morte. I sopravvissuti vengono trasferiti nelle carceri di tipo F.

    20 dicembre Il governo, cinicamente, chiama l'operazione militare "Ritorno alla vita" e dichiara di aver fatto cessare la protesta. I detenuti invece continuano il loro digiuno nonostante il massacro. Il bilancio finale parla di 30 morti tra i prigionieri.

    21 dicembre Numerose associazioni tra cui Tayad e Ihd (l'associazione turca per i diritti umani) vengono perquisite.

    23 dicembre Si svolgono a Istanbul, nel quartiere di Gazi, i funerali di otto prigionieri uccisi nel massacro del 19.


    2001
    3 gennaio 2001 Gultekin Koc, militante del Dhkc, si fa esplodere davanti alla questura di Sisli (Istanbul). Comincia l'alimentazione forzata dei detenuti.

    21 marzo Cengiz Soydas è il primo detenuto in sciopero della fame a morire nelle famigerate carceri di tipo F.

    20 maggio Il numero dei prigionieri rimasti handicappati a causa dell'alimentazione forzata, dice Tayad, è di oltre 40.

    25 maggio Tayad organizza una grossa manifestazione ad Ankara per chiedere che il governo tratti con i detenuti.

    31 maggio 14 detenuti che hanno perso la memoria vengono rilasciati dal carcere.

    1 giugno Sevgi Erdogan e Gorkhan Ozocak, i primi due detenuti a essere stati rilasciati dal carcere nel tentativo del governo di spezzare la protesta, annunciano che lo sciopero della fame continuerà anche fuori dalle carceri.

    7 giugno Una delegazione del Parlamento europeo incontra Sadi Ozbolat nel carcere di Kandira.

    9 giugno Tremila persone partecipano alla manifestazione organizzata ad Ankara per chiedere al governo di trattare con i detenuti.

    Luglio 2001 Il quartiere Kucuk Armutlu, a Istanbul, diventa il luogo dove i detenuti rilasciati dal carcere e i familiari di Tayad continuano la loro estrema protesta. Le case della resistenza diventeranno presto obiettivo di polizia e militari.

    2 luglio Il rapporto medico sulle sei detenute morte in seguito a ustioni riportare durante l'attacco militare del 19 dicembre nel carcere di Bayrampasa (Istanbul) conferma che le donne sono state bruciate vive dalla polizia.

    15 luglio 600 persone vengono arrestate a Istanbul durante una manifestazione in sostegno allo sciopero della fame.

    15 settembre Dopo il funerale di Umus Sahingoz (morto in una delle case della resistenza), la polizia sferra il primo attacco contro il quartiere di Kucuk Armutlu.

    5 novembre La polizia attacca nuovamente il quartiere di Kucuk Armutlu dando fuoco ad almeno una delle abitazioni e uccidendo quattro persone.


    2002
    20 gennaio il Governo comunica che non darà più la sospensione della pena per sei mesi a quei detenuti che sono ancora in attesa di sentenza.

    gennaio-febbraio le organizzazioni politiche su invito delle associazioni democratiche dichiarano la fine dello sciopero estremo al di fuori dalle mura del carcere.

    maggio Tutti i gruppi politici, con esclusione del Dhkp dichiarano la fine del death fast anche all'interno del carcere e si riuniscono in una nuova organizzazione: "The organization againist cells and isolament".

    2 agosto Muore Semra Basygit dopo 368 giorni di digiuno, 92° vittima. Nel mese di agosto moriranno altre quattro donne.

    11 agosto 3 membri della Tayad vengono arrestati dalla polizia durante una conferenza stampa in cui annunciano l'inizio dell' hunger strike.

    20 agosto I tre membri della Tayad iniziano lo sciopero della fame
    22 agosto Manifestazione dei giornalisti in sostegno alla Tayad. La polizia arresta 20 persone e perqiususce 12 sedi.

    3 settembre Feride Hozman, membro del Dhkp, rilasciata per sei mesi decide di continuare il suo death fast in una casa ad Aksaray.


