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  1. #21
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    Originally posted by Felix


    Si trattava comunque di distruzioni feconde, non di tabula rasa, come avviene da due secoli a questa parte con l'espansione dell'occidente decaduto in antitradizione. I vecchi imperi universali sostituivano tradizione a tradizione, ed erano vettori di importanti tradizioni sorte in qualche suo angolo (Tebe, Media, Attica, Latium). Erano unificatori di tradizioni più che annichilatori di esse.
    Piccolo dettaglio..., che rende inaccettabile il paragone tra Impero (romano, p.es.) e "impero" americano, o Mondialismo in genere.

  2. #22
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    Originally posted by Vahagn


    Piccolo dettaglio..., che rende inaccettabile il paragone tra Impero (romano, p.es.) e "impero" americano, o Mondialismo in genere.
    già, almeno i romani, dopo aver distrutto l'indipendenza dei popoli che cadevano sotto il loro dominio, portavano una Civiltà che era la sintesi di un millennio di civiltà mediterranee: fenicia, creta, grecia, italia ed etruria. Portavano un modello di società, di stato, di virtù civiche, di cultura, e di contatti interculturali in mondi prima chiusi a scala locale o regionale. Per molti popoli conquistati la romanizzazione rappresentava l'affacciarsi allo splendore della Civiltà saltando direttamente da stati semibarbari e primitivi.
    Oggi invece l'impero yankee demolisce ed umilia antiche culture notevolmente superiori ad esso (europa, russia, cina, arabia, iran...) portando come vessillo il dollaro, l'hamburger, la pornografia, il nichilismo...
    NON si può paragonare l'impero yankee di oggi al vecchio e glorioso impero romano.

    saluti

  3. #23
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    Shambler vedo che da buon sinistro rispondi solo con il demonizzare l'avversario.
    Vahagan L'imperialismo è sintomo di difesa tradizionale , nè sento di nuove
    Dipende dall'Imperialismo quello di Carlo Magno sì, quello di Roma no, visto che io tanto simili ad un nordafricano non sono, e nemmeno ad un medioorientale.
    Ringraziamo i barbari che sè era per Roma avremmo già da tempo negri e meticci in Italia, altro che immigrazione

  4. #24
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    Originally posted by Celtic
    Shambler vedo che da buon sinistro rispondi solo con il demonizzare l'avversario.
    Vahagan L'imperialismo è sintomo di difesa tradizionale , nè sento di nuove
    Dipende dall'Imperialismo quello di Carlo Magno sì, quello di Roma no, visto che io tanto simili ad un nordafricano non sono, e nemmeno ad un medioorientale.
    Ringraziamo i barbari che sè era per Roma avremmo già da tempo negri e meticci in Italia, altro che immigrazione
    Ma guarda che ai barbari non gliene fregava un cazzo di quello che dici tu, tanto è vero che fondarono regni in Africa (i Vandali, per esempio) fondendosi allegramente con i locali (v. gli occhi azzurri dei berberi odierni), e alcune tribù di Goti in Spagna diventarono perfino islamiche. Senza contare che le loro truppe erano infarcite di elementi alani, irani, mongoli, con cui costoro riempirono le terre conquistate (v. gli occhiettini a mandorla di Cofferati).
    L'impero costituisce una difesa tradizionale, certo. Anche quello romano, anche perché quello carolingio è la diretta continuazione di quello romano.

  5. #25
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    Originally posted by Vahagn


