Afghanistan: stupro domestico legale

[Cuordy]

http://www.ansa.it/opencms/export/si...930571079.html

AFGHANISTAN: ONU; STUPRO DOMESTICO LEGALE
ROMA - Una legge che secondo un'agenzia dell'Onu legalizza lo stupro all'interno del matrimonio e vieta alle donne di uscire di casa senza il permesso del marito è stata firmata questo mese dal presidente Hamid Karzai, accusato da alcuni - scrivono oggi il Guardian e l'Independent online - di cercare di incassare consensi tra la comunità sciita in vista delle prossime elezioni presidenziali di agosto. La legge, che regola il diritto di famiglia per la comunità sciita, "é peggiore rispetto a quelle dei taleban", ha tuonato Humaira Namati, membro del Parlamento afghano. Il documento non è stato ancora pubblicato - scrive il giornale inglese - ma, secondo il fondo di sviluppo delle Nazioni Unite per le donne, contiene articoli che legalizzano di fatto lo stupro del marito nei confronti della moglie in quanto vieta a quest'ultima di rifiutarsi di avere rapporti sessuali con lui. Inoltre vieta alle donne di uscire di casa, sia per cercare lavoro che per andare dal medico, senza il permesso del coniuge. La Costituzione afghana - sottolinea il Guardian - consente agli sciiti, che rappresentano circa il 10% della popolazione, di avere un diritto di famiglia separato, basato sulla loro giurisprudenza tradizionale. Ma sia la Costituzione che diversi trattati internazionali firmati dall'Afghanistan garantiscono pari diritti alle donne. Il Fondo dell'Onu per le Donne ha lanciato l'allarme perché questa legge, fortemente discriminante nei confronti delle donne, garantisce inoltre la custodia dei figli esclusivamente ai padre e ai nonni. Shinkai Zahine Karokhail, così come altre deputate afghane, hanno lamentato che la legge sia passata con una insolita rapidità e scarso dibattito. Anche se il ministro della Giustizia ha confermato che il provvedimento è stato firmato da Karzai questo mese, c'é confusione sul contenuto completo della documento, ottenuto dagli attivisti per i diritti umani solo con grandi difficoltà.

Ovviamente l'articolo non menziona minimamente che questo è una conseguenza del versetto Coranico 2:223, "Le vostre spose per voi sono come un campo. Venite pure al vostro campo come volete."

[Prinz Eugen]

Antica saggezza.

[Scapigliato"]

Ecco il civile Afghanistan frutto di tanti sforzi di neo-coglioni, libbberali e "tanta sinistra" allegramente a braccetto nella guerra afghana.

[AlBeRtO]

Ecco il civile Afghanistan frutto di tanti sforzi di neo-coglioni, libbberali e "tanta sinistra" allegramente a braccetto nella guerra afghana.

Non prendertela con nessuno di questi, la guerra in Afghanistan è stata fatta per controllare il territorio e presiedere alla costruzione di un oleodotto parallelo a quello russo. Pure manovre politiche.
Resta il fatto che quelle semi-scimmie sono peggio che al medio evo e non è sorvolandoli con i Predator che si insegna loro un po' di civiltà, ma come è possibile presidiare militarmente intere nazioni?

[Defender]

Ecco il civile Afghanistan frutto di tanti sforzi di neo-coglioni, libbberali e "tanta sinistra" allegramente a braccetto nella guerra afghana.

Hai ragione, prima sì che si stava bene e le donne erano emancipate.

[Monsieur]

Hai ragione, prima sì che si stava bene e le donne erano emancipate.

:446:

[Cuordy]