    Liberazione 9 settembre 2002
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  3. #3
    Roderigo
    Ospite

    Predefinito

    Diritto a socialità, difesa e giustizia
    Le richieste dei detenuti in sciopero


    Ercan Kartal, Cemal Cakmak, Muharrem Kursun, Haci Demirkaya, Yunus Aydemir, Can Ali Turkmen, M.

    Queste le richieste dei detenuti in sciopero della fame dal 20 ottobre 2000:

    1. Riformare le carceri di isolamento cosiddette di tipo F. Devono per esempio essere abolite le celle che ospitano uno o tre detenuti. Le porte delle celle devono essere tenute aperte fino a quando le riforme strutturali necessarie sono state ultimate. Deve essere garantito ai detenuti l'utilizzo delle aree comuni.
    2. Le pubblicazioni legali (libri, riviste, giornali) devono essere consegnate ai prigionieri, anche tenendo in considerazione il fatto che non c'è una legge che lo proibisca. Deve cessare la pratica del sequestro arbitrario di pubblicazioni e lettere. Deve essere abolita la pratica di consentire visite di appena trenta minuti. Devono cessare le intimidazioni/violenze nei confronti dei familiari che vengono a visitarci in carcere.

    3. Deve venire rispettato il nostro diritto a colloqui privati con i nostri legali. Deve cessare l'intimidazione e violenza nei confronti dei nostri avvocati.

    4. Deve cessare la pratica di far pagare ai prigionieri l'elettricità, la televisione e le medicine.

    5. Chiediamo l'abolizione dell'articolo 16 della legge antiterrorismo (i detenuti politici non possono avere contatti tra loro) che nei fatti legittima l'isolamento e la violenza nei confronti dei prigionieri.

    6. Chiediamo l'abolizione del cosiddetto Protocollo tripartito che ha di fatto cancellato il nostro diritto alla difesa, abolendo la confidenzialità, per esempio, dei documenti riguardanti il processo.

    7. I comitati di supervisione devono essere formati non da quelle istituzioni che applicano l'isolamento e la repressione, ma da istituzioni come le associazioni degli avvocati, l'associazione medica turca, l'associazione turca per i diritti umani e le varie associazioni che rappresentano i familiari dei detenuti. Le carceri devono essere aperte a ispezioni regolari da parte di questi comitati di supervisione e devono venir applicate le raccomandazioni prodotte dai comitati.

    8. La richiesta di abolizione di istituzioni antidemocratiche come i Dgm (tribunali per la sicurezza dello stato) e della legge antiterrorismo non è solo dei prigionieri. Le stesse istituzioni democratiche del Paese lo chiedono.

    9. Chiediamo che la pena per quei prigionieri rimasti gravemente handicappati, mentalmente e fisicamente, dopo lo sciopero della fame del 1996 e dopo quello attuale, venga abolita per ordine del magistrato.

    10. Chiediamo che i massacri nelle carceri, a partire dall'ultimo del 19 dicembre 2000, ma compresi quelli di Buca, Umraniye, Diyarbakir, Ulucanlar e Burdur, vengano sottoposti a una inchiesta da parte di una commissione indipendente e della commissione per i diritti umani del parlamento. I risultati di tali inchieste devono essere resi pubblici, per consentire di portare di fronte alla giustizia i responsabili di queste azioni.

    Liberazione 9 settembre 2002
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  4. #4
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    La situazione dei diritti umani nelle carceri in Turchia è vergognosa, e grave è che ci sia questo "assordante silenzio" in Italia.
    D' altronde, la Turchia è "il baluardo della democrazia con Israele in Medio Oriente", no?


    APO BIJI SEROK!

  5. #5
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    Roderigo, la maggior parte dei partiti che hai citato sono stalinisti o maoisti. La tua intransigenza riformista pseudo comunista libertaria non ti permette fare solidarietà internazionalista.

    Tayad è una organizzazione che si occupa dei rapporti e appoggia le lotte dei prigionieri rivoluzionari turchi, come quelli dei GRAPO in Spagna, quelli BR in Italia, le CCC in Belgio, AD in Francia ecc....

    Fammi un solo piacere, le cose che non ti (vi) riguardano, lasciatele stare. Non venite a rompere i marxisti leninisti, correte il rischio di finire in qualche GULAG siberiano.

