La legge regionale del veneto riguardo ai buoni scuola dimentica alcune cosette:
La prima è che andando a finanziare direttamente chi sceglie una scuola non pubblica crea una disparità di trattamento che è probabilmente anticostituzionale (l'istruzione deve essere garantita a tutti negli stessi termini) ma che soprattutto crea una sorta di ingiustizia sociale. Le rette delle scuole cattoliche e dei diplomifici per asini sono alte perchè queste scuole, a dispetto del dettame costituzionale che impone loro la "non lucrosità" di fatto servono a sostenere mille altri soggetti. È lampante il caso dei salesiani dove i licei sono stati il volano per disporre di quella liquidità necessaria per operazioni finanziarie spregiudicate che hanno di fatto arricchito esageratamente alcuni istituti di Don Bosco.
La soluzione ideale per questo problema sarebbe quella di offrire un buono scuola paritario a tutti gli studenti, imponendo però a questi l'impegno di scegliere un modo "formativo" di spendere quei 500-1000 euro che verrebbero messi loro a disposizione ogni anno. A questo punto ogni studente potrebbe scegliere se spendere questi soldi per una retta ai salesiani, un pc nuovo, un corso d'inglese a Londra o magari una visita delle acropoli dell'antica Grecia...
Il secondo problema è che il livello dei docenti delle scuole confessionali è troppo spesso infimo ed anche quando non lo è ci si trova comunque di fronte a persone senza i titoli per insegnare in una qualsiasi scuola pubblica. Lo Stato, ed in questo caso la Regione, dovrebbe assicurarsi che ad insegnare scienze ai suoi cittadini e con i suoi soldi sia una persona con i titoli adeguati e non un prete con il pallino del giardinaggio. Purtroppo, ad oggi, la Regione Veneto non ha alcun controllo, ne ha voce in capitolo, sulla scelta e sui criteri di selezione dei docenti delle scuole confessionali.
Il terzo problema è che, a parte i proclami, ad oggi, non esiste un tetto massimo ai redditi per i quali vale il supporto economico, se non un aleatoria indicazione di circa 120mila euro credo. A parte il fatto che pagare la scuola privata a chi ha un padre che dichiara 200 milioni l'anno è una stronzata, resta il fatto che la Regione Veneto in questo modo inciderà sensibilmente sui fondi destinati all'istruzione. Se per pagare la scuola al figlio di Benetton i ragazzi di Mestre dovranno continuare a fare ginnastica in cantina e ad usare un pc in 50, mi sembra che la scelta non sia solo stupida, ma sia perfettamente non elettoralmente premiante.
se gli elettori hanno disertato il referendum è semplicemente perchè l'opposizione in Veneto è aleatoria, tanto si sa bene che sia l'Udeur che la Margherita sono fortemente legate a quel mondo "cattolico" che sta facendo di questa battaglia per i soldi il suo totem di inizio secolo.