    Ma guarda che ai barbari non gliene fregava un cazzo di quello che dici tu, tanto è vero che fondarono regni in Africa (i Vandali, per esempio) fondendosi allegramente con i locali (v. gli occhi azzurri dei berberi odierni), e alcune tribù di Goti in Spagna diventarono perfino islamiche. Senza contare che le loro truppe erano infarcite di elementi alani, irani, mongoli, con cui costoro riempirono le terre conquistate (v. gli occhiettini a mandorla di Cofferati).
    L'impero costituisce una difesa tradizionale, certo. Anche quello romano, anche perché quello carolingio è la diretta continuazione di quello romano.
    vero, i barbari germanici non avevano un'alta coscienza razziale. Combatterono senza problemi sotto il comando degli unni mongolici, si mischiarono coi berberi, si ispanizzarono e si islamizzarono (parzialmente) in Hispania, senza contare quelli che erano divenuti bizantini; più tardi i resti degli ostrogoti della Crimea si fusero coi tatari islamici della penisola. Meno male che gli unni di Attila erano pochi e hanno lasciato scarse tracce, se no altro che Cofferati, ci ritroveremmo con una piaga di elementi imbastarditi mongolizzanti!
    Non idealizziamo troppo i barbari. E non tiriamo troppo addosso agli imperi. In quello romano gli elementi razziali allogeni erano scarsi e non circolavano all'impazzata come oggi. I Mauri, Libi, Egizi restavano legati alle loro terre ancestrali, e c'erano pochi schiavi negri (ricordate il film "gladiatore"? il gladiatore negro rapito in Africa subsahariana era un'eccezione, una rarità in una Roma indiscutibilmente indoeuropea pura). Nessuna traccia di mongoli per allora.
    Quindi l'nterpretazione mondial-mescolazionista degli imperi antichi va notevolmente ridimensionata. Essi erano vettori della Tradizione, e come tali rispettabili e degni di memoria da parte nostra.

    saluti

  6. #26
    Orazio Coclite
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    Originally posted by Celtic
    Orzaio accetto i tuoi consigli, adesso però ti dò io un pò di autori da leggere ed informarsi.
    Peter Berresford Ellis (l'Impero dei Celti)
    Johna kaspar Zeuss
    Prof. Fell
    Prof Mac Eoin
    Prof Batham
    Poi scusa una cosa io prendo le distanze da una destra, che parla di pseudo superiorità di un popolo nei confronti di altri, sì è diversi nessuno è meglio nessuno è peggio.
    Non ti dimenticare che anche i romani (come li chiami te) alla fondazione di Roma erano sporchi ignoranti, e avevano la faccia dipinta di blu (come dici te), io li preferivo allora, anziche nell'epoca degli imperatori, dei Re, e delle classi nobili.
    Non può dire che ciò che dico non è vero, forse la caduta di Roma non è dovuta al meticciato (per me lo è), ma che i romani non erano imperiali è nuova
    Grazie per i consigli bibliografici, di cui purtroppo conosco solamente Peter Berresford Ellis, gli altri autori cosa hanno pubblicato? La teoria che vedrebbe nell'arrivo di qualche schiavo la ragione della caduta dell'impero romano è non solo risibile, ma anche fondantesi su presupposti errati, che chi nella foga di nordizzare disperatamente ogni grande civiltà del passato scorda, o non conosce, la realtà dei rapporti che intercorrevano in ambito romano fra gli aventi diritto e coloro che assolvevano alla funzione di schiavi. Roma non era certo una città multietnica dove vigeva il libero amore e chiunque si accoppiava con chiunque noncurante delle differenze di classe o razziali. Inoltre va anche rivisto e ridimensionato questo tanto acclamato apporto di sangue nordico provenuto dalle invasioni barbariche, a cui taluni pseudo-storici come quel dilettante di Kemp attribuiscono il merito di aver preservato l'Europa da una prematura 'negrizzazione'... e leggo che altri forumisti hanno postato a proposito di questa leggenda.