    Patetici!

  6. #6
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    @@@@@:
    Roderigo, la maggior parte dei partiti che hai citato sono stalinisti o maoisti. La tua intransigenza riformista pseudo comunista libertaria non ti permette fare solidarietà internazionalista.
    Tayad è una organizzazione che si occupa dei rapporti e appoggia le lotte dei prigionieri rivoluzionari turchi, come quelli dei GRAPO in Spagna, quelli BR in Italia, le CCC in Belgio, AD in Francia ecc....
    Fammi un solo piacere, le cose che non ti (vi) riguardano, lasciatele stare. Non venite a rompere i marxisti leninisti, correte il rischio di finire in qualche GULAG siberiano.
    Patetici!
    Re:

    Finché ti rivolgi a Roderigo sarà lui perfettamente in grado di farti abbassare la cresta.
    Ma denunciare che c’ è chi viene trattato senza dignità e il minimo rispetto per i diritti umani non vuol dire condividerne per forza le idee.
    Ti informo per esempio che, nonostante molte tensioni e recenti scontri, Dhkp- C e il PKK ora Kadek sono spesso alleati, ma non sono per niente la stessa cosa.
    Poi: l’ ammettere che Rifondazione troppo spesso tenga un atteggiamento di distanza che non condivido non vuol dire che tutti appunto siano d’ accordo.
    Quindi prima di rivolgerti col plurale fai una piccolissima indagine.
    Vorrei sapere davvero, se ciò che succede in Turchia non riguarda il PRC, se dobbiamo aspettare quella decina di esaltati che inneggiano alle BR quanta strada faremo!
    E il tuo atteggiamento di disprezzo verso il PRC che chiede rispetto per i diritti umani dei detenuti in Turchia invece che occuparti tu di fare altrettanto (anche insieme, perché no?) o di preoccuparti della situazione in Palestina, in Chiapas che ce n’ è parecchio bisogno, nel Kurdistan o via dicendo, nel Nepal dove nessuno dice mai niente, proprio non lo sopporto.
    Pensa tu a fare qualcosa, invece di dare lezioni a chi fa rimanendo però con le mani in mano.
    E non dare lezioni di internazionalismo a nessuno, sbarbatello, perché penso proprio che tu non sia nelle condizioni di farlo.

  7. #7
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    Senti, finiscila. Lo sai benissimo che il PRC (il cpn) è di natura riformista. E saprai benissimo che il partito ha sempre denigrato esperienze rivoluzionarie come quella nepalese, colombiana, turca (proprio perchè non sono trozkiste oppure riformiste).
    La richiesta di rispetto dei diritti umani è solo una parte dell'Internazionalismo proletario. Il PRC non ha mai dato il suo appoggio alle lotte dei rivoluzionari turchi (TKP-ml Dhkp-c ecc..).
    Mi spieghi perchè il PRC ha sempre sostenuto solo gli Zapatisti di Marcos?
    In Italia sono rinchiusi nelle carceri più di 60 prigionieri rivoluzionari a cui verrà applicato il famoso 41bis. Il PRC ha mosso un dito per loro?
    L'organizzazione in cui milito (ASP - Associazione Solidarietà Proletaria) aiuta con finanziamenti i compagni sia italiani che turchi bello mio. Organizza ogni anno la Giornata Internazionale del Rivoluzionario Prigioniero. Dibatti, cene di autofinanziamento, concerti..Tutto questo per sostenere economicamente e politicamente i prigionieri rivoluzionari di tutto il mondo (senza distinguere anarchici da comunisti o anticapitalisti).
    L'ASP fa parte del Soccorso Rosso Internazionale insieme a Tayad, l'Apapc, Afapp ecc.
    Questo a mio parere è internazionalismo.

    ciao professorino.

  8. #8
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    @@@@@
    Senti, finiscila.
    Re:

    Vedi un po’ di finirla te, semmai!
    Sei arrivato qua insultando e dicendo anche diverse cazzate, ti ho risposto e senza valicare limiti di nessun tipo, e dovrei smetterla io?



