A CastelBrando (Cison di Valmarino)
una “full immersion” nel Cinquecento
Una forma di coinvolgimento diretto della popolazione per aumentare la consapevolezza del patrimonio culturale del Veneto: così l’assessore regionale alla cultura e all’identità veneta Ermanno Serrajotto considera l’iniziativa “Una piazza per la storia veneta”, proposta dalla Regione per valorizzare le rievocazioni storiche.
Domani e domenica infatti all’interno e all’esterno di CastelBrando a Cison di Valmarino (a nord di Treviso), ora restaurato, si svolgerà un esempio di “full immersion” nella nostra storia che ricorderà in particolare il periodo (XVI secolo) in cui la Lega di Cambrai, che coalizzò i potenti dell’epoca, contrastò l’espansione della Serenissima Repubblica di Venezia in terraferma. L’associazione “Claudia Augusta” di Feltre (Belluno) ha curato tutti gli aspetti organizzativi.
Assessore Serrajotto, che cosa si propone la Regione del Veneto con questa iniziativa?
«L’obiettivo è proporre un evento di grande spessore, nel solco delle iniziative con cui il Veneto manifesta, soprattutto in questa legislatura, forte attenzione per la difesa del proprio patrimonio culturale. La valorizzazione del patrimonio culturale e linguistico della comunità veneta rappresenta infatti una delle priorità dell’azione regionale. Quella delle rievocazioni storiche è un’esperienza che ha ormai una sua tradizione ma l’auspicio è che questa manifestazione possa diventare momento di raccordo a livello nazionale e internazionale e sotto questo profilo sono già in atto ottimi rapporti di collaborazione con l’assessore alle culture, identità e autonomie della Lombardia, Ettore Albertoni». Come nasce questa collaborazione tra Veneto e Lombardia nel campo delle tradizioni popolari e delle rievocazioni storiche?
«L’assessore Albertoni, grazie alla collaudata esperienza lombarda in questo settore, ha contribuito sul piano delle idee alla nascita di questa manifestazione. La collaborazione nasce da una sensibilità condivisa, anche sul piano politico, che vede nella cultura in generale e nelle culture locali in particolare un fattore di sviluppo e di crescita sociale. Quindi insieme abbiamo voluto dare contenuti al dato di fatto che Lombardia e Veneto hanno una storia comune che va riscoperta e valorizzata».
Come si inserisce la manifestazione di Cison di Valmarino nell’ambito delle politiche della Regione del Veneto per la cultura?
«Con la creazione di un apposito Assessorato alle Politiche per la Cultura e l’Identità Veneta, la nostra Regione ha inteso mostrare chiaramente che la strada imboccata è quella della progettazione e della costruzione di una politica articolata di azioni finalizzate allo studio, alla tutela e alla valorizzazione di quel patrimonio di storia, cultura e tradizioni che costituisce appunto l’identità veneta. Questa iniziativa sperimentale si colloca in un contesto di “grandi eventi” con cui il Veneto valorizza e promuove l’eredità storica e culturale che ha ricevuto dalle generazioni che ci hanno preceduto. La nostra idea è non solo quella di far rivivere la storia veneta nei luoghi in cui gli avvenimenti sono accaduti, ma di proporre un progetto di ricerca di grande respiro nell’ambito delle rievocazioni a carattere storico». Al lato pratico, come si articolerà la manifestazione?
«Proprio per sottolineare l’aspetto di approfondimento culturale, la prima iniziativa in programma è un convegno internazionale sul tema “Storia e tradizione storica del Veneto, con particolare riferimento alle relazioni ed alle forme della comunicazione tra il Veneto e il mondo tedesco“, che vede la partecipazione di studiosi italiani e stranieri, in stretta collaborazione con i Dipartimenti di Storia delle Università venete. Ma ci sarà anche una mostra centrata sul tema “Il ferro e fuoco“, con esposizione di arti e mestieri ed esposizione di armi ed armature storiche. Questa sezione comprende anche la dimostrazione dei mestieri e dei metodi per la fabbricazione delle armi, con la presenza dei più grandi maestri d’Europa, tra cui l’armaiolo tedesco Walter Suckert. Sarà allestita una vera e propria fucina con ricostruzione di forge a mantice per mostrare al pubblico cosa significa la lavorazione tradizionale del metallo. La terza sezione della manifestazione è la rievocazione a carattere storico, riferita ad un preciso episodio avvenuto nel primo ’500, durante la lunga guerra tra la Repubblica di Venezia e la Lega di Cambrai. Durante la rievocazione è prevista una “festa d’armi”con duelli, cavalli e cavalieri e un palio, mentre all’esterno del castello sarà realizzato anche un accampamento medievale con una postazione d’artiglieria realizzata seguendo l’iconografia militare dell’epoca. Per dare un’idea delle feste di corte, ci saranno all’interno del castello musici, danzatori, giullari, artisti, trampolieri».
