INCHIESTA SANITA': RADICALI 'DOPO L'INCHIESTA, SUBITO LE RIFORME'
Oggi, il Consiglio regionale del Piemonte ha dibattuto sulle risultanze della Commissione di inchiesta sulla sanità, che ha terminato i propri lavori prima delle vacanze estive. In merito, il capogruppo radicale Carmelo Palma ha dichiarato:

I risultati dei lavori della commissione d'inchiesta sulla sanità non fanno che confermare disfunzioni ed opacità che in larga misura già si conoscevano. Il limite del lavoro della Commissione (un limite proprio dello "strumento", più che del suo presidente o dei suoi componenti) è stata l'incapacità di prefigurare le riforme necessarie per rimediare ad una situazione ingovernata e oggi ingovernabile.

Peraltro, sui punti nodali della questione sanitaria: il rapporto fra governo e amministrazione ed il sistema dei controlli interni alle aziende sanitarie, continua a registrarsi una paradossale convergenza fra il centrodestra e il centrosinistra.

Riguardo al primo punto, sia destra che sinistra appaiono incapaci di affrontare ed abbattere il tabù della selezione politica dei dirigenti, a vantaggio di procedure concorsuali, più adatte per assicurare insieme efficienza e trasparenza, e per correggere le distorsioni di uno spoil system che si rivela inefficace e deleterio quando viene trasferito dalla "sfera del governo" a quello dell' amministrazione pubblica.

Riguardo al secondo punto, tanto la destra quanto la sinistra fingono di ignorare i veri nodi: la confusione fra controllo di gestione e controllo politico, e la concentrazione in un'unica figura, il direttore generale, del potere di gestione e contemporaneamente del potere di controllo amministrativo. Questa concentrazione, che è in netto contrasto con la logica introdotta dal decreto legislativo 286/99 (da tre anni sostanzialmente inapplicato nella Regione Piemonte) impedisce di definire protocolli di controllo interno al procedimento amministrativo, e crea le condizioni non solo di fatto, ma anche di "diritto" per gli abusi di potere da parte dei direttori e l'opacità delle procedure decisionali. Inoltre, a differenza di quanto tutti sembrano ritenere, l'attuale sistema vanifica l'utilità del ricorso al controllo di regolarità amministrativa e contabile (il collegio dei revisori) che non può che essere retrospettiva e che quindi non può arginare, ma semma! i sanzionare, irregolarità già avvenute. Comprendiamo quanto sia propagandisticamente efficace denunciare (e lo si fa quotidianamente da parte della maggioranza come dell'opposizione) l'assenza di controlli politici sull'operato delle aziende sanitarie. Però, al di là della propaganda, occorre ribadire che il controllo politico da parte della Giunta ha invece senso solo se, anziché tentare pensosamente di inseguire le migliaia di delibere adottate dalle aziende sanitarie, si concentra sulla verifica della congruenza fra l'attività amministrativa e le linee di governo.


Torino, 8 ottobre 2002.


Per informazioni Carmelo Palma 348/533.53.01

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