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    Thumbs up «In questo modo i poteri forti hanno svenduto il Paese» di M.Blondet

    L’INTERVISTA / Il giornalista Maurizio Blondet rievoca il “caso-Britannia”
    di Gianluca Savoini

    Parlando delle privatizzazioni italiane, Umberto Bossi ha ieri citato la vicenda del panfilo “Britannia”, sul quale, il 2 giugno 1992, Festa della Repubblica , si decise la vendita (o meglio la svendita) di importanti aziende statali italiane a grandi gruppi privati stranieri.
    Di questo episodio non si è mai parlato abbastanza in questo Paese e quei pochi che lo hanno fatto hanno offerto una versione “positiva”(anche perché personalmente coinvolti) dell’importante meeting svoltosi nelle acque al largo di Civitavecchia.
    A parte alcune piccole riviste, di destra come di sinistra, diffuse soprattutto in abbonamento, soltanto pochissimi libri trattano dell’importante riunione che ha deciso le sorti di numerose aziende pubbliche italiane. Ettore Bernabei, già direttore generale della Rai, nel suo “L’uomo di fiducia” scrive: “Era il 2 giugno del 1992 e il panfilo della Regina d’Inghilterra era attraccato alla banchina del porto di Civitavecchia. A bordo salirono un centinaio tra politici e manager pubblici italiani. A invitare era una curiosa organizzazione che si occupa di promuovere l’esportazione di servizi immateriali britannici, la British Invisible. C’era la banca Warburg, la Barclays, gli studi legali della City. La maggior parte degli italiani ascoltarono”. Pochi giorni dopo un’interpellanza parlamentare di Antonio Parlato (Msi) chiedeva quali fossero i contenuti di tale incontro, ormai diventato, agli occhi dei più, un’enorme manovra della City londinese e di Wall Street di mettere in ginocchio l’Italia, anche attraverso la svalutazione della lira, per poi comprarsela con un pugno di dollari.
    In un altro libro, “Complotti”, il giornalista Maurizio Blondet affronta l’argomento in maniera assai più esaustiva. Ed è proprio a Blondet che abbiamo chiesto di raccontarci cosa è avvenuto realmente sul panfilo della Regina d’Inghilterra.
    «Quel giorno i “grand commis” degli enti pubblici italiani, da Romano Prodi al direttore generale del ministero del Tesoro Mario Draghi, si recarono davanti ai grandi finanzieri mondialisti per decidere come e a chi vendere le nostre grandi aziende pubbliche - spiega Blondet -. Sul “Britannia” c’era tutto il gruppo legato all’allora ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi e a Lamberto Dini».
    Quindi importanti esponenti politici e rappresentanti del governo di allora si recarono a contrattare le privatizzazioni con i grandi finanzieri anglo - americani?
    «Sì, andò proprio così. Del resto i governi italiani, in particolare quelli di centrosinistra, hanno sempre cercato di accreditarsi verso un certo mondo finanziario e per farlo erano disposti a svendere il patrimonio pubblico del Paese. Ricordo ad esempio che alcune importanti aziende pubbliche vennero praticamente regalate a gruppi americani concorrenti».
    E nessuno protestò?
    «Praticamente nessuno. Ci furono i sindacati che chiesero al ministro Ciampi il perchè vendere in questo modo le aziende pubbliche italiane agli americani, non ottenendo alcuna risposta. Qualche deputato singolarmente chiese spiegazioni, ma tutto finì lì. Del resto nel 1992 vivevamo con la febbre delle privatizzazioni ad ogni costo, viste come panacea di tutti i mali finanziari dello Stato. Chi si opponeva o creava dubbi, veniva ignorato dai mass-media».
    Dal 1992 i soliti gruppi di potere hanno proseguito sulla strada indicata sul “Britannia”?
    «Certamente. Se per esempio guardiamo i nomi di chi ha gestito la questione di Telekom Serbia, ci accorgeremo che sono sempre i soliti. Gente che fa parte di un disegno internazionale mondialista che vuole annientare qualsiasi identità nazionale e qualsiasi tipo di sovranità nazionale. Da qui la strategia dei soliti grandi gruppi di acquistare a costi ridicoli i patrimoni pubblici degli stati».
    A proposito di strategia di acquisto, il ministro Bossi, parlando della crisi della Fiat, ha ipotizzato la necessità di instaurare forme di protezionismo nazionale che difendano le nostre aziende dall’aggressione della concorrenza sleale di altri colossi che utilizzano manodopera a bassissimo costo nei Paesi dell’Est. Che ne pensa?
    «Bossi ha centrato il problema. Ma non credo potrà concretamente portare avanti questa richiesta. Siamo in un’Europa globalizzata, disegnata dagli gnomi tecnocratici e che va in direzione esattamente opposta alla richiesta di Bossi. Le dirò di più. Se qualcuno, Bossi compreso, cercasse concretamente di avanzare simili richieste, credo seriamente che rischierebbe addirittura la vita. Ci sono interessi enormi in ballo. Personalmente sono d’accordo con l’analisi fatta dal ministro per le Riforme, ma credo che sia una soluzione impraticabile. Anche perché non è più possibile imporre dazi doganali, come si faceva prima con le auto giapponesi, in un sistema economico mondializzato».
    Non sembra però che l’attuale sistema economico globale goda di buona salute. La crisi è mondiale.
    «Sì, la crisi è mondiale. E i grandi finanzieri già se l’aspettavano. Poco tempo prima dell’11 settembre 2001, il Cfr (Council for foreign relations), il potente organismo economico-politico mondialista organizzò un seminario segretissimo dal titolo indicativo: “L’imminente collasso finanziario mondiale, come affrontarla”. In questa simulazione si prevedeva di “incapacitare” il presidente degli Stati Uniti (in pratica, un colpo di stato) e di iniettare miliardi di dollari di liquidità nel sistema per evitare l’assalto agli sportelli bancari da parte dei risparmiatori».
    Secondo lei, si è trattata di una simulazione “profetica”?
    «Direi di sì. In effetti si è sostanzialmente verificata la simulazione del Cfr, eccetto il colpo di stato anti-Bush. Il sistema finanziario americano di fatto è in bancarotta e gli Usa sono il Paese più indebitato del mondo. Un dollaro su tre oggi è posseduto da stranieri. Ma proprio perché la crisi è gravissima, i detentori del potere si aggrappano con le unghie alla struttura in affondamento e sono disposti a tutto per salvare la loro creatura malata».
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

