(AGI) - Washington, 1 ott. - Il presidente George W. Bush, assumendosi il rischio di irritare fortemente il mondo arabo-islamico, ha firmato la legge sul finanziamento del dipartimento di stato che contiene una misura che definisce Gerusalemme capitale dello stato di Israele. Il cosiddetto "Foreign Relations Authorization Act 2003", votato dal Congresso venerdi' scorso, concede alla Casa Bianca oltre 4 miliardi di dollari per il budget del dipartimento di stato. Fonti della Casa Bianca fanno sapere che la misura adottata dal Congresso su Gerusalemme non sara' vincolante per la conduzione della politica estera degli Stati Uniti. Ma si tratta di un gesto simbolico di grosso peso. La questione e' spinosissima, perche' la parte orientale della citta' - che la risoluzione Onu sulla spartizione della Palestina metteva sotto controllo della Giordania - fu occupata nel 1967 e annessa da Israele con una decisione unilaterale che la comunita' internazionale non ha mai accettato. Il Congresso degli Stati Uniti ha dunque nuovamente tentato di forzare la mano al presidente: la misura infatti rende possibile il trasferimento dell'ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme, e nella sua formulazione e' piu' pressante e vincolante di inziative dello stesso tipo adottate in passato dal Congresso, che da anni preme per il trasferimento dell'ambasciata attraverso il riconoscimento di Gerusalemme come capitale dello Stato Ebraico. Il governo Usa, gia' sotto la presidenza Clinton, ha sempre rinviato la decisione per evitare un'inasprimento delle relazioni con i palestinesi e l'intero mondo arabo, che considerano la parte est della citta' come territorio occupato e ne chiedono la restituzione per farne la capitale del futuro stato palestinese. Il portavoce del dipartimento di stato, Richard Bucher, ha detto che il governo continua a considerare la questione di Gerusalemme come uno degli argomenti che andra' deciso nell'ambito dei negoziati per lo statuto definitivo dei territori palestinesi. "Ci siamo sempre opposti ad iniziative legislative che mettano dei limiti alle prerogative presidenziali di far valere i nostri interssi nella regione e promuovere una pace giusta e duratura", ha detto Boucher. (1 ottobre 2002)
L'unico pretesto che Israele ha per occupare Gerusalemme e l'intera Palestina, è l'"ebraicità" del cosiddetto Muro del Pianto. Crediamo sia interessante riportare quanto scritto sulla "Revue d'Etudes Palestiniennes" (n. 50, inverno 1994) da Sami Musallam: "...il Muro del Pianto, che costituisce il solo monumento esistente rivendicato da Israele per giustificare l'occupazione della città, non appartiene agli ebrei. Quel muro, El-Buraq in arabo, era stato dichiarato proprietà del Waqf islamico, il fondo di gestione dei beni religiosi, da una commissione della Lega delle Nazioni inviata a Gerusalemme nel 1930, su richiesta dell'autorità mandataria brittanica. Dopo delle ricerche approfondite riguardanti le rivendicazioni degli ebrei e dei palestinesi, la commissione arrivò alla conclusione scritta che il Muro del Pianto, le sue pietre e il pavimento del passaggio contiguo (oggi trasformato in spianata) appartenevano alle autorità religiose-musulmane e costituivano di fatto un luogo santo islamico".