    @@@@@:
    Lo sai benissimo che il PRC (il cpn) è di natura riformista.
    Re:
    Non tutto il PRC. Effettivamente molti dirigenti, ma la base è a mio avviso molto più importante della dirigenza.
    E comunque ciò che tu intendi tu per “riformismo” può essere tranquillamente chiamato “progetto politico di sinistra alternativa- o radicale o antagonista-“ almeno per distinguerlo dal riformismo diessino e ulivista che ben poco ha a che vedere col PRC.



    @@@@@:
    E saprai benissimo che il partito ha sempre denigrato esperienze rivoluzionarie come quella nepalese, colombiana, turca (proprio perchè non sono trozkiste oppure riformiste).
    Re:
    Questo non è assolutamente vero.
    Il PRC appoggia le FARC apertamente, prendendo soltanto le distanze in casi di particolare violenza.
    E in Turchia appoggia il PKK- Kadek, pur essendo un po’ calata ultimamente l’ attenzione al Kurdistan.
    Non l’ ho visto fare molto per il Dhkp- C, ma che venga chiesta la chiusura dei carceri di tipo F e il rispetto dei loro diritti umani mi sembra molto apprezzabile.
    Deve per forza condividere strategie e ideologie di TUTTI i movimenti rivoluzionari?
    Sul Nepal non ho visto fare mai niente al PRC. Comunque ci sono alcuni maoisti all’ interno del PRC, e qualcosa sarà stato organizzato. La visibilità della questione è pochissima.
    Ma questo non riguarda solo il PRC!



    @@@@@:
    La richiesta di rispetto dei diritti umani è solo una parte dell'Internazionalismo proletario. Il PRC non ha mai dato il suo appoggio alle lotte dei rivoluzionari turchi (TKP-ml Dhkp-c ecc..).
    Mi spieghi perchè il PRC ha sempre sostenuto solo gli Zapatisti di Marcos?
    Re:
    In Turchia però appoggia la linea del Kadek. Tu non l’ hai mai citato….
    dovrei rimproverartelo? è questione anche di scelte, certo, magari anche discutibili, ma un conto è discutere, l’ altro è sparare a zero.
    Io ad esempio trovo che sia più grave da parte del PRC piuttosto che a Dhkp-C, lo scarso appoggio al FPLP e al FDLP.
    Opinione mia, si intende.
    Tu non li hai nominati. Dovrei riempirti di insulti?


    @@@@@:

    In Italia sono rinchiusi nelle carceri più di 60 prigionieri rivoluzionari a cui verrà applicato il famoso 41bis. Il PRC ha mosso un dito per loro?
    Re:
    Sì.
    E’ tra le pochissime forze parlamentari che lottano contro la detenzione dei prigionieri politici e le condizioni nelle carceri italiane.
    Puoi sostenere che ha fatto poco, e discuterne, ma non è vero che non sia mai stato mosso un dito.


    @@@@@:
    L'organizzazione in cui milito (ASP - Associazione Solidarietà Proletaria) aiuta con finanziamenti i compagni sia italiani che turchi bello mio. Organizza ogni anno la Giornata Internazionale del Rivoluzionario Prigioniero. Dibatti, cene di autofinanziamento, concerti..Tutto questo per sostenere economicamente e politicamente i prigionieri rivoluzionari di tutto il mondo (senza distinguere anarchici da comunisti o anticapitalisti).
    L'ASP fa parte del Soccorso Rosso Internazionale insieme a Tayad, l'Apapc, Afapp ecc.
    Questo a mio parere è internazionalismo.