Ma chi farà rivivere queste scene di storia veneta?
«Sono stati coinvolti gruppi ed associazioni del Veneto, che porteranno oltre un centinaio di figuranti con costumi, armi e strumenti. L’evento verrà vivacizzato da tornei a cavallo e da combattimenti individuali o di gruppo che culmineranno in assalti veri e propri. Sarà un modo immediato e tangibile di presentare uno spaccato della nostra storia di circa cinque secoli fa. Un appuntamento che ci permetterà di condividere insieme due giornate intere e insieme rinvigorire nuovamente la passione per le nostre origini».
Sul piano dei contenuti culturali, che significato ha il riferimento alla Via Claudia Augusta che sarà approfondito nel corso della manifestazione?
«Dalla romana via Claudia Augusta, che, partendo da Altino e snodandosi per più di 500 km in mezzo alle Alpi, congiungeva l’area padano-adriatica con le pianure danubiane, all’affermazione in età tardomedievale di Venezia come principale mercato europeo e tramite culturale tra Oriente mediterraneo ed Europa del Centro-Nord, il Veneto e le Tre Venezie hanno sviluppato ininterrottamente la propria naturale vocazione frontaliera. E’ quindi un esempio storico del confronto tra identità diverse, quel confronto che crea la ricchezza della cultura europea. Questa apertura alle relazioni internazionali costituisce un elemento della storia, della tradizione e della cultura (e quindi dell’identità) veneta, e non solo in quella nobile della ricca Repubblica Serenissima ma anche in quella della civiltà popolare veneta. Esistono in tutto il mondo comunità di discendenti di emigrati veneti che si sono perfettamente integrati dove vivono conservando però con orgoglio la loro identità culturale di origine».
Perché la scelta è caduta su CastelBrando?
«Anzitutto perché il Castello Brandolini ha alla spalle duemila anni di storia. Anticamente il castello aveva la struttura di una fortezza con presidio militare, probabilmente a difesa della via Claudia Augusta, e come tale fu utilizzato anche nel periodo longobardo (VI-VII sec.). Nella metà del 1200 i Signori Da Camino lo resero abitabile, realizzando la merlatura e una torre centrale. Successivamente fu governato dalla famiglia Brandolini a difesa del fronte nord della Serenissima Repubblica di Venezia e diventò il simbolo della determinazione con cui le truppe venete, guidate dal conte Giovanni Brandolino, si opposero alle forze della Lega di Cambrai riuscendo nell’impresa di liberare le città di Feltre, Belluno e Serravalle. Oggi il complesso sta ritornando, grazie ad un impegnativo lavoro di restauro, all’originario splendore con degli interventi mirati. Era quindi la sede ideale, soprattutto per gli aspetti storici e scenografici».
Assessore Serrajotto, che futuro prevede per questa manifestazione?
«Il progetto è ampio e articolato, teso da un lato a studiare e ricostruire, sia con rigore scientifico che in un momento di rievocazione festosa, la tradizione e la storia veneta, dall’altro a collocarla in un corretto ambito internazionale. Se la riuscita sarà buona - ci attendiamo almeno ventimila presenza - il nostro obiettivo è di farne un appuntamento consolidato, inserito in un progetto pluriennale ed allargato. Il Veneto è infatti parte di un progetto transnazionale (all’interno del programma Spazio Alpino INTERREG) insieme al Land Baviera della Germania e al Land Tirolo dell’Austria (per l’Italia oltre alla Regione Veneto sono presenti le Province Autonome di Trento e Bolzano e i Comuni di Feltre e Ostiglia in Lombardia) che mira a valorizzare le risorse culturali, economiche e progettuali dell’area che insiste intorno all’antico asse viario della via Claudia Augusta. Per il ruolo assegnato in tale progetto europeo alla Regione Veneto (responsabile della parte relativa alle attività culturali) la Giunta Regionale intende far rientrare questo evento in quel contesto più ampio e con un respiro internazionale».
Un’ultima domanda: con quale spirito parteciperà a questa rievocazione?
«Mi sento coinvolto in questo evento sia come rappresentante della Regione Veneto e organizzatore sia come cittadino veneto che ha a cuore la tutela e valorizzazione della storia della sua terra. Questo è un obiettivo in cui credo fermamente e a cui dedico energie per realizzarlo. A tale scopo sono state promosse fino ad oggi iniziative tra le quali: la legge per celebrare i 500 anni della nascita del grande autore teatrale veneto Ruzzante, i progetti per i musei etnografici, la realizzazione di un sussidiario di lingua veneta e cultura e ancora il premio alla città veneta della cultura. Con la rievocazione storica che si terrà il prossimo fine settimana l’obiettivo è ancora più grande: far rivivere la storia e far
nascere la voglia e l’ardore di difendere le nostre radici».