Il ministro Bossi: nessuno tocchera’ le pensioni


di Paolo Bassi

È stato un intervento ampio e profondo quello tenuto dal ministro delle Riforme, Umberto Bossi, nel corso del tradizionale incontro televisivo condotto il martedì sera da Gigi Moncalvo su Telepadania. Un intervento che ha spaziato dalla Finanziaria, recentemente varata dal governo, al nodo delle pensioni che, ha assicurato il segretario della Lega Nord, nessuno ha intenzione di toccare. Bossi però, ha voluto soffermarsi a lungo anche su altro argomento al quale tiene in maniera particolare: quello delle identità. L’identità sempre più debole dell’Occidente, minacciato da quella forte dei paesi islamici. Ma anche le identità locali, che con la crisi dell’economia finanziaria e con lo stop subito da certe idee mondialiste, stanno celebrando la propria rinascita. Un processo che, secondo il segretario del Carroccio, va sostenuto con sempre maggiore impegno e coraggio.

Duemila guerriglieri di Al Qaida nascosti in Italia, pronti ad agire e capaci di distruggere in 24 ore città grandi come Londra. La sconvolgente rivelazione è contenuta in un libro scritto da un giornalista arabo di Repubblica
«Certe affermazioni, fin troppo roboanti, possono anche far scappare un sorriso. Dubito che ci siano persone capaci di distruggere Londra in 24 ore. Non ci è riuscito nemmeno Hitler in molto più tempo... . Cosa diversa è fare un’analisi seria sull’infiltrazione di fondamentalisti islamici in Occidente. Affermare che ci sono nel nostro Paese dei personaggi che rappresentano un pericolo per la sicurezza, è possibile. Il terrorismo non è un sistema militare che si sostituisce agli eserciti e ai metodi tradizionali di guerra. Vive sui piccoli numeri e sulla capacità di agire nell’ombra. Mantenere alti i livelli di attenzione quindi, è più che plausibile».
L’Occidente, sempre più debole, si trova impreparato di fronte alla minaccia
«L’Occidente, ormai del tutto laico e agnostico, sta correndo dei pericoli molto seri. Dopo il Concilio Vaticano II, persino i cattolici sono diventati buonisti. La Chiesa, che nei secoli ha glorificato i suoi eroi, ha smesso di farlo, quasi a prendere atto della laicizzazione esasperata della società moderna. L’Occidente si è ritrovato senza eroi. Viceversa, la forza del mondo islamico, sta proprio nella carica spirituale che ne sta alle fondamenta. Ciò, innegabilmente, può rappresentare un pericolo per chi ha perso ogni idealità. Sono aspetti che la nostra società dovrebbe far bene a tenere in debita considerazione».

Basta messaggi ansiogeni sulle pensioni. I diritti di chi ha lavorato una vita non si toccano
«Sulle pensioni in questi giorni sono state dette troppe cose. Questo è un argomento che non si può improvvisare. Bisogna stare molto attenti perché, sulle pensioni può veramente scendere in piazza tutto il Paese. I cittadini non devono avere delle preoccupazioni: chi ha lavorato una vita e ha maturato i diritti per avere la pensione, non la perderà e non se la vedrà tagliata. Perché per perderla bisognerebbe passare sulle spalle del ministro Maroni. Il quale è della Lega. E la Lega è contraria ai pressapochismi e ai trucchi di un certo mondo produttivo che vorrebbe scaricare la propria incapacità e irresponsabilità sulle spalle dei lavoratori. Per fare qualsiasi cosa in merito alle pensioni, prima bisogna cambiare il sistema. Bisogna creare un sistema che non sia basato su un solo pilastro, come è attualmente: ossia su quello delle trattenute in busta paga. Bisognerebbe avere un altro pilastro: quello dei fondi pensione. La soluzione è questa, non quella di “tagliare”. Chi ha pagato tutta la vita, non deve essere penalizzato per gli errori di chi ha utilizzato questi soldi per finanziare un assistenzialismo improduttivo. Solo quando partirà questo nuovo sistema, si potrà iniziare a rivedere (e non a cancellare) i meccanismi della previdenza. Ma sempre avendo tutela degli interessi e delle garanzie dei lavoratori».