    Parlare infine dei romani come imperialisti in senso moderno è un altra falsità quanto più distante dalla realtà, mancando loro sia la forma mentis che il modus agendi tipico dell'imperialismo come noi lo conosciamo. Esiste una maniera di conservare la diversità nell'aggregazione, non commettendo la superficialità di confondere uniformità ed unità. L'impero romano fu Imperium, ma non imperialista, seppe fin dal principio farsi asylum di uomini e Dei, fondandosi come civitas capace sine fine di accrescersi, inglobare il novum e rinnovarsi. Per usare le parole di Massimo Cacciari: "L'atteggiamento dei romani non è quello di predoni, ma piuttosto di devoti". La capacità prettamente romana di rispettare e ospitare gli "dei vinti" diventa una esplicita condanna di ogni forma di imperialismo, e la dimostrazione di come Roma seppe unire tante diversità rispettandole e valorizzandole. Ciò si evince con facilità da quello che di Roma fu il simbolo principale: il Fascio Littorio. Le 12 verghe di betulla tenute unite da stringhe di cuoio rosso che con al centro un'ascia di bronzo componevano il fascio littorio, sono un chiaro richiamo all'unione delle forze che insieme diventano indistruttibili.
    Lo stesso caso dei Celti è sintomatico di quanto scrivo, tanto che furono loro stessi a premere per ottenere quanto prima la cittadinanza romana e partecipare all'Imperium dal suo interno, con tutti i diritti ed oneri che ciò comportava.

    Saluti.

  7. #27
    Orazio Coclite
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    Originally posted by Vahagn
    Ma insomma, se proprio si vuole una disamina "serena" e obiettiva (per quanto è possibile), andrebbero prese le distanze non solo dalla voga attuale del celtismo (di stampo wicca-massonico) e dall'anti-meridionalismo preconcetto, ma anche dal mito spocchioso del magnogreco nella sua tunichetta linda che si ciucciava acini d'uva su un triclino ricamato e tra marmi lucidi filosofeggiando, mentre il sudicio cinghialaccio celto si sarebbe rigirato tra i fanghi dei suoi tucul-padani, privo di luce superiore, etc. etc.
    Vediamo di essere obiettivi tutti!
    Di certo questa è riferita a me ! Ammetto di aver spesso assunto un tono supponente da opporre alle fantasticherie dei 'nordizzatori', però non vedo francamente alcun possibile metro di paragone fra la civiltà greco-romana, o classica che dir si voglia, e le culture nord-europee ad esse coeve e successive, se non in un rapporto di forza dove i secondi praticamente scompaiono davanti alla mole di raffinata cultura e guerresca tempra che contraddistingueva le popolazioni che risiedevano sul Mediterraneo. Questi sono dati di fatto incontrovertibili: Seneca, Socrate, Virgilio, Omero, Platone, Pitagora, Fidia e la lista potrebbe essere infinita.

    Vale!

  8. #28
    Orazio Coclite
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    Originally posted by Celtic
    Vahagan L'imperialismo è sintomo di difesa tradizionale , nè sento di nuove
    Dipende dall'Imperialismo quello di Carlo Magno sì, quello di Roma no, visto che io tanto simili ad un nordafricano non sono, e nemmeno ad un medioorientale.
    Ringraziamo i barbari che sè era per Roma avremmo già da tempo negri e meticci in Italia, altro che immigrazione
    Tempo di riporre per un attimo i vari Kemp, Rosemberg o Gunther e anche in questo caso iniziare a documentarsi su testi aggiornati e qualificati di storia romana, e non costruire le proprie idee solamente su mal riusciti tentativi di propaganda politica attuati tramite la manipolazione a piacimento di dati storici.

    Oltretutto cadi in una evidente contraddizione quando affermi di prendere le distanze da una certa destra che parla di superiorità di una razza nei confronti di un'altra, per poi rifarti a visioni razziali dove elementi originali vengono corrotti fino al disfacimento da componenti razziali che non possiamo allora che definire 'inferiori'. Questa perlomeno la logica che evinco da quanto da te scritto.

    "Se si è parlato di una aeternitas Romae, ciò non è dunque retorica; devesi pensare, qui, a quel che essendo originario ha una perenne giovinezza e, in sé, è virtualmente superiore alla condizione temporale, alla 'storia'."
    [Julius Evola, ne 'L'arco e la clava', 1971]

  9. #29
    Dalla parte del torto!
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    Originally posted by Orazio Coclite

