La Lega: "Fini a Bolzano sbaglia tutto"
Parla Gilberto Oneto, uno dei maitre a penser del Carroccio: "La verità è che i sudtirolesi hanno ragione e che l'iniziativa di An rischia di riaprire vecchie ferite". "Atteggiamento anacronistico".
di Gianluca Roselli
ROMA - "Gianfranco Fini tutta questa faccenda se la poteva risparmiare: sinceramente non ne capisco il senso e nemmeno l'utilità". A parlare è il professor Gilberto Oneto, studioso di autonomie e identità dei popoli, negli ultimi anni molto vicino alla Lega Nord di Umberto Bossi di cui è diventato uno dei maitre-a-penser, nonché un assiduo collaboratore delle pagine culturali de la Padania.
E da esperto di autonomie territoriali, sulla vicenda del nome della piazza contestata a Bolzano, questione che domenica verrà risolta con un referendum, il professor Oneto si schiera totalmente a favore dei sud tirolesi e non risparmia critiche al leader di An che si è buttato a capo fitto in una battaglia, a suo dire, "antistorica". "Non vedo nulla di male nella scelta della giunta ulivista di cambiare nome il nome da piazza della Vittoria a piazza della Pace: mi sembra un segno di rispetto verso i sud tirolesi che di certo non amano quel monumento pieno di slogan e di simboli fascisti - spiega il professor Oneto - e poi chiamarla piazza della Vittoria vuol dire falsificare la storia: a Bolzano durante la prima guerra mondiale un esercito italiano non è mai arrivato, se non in seguito al trattato di pace".
Quindi ci troviamo di fronte a un falso storico?
Esatto. E poi è una questione di eleganza, di buon gusto. Ai tirolesi quel nome non piaceva, quindi era giusto rispettare la loro volontà. E se ragioniamo a mente fredda, la ragione sta tutta dalla loro parte.
Quindi un referendum per ripristinare il vecchio nome andava evitato?
Sì, mi sembra un'iniziativa ridicola, priva di senso: non ce n'era alcun bisogno, nemmeno dal punto di vista elettorale. Il Tirolo, del resto, è sempre stato un problema, un'anomalia, ma negli ultimi tempi i rapporti tra italiani e tedeschi erano migliorati. Ora invece questa battaglia rischia di andare a svegliare vecchi rancori. Cambiare il nome della piazza poteva essere invece una bella occasione di pacificazione. Mentre tutto quello che va a girare il coltello nella piaga all'interno di rapporti che sono sempre stati difficili mi sembra assolutamente negativo.
Insomma, Fini poteva far finta di niente?
Sì, la sua mi sembra un'iniziativa forzata, come voler a tutti i costi portare indietro le lancette dell'orologio. Dal suo punto di vista poteva sostenere la favola (falsa) che siamo tutti italiani. E poi nemmeno Francisco Franco si impuntava sui nomi delle piazze.
La Lega direbbe che ad An sta più a cuore l'Europa degli Stati rispetto a quella dei popoli?
Non mi piacciono queste semplificazioni o, peggio, le frasi fatte. Certo che se l'Europa che hanno in mente questi signori non rispetta l'identità e la storia dei popoli, specie quelli di confine come i sud tirolesi, non andremo molto lontano. Oltretutto, mi sembra che in questo momento storico il nazionalismo non paghi, nemmeno per un partito come An.
(1 OTTOBRE 2002; ORE 20:20)