    Re:
    Questo lavoro merita rispetto. Non oserò mai non riconoscertelo, dirti che il mio lavoro è migliore del tuo. Potrò solo discutere su qualcosa che magari non mi quadra.
    Ma ripeto, anteponendo a tutto il rispetto verso il lavoro di altri compagni.
    Perché tu non fai lo stesso?
    Perché, anche se magari ideologicamente non sosterrà le ragioni del Dhkp-C non ti rallegri per la denuncia delle loro condizioni di detenzione in Turchia?
    Vuoi essere tu l’ unico, è una questione di copyright?
    Puoi discutere, ripeto, ma non puoi gettare merda su altro lavoro.
    Io sono tra i pochi (purtroppo) che credono che il PRC debba guardare di più alle aree più radicali, all’ antagonismo e all’ anti imperialismo extra parlamentare, non certo all’ Ulivo.
    Sono anche tra i pochi del PRC a collaborare in pianta stabile con alcuni di questi gruppi.
    Di solito, quando non sono proprio gli altri del PRC a gettare merda sul lavoro degli altri compagni, mi viene risposto che l’ attenzione verso queste aree è ricambiata dagli insulti.
    Non hanno tutti i torti.
    Ti chiedo dunque una pacatezza maggiore nella tua discussione, dicendoti, al contrario di quello che ti hanno detto altri su questo forum, che a me piacerebbe discutere con te. E’ una proposta di dialogo, e ti garantisco che non è formulata da un ulivista liberista e guerrafondaio, ma da un filo- rivoluzionario e internazionalista convinto.
    E ce ne sono molti in Rifondazione. Certo ce se ti presenti insultando a destra e sinistra, questi si difendono!
    Spero di non dover constatare che politicamente fai un lavoro apprezzabile, ma personalmente vali ben poco.

  9. #9
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    Insurgente, io seguo il forum di Rifondazione da 2 anni quasi, ho postato tantissime volte, ho cambiato anche il nick. Mi sono presentato educatamente, ho rivolto critiche educatamente, mi hanno sempre risposto maleducatamente. Non difendere i tuoi compagni di partito, ma in politica on-line l'unico forum che ha sempre censurato è proprio questo. Non solo io, tantissimi compagni (AI, Pietro, ecc...) sono considerati come dei provocatori, degli ignoranti .... Io capisco la tua buona fede, ma non dire che personalmente valgo poco. Piuttosto guarda alla tua destra (Paddy, Roderigo...) solo loro i tuoi nemici. Sono questi militanti che ubriacano il PRC di buffonate riformiste e neo-operaiste.
    Io ho sempre difeso i compagni (rivoluzionari) che lavorano nel tuo partito, anche io sono stato un vs. iscritto, ma quando passi la maggior parte del tempo a litigare e a dormire (in ogni riunione), perdi la fiducia in quella che dovrebbe essere l'avanguardia di classe, oppure quando il tuo partito fa alleanze elettorali con uno dei poli (in questo caso l'Ulivo) sinceramente mi passa la voglia di chiamarlo comunista, preferirei eurocomunista o peggio ancora socialdemocratico. Con ciò non voglio condannare il parlamentarismo. Tutti i partiti comunisti del 900 nelle repubbliche borghesi sono stati rappresentati in parlamento, ma non l'hanno utilizzato per condizionare la politica di governo. Semmai per riuscire a raccogliere maggiori consensi e per aumentare gli iscritti al PC, perfino l'antiparlamentarista Bordiga" si piegò" ai tempi del vecchio Pcd'I.
    La rappresentanza parlamentare non deve essere una priorità, rispetto alla lotta extraistituzionale, ma deve apparire in determinate situazioni politiche come una forma di lotta primaria e in altre una forma di lotta secondaria.
    Per non parlare dell'economicismo......

    Sono stato chiaro compagno?

  10. #10
    Roderigo
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    Originally posted by @@@@@
    Roderigo, la maggior parte dei partiti che hai citato sono stalinisti o maoisti. La tua intransigenza riformista pseudo comunista libertaria non ti permette fare solidarietà internazionalista.
    Tayad è una organizzazione che si occupa dei rapporti e appoggia le lotte dei prigionieri rivoluzionari turchi, come quelli dei GRAPO in Spagna, quelli BR in Italia, le CCC in Belgio, AD in Francia ecc....
    Fammi un solo piacere, le cose che non ti (vi) riguardano, lasciatele stare. Non venite a rompere i marxisti leninisti, correte il rischio di finire in qualche GULAG siberiano.
    Patetici!
    Non so se i partiti che ho citato accetterebbero di essere definiti "stalinisti" e "maoisti". In ogni caso, non ha importanza. La tutela dei diritti umani va difesa ed affermata in ogni paese, per chiunque. Anche per te.

    R.

 

 
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