Sì ai prestiti per creare nuova occupazione. No ai finanziamenti a fondo perduto. Questa la svolta dell’ultima Finanziaria
«La manovra, fra i suoi finanziamenti, ne ha un 50 per cento che non è più a fondo perduto (anche perché l’Europa ha detto un no secco a metodi simili), ma a prestito. Ossia, soldi che vanno restituiti, se pur ad un tasso di interesse minimo. Ciò vuole dire che nessuno potrà più sfruttare i finanziamenti e poi chiudere la fabbrica, truffando lo Stato. Si è inserito un importante principio di responsabilità: chiunque benefici di un aiuto, dovrà sempre sapere di dover fare i conti con i debiti assunti con lo Stato».

I parlamentari della Casa delle libertà si sono riuniti a Milano, con il premier Berlusconi e con il Sindaco Albertini. Un rilancio per la capitale morale del Paese, troppo spesso dimenticata da Roma
«Nel corso di questo incontro che ha coinvolto non solo i parlamentari, ma tutti i dirigenti politici della città, abbiamo constatato che Milano è ripartita dal punto di vista dei progetti. C’è una strategia dello sviluppo molto importante che va a mettere mano ad una serie di problemi: dalla viabilità, all’informazione, come la trasformazione in senso federale della Rai. Abbiamo parlato a lungo di trasporti, ad esempio. Una spesa di 22.000 miliardi in dieci anni, per affrontare uno dei principali motivi di degrado della città. Abbiamo parlato della metropolitana e di tutte le priorità della città e più in generale della Lombardia. Se non si affrontano con coraggio i problemi, si rischia che il degrado si trasformi rapidamente in emergenza. L’inquinamento, ne è un esempio. Oggi si è di fronte ad una emergenza perché, in passato non si è saputo operare in maniera appropriata, attraverso le infrastrutture, per alimentare una città che di giorno vede la presenza di diversi milioni di persone, molte delle quali si spostano in automobile. Bisogna tenere poi in considerazione il fatto che Milano si è sempre pagata tutto da sola. Non ci sono state per questa città, leggi come quelle varate per “Roma capitale”, finanziate e rifinanziate a colpi di 7.000 miliardi per volte».

Milano dovrebbe avere la possibilità di trattenere una parte dell’enorme cifra che ogni anno versa allo Stato
«Questa città da sola paga un decimo di tutte le entrate dello Stato e riceve in cambio pochissimo. Bisogna avere più attenzione per Milano. La presenza di Berlusconi, dei ministri e dei parlamentari, deve essere letta proprio in questo senso. È un segnale che va in due direzioni: uno, verso la stessa Milano, per dire che vogliamo partecipare attivamente al progetto di sviluppo che la dovrà rilanciare. E uno a Roma, per dire che si deve trovare una soluzione per aiutare questa città. Avere un occhio di attenzione, ripeto, per una città che non ha mai avuto una mano da nessuno».

Superare la doppia crisi della città
«La crisi dell’economia finanziaria, sta favorendo la rinascita di una Milano che dopo anni di silenzio, torna ad essere “capitale morale”. Cioè capitale della ricchezza che nasce dal lavoro. Ora Milano deve superare anche l’altra crisi d’identità. Quella se vogliamo, più “epidermica”, che riguarda tutti i cittadini: ossia quella che attiene alla storica. Questa città con la lotta che fece al Barbarossa, fece nascere i comuni. Qui, cioè, nascono i prodromi del mondo moderno. Un patto che con il giuramento di Pontida, ha visto concordi: popolo, Chiesa e mondo produttivo. Sono valori che non possono andare persi. Io sono molto contento che domenica prossima in occasione del Columbus day a New York, la Regione Lombardia abbia deciso di far sfilare il Carroccio: il simbolo che aprì la storia al mondo moderno. A mio parere quindi, Milano dovrebbe dare grande enfasi ad avvenimenti di questo tipo. Ciò da grande forza e crea un collante sociale che unisce i cittadini e rende più facile affrontare i quotidiani problemi del vivere in una metropoli».