Harùn ar-Rashìd, Giàafar, la schiava e l'imam

Si racconta che un dì, al calare delle tenebre notturne, il gran visir barmecide Giàafar stava discorrendo compiaciuto dinanzi a un banchetto reale in compagnia di Harùn ar-Rashìd.
Il califfo di Allah disse: «Mi è giunta notizia che hai comprato una schiava che da tempo bramavo di avere, perché è di impareggiabile bellezza e il mio cuore arde d'amore per lei. In nome di Allah, vendimela e ti pagherò
con oro sonante».
Giàafar non perse tempo e rispose: «O emiro dei credenti, non te la venderò per nessuna cifra».
Il califfo ribatté adirato: «Allora donamela!». Poi, sopraffatto dalla collera, tuonò: «Ripudierò per ben tre volte la mia consorte, la regina Zobeida, se non me la venderai».
Giàafar, senza esitare, disse: «Se te la darò, divorzierò per tre volte da mia moglie».
Tra alti e bassi, il vino governò tirannico nella mente dei due convitati. Più tardi, i due si liberarono dai profumi dell'inebriante vino e capirono di essere caduti in un grave problema che non riuscivano a risolvere.
All'improvviso il leggendario califfo Harùn ar-Rashìd proferì: «Da questo impiccio ci salverà solo l'imam Abu Yusuf».
A mezzanotte i due contendenti chiesero a un guardiano di condurre al loro cospetto l'imam Abu Yusuf.
Quando il messo reale bussò alla sua porta, questi si alzò impaurito e disse fra sé: "Se mi chiamano a quest'ora tarda, è solo perché è accaduto qualche grave problema". Immediatamente l'imam si alzò, montò sul mulo e disse al paggio: «Porta il sacchetto della biada. Quando entreremo nel castello del leggendario califfo, attaccato alla testa del quadrupede e lasciagli brucare quello che contiene fino a quando uscirò per riprenderlo».
Il giovane inserviente rispose: «Ascolto c obbedisco».
Quando Abu Yusuf giunse al palazzo, il califfo lo invitò ad accomodarsi al suo fianco su un divano incastonato di madreperla.
L'imam si affrettò a prestare i suoi ossequi all'emiro dei credenti. Quest'ultimo disse: «Ti ho mandato a chiamare a notte fonda per un affare di enorme importanza per il quale non riesco a trovare una soluzione adatta».
Ascoltati i termini del contendere, l'uomo sorrise e disse: «o emiro dei credenti, il vostro problema è semplice. Giàafar, vendi alI'emiro metà della schiava, e donagli l'altra metà; così entrambi vi libererete dai vostri giuramenti».
Harùn ar-Rashìd e Giàafar rimasero compiaciuti ed eseguirono ambedue ciò che il saggio imam aveva ordinato loro di fare.
Subito Harùn ar-Rashìd ordinò ai suoi guardiani: «Portatemi la schiava. Nutro un grande desiderio di vederla».
Quando entrò nella vasta sala, l'attraente ancella si precipitò a baciare il suolo dinanzi al califfo. Quest'ultimo disse all'imam Abu Yusuf: «Desidero godere con lei subito».
L'imam rispose: «In base ai precetti dell'Islam, devi aspettare un po' di tempo. C'è una via d'uscita anche per questo. Portami uno dei tuoi fedeli schiavi che non sia stato ancora emancipato».
Il visir Giàafar ordinò: «Guardie, portate un servo aII'imam Abu Yusuf!».
Quando varcò la soglia della lussuosa sala, lo schiavo credette di sognare; esterrefatto si fregò gli occhi con le mani e sospirò a lungo, poi si inginocchiò e baciò il suolo dinanzi all'emiro dei credenti.
Nel frattempo l'imam Abu Yusuf esclamò: «Grande califfo, consentimi di far sposare la schiava a costui e poi lo faremo divorziare prima che sia consumato il matrimonio. Così, in base alla legge islamica, potrai cibarti del suo nettare senza aspettare che finisca ìl lungo periodo di purificazione».
Il calìffo ammirò quest'astuzia ancora di più della prima. Poco dopo disse all'imam Abu Yusuf: «Ti permetto di unire lo schiavo e la schiava nel vincolo del matrimonio».
Dopo aver celebrato le nozze, l'imam disse allo schiavo: «Ora ripudiala e avrai cento dinari d'oro».
Il servo, senza pensarci nemmeno un momento, rispose: «No, non lo Farò».
L'imam Abu Yusuf sorrise e disse: «Ripudiala e avrai mille dinari d'oro».
Lo schiavo non mutò opinione: «Non lo farò».
L'imam Abu Yusuf tentò di dissuadere il moro in tutte le maniere, ma questi, irremovibile, chiese: «Il divorzio spetta a me o al califfo?».
L'imam, sbigottito, rispose: «Spetta a te, solo a te».
E lo schiavo tuonò: «In nome di Allah, non lo farò mai anche se mi offrirete tutto l'oro del mondo».
L'emiro dei credenti ribatté furibondo: «Abu Yusuf, trovami rapidamente una soluzione».
Quegli disse: «Califfo, non temere, la questione è semplice. Fa' che la smagliante fanciulla diventi padrona di questo ingrato schiavo».
L'emiro dei credenti pronunciò: «Ti nomino proprietaria di questo schiavo».
L'imam ribatté: «E tu di' che accetti».
La donna, senza avere ìl tempo di pensare, replicò: «O califfo, accetto con benevolenza e gratitudine ìl tuo
dono».
L'astuto imam esclamò: «Io sciolgo il matrimonio fra voi due, perché in base alla legge islamica quando l'uomo diventa proprietà della donna ìl matrimonio è sciolto!».
Il califfo Harùn ar-Rashìd batté le mani di gioia ed esclamò: «Solo un uomo saggio come te è degno di essere giudice nel mio regno». Poi ordinò ai suoi paggi di portare piatti colmi d'oro e chiese all'imam se avesse qualche contenitore per riporlo.
Quegli rispose stupefatto: «Sì, ho il sacchetto di biada del mio mulo legato fuori».
Il califfo ordinò di riempire ìl sacchetto di oro luccicante come i raggi solari.
Poco dopo, l'imam Abu Yusuf salutò il magnanimo Harùn ar-Rashìd e salì sul mulo dirigendosi verso la propria casa.
Allo spuntare del sole mattutino, il califfo radunò tutti i suoi cortigiani e disse: «Sappiate che non esiste una strada più breve e più facile di quella della scienza
per raggiungere la fede».

Le mille e una notte, pag. 712, ed. Mondadori

[Daltanius]

Antica saggezza.

finalmente un commento serio !

[Frankie D.]

Karzai ha deciso che la legge sarà modificata http://www.apcom.net/news/rss/200904...b6d_59716.html