  2. #2
    Paul Atreides
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    Veramente di quest'argomento [in primis le privatizzazioni "selvagge"] se n'è occupato, e con un taglio decisamente più scientifico [pur ricordando l'episodio del "Britannia"] anche A. Venier, "Il disastro di una nazione. Saccheggio dell'Italia e globalizzazione", Edizioni di Ar, 1999.

    Saluti

  3. #3
    Totila
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    Originally posted by Paul Atreides
    Veramente di quest'argomento [in primis le privatizzazioni "selvagge"] se n'è occupato, e con un taglio decisamente più scientifico [pur ricordando l'episodio del "Britannia"] anche A. Venier, "Il disastro di una nazione. Saccheggio dell'Italia e globalizzazione", Edizioni di Ar, 1999.

    Saluti
    Già; ma il primo a scriverne è stato Blondet.

    (ma come mai, Paul, Blondet non ti piace?)

  4. #4
    Paul Atreides
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    Originally posted by Totila


    Già; ma il primo a scriverne è stato Blondet.

    (ma come mai, Paul, Blondet non ti piace?)
    Perché ha una impostazione cospirazionista che non condivido. Perché preferisco analisi più articolate come quella di Venier. E perché preferisco leggere Bottarelli, Damiano, Adinolfi, ad esempio.

    Stammi bene, Goto

  5. #5
    Totila
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    Originally posted by Paul Atreides


    Perché ha una impostazione cospirazionista che non condivido. Perché preferisco analisi più articolate come quella di Venier. E perché preferisco leggere Bottarelli, Damiano, Adinolfi, ad esempio.

    Stammi bene, Goto
    Ho conosciuto Blondet. Ti assicuro che è tutto fuorchè paranoico.

  6. #6
    Ridendo castigo mores
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    prima di parlar male di blondet bisogna sapere la stroncatura che ha subito e chi ne prese il posto nell' allora giornale di quel fasullo di montanelli.

    .. Comunque 'complottista ' e' gia un passa avanti da quando era solo un ' visionario' ..

    ..e sono sicuro che ancora un po' di tempo e lo troverete tutti estremamente ' profetico ' ...

  7. #7
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    ecco alcuni articoli interessanti:

    http://www.ruata.net/blondet/

 

 

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