    Grazie per i consigli bibliografici, di cui purtroppo conosco solamente Peter Berresford Ellis, gli altri autori cosa hanno pubblicato? La teoria che vedrebbe nell'arrivo di qualche schiavo la ragione della caduta dell'impero romano è non solo risibile, ma anche fondantesi su presupposti errati, che chi nella foga di nordizzare disperatamente ogni grande civiltà del passato scorda, o non conosce, la realtà dei rapporti che intercorrevano in ambito romano fra gli aventi diritto e coloro che assolvevano alla funzione di schiavi. Roma non era certo una città multietnica dove vigeva il libero amore e chiunque si accoppiava con chiunque noncurante delle differenze di classe o razziali. Inoltre va anche rivisto e ridimensionato questo tanto acclamato apporto di sangue nordico provenuto dalle invasioni barbariche, a cui taluni pseudo-storici come quel dilettante di Kemp attribuiscono il merito di aver preservato l'Europa da una prematura 'negrizzazione'... e leggo che altri forumisti hanno postato a proposito di questa leggenda.

    Parlare infine dei romani come imperialisti in senso moderno è un altra falsità quanto più distante dalla realtà, mancando loro sia la forma mentis che il modus agendi tipico dell'imperialismo come noi lo conosciamo. Esiste una maniera di conservare la diversità nell'aggregazione, non commettendo la superficialità di confondere uniformità ed unità. L'impero romano fu Imperium, ma non imperialista, seppe fin dal principio farsi asylum di uomini e Dei, fondandosi come civitas capace sine fine di accrescersi, inglobare il novum e rinnovarsi. Per usare le parole di Massimo Cacciari: "L'atteggiamento dei romani non è quello di predoni, ma piuttosto di devoti". La capacità prettamente romana di rispettare e ospitare gli "dei vinti" diventa una esplicita condanna di ogni forma di imperialismo, e la dimostrazione di come Roma seppe unire tante diversità rispettandole e valorizzandole. Ciò si evince con facilità da quello che di Roma fu il simbolo principale: il Fascio Littorio. Le 12 verghe di betulla tenute unite da stringhe di cuoio rosso che con al centro un'ascia di bronzo componevano il fascio littorio, sono un chiaro richiamo all'unione delle forze che insieme diventano indistruttibili.
    Lo stesso caso dei Celti è sintomatico di quanto scrivo, tanto che furono loro stessi a premere per ottenere quanto prima la cittadinanza romana e partecipare all'Imperium dal suo interno, con tutti i diritti ed oneri che ciò comportava.

    Saluti.
    Sono sostanzialmente d'accordo.
    Mentre l'IMPERIUM romano aveva una base divina, quello imperialista ha una base economica; mentre quello romano aveva come fondamento l'unione e la preservazione delle tradizioni culturali e religiose,quello neocolonialista ha come fondamento l'omologazione e l'arroganza.
    Inoltre trovo sinceramente non condivisibile questo scontro tra "nordici" e romani.
    Difatti a mio parere entrambi hanno una comune origine nei popoli indo-europei ed è da questo che si notano similitudini e tradizioni comuni: e non in una superiorità di un ceppo nei confronti di un altro.
    Saluti
    Sinistra Nazionale!

  10. #30
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    però non dovremmo confondere la "superiorità" intesa in senso tradizionale, inserita in una gerarchia fondata nello spirito, con la "superiorità" intesa come arrogante autocelebrazione e disprezzo per l'inferiore.
    È in questo senso che propendo per la superiorità delle (sotto)razze nordica, mediterranea e dinarica, su quelle alpina e baltica; e della razza "bianca" su quelle "gialla" e "negra". Queste differenze gerarchiche tra gruppi etnorazziali si inseriscono benissimo in un sistema retto dalla Tradizione, che sottende un'accettazione e rispetto mutui nel comune riconoscimento dell'ordine gerarchico generale.
    Il rifiuto dei termini "superiore" ed "inferiore", attenti, è anche un rifiuto della Tradizione, forse indotto dal continuo e quotidiano bombardamento propagandistico in senso buonista-egalitario cui siamo sottoposti dal Sistema.

    Buona la descrizione di Orazio delle differenze tra imperium tradizionale ed imperialismo moderno, alla quale mi unisco volentieri.

 

 
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