Ppe, Cossiga sbatte la porta
L'annuncio del senatore a vita alla vigilia del congresso dei popolari europei, al quale non andrà: "C'è una deriva conservatrice - scrive a Martens - potrei trovarmi un'altra casa".
ROMA - Estoril, Portagallo: tra mercoledì e giovedì ci sarà un esodo massiccio di centristi italiani (da Berlusconi a Castagnetti, passando per Follini). Tutti diretti al congresso del Ppe. Tutti, tranne uno. Con un annuncio a sorpresa, l'ex presidente Francesco Cossiga ha comunicato oggi la sua assenza dall'assise portoghese. Un gesto accompagnato dall'intenzione, fin qui soltanto manifestata a parole, di abbandonare il grande partito di centro europeo per trovarsi "un'altra casa". Motivo dell'insofferenza cossighiana: la deriva "conservatrice" e "reazionaria" che starebbe prendendo il partito presideuto da Martens.
E proprio al Presidente del Ppe, Cossiga scrive una lettera per motivare il suo gesto: "E' con profonda preoccupazione che vedo il nostro Partito Popolare prendere le strade non nostre del conservatorismo e del pregiudiziale anti-socialismo, dopo che per 50 anni la collaborazione tra riformisti cristiano-democratici e socialisti ha, nella edificazione della Comunità Europea e del partito europeo dell'Alleanza Atlantica, contribuito in modo decisivo al trionfo della causa della libertà, contro il comunismo sovietico e contro i fascismi europei".
"La presenza nel Ppe in posizione egemone - continua Cossiga nella lettera a Martens - di un partito largamente post-franchista, quale è il Partido Popular spagnolo e l'emarginazione da esso per volontà spagnolista di loriosi partiti democratici-cristiani, democratici e antifascisti, quale il Partito Nazionalista Basco e l'Unio' Democratica di Catalunya, che pagarono un doloroso contributo di sangue alla causa della libertà, a motivo della oppressione e della crudeltà franchista, mi addolora e mi confonde".
"Mi auguro che i vecchi partiti cristiano-democratici europei, partiti della libertà e della Resistenza, possano frenare la deriva 'conservatrice' e reazionaria che minaccia il Ppe. Se così non sara' - conclude Cossiga - io, cattolico-liberale e democratico cristiano, antifascista e repubblicano, dovro' lasciare la mia 'vecchia casa' di ieri e di oggi, il Ppe, e trovarmi in Europa un'altra casa in cui poter vivere ancora gli antichi valori democratici, liberali e riformisti".