Da La Padania di oggi:
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Il Direttore generale dell'Ice, dott. Ugo Calzoni, ha presentato, ieri, al sottosegretario di
Stato on. Stefano Stefani, la bozza del piano promozionale dell'Istituto per il 2003, sul
quale l'esponente di governo ha espresso un parere positivo. [...]
[...] è stato preso in esame il passaggio dal brand del "made in Italy" a quello
dell'"Italian style of life", per consentire anche una delocalizzazione delle imprese.
Ah ah, un altro bell'eufemismo, Italian lifestyle, ohddio...
E' successo lo stesso in Australia. Tutti i prodotti
che fino a qualche anno fa erano "made in Australia"
adesso sono improvvisamente diventati "proudly
designed in Australia" oppure "proudly Australian owned",
tutti eufemismi per non dover scrivere "made in China".
Insomma, la "delocalizzazione delle imprese", come
la chiama La Padania.
Nessuna menzione del made in Padania da parte di Stefani,
non sia mai che lo si potrebbe prendere per leghista....
Eppure quello che succede in Australia e' che
quelle aziende che scelgono di non "delocalizzare",
ci tengono a far vedere l'attaccamento al territorio
e usano sempre piu' marchi tipo "made in Queensland"
o addirittura "made in North Queensland", ecc.
Lanciare "made in Padania" come alternativa
all'"Italian style of life" dovrebbe essere compito
della Lega, non i cartoni giapponesi.
Ma voi comprereste un prodotto con l'etichetta
"Italian style of life"? Preferisco 100 volte
che ci sia scritto "made in China", almeno
e' onesto, e lassu'/laggiu' lavorano sul serio.
"Italian style of life" fara' pensare a pizza
e mandolino.