di Gianluca Savoini
Ministro Bossi, è ormai evidente che il problema dell’immigrazione di massa ha a che fare con l’Africa. Che fare?
«L’immigrazione si deve fermare. Con le buone o con le cattive. Ne va della nostra esistenza, del nostro futuro».
Dietro il fenomeno dell’immigrazione si muovono precise scelte politiche?
«Certamente. Ci sono i comunisti, che vogliono creare un mondo comunista. Guardate cosa dice Toni Negri, l’ideologo dell’estremismo comunista: propone l’immigrazione libera che permetterebbe di costruire un mondo comunista».
Negri propone anche il salario garantito e la fine dell’impresa privata.
«Appunto, è il comunismo applicato, in fondo. E la via per creare un mondo comunista è l’immigrazione libera, senza freni».
Non possiamo però nascondere la realtà oggettiva della povertà endemica in quei Paesi africani da dove partono gli immigrati.
«Certo. Ma la colpa è della globalizzazione, che ha fatto sparire interi continenti. Dell’Africa, poi, non si sente più parlare da anni».
Come finirà questo caos, segretario?
«Male, molto male. I popoli europei dovranno difendersi. Già una ventina d’anni fa si prevedeva che l’Africa, con i tassi di natalità così alti, avrebbe debordato nei mari, arrivando fino a casa nostra. Ma il discorso non cambia».
Cioè?
«Vanno fermati prima che sia troppo tardi. E bisogna inoltre che nascano figli da noi, in Europa, e venga alzato con determinazione lo scudo contro l’aggressione dell’immigrazione».
Uno scenario inquietante, onorevole Bossi.
«Uno scenario realistico. O si riesce a riconquistare la lucidità e l’amore per il nostro futuro oppure siamo morti».