Milano, 11:07
Fiat, Bossi invoca protezionismo industriale dell'Occidente
Di fronte alla crisi della Fiat Umberto Bossi invoca il "protezionismo". In una intervista al quotidiano del suo partito La Padania, il leader della Lega Nord afferma che il governo non deve "lasciar disperdere un patrimonio di tecnica e di esperienza" come quella del gruppo automobilistico torinese. Poi aggiunge che occorre "proteggere il nostro lavoro dai prodotti dei Paesi privi dei diritti dei lavoratori. Io penso che l'Occidente dovrà difendersi con il protezionismo". (red)
Ieri era per un economia sociale di mercato,l'altro ieri liberista,oggi protezionista.
Bossi,per il bene dell'idea padanista...DIMETTITI!!!
Questo diceva ieri La Padania:
Il senatore della Lega contro l’assistenzialismo
No agli aiuti di Stato
Pirovano: Agnelli ci deve molti soldi
ROMA - Basta con gli aiuti di Stato e con l’assistenzialismo verso chi ancora deve pagare i suoi debiti: il senatore della Lega Nord Ettore Pirovano, durante il question time a Palazzo Madama dedicato alla crisi della Fiat, ha chiesto al governo di non prevedere più stanziamenti ad «un’industria che ne ha goduto in modo esagerato con pesanti ripercussioni sulle pensioni degli italiani, a causa del continuo e abusato ricorso alla cassa integrazione che viene pagata dai fondi dell’Inps, e che non sia più consentito di statalizzare le perdite incassando i ricavi».
«Non è la prima volta che i due rami del Parlamento sono chiamati a supporto dei governi per risolvere le crisi della Fiat, che nell’'86 ha acquistato la gloriosa Anonima Lombarda Fabbrica Automobili (Alfa Romeo) dove si producevano vetture di classe internazionale fino all’avvento della società torinese la quale non ha mai saldato il debito con lo Stato per l’acquisizione dell’Alfa». Pirovano ha auspicato che ad «Arese le maestranze possano ricominciare a produrre autovetture di pregio, che le medie e piccole imprese che ruotano attorno alla produzione di Arese continuino a lavorare senza le imposizioni di pagamenti anche a 270 giorni che bloccano l’ammodernamento tecnologico nazionale». L’esponente del Carroccio ha citato in aula quanto ha detto l’amministratore delegato della Fiat Cantarella nel luglio del ’96 in una audizione al Senato in cui affermava che dal ’98 al 2002 erano previsti 15 nuovi modelli «di cui non si è vista nemmeno l’ombra, se non per Multipla e Stilo prodotte ad Arese e Cassino, dove sono previsti ben 4 mila licenziamenti».
«La gestione aziendale Fiat - ha affermato ancora Pirovano - ha nei suoi cromosomi un cocktail di burocrazia sabauda, di ostentata quanto dubbia nobiltà e di sindacalismo. Questo cocktail di cromosomi ha fatto dire ad Umberto Agnelli che ciò era “triste ma inevitabile”. Questa frase assomiglia molto alla risposta di Maria Antonietta di Francia alla sua corte quando gli faceva notare che il popolo non aveva pane: “se non c’è pane date al popolo le brioche”». Pirovano ha concluso auspicando che le nostre imprese «possano ammodernare il parco tecnologico di settore che è oggi obsoleto per colpa della Fiat, magari producendo anche in Italia delle automobili che abbiano prestigio internazionale».